Urgente. Gli interventi indispensabili pre-Expo – 7. Piazzale Cantore

Scritto da Luca Chiappini
Continua, dopo una breve pausa, il nostro appuntamento giornaliero in cui segnaliamo luoghi la cui riqualificazione è la priorità più urgente in arrivo di Expo. Gli articoli precedenti:

1. Piazzale di Porta Genova
2. Piazza Cordusio
3. Asse delle vie Broletto – Ponte Vetero – Mercato
4. Porta Romana (Piazza Medaglie d’Oro)
5. Piazza Sant’Agostino
6. Piazza Cinque Giornate

Piazzale Cantore

Piazzale Cantore è al crocevia fra alcuni dei “luoghi del degrado” di cui abbiamo parlato finora: fa da giuntura tra Piazza Sant’Agostino, cui è collegata con via Papiniano, e la Stazione di Porta Genova, a cui è collegata mediante Corso Cristoforo Colombo. E’ in prossimità della “rifacenda” Darsena, che arriverà a lambire il piazzale per una sezione dei propri lavori, ma al momento non si hanno notizie di progetti concreti di rifacimento dell’area, che un tempo era bellissima e ricca di fascino.

Questo era Piazzale Cantore, un tempo. Il fiume che scorre in primo piano, e che nello sfondo sfocia nella Darsena, è l’Olona. Come egregiamente spiegato da Fabio Amoroso, oggi si fa poco caso all’Olona perché è stato perlopiù interrato – un peccato, perché è probabilmente il principale fiume di Milano, nonostante fiumi, canali, rogge e navigli la città ne conti in gran quantità:

Tanto per cominciare, quindi, un po’ di storia: il piazzale, che porta il nome del generale Antonio Cantore, era dunque attraversato dall’Olona, successivamente interrato. All’epoca era a ridosso dei bastioni e del macello pubblico (e dello scalo bestiame, ne abbiamo parlato in occasione di Piazza Sant’Agostino), si chiamava Piazzale Genova. Con la costruzione della stazione di Porta Ticinese (l’odierna stazione di Porta Genova), sorse la necessità di un’apertura nei bastioni: in corrispondenza dell’allora Piazzale Genova (l’odierno P.le Cantore) si creò così Porta Genova, una delle più recenti nella storia di Milano: completata nel 1876, si conservano oggi i due caselli daziari, di cui uno attualmente occupato dal negozio 7 Camice. In seguito, come sappiamo, i bastioni furono demoliti, le nomenclature cambiarono e si creò una gran confusione.

Piazzale Cantore è forse l’emblema per “eccellenza” della confusione toponomastica. Il nome di Piazzale Genova sarebbe senz’altro stato più consono: oltre ad averlo da sempre ricoperto storicamente (la Stazione è successiva, e originariamente si chiamava Stazione di Porta Ticinese), è il luogo dell’effettiva Porta Genova, così come il completamento lato sud di Corso Genova. Essendo però arrivata la stazione, ed avendo assunto il nome di Stazione di Porta Genova, si è creata una gran confusione: la stazione e la metro hanno obbligato a ripensare i nomi, e il “legittimo” Piazzale Genova è diventato Piazzale Cantore.

Piazzale Cantore ha perso quasi tutto:
– ha perso il fiume Olona, relegato sotto l’asfalto (e la bellissima atmosfera che regnava);
– ha perso il proprio nome, nonostante gli spettasse storicamente e di diritto, per darlo ad una piazza ancor più degradata, più distante e senza ragione;
– ha perso i bastioni e ha perso la porta storica.
Gli restano i due bei caselli daziari, così poco valorizzati che la maggior parte della gente, pur passandovi di fronte ogni giorno, ignora si tratti dei caselli di Porta Genova. Come potrebbe essere altrimenti? Nell’immaginario comune, Porta Genova è solo una stazione e il suo squallido piazzale, a qualche centinaio di metri da Piazzale Cantore!

Ma i problemi non sono solo storici: i veri problemi sono piuttosto nell’ordine del decoro e della circolazione automobilistica, pubblica, tranviaria, ciclistica e pedonale.

