Milano | Castello – Un progetto che fa discutere

Progetto Vincitore del Concorso
Progetto Vincitore del Concorso

Come ogni volta che si tocca un punto nevralgico della propria città con un progetto che ne ridefinisce gli spazi, i cittadini ne parlano,  ci sono pareri discordanti e a volte anche sollevazioni popolari. Naturalmente toccare il Castello ai milanesi è un po’ come toccare la mamma; anche giustamente, data la forte identità del luogo per la città.

Così la scelta del progetto vincitore per la riqualificazione di Piazza Castello, avvenuta lo scorso sabato, ha prodotto una scia di borbottii e qualche polemica.

Ciò che forse piace meno del progetto, a sentire le critiche, è senza dubbio l’utilizzo del “calcestre” come parterre di buona parte della piazza. Onestamente anche a noi il materiale in questione non ci aveva molto convinto come da primo impatto, ma poi, ragionandoci su, abbiamo potuto constatare che, come ben sappiamo, è l’elemento principale che riveste tutti i viali del Parco Sempione e che il suo uso cerca contemporaneamente di espandere la permeabilità con il parco, ma anche di definire un ambiente separato da ciò che lo circonda, come è stato per molti secoli. Il calcestre è anche quello che noi tutti ammiriamo quando andiamo in una qualsiasi città francese e specialmente nei bei “jardin” di Parigi, come quelli del Luxembourg o del Palais Royal. Perché non dovrebbe funzionare anche a Milano? Ricordiamo che Foro Bonaparte, Parco Sempione, Arco della Pace, Arena Civica e Castello vennero progettati nello stesso periodo e con uno stesso disegno, di modo da creare una nuova parte di città dall’aspetto elegante e internazionale, qual era alla fine dell’Ottocento. L’architetto Emilio Alemagna, che progettò il parco Sempione, si ispirò ai giardini francesi ma soprattutto a quelli inglesi per la disposizione del verde in modo da conferire un aspetto quasi da paesaggio naturale.

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Alcuni esempi parigini con il calcestre

Adesso è pure scoppiata una piccola polemica con gli ideatori del progetto di #Nevicata14, che, avendo ipotizzato come materiale principale il calcestre nel progetto presentato al concorso per la sistemazione della piazza per Expo, si sono subito sentiti tirare in ballo. Il progetto con il calcestre fu comunque ridimensionato per ragioni di costi e di tempo, così non venne impiegato. Ma dopotutto, visto che il Parco Sempione e la piazza del Cannone sono stati realizzati tanto tempo fa con questo candido materiale, questi non è estraneo alla cultura milanese e lamentarsi del suo impiego o rivendicarne la paternità forse è come lamentarsi quando una piazza è piastrellata in beola, come succede in molte altre piazze di Milano.

Il progetto del team capitanato dall’arch. Emanuele Genuizzi è stato scelto anche perché ha finalmente ridefinito l’area della piazza, visto che finora non si è mai capito bene cosa fosse e dove fossero i suoi confini (era più un viale circolare attorno alla fortezza). In origine, prima delle modifiche ottocentesche attorno al castello vi erano solo terreni sterrati.

Certo che una piazza piastrellata in via Beltrami, con fontane e lampioni in stile sarebbe stata di sicuro più spettacolare, ma forse il budget non l’avrebbe permesso; e poi si può sempre aggiungere in un futuro.

Bisogna anche ricordare che tuttora si sta ancora discutendo sulla totale chiusura al traffico di quest’ambito. Foro Bonaparte pare sia al collasso e, a sentire i giornali, siamo arrivati alla guerra del tutti contro tutti. Primo Municipio, commercianti, abitanti, tassisti, turisti e nullafacenti, chiunque frequenti queste vie e piazze.

Alcuni sono rimasti perplessi per la pedonalizzazione di piazza Castello. Una piazza senza negozi, residenziale e con un grande monumento al centro. La paura di molti è che questo spazio diventi terra di nessuno, tipo la “corte dei miracoli” dell’attiguo piazzale Cadorna, dove nullafacenti e ubriaconi bivaccano sotto le pensiline antistanti la stazione e davanti ai chioschi. Crediamo e speriamo che una più accurata qualità dell’offerta dei futuri chioschi della città porti anche una diversa clientela.

Secondo noi è stata un’ottima idea pedonalizzare Piazza Castello, perché è come dare una nuova centralità a questo monumento importante nella storia della città. Vi ricordate com’era prima, solo fino a qualche anno fa, con le automobili e i pullman parcheggiati tutt’intorno?

