Milano | Forze Armate – Central Park di Piazza d’Armi: il masterplan

 

Dello spazio di Piazza d’Armi si è parlato molto nelle scorse settimane in seguito alla presentazione della proposta di piano attuativo per la valorizzazione urbanistica dell’area; si tratta di un territorio enorme – pari a circa 41,50 ettari, quasi interamente libero.

Abbiamo provato ad analizzare il masterplan nel suo complesso e proviamo a schematizzarne gli aspetti più significativi, ricordando che si tratta di un’operazione molto interessante per dare identità a una grande area urbana milanese.

L’operazione su Piazza d’Armi si svilupperà a seguito di un Decreto ministeriale che prevede la cessione, insieme ad altri immobili militari, ad Invimit Spa (società posseduta al 100% dal Ministero del Tesoro) con lo scopo di valorizzare il patrimonio utilizzato finora per altri scopi.

Il PGT di Milano prevede una edificabilità su Piazza d’Armi dello 0.70 mq al mq; ciò significa che per Piazza d’Armi la potenzialità edificatoria è pari a circa 291mila mq di slp che saranno divisi in due: per metà si tratterà di edilizia sociale (ovvero edilizia convenzionata, cohousing, ecc); l’altra metà invece sarà occupata dalle cosiddette funzioni urbane, ovvero da edilizia privata, terziario, eccetera.

Il PGT prevede anche che almeno il 50% dell’area sia permeabile; si tratta di circa 40 ettari di dimensione che comprendono la vera e propria Piazza d’Armi e gli ex magazzini di Baggio ma non la caserma Santa Barbara di via Perrucchetti che rimane attiva.

L’idea di base da cui l’architetto Leopoldo Freyrie è partito per progettare il masterplan dell’area, è quella di realizzare il primo vero ecoquartiere italiano al pari dei grandi ecoquartieri europei presenti a Copenhagen, Stoccolma ma con il vantaggio di essere più centrale rispetto a quelli delle metropoli citate.

Il progetto si è posto come obiettivo quello di non consumare altro suolo rispetto alla realtà attuale; l’idea è quella di recuperare i boschi esistenti, di riusare il campo di Polo e i campi sportivi attuali e di rendere il verde protagonista creando un’area vegetale unificata, non edificata e attrezzata di circa 27 ettari a disposizione dei cittadini, con una grande piazza come centro di socialità e con gli edifici costruiti soltanto sul perimetro, fatta eccezione per alcuni edifici pubblici.

Con questo intervento si punta a ricucire e riordinare quartieri attualmente poco valorizzati, nell’ottica di creare un centro in grado di attirare nuove generazioni di abitanti.

Tra le funzioni pubbliche da inserire nella zona, l’architetto Freyrie ha immaginato l’ECU (ovvero il luogo di culto interreligioso) una scuola d’infanzia con orto ma anche le scuole di grado superiore, una Casa del Parco, il Giardino d’Inverno, la Casa dello Sport e la biblioteca.

Gli edifici che affacciano sul parco dovranno rispettare un’altezza tra i 9 e gli 11 piani fuori terra, saranno distanti almeno 8 metri tra loro e saranno scelti tramite concorso per garantire varietà e qualità.

Per quanto riguarda la mobilità, il progetto prevede di connettere le ciclabili esistenti fino ad arrivare al Parco delle Cave e di attivare nuove connessioni di mezzi pubblici verso le linee M1 e M5.

Sempre in tema di mobilità, il progetto prevede la creazione di centrali di mobilità sostenibili attraverso cui gli abitanti potrebbero scegliere di aderire a servizi di car sharing (anche elettrici) privati.

Altra innovazione interessante riguarda le piattaforme merci: per evitare il traffico legato all’approvvigionamento dei negozi l’idea è quella di creare piattaforme merci verso le quali siano effettuate le consegne che verrebbero poi recapitate ai negozi attraverso mobilità elettrica che si muove nei piani interrati.