Prima era così:

Oggi è così:

Dello stato di degrado e confusione avevamo già parlato. Andiamo a ricapitolare i problemi, ricordando l’importanza strategica e infrastrutturale di un piazzale che ha tutte le potenzialità per essere valorizzato, e che deve essere valorizzato, considerato che è a un passo dalla Darsena (in cui si è investito tanto), del cui itinerario è il proseguimento naturale, e a un passo dalla Conca di Viarenna in fase di “riapertura” (il progetto della Conca di Viarenna). Non solo: è attraversato da tram e autobus, ed è a un passo dalla zona più frequentata dalla movida cittadina. Insomma, è uno snodo fondamentale che richiede un intervento, e che chiede di valorizzare almeno la propria viabilità e i caselli di Porta Genova.

Contro. Un oceano di bitume. Possiamo capire la necessità di tenere dei posteggi, ma è incomprensibile l’enorme “bacino” di bitume sul lato sud-ovest della piazza, tra il palazzo Emit-Feltrinelli (storicamente, Fondazione Emilio De Magistris) e i caselli di Porta Genova. Basterebbe un po’ di verde in più, e almeno un’area pavimentata su questo lato, per rendere il piazzale più piacevole, decoroso, monumentale. E offrire ai cittadini di riscoprire una piazza che contiene importanti gioiellini storici e architettonici:

In verde, la Fondazione De Magistris e i caselli di Porta Genova; in rosso, i problemi: pali, vecchi e brutti cartelli, posteggi come “divisorio” fra corsie, una marea di asfalto anche sui marciapiedi, motorini ovunque.

L’area di cui stiamo parlando è quella antistante la Coin:
Nel rettangolo: l’area che sarebbe da pavimentare, pedonalizzare e mettere in parte a verde.
Ora.
Render di Skymino

Contro. Il disordine dell'”area centrale”: un parcheggio che fa da spartitraffico, corsie accumulate, svolte e controsvolte.

La nostro proposta: considerando che attualmente, per ogni senso di marcia, sui due lati dell’asse Papiniano-D’Annunzio sono presenti ben tre corsie, proponiamo di mantenere queste tre corsie così da consentire la circolazione automobilistica, ma:
1. lo spazio tra Coin, Fondazione De Magistris e Porta Genova, attualmente colata di bitume, viene pavimentato e reso pedonale;
2. Con la sola eccezione di una corsia, sopraelevata e pavimentata, sul lato Coin, ad uso unicamente dei bus e dei taxi;
3. Lo spazio che divide (asse Papiniano-D’Annunzio) i due sensi di marcia, non è più riservato a posteggi a pagamento, ma diventa una lingua di verde attraversata da una pista ciclabile, che si colleghi alla Darsena e ai nuovi itinerari.

L’area da pavimentare e rendere pedonale, con la sola eccezione di una corsia per bus+taxi, e con un po’ di verde, è dunque questa:

Al momento invece lo stato in cui la piazza versa è degradato, un enorme parcheggio senza regola:

Non basta, però. Si può decidere di mantenere grossomodo alcune delle funzioni attualmente previste dalla piazza, a patto però di ordinarle al meglio. Ad esempio:
Contro. Sul lato ad angolo con Via Cicco Simonetta, i posteggi sono confusi. Devono essere regolamentati da opportune strisce, e qualche albero non farebbe male:

Proposta, un esempio di come potrebbero essere i posteggi, ben ordinati, viene proprio da Viale Papiniano, all’angolo con Piazzale Cantore:

Nel cerchio verde: la “corsia” dei parcheggi, ordinata e pavimentata con mattonelle rosse (promosso). In rosso: bici esposte alla mercé delle corsie automobilistiche, e bici che in mancanza di rastrelliere sono legate al cartello della ZTL Arco della Pace (bocciato).

Contro. Troppi pali, cartelli. Persino una cabina telefonica.

Pro. I caselli di Porta Genova: datati 1876, uno dei pochi lasciti di un’epoca scomparsa. Posti così come sono, tuttavia, sono assai poco valorizzati.

