Milano | Porta Volta – Ex-Enel, aggiornamenti a ottobre

Ricorsi e comitati non hanno fermato il progetto sorto al posto dell’area ex-Enel a Porta Volta, quello di fronte al Cimitero Monumentale.

Tutti contro Palazzo Marino che aveva dato il via libera a quel piano integrato d’intervento risalente all’epoca Moratti. L’appello rivolto direttamente al sindaco Giuliano Pisapia era stato firmato da un gruppo eterogeneo di soggetti: scrittori, architetti, storici dell’arte, docenti universitari, attori, editori, giornalisti. Era suguito un ricorso al Tar dove i giudici hanno dato torto ai ricorrenti. Subito dopo la rivincita al Consiglio di Stato che a marzo 2015 stabilì che l’approvazione di quel progetto da parte del Comune «è avvenuta utilizzando una procedura illegittima». Come dire: stop al progetto di oltre 31 mila metri quadrati compresi tra le vie Procaccini e Ceresio (via Nicolini, via Fioravanti e via Bramante all’altezza di Piazzale del Monumentale) con 60 milioni di investimenti, la nuova sede museale dell’Adi (Associazione per il Disegno Industriale), 250 parcheggi sotterranei, centinaia di appartamenti, uffici, negozi, un hotel a nove piani e una piazza.

Quindi i ricorsi non sono serviti a nulla? Cos’è successo tra il Consiglio di Stato e la situazione attuale? Perché ora pare tutto risolto? Intanto l’allora ex vicesindaco Lucia De Cesaris lanciò un concorso per risistemare gli spazi pubblici. Poi tre passaggi fondamentali. Il primo: l’Adi che aveva stipulato con l’Immobiliare Porta Volta un accordo per la cessione di uno dei fabbricati, ha ricorso in opposizione alla sentenza del Consiglio di Stato. Il secondo: che l’Immobiliare Porta Volta ha impugnato per revocazione la sentenza del Consiglio di Stato. La terza, e più importante, che i due ricorrenti vincitori al Consiglio di Stato «hanno rinunciato al ricorso a suo tempo proposto davanti al Tar, all’appello avverso la sentenza di quest’ultimo e agli effetti della sentenza del Consiglio di Stato». Il motivo? A oggi non è dato saperlo. Ma la conclusione è stata inevitabile: il collegio giudicante ha annullato le pronunce di primo e secondo grado. E i lavori sono andati avanti. «Tutta la zona è in profonda trasformazione da Sarpi alla Fabbrica del Vapore — dice l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran —. Erano spazi degradati e rappresentavano un elemento di interruzione nel quartiere. Oggi hanno tutte le caratteristiche per diventare un centro urbano importante. È un bene che ci si avvii alla conclusione delle opere».

I lavori a quanto pare non si sono mai fermati e anzi, oramai come si vede dalle immagini, sono a buon punto, specie gli edifici residenziali di via Procaccini e l’hotel. Entro l’inizio dell’anno prossimo saranno consegnate le residenze di edilizia convenzionata, mentre per le residenze più prestigiose (Porta Volta Home), poste all’interno del cortile, i tempi saranno più lunghi e si concluderanno tra circa un anno.

Anche per l’hotel in costruzione tra le vie Bramante e Nicolini i lavori sono a buon punto e si dovrebbero concludere per i primi mesi dell’anno prossimo. Nel frattempo sono in fase di conclusione i lavori di urbanizzazione per i sottoservizi e la sistemazione delle strade in Niccolini e Fioravanti.

Invece al momento sono ancora fermi i lavori al parcheggio sotterraneo di 250 posti auto di uso pubblico davanti all’hotel, ma dovrebbero partire a breve, con realizzazione di una piazza pedonale.

Mentre per la parte verso via Ceresio i cantieri frammentari sono ancora a fasi variegate. La sede di Dsquared2 è stata conclusa ormai da diversi anni, recuperando e abbellendo un bellissimo edificio art-decò, mentre per l’altro edificio è ancora in corso l’intervento di riqualificazione. Altre parti devono ancora aspettare i nullaosta per la conversione, così come a parte centrale, quella del cortile, ora un parcheggio, che sarà trasformata in piazza pedonale con accesso dal piazzale del cimitero, via Ceresio e via Bramante e sarà conclusa entro la fine del 2017.