Da un primo approccio, forse poco approfondito, al momento dell’esposizione delle prime imagini del masterplan (ricordiamo che il masterplan è la prima fase di un grande progetto che detta le linee guida di come sarà sviluppato un quartiere o una porzione di città), siamo onestamente rimasti un pochino delusi, e non solo noi, forse ci saremmo aspettati qualcosa di più eclatante, più internazionale e iconico (CityLife e Porta Nuova ci avevano abituato bene). Ma leggendo meglio il progetto, abbiamo notato che, tutto sommato questo masterplan non sarà poi così male, anzi. Forse avremmo sperato in qualche grattacielo in più e una maggiore apertura del fronte del verde verso i quartieri esistenti.

Temevamo nel fatto che costruendo questa specie di cortina di palazzi attorno al perimetro, formasse una sorta di enclave, quasi privata ed esclusiva per i soli nuovi abitanti, ma siamo stati smentiti in parte. Ma forse il fatto di salvaguardare l’esistente, mantenendolo compatto e non frammentandolo con nuove edificazioni che penetrando all’interno del parco, lo avrebbero reso visivamente più piccolo.

Tutto poi dipenderà dalle architetture scelte per creare la nuova Piazza d’Armi, l’Aditorium e l’ECU, che potrebbero diventare delle nuove icone per Milano, senza essere delle torri alte trecento metri e magari vuote.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

22 commenti su “Milano | Forze Armate – Central Park di Piazza d’Armi: il masterplan”

  1. Ottimo articolo! Ma il progetto non so perchè, ma continua a convincermi poco.

    Forse perchè assomiglia molto come idea al parco Argelati (ex Sieroterapico) con case e scuole a far da cornice ad un parco molto grande (100.000 mq): in quel caso la zona era molto più bella e centrale e bisognosa di verde, ma il parco non è assolutamente entrato nelle corde dei Milanesi ed è sempre deserto e morto (oltre ad essere insopportabilmente caldo d’estate, ma quello dipende da come è stato concepito). Insomma in quel caso il concetto “Central Park” è lontano anni luce e secondo me replicando l’idea più in grande e molto più in periferia (e vicino a parchi bellissimi come quello della Cave) non si otterrebbe molto di meglio (anzi).

    Le case di 9/11 piani tutte diverse mi fanno invece pensare all’area ex OM (e rabbrividisco perchè in quel caso non è venuto di sicuro una cosa bella a parte uno o due palazzi – forse)

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    • Concordo in pieno e aggiungo che la piazza non mi entusiasma, mi ricorda tanto la piazza della stazione centrale o quella della Bicocca, con poco verde e tanto cemento.

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    • Si infatti al parco Argelati adesso stanno aggiungendo dei piani alle casette ridicole di 3 piani che avevano fatto, sproporzionatamente basse rispetto al contesto. Inoltre in piazza belfanti potevano fare dei palazzi all’altezza dell’ingresso del parco più consoni e simili agli altri dall’altro lato della piazza, invece solo un ingresso minimalista al parco. Praticamente la piazza è segata in due, da un lato palazzi di 7 piani dall’altro ingresso del parco e distributore di benzina. Cioè questi manco i fondamenti dell’urbanistica sanno o fanno finta di non sapere, in una piazza circolare fai su tutto il perimetro dei palazzi uguali e della stessa altezza. Per rincorrere questa moda del parco gigante poi saltano fuori delle soluzioni urbanistiche aberranti, con parchi enormi poco fruibili e mancate ricuciture con il contesto urbano.

