Milano | Porta Ticinese – Il Museo Diocesano dedicato al Cardinal Martini

Museo_Diocesano_Imbrattamuri_Milano

Non ce ne vogliano autorità o alti prelati, ma l’immagine della “finta” facciata del Museo Diocesano di Milano imbrattata da scarabocchi vandalici è l’ennesimo sfregio a questa città che non è più in grado di far fronte al vandalismo oramai diffuso su ogni palazzo, storico e non. Sì, perché alla vigilia dell’intitolazione al Cardinale Carlo Maria Martini (avverrà nella giornata di oggi, mercoledì 15 febbraio, a 90 anni dalla nascita del porporato che ha guidato la Chiesa di Milano dal 1980 al 2002), ignoti imbrattamuri si sono dilettati a scarabocchiare la parete dell’ingresso appena imbiancata di fresco bianco e con la nuova insegna con la dedica al cardinale. Ancora non si sa se l’imbruttimento sia stato fatto come vero vandalismo in sfregio della dedica al cardinale o siano stati semplici idioti che si siano trovati una parete sbiancata di fresco per provare le loro bombolette.

Quante volte si è ridipinta quella facciata in legno, che fra l’altro doveva essere temporanea una ventina d’anni or sono e che ancora funge da ingresso per una galleria d’arte anche importante e molto bella?

Il Museo Diocesano, in Corso di Porta Ticinese, fu voluto dallo stesso Martini, nel 2001 con lo scopo di tutelare, valorizzare e divulgare i tesori artistici della diocesi ambrosiana. Il Museo è stato ricavato nei chiostri quattrocenteschi e cinquecenteschi dell’ex convento domenicano di Sant’Eustorgio, chiostri in parte distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Anche chi gestisce questo museo in tutti questi anni non ha mai trovato due lire per sistemarlo al meglio, magari in accordo cl Comune, non diciamo progetti faraonici, ma un giardino e una parete in muratura sarebbe stata meglio. Infatti per accedere al Museo Diocesano si deve attraversare un brutto parcheggio ricavato nella breccia provocata dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale, della Seconda Guerra Mondiale, si, avete compreso bene, perché qui non si è più riparato il guasto bellico da ben 74 anni. Rimarrà un mistero del perché questa sciatteria, compreso il fatto che il chiosco mancando di un lato lo si è dovuto risolvere con la costruzione di questa parete in legno (che tra l’altro sta cedendo in più punti).

Questo è l’ingresso come appare al visitatore.

Anni fa (2008 forse) il Museo aveva presentato un bel progetto per realizzare una facciata di ricucitura della cortina stradale e un ingresso degno di un istituzione culturale, ma per varie ragioni, soprattutto finanziarie il progetto è rimasto nel cassetto. Forse la soluzione è un po’ eccessiva per alcuni gusti, ma di sicuro sarebbe stata una presenza impattante e moderna. Il progetto presentato dallo studio studio di Josep Llinas Carmona, sembrava abbastanza dinamico, usciva dai soliti schemi cubici: una sorta di tettoia in rame che avrebbe unito i muri ciechi delle case adiacenti accompagnando i visitatori all’ingresso del museo o a quello del Parco delle Basiliche, perché sarebbe stato un porticato.

Museo Diocesano Ticinese A

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

11 commenti su “Milano | Porta Ticinese – Il Museo Diocesano dedicato al Cardinal Martini”

  1. Da cosa c’è scritto nessuno spregio. Solo l’ennesina riprova dell’idiozia collettiva che dilaga tra la gioventù (annoiata) del XXII secolo. Che poi oggi per scrivere ste minchiate hanno tutti i programmi in rete con la possibilità di essere visti da 7 miliardi di persone….perché rovinare la città a quel modo!
    Comunque visto il dilagante fenomeno non capisco perché almeno i privati (musei, palazzi storici,) non si dotino di telecamere e soprattutto non permettano alle forze dell’ordine di infliggere la pena anche se il reo non è colto in flagrante.

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    • e daje co’ ‘ste telecamere… forse avete visto troppe puntate di CSI

      Forse nel XXII secolo da te citato, quando ci arriveremo, sarà così, ma per ora che siamo nel XXI le telecamere non arrestano da sole i delinquenti…

      bisogna che degli umani, il cui tempo lavorativo ha un costo e anche non indifferente, passino al setaccio le immagini, usino i software per i confronti biometrici (e se il tizio non è schedato non c’è proprio un tubo da confrontare), ecc. ecc. … vista l’estensione del fenomeno a Milano, è evidente a un esame anche superficiale che non è fattibile né pensabile di mettere centinaia di agenti e/o vigili a setacciare notti intere di registrazioni alla ricerca di quattro idioti.

      Sotto casa mia c’è una banca e c’è una tag gigante proprio sotto la telecamera. L’ignoto vandalo ha pure disegnato una freccia che va in direzione dell’obiettivo, tanto per far capire quanto gli fa paura la telecamera.

      PS: le pene non le infliggono le forze dell’ordine, che si limitano a indagare e arrestare, ma la magistratura. E qui arriva il punto dolente perché le pene sono ridicole e non sono per niente un deterrente. Nel nuovo decreto sulle città sono state introdotte pene più severe e soprattutto il principio che chi sporca pulisce, vediamo se funzionerà.

