Milano | Porta Volta – Via Varese 19, quasi ultimato

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La ferita della Seconda Guerra Mondiale è stata risanata finalmente dopo 70 anni. In via Varese 19 è stato quasi completato l’edificio progettato da Arassociati. I lavori di risanamento cominciarono nel 2013 con fasi alterne di grande fermento e di stasi. Al posto di ruderi lasciati misteriosamente per lungo tempo con dei magazzini lato strada, ora sorge un nuovo palazzo residenziale che si inserisce nel contesto con molta discrezione. Al contrario dai rendering che abbiamo visto tempo fa, il palazzo non ha balconi sul lato strada, ma finestre ampie con ringhiera. La facciata è molto classica, tanto da sembrare un palazzo molto più vecchio, ma estremamente elegante. L’affaccio è di tre piani più un quarto arretrato con una grande terrazza.

Il nostro articolo del 2013 e del 2015.

 

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6 commenti su “Milano | Porta Volta – Via Varese 19, quasi ultimato”

  1. Non male, ma forse con dei piccoli balconi era esteticamente meglio. Così sembra proprio che manca qualcosa.
    Comunque intervento che apprezzo per semplicità e armonia con il contesto.

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  2. Ma perché a Milano sono così diffuse le facciate dipinte di questi NON colori?

    In moltissime città meteorologicamente sfortunate come la nostra, dove spesso il cielo è grigio e opprimente, le facciate della case sono un trionfo di colori pastello di tutte le tonalità, rosa, verde, azzurro, giallo, arancio, ecc.

    A Milano le case sono o gialle oppure di una delle mille sfumature del bianco sporco/grigio (la maggioranza) come questa.

    Ci sono centinaia di palazzi bellissimi mortificati da una scelta cromatica imbarazzante, è un’utopia sognare un piano comunale del colore che metta al bando il grigio, apra a nuove tonalità anche inedite e che garantisca una adeguata alternanza tra i colori dei palazzi adiacenti?

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    • Son d’accordo totalmente, ma qui si parla di un edificio grigio inserito in una via di edifici grigi…quando hanno ricolorato in maniera “accesa” il palazzone in corso Buenos Aires – rendendolo un palazzotto “genovese” completamente diverso dagli altri edifici lì intorno – metà dei lettori e mezza città sembra aver condannato l’intervento…quindi non mi stupisco che non si osi troppo, a Milano. Però hai ragione, qualcuno dovrebbe dare il buon esempio per primo e condizionare gli altri con facciate dai colori allegri ed accesi…

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      • Un conto è se parliamo di periferia e di periferia di nuova urbanizzazione.
        Un conto se parliamo di strade storiche: il palazzo in Buenos Aires può piacere o meno ma nel contesto è raccapricciante.
        Mentre la casa di cui si parla in questo articolo… il colore non mi sembra sia il suo problema, anzi.

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        • No no, infatti son d’accordo nel dire che questo intervento non sia affatto male. Per corso Buenos Aires, però, quel palazzo poteva essere il primo passo per cambiare il contesto in meglio; perché se anche quello che dici tu è vero (“nel contesto è raccapricciante”) quella via ha bisogno di riqualificazioni che non vedremo mai o che vedremo tra decenni (allargamento marciapiedi, pseudo-pedonalizzazione, sistemazione arredo urbano)…quindi perché non renderla più allegra, vivace ed umana semplicemente dipingendo degli edifici grigi con altri colori? In attesa di “meglio” poteva essere una buona soluzione, e la via sarebbe pure diventata (di nuovo) una possibile icona di Milano.

          Tutto questo era per dire che, secondo me, non sempre la centralità o meno della zona ed il suo contesto dovrebbero stabilire a priori la tipologia edilizia da costruire. Certo, qui hanno fatto un edificio dello stesso colore, della stessa altezza e dello stesso stile di quelli accanto, e va benone; ma magari l’agire nello stesso modo in altri contesti non avrebbe dato lo stesso risultato…chi lo sa? 🙂

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