Per il bel palazzo industriale su via Bramante, destinato a sede dell’Adi, della collezione del Compasso d’Oro e di spazi polivalenti per mostre, è in corso la predisposizione la gara d’appalto per i lavori (fine stimata a metà 2019). (Fonte Corriere della Sera)

 

2016-10-09_porta_volta_cantieri_1 2016-10-09_porta_volta_cantieri_2 2016-10-09_porta_volta_cantieri_3 2016-10-09_porta_volta_cantieri_4 2016-10-09_porta_volta_cantieri_5 2016-10-09_porta_volta_cantieri_6 2016-10-09_porta_volta_cantieri_7 2016-10-09_porta_volta_cantieri_8 2016-10-09_porta_volta_cantieri_9 2016-10-09_porta_volta_cantieri_10 2016-10-09_porta_volta_cantieri_11 2016-10-09_porta_volta_cantieri_13 2016-10-09_porta_volta_cantieri_14 2016-10-09_porta_volta_cantieri_15 2016-10-09_porta_volta_cantieri_16 2016-10-09_porta_volta_cantieri_17 2016-10-09_porta_volta_cantieri_18 2016-10-09_porta_volta_cantieri_19 2016-10-09_porta_volta_cantieri_20 2016-10-09_porta_volta_cantieri_21 2016-10-09_porta_volta_cantieri_22

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

38 commenti su “Milano | Porta Volta – Ex-Enel, aggiornamenti a ottobre”

  1. Chi ha progettato l’albergo andrebbe messo alla gogna e emarginato dal consesso civile.

    Invece le abitazioni le trovo gradevoli, con un’aria dignitosa di edilizia sociale mitteleuropea (ho letto che avevano costi di acquisto molto bassi per la zona) che mi sembra incoraggiante:
    Milano non può essere fatta solo di edifici superfighi da 5.000€ (e più) al metro quadro…

    Rispondi
    • Più che altro gli andrebbe revocato l’esame di stato da architetto, al massimo può fare il geometra.

      L’hotel è banale, brutto, vecchio, scontato e chi più ne ha più ne metta. Le residenze così così, magari io avrei evitato l’effetto scacchiera del bianco e nero alternato e, visto le dimensioni notevoli dell’edificio, avrei immaginato un fronte un po’ più mosso, ma OK.

      Rispondi
    • Hai pienamente ragione, nessuno ti dice che devi comprare per forza dove costa così ed anche più.
      In periferia o fuori Milano la scelta è ampia e per tutte le tasche.
      Per questo esiste la libertà e la democrazia.

      Rispondi
  2. Si esatto la piazzetta, o per meglio dire il parcheggio alla Kabul antistante i nuovi edifici è davvero orrenda! E c’è pure una panchina incastrata tra le auto!! Ma chi è il pazzo che si siede lì!! 🙂 Cmq in generale il progetto di riqualificazione sta riuscendo bene, a mio avviso

    Rispondi
    • sì, 10 su una scala da 0 a 100.

      E’ il massimo che si può dare a quel coso. E’ uguale ai cubi per uffici a Certosa o a Forlanini progettati negli anni 80.

      Praticamente per il progettista (e anche per te a quanto pare) 30 anni e èiù di storia dell’archiettura sono trascorsi invano!

      Rispondi
  3. Confermo il 10 e lode all’albergo. Trattandosi di un intervento poetico più che architettonico naturalmente ai più non piace. Non c’è da stupirsi. E’ cosa nota che in Italia nessuno legge poesia e queste sono le conseguenze.

    Rispondi
    • interessante questa associazione con la poesia. A mio parere si tratterebbe di poesia crepuscolare tendente al ripiegamento introspettivo che per un edificio in costruzione si traduce con vecchio

      Rispondi
    • Ah guarda sono certo che Alda Merini lo troverebbe poeticissimo.

      Il velato richiamo ancestrale alle palazzine per uffici del Centro Colleoni di Agrate Brianza (cercale su Google Maps: sono pressoché identiche. Anno Domini 1980 e spicci) è sicuramente una delle più alte vette della poesia italiana dopo Montale.

      Rispondi
    • Ma che cazzo vuole dire intervento “poetico”, così senza motivare o entrare nel merito?! Spiegaci, a noi aridi ed ignoranti che nulla sappiamo di poesia perché questo intervento sarebbe poetico.