Alcuni invece pensano sia meglio riaprire al traffico privato (ricordiamo che all’interno della piazza rimarranno il transito dei tram e dei privati che abitano nei palazzi che vi si affacciano)  e magari rendere pedonale Foro Bonaparte. Questa la troviamo alquanto stramba come soluzione. Più naturale soffermarsi ed ammirare il Castello piuttosto che passeggiare in una strada larga e con pochi negozi quale è poi il Foro.

Il centro storico di Milano ha solo pochi passaggi, forse il più centrale e nevralgico è proprio questo di Foro Bonaparte con Largo Cairoli. Quindi andrebbe ben progettato, con intelligenza ben organizzato così da arrivare al giusto compromesso.

Di seguito altre immagini del progetto vincitore del Concorso Internazionale di Progettazione per Piazza Castello tenutosi il 4 febbraio 2017.

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

32 commenti su “Milano | Castello – Un progetto che fa discutere”

  1. Il calcestre è bello, in effetti. Bello se è mantenuto e sicuramente all’estero lo è.
    Qui sono arcistrasicuro che la manutenzione non verrà fatta, non faranno la pulizia. Il calcestre deve essere “sarchiato” per non creare pozzanghere quando piove e non deve creare eccessiva polvere quando c’è secco.
    Dubito che in una città come Milano dove non si è capaci di tenere pulite le aiuole come in Missori, il calcestre sia la soluzione ideale.

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  2. Esteticamente si tratta di vecchiume. La città di Milano merita qualcosa di più e di meglio in termini di creatività.
    Al di là dell’aspetto estetico è passato per le mentine che hanno avuto questa luminosa idea che il calcestre rende impossibile il transito a chi deve spingere una sedia a rotelle?
    Una piazza centrale di Milano diventerà inaccessibile a tutti i disabili motorii!
    Non frega niente a nessuno?
    Come si può pensare ad una collocazione europea di una città che peggiora la sua accessibilità invece di migliorarla?
    Possibile che nel valutare un progetto viabilistico a nessuno salti in mente di consultare qualcuno che si occupa di accessibilità?

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  3. Ma si può sapere di che si lamenta la gente? Questo progetto è la versione “migliorata” dei “99 alberi” che aveva vinto il bando pre-Expo, e quando quel progetto fu scartato per motivi di budget gran parte dei cittadini lo difese, trovando la cosa profondamente ingiusta.
    Oggi però, siccome bisogna lamentarsi a prescindere, lo stesso identico concept non va più bene. La gente per darsi un tono continua a usare il termine “calcestre” quasi come se volesse conferire autorità e legittimazione al proprio pensiero utilizzando termini vagamente tecnici (esattamente come si faceva con “cannocchiale prospettico”).

    La gente va a Parigi e loda l’amministrazione locale per l’aspetto urbano ma contemporaneamente selvaggio che conferiscono ai loro parchi e i loro parterre, tornano in Italia e se facciamo la stessa identica cosa viene bollata come “progetto al ribasso”.

    Ci si lamenta per “l’abbagliamento” manco fosse il deserto boliviano di sale…
    Scusate, ma tutti questi fini esteti dov’erano fino a ieri, col catrame che arriva a lambire la torre del Filarete?

    La gente vuole “valorizzare il Castello”, poi quando vengono tolte tutte le “trashate” da una piazza, sgombrandola, e lasciando solo il monumento/l’edificio in bella mostra allora anche quello non va più bene, “è troppo vuoto” (si sa, noi fini esteti preferiamo cose tipo il “temporaneo” negozio-cubo in san Babila)…

    “Vogliamo il verde”, il progetto prevede un nuovo doppio filare di alberi ma ci si lamenta della rimozione di qualche striminzita aiuola (che non ha mai calcolato nessuno) che non ha mai contribuito a rendere più piacevole lo scenario urbano; mi ricorda quelli che si lamentano quando tagliano gli alberi per fare la metropolitana…

    La verità è che non c’è cultura di niente, non c’è voglia di studiare il perché e il per come di una scelta progettuale, non ci si sforza manco di leggere (tipo che il calcestre viene scelto per dare continuità ai viali pedonali all’interno del parco), c’è solo voglia di lamentarsi e basta.

    Certo, che si poteva fare di meglio…anch’io volevo vasche d’acqua come in Gae Aulenti, panchine ecc. ecc., ma vedere gente che mette questo progetto allo stesso livello di “Nevicata 14” mi fa sanguinare gli occhi.