I bellissimi caselli di Porta Genova (promossi), apprezzabile anche il chioschetto del fioraio (promosso), inguardabile invece la sistemazione di bitume, assediata da auto, con un enorme marciapiede asfaltato: perché nemmeno un’aiuola? Una panchina? O una pavimentazione degna? (bocciati

Contro. La pavimentazione: il pavè deve essere spostato sui marciapiedi, le corsie automobilistiche riservate su asfalto, la corsia tranviaria in pavè, le piste ciclabili in asfalto color rosso (ma azzurro in corrispondenza degli attraversamenti).

A sinistra: area da rendere pedonale e pavimentare. In rosso: la carreggiata automobilistica da asfaltare. In verde a destra: la corsia tranviaria, da mantenere in asfalto.

Alla fine basterebbe poco:
– mantenere tutte le attuali corsie, ma in bitume quelle che ancora non lo sono;
– tenere il pavè solo per i tram;
– rimuovere solo la striscia di parcheggi centrali (quelli sullo spartitraffico tra le corsie, per intenderci) creando una lunga aiuola di prato con pista ciclabile al centro;
– pavimentare e pedonalizzare lo spazio a sud-ovest, in corrispondenza di Porta Genova, attualmente impiegato come grosso marciapiede di catrame e larga fermata di bus;
– risistemare i parcheggi;
– aggiungere qualche panchina in legno;
– ridurre i pali (aggregandoli fra loro, rimuovendo quelli non indispensabili).

Le frecce indicano: a sinistra, l’area da pavimentare+pedonalizzare, a destra la corsia da mettere a verde e rendere ciclabile.

Di seguito, i luoghi d’importanza della zona:

A – 1876, caselli di Porta Genova.

B – 1897primo cinematografo milanese, il “Casino di Meneghino e Cecca della Reale Cinematografica” – purtroppo dalla vita breve. Il nome fa riferimento alle due principali maschere milanesi della commedia dell’arte. Era un piccolo edificio con torretta panoramica, fatto costruire in occasione della Fiera di Porta Genova da Italo Pacchioni, un gestore che proiettava scene riprese con un’attrezzatura da lui stesso realizzata.

C – 1898Casa Reininghaus (dal nome del proprietario, un produttore di birra austriaco), progetto di Sebastiano Locati. Un grande edificio multifunzione di sei piani, comprendente il Teatro Birraria Stabilini (café-chantant strutturato su tre piani di proprietà di Emilio Suvini e Luigi Zerboni). L’imponente edificio ospitava anche negozi, un ristorante e una sala da biliardo al piano ammezzato, ed abitazioni ai piani superiori. L’elegante palazzo è stato in seguito rovinato un sopralzo di due piani alquanto discutibile.

Casa Reininghaus, ieri
Casa Reininghaus, oggi

D – 1932, Fondazione Emilio De Magistris (ora Emit-Feltrinelli), con alto basamento in pietra e paramento in laterizio e un ingresso principale coronato da un arco trionfale in pietra sormontato da due figure alate che reggono un fascio littorio.

Finora abbiamo proposto un’idea “low cost” (si fa per dire) di possibile sistemazione e dignitazione della piazza.
Infine, dato che ci piace anche fantasticare e che ci brillano gli occhi per come potrebbe essere valorizzato il patrimonio milanese, ecco alcune altre proposte, di attuazione più difficile (ma non impossibile). Chissà che un giorno…

1 – Statua a Cristoforo Colombo
Stiamo parlando della “zona Porta Genova” – Corso Genova da un lato, Corso Colombo dall’altro, Porta Genova al centro. Eppure una statua a Cristoforo Colombo non c’è. A Milano ce n’è solo una, in via Boschetti: ve ne avevamo già parlato. Sarebbe molto più bello e suggestivo se fosse risistemata in Piazzale Cantore, non vi pare? Sarebbe valorizzata e conferirebbe monumentalità al piazzale. Senza contare che sarebbe perfettamente coerente con la toponomastica.