      Rispondi
  4. bello! avanti cosi ! questa città ha bisogno di riqualificazioni! adesso che si parta con il piazzale antistante, rovinato dalle auto, archeggiate ovunque

    Rispondi
  5. l’hotel è carino. ok niente di nuovo, ma non orrendo, come leggo in certi commenti.
    per quanto rifuarda le residenze , ecco, qeste sono brutte. sembrano un carcere.

    Rispondi
  6. l’hotel è bruttino, le residenze le trovo terrificanti.. quelle grigie un bunker della seconda guerra mondiale, le bianche con le grate un bordello di Bombay

    Rispondi
  7. Le residenze sono veramente brutte e davvero non dovrebbe essere consentito di costruire in quel modo. Lo dico sopratutto perchè quella è una zona di case “vecchia milano” e sarebbe stato giusto e bello mantenere una coerenza.
    E poi perchè sei su una piazza di grande traffico e di fronte (quasi) al monumentale. NON VA BENE.

    Rispondi
    • Milano non è Gubbio: tutta la città è un misto di antico e moderno.

      Ora si può discutere se il moderno sia studiato più o meno bene, o se l’Enel andasse demolito o no, ma il falso storico e la “palazzina in stile” come una volta, a Milano non ha cittadinanza, perché non siamo a Disneyland e nemmeno a Las Vegas.

      Rispondi
      • Direi che la tua risposta è superficiale.

        Cosa c’entra confrontare Milano con Gubbio? E cosa vuol dire citare Disneyland o LV?

        Riferendomi alle residenze parlavo di coerenza che non vuol dire necessariamente edificare in “stile milano di una volta”. Gira la zona e forse capirai a cosa mi riferisco.

        Rispondi
        • Mi spiace di essere sembrato superficiale, ma il punto è chiaro:
          Milano non è una città come Gubbio dove tutto deve essere armonico e coordinato anche negli edifici moderni perché è la sua (di Gubbio) essenza – è un borgo medioevale.
          Milano è una città che fa della diversità e dei contrasti tra antico e moderno la sua essenza. A livello cittadino e anche all’interno dei singoli quartieri, tutti (anche li). E non è certo solo per via della guerra del fascismo o della Moratti. E’ così dai tempi di Stendhal.

          Quindi si può discutere se un progetto sia più o meno azzeccato e più o meno bello e più o meno funzionale allo scopo (in questo caso parliamo di case che costano un quarto di quelle fighe intorno a Gae Aulenti), ma il criterio di giudizio non può essere “è una zona di case vecchia Milano” quindi “è giusto e bello mantenere una coerenza”. Perché questo argomento ti porta diritto al falso storico (=la palazzina che imita e scimmiotta i palazzi di 100 anni fa) e questo credo non debba avere cittadinanza a Milano. Perché? Perché non siamo a Las Vegas dove ti rifanno Bellagio ancora più bella dell’originale o a Disneyword dove trovi una Venezia con tutti i comfort moderni (oserei dire in classe A).
          Anche perché allora tanto valeva la pena di ristrutturare e rendere contemporaneo l’edificio ENEL esistente, senza abbatterlo.

          Ho ripetuto il pensiero precedente usando il triplo delle parole. Secondo me si capiva benissimo anche prima però. 🙂

          Rispondi
          • Io non ho mai capito, ma sarà un mio limite, tutto questo orrore per il cosidetto “falso storico”. Un conto è ricostruire Bellagio a Las Vegas, un altro ricostruire Milano a Milano; che tra l’altro è piena di falsi storici “storici” fatti nell’ottocento e nel primo novecento che nessuno si sognerebbe oggi di demolire e che fanno parte del patrimonio architettonico della città. Tra l’altro non si tratta di costruire ex novo vecchie case di ringhiera, ma di qualcosa che richiami armonicamente l’estetica del contesto nel quale si inserisce. Le residenze in questione l’unica cosa che richiamano di milanese è la vocazione a imbruttirsi volontariamente, vocazione che forse, speriamo, lentamente sta cambiando.

          • Nell’ambito delle nuove costruzioni a Milano – ma il ragionamento potrebbe essere fatto anche in altre città o paesi – ho notato una tendenza a realizzare residenze moderne, che raramente possono dirsi gradevoli. Ovviamente ce ne sono anche di belle.

            Le poche residenze nuove che richiamano il passato, invece, mi sembrano siano sostanzialmente quasi sempre piacevoli.