    Non parliamo poi di tutti quelli contrari alla pedonalizzazione e che vogliono riaprire alle auto una sorta di autostrada cittadina davanti al secondo monumento della città. Ecco, questo ultimo esempio rappresenta perfettamente il nostro livello di sensibilità, di estetica, di pragmatismo e di cultura che abbiamo noi cittadini milanesi.

    “Milagno”, davvero azzeccato.

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    • Getfuzzy presidente della Repubblica.
      Anche se vero al 100% poi non sono così negativo sui milanesi che poi alla fine le cose le mettono a segno, lagnandosi col naso storto,ma le mettono a segno.
      Hai descritto benissimo lo spirito.

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      • Claudio, è vero che a mia volta mi sono lamentato…però almeno ho argomentato 😛 e tutte queste lamentele che leggo mi appaiono il più delle volte incomprensibili. E lo dice uno che di fronte al primo palo storto della via non riesce mai a trattenere una critica!

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    • Il post è mitico e c’è gente che pur di lamentarsi sfiora il ridicolo.

      Però il fatto che ormai tutti i Milanesi si lagnino di qualsiasi cosa (non solo urbanistica) non rende il progetto vincitore bello.

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    • È stata una fesseria chiudere al traffico piazza Castello! Anche perché non c’è un ristorante non c’è cui negozio non c’è nulla! O chiudi tutto il centro storico alle macchine o niente così non ha alcun senso, vai a farti un giro in foro Bonaparte poi ne riparliamo

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      • Giusto! Chissenefrega della qualità dell’aria! Già che ci siamo eliminiamo anche l’area C e il bikemi! Com’era bella Piazza Castello con auto e bus parcheggiati alla rinfusa davanti al castello! E via Beltrami ridotta a stazione taxi e capolinea bus!

        Il tuo commento è la prova che con Area C e pedonalizzazioni bisogna andare avanti. Ovviamente sistemando la viabilità esterna al centro per accogliere il traffico che verrà scacciato dal centro. Ma pretendere di mantenere autostrade e parcheggi davanti ai principali monumenti è troppo. Che facciamo, riapriamo piazza Duomo alle auto?

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        • Bella la teoria ma non mi sembra che i Francesi abbiano messo il calcestre tutto attorno all’Arco di Trionfo… anche perché Anne Hidalgo vuole ridurre traffico ed inquinamento sul serio, non giocare a fare i provvedimenti “spettacolo”.

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          • Il calcestre è tutto intorno alla Tour Eifel ed in tutti i giardini di Parigi.
            Basta inventarsi catastrofi su questo materiale.
            Puoi, può piacere o non piacere, ma è soggettivo.

            La Hidalgo sta chiudendo alcune arterie del traffico in centro, come se a Milano si chiudesse Piazza Castello.. ops l’abbiamo già fatto!

          • Credimi, tra quello che sta facendo la Hidalgo a Parigi e le baggianate degli urbanisti/viabilisti “de noantri” ce ne passa… Poi se vuoi ce la raccontiamo e pensiamo di essere fighi anche noi, che sognare è gratis.

          • E’ evidente che Parigi è più avanti, su questo poco da discutere.
            Certo che se noi dobbiamo ancora discutere se pedonalizzare la piazza davanti al Castello perchè altrimenti le macchine fanno coda nella via parallela…

            Fino a 3 anni fa c’erano auto e motorini che sfrecciavano e via Beltrami era un PARCHEGGIO per autobus e taxi. Esteticamente un orrore, tutto un invito a moversi su mezzi a motore.

            Ora si parla di allargare l’area verde dopo aver rimosso le auto. Per me è un ottimo passo avanti.

          • La Hidalgo ha chiuso 3.3km di lungosenna trasformandoli in pista ciclabile. Per quello i sacrifici li fai: E’ come se Sala avesse chiuso da subito le strade dove passerà il Naviglio – quello si che sarebbe un segnale forte.

            E invece mi tocca stare in una città dove si mette la finta calce in una piazza larghissima con una pista ciclabile già fatta facendo camera a gas nelle vie intorno.

            Di questo passo non si va da nessuna parte.

  4. Questo benedetto “calcestre” è una sorta di ghiaietto bianco? Se sì lo vedo adatto a dei parchi (Sempione, Bastioni porta Venezia ecc) ma meno ad una piazza, sia pur pedonale. Temo successivi problemi di manutenzione. Lo trovo adatto a posti con fitta alberatura, ma Piazza Castello lo sarà mai? Abbiamo gia sentito tante promesse da marinaio, in passato. E senza alberatura adatto immagino la piazza squallida e desolata.