Com’è

Come potrebbe essere (e pensatelo con la giusta pavimentazione, la messa a verde, un’aiuola fiorita…)

2 – Onorare Italo Pacchioni
Abbiamo detto che Italo Pacchioni, pioniere del cinematografo (realizzò un macchinario a partire dallo studio del cinematografo dei fratelli Lumiere) e fotografo di rilievo nel panorama milanese, aprì in Piazzale Cantore per alcuni anni il primo cinematografo di Milano (vedi foto sopra), in occasione della Fiera di Porta Genova. Pacchioni inoltre aprì nel 1902 uno studio fotografico a Milano, e in seguito altri due: uno ad Abbiategrasso, l’altro a Busto Arsizio.
Almeno una targa commemorativa, dove un tempo sorgeva il suo cinema, ci pare d’obbligo. Preferibilmente corredata da fotografie d’epoca del cinematografo in questione.
Oppure una bella statua di Pacchioni col suo fac-simile cinematografo, che arricchirebbe ulteriormente la piazza.

3 – Restituire un tratto di Olona
L’Olona scorre in questo tratto, come nella maggior parte del suolo milanese, interrato. Una volta però non era così (basti vedere la prima foto di questo articolo). Il tracciato d’acqua sarebbe grossomodo il seguente:

A sinistra: l’Olona, che scorre lungo l’attuale Piazzale Cantore. A destra: la Conca di Viarenna. E la Darsena.

La buona notizia è che si sta effettivamente lavorando per riaprire la Conca di Viarenna – e che il progetto della Darsena infonderà al bacino nuova vita, oltre a riguardare un lato di Piazzale Cantore. Sarebbe bello e di sicuro fascino riaprire anche un tratto di Olona, a questo punto. Non economico, sicuramente “mangerebbe” un po’ di spazio prezioso, ma sognare non costa nulla.

Il nuovo canale

4 – Una nuova nomenclatura
Si è creata troppa confusione nella toponomastica: Piazzale Genova, Corso Genova, Porta Genova, ecc. La stazione è intervenuta a destabilizzare l’equilibrio toponomastico. Considerando che la stazione sarà, nei prossimi anni, probabilmente dismessa, la nostra proposta è di un generale cambio di nomenclatura.
Piazzale Cantore, facendo da centro di Porta Genova e di Corso Colombo e Corso Genova, deve diventare Piazzale Porta Genova (alla memoria del generale può essere certo dedicato un luogo più consono, o una parte della piazza, in una dicitura come “Largo Cantore”).
Dov’è presente oggi Porta Genova si deve trovare un nuovo nome: Piazzale Stazione Genova appare datato e oramai quasi fuori luogo. La possibilità:
– un nome in memoria di un importante personaggio milanese;
– un nome in memoria di un’importante episodio storico milanese.
Considerando la memoria del luogo, ad alta vocazione di progresso verso la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, si potrebbe pensare a una sua consacrazione verso il futurismo italiano, tanto legato ai progressi tecnologici, motorizzati e ferroviari. Ad Alberto Giacometti non è dedicato nulla, ad Umberto Boccioni solo uno slargo nei pressi di Certosa, a Marinetti una via privata nei presso del Trotter, solo a Balla è dedicata una via “pubblica”, a Trenno.
Il nuovo nome dovrebbe comunque rinominare anche la corrispondente stazione metropolitana.

Per concludere, alcune foto d’epoca:

Piazzale Cantore, guardando verso Corso Genova: che bellezza i chioschi e gli espositori pubblicitari dell’epoca!
Fiera di Porta Genova in Piazzale Cantore, fine ‘800, con ricostruzione scenica del Palazzo Ducale di Venezia
Piazzale Cantore, anni ’50

La Fondazione De Magistris in costruzione, anni ’30
Cinema Vittoria negli anni ’50 – uscite laterali su Piazzale Cantore

Piazzale Cantore, angolo Corso Genova, anni ’30
Vi aspettiamo per leggere l’ottava opera indispensabile pre-Expo, domani!
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