Milano: giovedì 13 a Identità Milano si parla di Cenni di Cambiamento

 

Si può creare housing sociale di qualità che rispetti i principi fondamentali del comfort? Ne parliamo questa settimana nell’ambito di Identità Milano.

Protagonista della serata sarà Cenni di Cambiamento che sarà descritto dall’Assessore ai Lavori Pubblici e Casa del Comune di Milano Gabriele Rabaiotti, dall’arch. Fabrizio Rossi Prodi che ha curato il progetto, dall’arch. Giordana Ferri di Fondazione Housing Sociale e dall’arch. Fiordi di Saint Gobain.

Tutti gli incontri di Identità Milano si tengono in Urban Center Galleria Vittorio Emanuele II dalle 17.30 alle 19.30.

Il programma completo dell’iniziativa è su www.identitamilano.com 

 

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

10 commenti su “Milano: giovedì 13 a Identità Milano si parla di Cenni di Cambiamento”

  1. Un bel giorno spero di capire esattamente cosa significhi “Housing Sociale”… (a parte che in Italia quando vuoi tirare un bidone usi sempre parole inglesi, ma spero non sia il caso :-). )

    La traduzione sarebbe “Casa Popolare”, ma ho il sospetto che con l’Umanitaria e lo IACP non ci sia alcuna similarità e invece si parli di fondi di investimento che investono appunto in abitazioni di livello intermedio tra il popolare di antica memoria e il “lusso” alla Citylife. Insomma “social” nel senso di un po’ economico perché ormai i giovani han pochissimi soldi da parte, ma niente di solidaristico o sovvenzionato?

    Posto che una colata di “Social Housing” si sta per abbattere sulle ex aree FS, magari UB potrebbe fare un articolo/lessico sul significato della espressione nella Milano del 2017 (anche in rete non è facilissimo capirlo) ?

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    • La “casa popolare” la paga lo stato con le nostre tasse, cioè i cittadini cioè tutti noi, cioè ricchi e poveri. Il “social housing” lo paga in parte il ricco che compra la casa di lusso, con gli oneri di urbanizzazione di questa si costruisce l'”Housing Sociale”. Più solidaristico di così, evita anche che i poveri paghino maggiori tasse come succedeva con le case popolari.
      Quindi molto positivo che “una colata di Social Housing si sta per abbattere sulle ex aree FS”, un giusto mix tra riccanza e pezzenteria, dove la riccanza sovvenziona la pezzenteria evitando che si creino quartieri di sola riccanza.

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      • Apprezzo chi ha tante certezze e le esprime in modo così elegante! 🙂 🙂

        A me restano tanti dubbi, tipo “Case da ricchi” sugli scali FS? Ma se non c’è a richiesta a Milano dopo Citylife e Porta Nuova…. e poi gli oneri di urbanizzazione saranno il 15% dei costi totali a dir tanto. E il resto? Prezzi di mercato oppure alveari al risparmio?

        Secondo me approcciare in modo serio quello che significherà “Social Housing” a Milano sarebbe in linea perfettamente con Sharing Architettura Knowledge.

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        • E che ne sai tu che non c’è richiesta? Vendi case a Porta Nuova e City Life? La Torre Solaria è stata venduta quasi interamente mentre per acquistare gli appartamenti di City Life bisogna attendere un po’

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  2. @ l’Anonimo dell’11 aprile 2017 alle 10:37

    Bisogna intendersi.

    La riccanza DOC non ama stare con la pezzenteria.

    Forse ti riferisci a quella fascia (i cd. mona), che acquistano ” edilizia biocompatibile a partire da 3.500 Iuros/mq”.

    Quindi, in realtà, il mix del quale parli, sarebbe tra i mona e la pezzenteria.

    Che poi pure i mona non li vedo molto propensi a stare vicini vicini con la pezzenteria dura e pura tipo Fratelli Abbate.

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    • Di Fratelli Abbate (e di Fratelli Mohamed e di fratelli Hu e di fratelli Garcia) ce ne saranno molto pochi nell’housing sociale per ricchi di Milano

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