Milano | Porta Romana – Scali ferroviari: quale futuro per lo Scalo a Porta Romana?

Gli scali ferroviari, questi benedetti scali… le patate bollenti tra le mani del prossimo (e prossimi) sindaco. Investimenti milionari e richieste dei cittadini.

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Certo vedere il verde selvaggio e spontaneo che si è sviluppato in questi anni di abbandono fa pensare ad un bel “Central Park” anche a sud del centro di Milano (a nord potrebbe esserci lo scalo Farini, altra questione calda). Di sicuro i cittadini vorrebbero vedere queste aree convertite a verde pubblico. Naturalmente la questione riguarda anche il fattore economico, la trasformazione dell’area comporta un investimento in soldi e energie non indifferente; altro problema: le Ferrovie dello Stato vorrebbero sicuramente fare cassa in aree come queste. Allo Scalo Romana c’è anche l’impulso dato dall’arrivo e dalla trasformazione della Fondazione Prada, a breve completata in ogni suo spazio, che a sua volta ha stimolato altri investimenti nella zona che pian piano si sta trasformando. E questo enorme spazio? 180.000 metri quadrati di area dismessa solcata da un doppio binario.

Il nostro auspicio è quello di un intesa tra proprietari e Comune per creare uno spazio verde enorme e dove le aree edificabili siano realizzabili solo in altezza, di modo da lasciare più spazio alla “natura”. Confinando in trincea e sotto una soletta il percorso ferroviario.

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In rosso le aree che potrebbero essere edificate coi corridoi per il transito pedonale da connettere le due sponde dello scalo.

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Porta Romana – Scali ferroviari: quale futuro per lo Scalo a Porta Romana?”

      • Come in tutti gli altri interventi, i costi vengono coperti dai profitti sulla parte edificabile.

        Quanto alla linea, non c’è nessun bisogno di interromperla: ad esempio, visto che poi ci va un parco, l’interramento si può fare rialzando il livello del terreno e lasciando i binari al livello attuale (è quello che prevedono la maggior parte dei progetti preliminari), oppure abbassando un binario per volta tenendo aperto l’altro per il traffico.

        E se anche dovessero interrompere la linea, non sarebbe un dramma: lì ci passa solo la S9 che è in assoluto la meno trafficata tra le linee suburbane. Anzi, potrebbe essere anche l’occasione per costruire finalmente la stazione Tibaldi che aspettiamo da non so quanto tempo.

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        • nessuna interruzione: si può tranquillamente realizzare la nuova sede ferroviaria e la nuova fermata (successivamente copribile) a lato della linea attuale verso il lato nord, in modo da avvicinarla a piazzale lodi e soprattutto alla fermata M3, evitando così di avere un interscambio treno-metro-filobus chilometrico….
          Inoltre aggiungo la proposta di deviare integralmente il percorso della 90/91 all’interno dell’area, in modo da risolvere l’assurda congestione del tratto promiscuo in viale isonzo sulla circ. sx

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  1. Secondo me, in aggiunta a quanto di bello viene proposto, bisognerebbe prevedere, magari interrato, un asse viario che che colleghi via Lorenzini a viale Isonzo per dare un’alternativa alle direttrici corso Lodi e via Ripamonti.
    Queste ultime sono, insieme a viale Puglie, le uniche vie radiali nella parte sudest che scavalcano la ferrovia.

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