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  5. Alcune considerazioni: pedonalizzare una via o una piazza senza che ci siano negozi, ristoranti o locali è inutile se non dannoso. A meno che non si voglia ravvivarla con aree giochi per bambini o teatri all’aperto o campi da pallavolo e basket (sto citando a caso).
    Secondo punto: tra la piazza pedonalizzata e la piazza con i bus posteggiati c’è una via di mezzo: una piazza dove le auto possano transitare ma non posteggiare.
    Terzo punto: il progetto in questione non mi piace per quel materiale (calcestre) bianco come la neve e sdrucciolevole come il ghiaccio, che rende difficile il passaggio a chi è in sedia a rotelle o a chi spinge un passeggino con un bel pargoletto col pannolino gonfio di pipì.
    Sono invece d’accordo nel pedonalizzare quel tratto di circa 50 m tra piazza Castello e piazza Cairoli, dove infatti ci sono negozi e locali vari.
    Un ultimo pensiero: complimenti per il sito! Davvero bello. Lo seguo sempre con attenzione anche se forse preferivo la grafica degli albori.

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  6. Questo progetto più che creare una piazza fa “piazza pulita” di quello che c’è sostituendolo con una spianata di macadam, il materiale tradizionalmente usato per le strade quando non c’erano soldi per la pietra o si riteneva che il luogo non la meritasse. Oppure per le strade extraurbane prima dell’invenzione dell’asfalto.
    La pietra che invece fino al 1960 c’era e in parte c’è ancora.
    Questo progetto, nell’ossessiva ricerca di una “piazza” che non c’è e non può esserci, se non nella toponomastica, fa il vuoto di quello che c’è ma si tratta di un vuoto a perdere.
    Tutto quello che nella piazza oggi fa della piazza un luogo peculiare, piacevole e funzionale, anziché essere valorizzato viene eliminato, oscurato o avvilito
    1)Il doppio filare alberato esistente che delimita e maschera la zona funzionale della piazza, vale a dire il controviale verso gli edifici che serve anche per il passaggio del tram. Il filare viene abbattuto per riproporlo vicino al Castello dove oscura inutilmente il Castello stesso e i verde ben tenuto e gli alberi monumentali che oggi gli stanno davanti senza impedirne la vista.
    2)Il tram stesso, che non si capisce che fine fa.
    3)Un sistema di piste ciclabile appena fatto, funzionale e senza alternative :mentre Parigi e Londra si dannano per farle a Milano si usa addirittura un concorso di architettura per avere il pretesto di toglierle.
    4)La vista del Castello: paradossalmente si fa il vuoto dappertutto ma non dove serve per mantenere la visuale piena dell’ingresso e lasciare intravedere il resto come l’attuale sistemazione a verde egregiamente fa.
    5)Una pavimentazione adatta anche se anonima per sostituirla con il cosiddetto calcestre che in nessun luogo al mondo è più usato al di fuori dei parchi.
    6)La forma urbana peculiare di piazza Castello, che non è una piazza e non deve esserlo ma qualcosa di diverso e di unico: un bellissimo boulevard anulare creato dall’urbanistica del tardo ottocento. Forzare in piazza questo tipo di spazio è più che un errore un delitto che l’incultura e l’insensibilità che ormai dilaga nelle scuole e nella prassi architettonica può forse spiegare ma non giustificare.

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    • Si parla ancora oggi, giustamente, della riqualificazione di Piazza Castello ma intanto, nel silenzio e senza discussione nè coinvolgimento di residenti, fruitori, architetti e blogger di grido il comune di Milano ha lasciato che venisse umiliata, togliendo alberi e verde e ricoprendola completamente di calcestre una delle piazze storiche di Milano: piazza Leonardo da Vinci.

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  7. Il progetto con cui l’ Architetto Salvadeo (autore di “Nevicata 14” per Atelier Castello) è arrivato tra i primi 10 in questo concorso è a sua volta molto simile a quello presentato dallo studio Urbana, sempre in Atelier Castello.
    Le tesate richiamano molto il sistema di pali del progetto Urbana e lo stesso vale per la suddivisione in spicchi dello spazio.
    Quello che poi mi fa pensare di più è come si può passare da un progetto come Nevicata 14 in cui si descrive uno spazio liberato da tutti gli elementi di disturbo all’ attuale progetto pieno di: pali, chioschi, arredi urbani ecc.

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