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      • Io le telecamere le metterei comunque. Possono comunque fungere da deterrente. Poi si può condividere o meno il punto di vista, anche senza fare dell’ironia. Per il secolo, perdonerai l’errore di digitazione, visto che sul telefonino è un attimo toppare.
        Sul discorso pene, e chi le infligge, d’accordo sono i magistrati, ma almeno ad accertare i reati sono le forze dell’ordine. E dotarli di strumenti con cui possano agire anche da remoto non mi sembra una questione cosi sbagliata. Per inciso, CSI sarebbe? Io con questo acronimo conosco solo la Comunità degli Stati Indipendenti! Buona serata.

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  2. nella città che ha praticamente ricostruito il Castello Sforzesco, magari si potrebbe anche pensare di chiudere il chiostro ricostruendo la parte mancante.

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    • Non c’è che dire: La Chiesa non è più lei!

      Non dico di chiamare Bernini e rifare Piazza San Pietro, ma qualcosa di meglio di quattro assi di legno mezze marce dipinte di bianco che fronteggiano un parcheggio abusivo potevano anche provare a concepirlo…
      (che poi se il legno marcio fa “chic” e “finto povero”, almeno che tolgano il parcheggio abusivo…)

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  3. Articolo sacrosanto. Quella è la più brutta entrata ad un museo del mondo.
    Uno steccato da baracca con intorno un parcheggio un posteggio bici.. catrame, cordoli fatiscenti.
    sarebbe ora che la Curia e Comune pensassero ad un progetto… quello esistente non mi sembra male..

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  4. bellissimo progetto. Purtroppo tutti i grandi progetti culturali a Milano sono naufragati. Questo è la dimostrazione di un “pubblico” senza soldi o poco efficiente. Il museo di arte contemporanea di Libeskind a City Life, La biblioteca BEIC a porta vittoria questo ecc… Le carenze del pubblico a Milano si vedono anche nella gestione dell’arredo urbano ( una parola sconosciuta in quel di Milano) ovunque ci sono aiule piene di auto, marciapiedi rotti da rifare. C’è cosi’ tanto da sistemare ovunque che non ci facciamo più caso. Basta andare all’estero e il confronto è umiliante. A Milano solo i grandi progetti privati avanzano City Life, Garibaldi Republica. Credo onestamente che manchino soldi ed efficienza nel settore pubblico ( un male tutto italiano) e Milano tra le grandi città d’Italia è probabilmente e comunque la migliore, da questo punto di vista! Malgrado cio’ c’è molto molto da fare ancora tra cui “manutenzione” ( questa parola sconosciuta!)

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    • Milano è una delle più efficienti città d’italia, fidati.
      La verità che i soldi non ci sono.
      All’estero dovresti anche vedere per correttezza le tariffe.
      Confrontare il costo dei biglietti dei bus tram metro, etc.
      Con i pochi soldi che abbiamo è stato fatto anche troppo.
      Quindi ben vengano i privati se gestiti ottimamente come fa Milano.

      Poi all’estero lo stato centrale finanzia molto di più i treni tram bus rispetto alle autostrade. Sono soldi veri.
      Gli italioti preferiscono dare i soldi ai toto e Benetton e alla brebemi al posto che fare metro e tram, etc.
      Etc.
      Come se ne esce?

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  5. Ieri il Cardinale alla manifestazione di inaugurazione ha fatto presente il problema tag e writers a Milano. La risposta di Sala mi ha lasciato un po’ stupito:

    “A stretto giro arriva la replica del sindaco Beppe Sala: ” Non mi spingerei a dire che c’è un rischio vandalismo, però, indubbiamente, sono gesti che non solo vanno stigmatizzati ma bisogna cercare di intervenire.Il come lo vedremo, però, certamente, non è una bella cosa in questo momento”.
    http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/02/15/news/milano_vandali_museo_diocesano_scola-158371561/

    Insomma, un po’ “soft” come risposta se sei Sindaco della città più lercia del mondo dove ti hanno appena sfregiato l’Arco della Pace e amputato parti di statue del Cagnola alla Guastalla…
    Speriamo comunque che faccia veramente qualcosa visto che è 20 anni che nessuno fa niente.

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    • Esprimo il mio forse discutibile punto di vista: il progetto di Josep Llinas Carmona era un pugno in un occhio in quella zona, per usare un eufemismo.

      Una struttura ultramoderna, avvenieristica in un quartiere caratterizzato in gran parte da palazzetti storici del ‘600 e del ‘700. Un contrasto davvero eccessivo e del tutto fuori luogo.

      La parte peggiore del progetto era proprio il palazzo che avrebbe dovuto affacciarsi su corso di porta Ticinese, in palese contrasto come stile architettonico con tutti gli altri edifici della via.

      Personalmente, da residente in zona, sono contento che il progetto non sia stato realizzato. E mi meraviglio di come abbia potuto trionfare tanto cattivo gusto nella scelta di questo progetto.

      Quanto agli atti vandalici al Museo Diocesano, sono a dir poco indignato, li considero come l’ennesimo segno dell’impoverimento umano e culturale, oltre che di una totale mancanza di educazione civica e artistica così diffusa purtroppo ai giorni nostri.

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