            Opinione personale, la questione non mi sembra essere moderno vs. “falso storico” ma il generale poco gusto dei progetti residenziali “moderni”, eccezioni particolari a parte, ripeto.

            Che ne pensate ?

          • Quello che chiamiamo “falso storico” nell’800 si chiamava eclettismo (o neo-qualchecosa) ed era pienamente in linea con lo spirito del tempo.

            Nel 2016 il “falso storico” mi sembra invece in linea con lo spirito di Outlet fuori città, Palazzi di Dittatori eccentrici (Ceausescu a Bucarest ne fece uno epico) e posti di dubbio gusto (Las Vegas o se preferite Palazzo Parigi in Corso di Porta Nuova a Milano).

            Poi magari le sensibilità cambiano e fra 40 anni sarà il gusto dominante, chissà…

  8. Per 2 anni, ogni mattina con il tram 14, ho percorso via Procaccini angolo Messina all’ombra di quel casermone di cemento armato fatiscente e senza memoria ( effettivamente non ho mai capito cosa fosse o cosa fosse stato )
    ….poi tutto ad un tratto, aria, luce, spazio…il casermone o quello che era non c’è più, buttato giù, spianato, distrutto. Dal tram 14, sembrava un tratto di strada di un altra città…completamente nuovo

    be ! adesso.. …basta guardare le foto….aria, luce, spazio…finish !

    Rispondi
  9. Pensavo fosse un vecchio palazzo anni 80 di uffici, invece è un hotel? O_O
    Le residenze di edilizia convenzionata sono vergognose, dei cubi neri e bianchi con i buchi quadrati per le finestre.
    Mi chiedo, cos’è che spinga un architetto a pensare, che qualcuno che debba abitare li, deve avere una casa orrenda solo per il fatto che non ha la stessa possibilità economica di una persona che abita a citylife.
    Ritornare ai primi del ‘900 dove la discrepanza era sui materiali e non sull’estetica?

    Rispondi
    • Sono d’accordo con te, quando ho visto la foto che anticipava il servizio ho avuto l’impressione che stessero impalcando un vecchio palazzo piuttosto che spacchettando uno nuovo ???

      Rispondi
  10. Secondo me le residenze se si cambia il colore possono essere anche accettabili,(bordo o rosso, mi vengono in mente delle case a Lambrate).

    Rispondi
  11. No eh, se le residenze cambiano il colore in bordo o rosso allora vorrà dire che viviamo intorno ai giocatoli come dei bambini con la differenza che è un grande LEGO intorno 🙂 Per hotel non vedo niente di male, sembra Moskva conservativa..

    Rispondi
        • Sempre meglio di una casa funeraria per le ceneri dei defunti.
          Case colorate come mattoncini lego tutta la vita.

          Io non capisco perché in codesto reame debba finire ogni volta con grandi… Grigio topo morto fa molto Milano elegante?

          Rispondi
          • Mi riferivo al colore bordo o rosso come ha scritto Gio per questo edificio e non alla colorazione dei edifici in generale. Se era un altro progetto magari ci stava anche bordo, ma con questa costruzione ‘provinciale’ meglio lasciare cosi, però al posto del grigio metterei quei mattoni che si vedono su qualche foto..

          • Resta il fatto mike che continuare a costruire a milano palazzi grigi è come tafazzi che si martella i coglioni…

            Come direbbe nanni moretti…
            “Ok, va bene, continuiamo a farci del male!”

  12. rispetto all’alternanza di colore bianco-nero sulla facciata dell’edificio, penso ci sia un maldestro tentativo dell’architetto di rendere omaggio al cromatismo dell’antistante Cimitero Monumentale…

    Rispondi
  13. l’edificio di edilizia convenzionata è volontariamente brutto, cioè per volontà del committente.
    se fosse bello dovrebbero venderlo al prezzo di quelli di porta Nuova e gli scadrebbe la convenzione (‘o viceversa: dovrebbero vendere quegli altri ai prezzi della convenzionata) e non per costi maggiori di costruzione e/o progettazione (che ci sarebbero, certo, ma marginalmente) ma per altre logiche di mercato e/o di patrimonializzazione delle banche creditrici.

    Rispondi
  14. Nel complesso si può dire che sia una bella merda, senza offesa.
    L’albergo fa rabbrividire per la pochezza. Le case pure. Convenzionate? Solo alcune e già tutte prenotate. Quelle sull’interno invece costano oro.

    Rispondi

Lascia un commento