Milano | Bovisa – La stazione e quel senso di abbandono

Certo che ce n’è di strada ancora prima che anche questa parte di città diventi dignitosa e attrattiva. Ci hanno portato una parte del Politecnico, sedi universitarie, ci hanno fatto due stazioni dei treni, ma arrivando alla stazione Bovisa, avvertirete anche voi quel senso di abbandono.

Era il 2008 quando a Rem Koolhaas venne commissionato un masterplan per ridisegnare la “Goccia della Bovisa”, quella parte di Milano racchiusa dalle ferrovie e che forma una sorta di grande goccia dove si trovavano dei gasometri e delle piccole industrie oggi dismessi e in parte trasformati già in atenei o laboratori per le ricerche.

Sono trascorsi quasi 10 anni, le cose sono cambiate e l’attenzione si è spostata su altri luoghi come l’area Expo, ad esempio.

Piazza Emilio Alfieri, proprio davanti alla stazione lato est via Bovisasca, è una distesa di cemento e autobloccanti che funge da parcheggio d’autovetture ed è sede di un mercato che si tiene settimanalmente.

Mentre sul lato opposto si apre la vista sugli edifici, un po’ buttati lì, che fanno parte del Politecnico di Milano, su un parcheggio e un giardinetto con quasi tutte le piante secche.

Insomma, siamo ancora ben lungi da vedere questa zona, che fra l’altro, grazie alla stazione, è anche facilmente raggiungibile dal centro città e non solo, finalmente valorizzata e sistemata.

Le immagini mostrano come abbiamo trovato questa zona un sabato mattina…

 

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Bovisa – La stazione e quel senso di abbandono”

  1. sarebbe importante realizzare la parte di tranvia (già progettata) da certosa fs a piazza bausan, magari trasformando la stazione bovisa in una stazione-ponte per i binari del tram.
    la presenza di quest’ulteriore importante mezzo di trasporto potrebbe dare impulso a tutta la zona, oltre che connetterla a est e ovest.

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  2. In realtà la bomba ecologica è solo una scusa per abbattere più di 2000 alberi d’alto fusto e spargere altre migliaia di tonnellate di cemento sul bosco che già esiste ed andrebbe solo attrezzato. In fondo all’intorno è gia pieno di aree abbandonate che potrebbero, fin da subito, accontentare i famelici immobiliaristi.
    Certo manca la tramvia.
    Per quella i soldi non ci sono mai.

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    • Non difendo cementizzazioni selvaggie, ma buona parte di quei 2000 e più alberi ad alto fusto sono gravemente malati, poiché il terreno sottostante è pesantemente inquinato. Il Comune ci aveva provato 1/2 anni fa a proporre un progetto di sistemazione dell’area, con relativa bonifica e piantumazione di alberi sani, solo che sono stati bloccati dalle proteste del Comitato La Goccia (le elezioni si avvicinavano e si preferì dar loro ragione).
      Attualmente l’area è inaccessibile a tutti ad esclusione dei tecnici A2A, che conoscono i percorsi nei quali è possibile camminare (quelli meno inquinati). Senza la scorta di un tecnico infatti c’è il rischio di finire in zone pesantemente inquinate. Quindi direi che la cosa va ben oltre il semplice “basta solo attrezzarle”. Non si scherza con queste cose. Quelle aree vanno bonificate, anche a costo di perdere degli alberi (malati ripeto), e rese accessibili alla cittadinanza, mantenendo la funzione di polmone verde assunta in questi anni, vale a dire con consumo di suolo zero.

      Un intervento simile a questo è già stato realizzato a Seveso a seguito dell’incidente chimico del 1978, ed è oggi il Bosco delle Querce, realizzato nei pressi della fabbrica coinvolta.

      In quanto alle altre aree abbandonate, se non vado errato nella zona fra il cavalcavia di Piazzale Lugano e la ferrovia una grossa catena di Supermarket ai tempi acquistò un pezzo di terreno, con l’intenzione di realizzare un altro punto vendita, mentre il Polimi ha abbandonato l’idea di realizzare un suo edificio in un lotto vuoto accanto a quelli già esistenti.

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  3. Ma cosa impedisce una normale sistemazione con alberature della piazza
    Alfieri? Spero non ci vengano a raccontare che bisogna aspettare il masterplan della Goccia per far sparire quella orrida spianata. E a proposito poi del famigerato masterplan dell’archistar olandese, beh meglio che non se ne faccia proprio nulla. Trattasi di banale, usuale, in fondo nostrana, cementificazione speculativa.

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  4. Certo sabato mattina è così. Bisognerebbe fare un confronto con un giorno di lavoro/scuola per avete una corretta idea dell’utilizzo del luogo. Quanto alla considerazione generale, è vero: la Bovisa appare proprio come un luogo abbandonato dal Comune e dal Municipio 9.

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