Milano | Bicocca – Ultimo tassello per le residenze Arcimboldi

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Finalmente si smuove anche qualcosa per l’ultimo tassello del lotto dove sorgono le Residenze Degli Arcimboldi in Bicocca. Infatti mancava solo il tratto che si affaccia su Piazzale Egeo, all’angolo tra Viale dell’Innovazione e Via Padre Gerardo Beccaro, a due passi dal Teatro degli Arcimboldi.

Le architetture non sono nulla di eccezionale a quanto pare, molto simili a quelle già costruite, ma forse più semplici. Peccato abbiano dovuto abbattere il bel cedro del libano (o era un abete?) che abbelliva la via e che forse, aveva resistito a tutti questi cambiamenti da zona industriale a zona residenziale e universitaria.

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12 commenti su “Milano | Bicocca – Ultimo tassello per le residenze Arcimboldi”

    • E’ vero che Bicocca è un progetto che oggi sembra vecchio e datatissimo (in fondo Berlino Est è deceduta da quasi 30 anni…) anche se in teoria sarebbe quasi recente.

      Però, pur nei suoi limiti oggettivi, se comparo Bicocca con la miseria dei progetti seguenti (Rubattino e soprattutto l’area ex OM), mi viene quasi da rivalutarla.

      Secondo me sarebbe utile una riflessione sul perché tutti questi progetti hanno preso una piega così misera. E’ come se a Milano o progetti e pianifichi per un target alto (City Life, Porta Nuova) o sei condannato alla tristezza cosmica.

      Per carità di patria non cito Santa Giulia o Porta Vittoria o le varie Ligrestate (perché è patologia, un capitolo diverso a mio parere)

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  1. Era un bel cedro, preservarlo non avrebbe richiesto trovate geniali.
    Peccato. In Italia manca assolutamente sensibilità percettiva e attenzione al paesaggio.
    Naturalmente ci sarà qualcuno pronto a giurare che comunque bisognava abbatterlo perché era malato: scusa sempre efficace.

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  2. Che brutto quartiere. Sembra progettato con i criteri dell’architettura sovietica. Gli edifici sono cosi’ tristi, nelle forme e colori e questo si aggiunge ad una lunga serie. Incredibile che non esista qualcuno che se ne accorga che proponga soluzione piu’ di design ( visto che siamo nella città del design). Dovrebbero fare una norma che superata una certa dimensione gli edifici vengono sottoposti alla valutazione di una commissione di architettura contemporanea, cosa non facile da fare ma non impossibile visto che a Londra funziona così.

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  3. Fa particolarmente male pensare che proprio in quel punto c’era la mensa Pirelli di Minoletti che è stata demolita nel 1998. Ancora mi domando come sia stato possibile permetterlo

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  4. Finchè si costruisce per massimizzare gli interessi dei costruttori, ovvero costi bassi ovvero suluzioni banali, ripetitive e grosse volumetrie, i risultati resteranno fallimetari.
    Cascina Merlata è un nuovo esempio in arrivo.

    A Bicocca si salvano le strade, alberate e ordinate.

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  5. Bicocca – la parte costruita a partire da fine anni 90 – è stata utilizzata più volte come luogo dove ambientare spot o servizi fotografici probabilmente perché appare come un luogo ordinato – geometrico direi – e anonimo.

    Potrebbe essere un quartiere di una qualsiasi città immaginaria europea, asiatica o nordamericana. Sembra pensata e realizzata per essere uno sfondo di qualcosa che non è la vita dei suoi residenti.

    Sembra finta come gli Universal Studios. Anzi peggio. Bicocca non è come il centro di Hill Valley dato che questo almeno sembra avere una propria – finta – identità nella misura in cui ricorda in effetti il tipico paesino californiano.

    Bicocca non è brutta è semplicemente senza anima.

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  6. Rispetto ma non condivido quasi per niente le opinioni espresse nei commenti prima del mio. Da “bicocchino” posso dire, per esperienza diretta, che questo quartiere è una delle zone della città che preferisco: le strade sono alberate e ordinate (come già fatto notare!), i marciapiedi sono larghissimi e mai invasi dalle auto e dal vivo gli edifici sono molto più belli esteticamente di quanto non appaiano nelle foto. Inoltre vi sono molte attività che ruotano principalmente e comprensibilmente intorno all’università e agli uffici (librerie, numerosi bar-ristoranti) ma anche leisure come palestre, locali e, ovviamente, l’Arcimboldi. Aggiungiamo gli ottimi collegamenti con i mezzi e la vicinanza al Bicocca Village. L’altezza media degli edifici è più alta che nel resto della città e ciò dà un senso di slancio verso l’alto oltre che un pizzico di monumentalità moderna; in sostanza, ordine e modernità che mancano nei 3/4 della città. Se potessi, sceglierei di vivere in zona Bicocca e vorrei che tutte le aree oltre la circonvallazione esterna fossero così progettate. Le uniche pecche erano appunto gli spazi lasciati vuoti che ora sono in procinto di essere occupati da altre costruzioni sia residenziali, sia di pertinenza dell’università che si amplierà e la pavimentazione di piazzale delle scienze.

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  7. Anche secondo me è uno dei quartieri più vivibili, specie quando sarà completato definitivamente: sto cercando casa proprio lì, mi piace anche architettonicamente, ma i prezzi sono alti e testimoniano come tutto questo schifo proprio non ci sia…
    No, scusate, tutte queste critiche non le capisco…può piacere o meno, per carità…ma se il paragone sono le villette a schiera…boh…tutta la vita la bicocca con le sue pecche (soprattutto di manutenzione…)
    Poi rispetto tutti i pareri, ci mancherebbe…

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    • Ma infatti io non dicevo che Bicocca è il Bronx ma che è un quartiere che da la sensazione di essere lo sfondo anonimo per spot pubblicitari ovvero un dormitorio. La parte ordinata, con marciapiedi larghi e altro è principalmente occupata da uffici di multinazionali, banche, finanziarie e Università.
      Studenti e lavoratori popolano le strade del quartiere ma dopo gli orari di ufficio, se non c’è qualche spettacolo agli Arcimboldi, le strade sono morte.
      Comunque per skateare Bicocca è un gran posto (Stazione e Università).

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