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  2. Ah ah ah, dei grandi, stanno cavalcando, in modo bizantino, “il concetto di non consumare altro suolo rispetto alla realtà attuale”. Peccato che il concetto di non consumare altro suolo si riferisce al preservare aree agricole (cioè cibo) intorno a Milano evitando che vengano edificate e non a inutili sterpaglie dentro Milano. Non cambia nulla, come sempre il loro obiettivo è non costruire nulla a Milano per costringere la popolazione a migrare all’esterno disperdendola maggiormente sul territorio in zone non servite dai mezzi pubblici così da aumentare i consumi e le tasse derivanti dagli spostamenti come il petrolio e le vendite di mezzi privati. In più le persone che andranno fuori mediamente in piccole case di 1/2 piani mangeranno altro territorio sottraendolo all’agricoltura. Questo progetto non ha nulla a che fare con l’urbanistica, l’architettura e l’ambiente. Ha un solo scopo: massimizzare i consumi e le tasse che derivano da questi consumi.
    Una sola domanda a questi progettisti di consumi, ma tutto quell’immenso inutile prato ce lo dobbiamo tenere per tutta la vita, cioè è scolpito nella pietra, o in futuro, di fronte a un aumento della popolazione o a una scarsità di petrolio, qualora ci dovesse essere bisogno si potranno edificare nuove case su alcuni di quei 27 ettari di prato?
    Altra domanda e’ prevista una strada di collegamento interrata cioè sotto il parco tra via inganni e via san giusto, o tutte le auto dovranno fare tutto il perimetro del mega pratone, come nel livello principiante di Sim City, con altro consumo di carburante e inquinamento massimizzato?

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  3. A riguardarlo il progetto non è poi tanto male… I grattacieli in quell’area non hanno senso, meglio farli sugli ex-scali ferroviari in zone più centrali. Molto bene tutte le case con stili diversi tra loro. Alcune cose che si potrebbero fare:

    1) tra via inganni e via san giusto una strada di collegamento con ai bordi altre file di case per creare due parchi separati che sarebbero anche più sicuri dal momento che un parco enorme come quello nel progetto potrebbe presentare problemi di sicurezza e quindi di minore fruibilità.

    2) distanziare maggiormente le case dalle strade, quindi meno rumore per chi ci abita

    3) valutare se spostare l’esselunga da via delle forze armate nella nuova area o crearne uno nuovo nella nuova area, perchè altrimenti si creerebbero ingorghi assurdi nell’attuale supermercato che tra l’altro sarebbe sottodimensionato rispetto alle nuove esigenze dell’area e all’aumento di popolazione.

    4) in alcuni palazzi creare dei portici per i negozi

    Per il futuro inoltre andrebbe previsto che tutti i nuovi palazzi che si costruiscono a Milano siano predisposti per aggiungere dei piani in futuro in modo da essere pronti a un eventuale aumento della popolazione.

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  4. ma “l’ECU luogo di culto interreligioso” da quale romanzo di fantascienza distopica è saltato fuori? Si cambia il fondale si scena e oplà, escano i cristiani che alle 9:30 ci sono i mussulmani e a seguire i buddisti? Se non fosse comico sarebbe di una tristezza infinita… dalla Casa del Signore al campo di calcetto mistico, gli ultimi spengano le luci dello spogliatoio

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    • E’ “sharing religion”… La realtà è che non sanno cosa inventarsi per okkupare tutti quegli ettari di terreno al posto di fare quello che deve essere fatto: case

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  5. La “Piazza delle Scuole” è una roba degna dell’ Unione Sovietica degli anni ’60 o di Pyongyang. Raccapricciante.
    La disposizione dei palazzetti a formare una cortina è quanto di più banale e moscio si potesse immaginare.
    Sta mania del mega “Central Park de noantri” è provincialità allo stato puro.
    Infine un tocco di “sana” ideologia con il mitico ECU, che neanche gli ideatori sanno cosa sia.

    Insomma, tutto il contrario di quello che andrebbe fatto. Bene così?….

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    • Non so se sia vero al 100% ma mi han detto che il masterplan in questo caso serve solo per fare carte, cioè è una specie di formalità burocratica e per questo è una specie di comico e grottesco minestrone di concetti “alla moda” (verde un po’ a casaccio, teorico non consumo di suolo, niente strade, pochissimo commerciale, centro ecumentico interreligioso, viabilità sotterranea elettrica ecc ecc.

      Poi una volta “cristallizzate” le volumetrie (e probabilmente venduta l’area), si potrà discutere seriamente e tra deroghe e varianti tirar fuori qualcosa di decente, sostenibile economicamente e fattibile.

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    • Per quanto mi riguarda, hai proprio sbagliato bersaglio. Se c’è una cosa che non sopporto è proprio il continuo lagnarsi di tutto per partito preso.
      Ma questo progetto è oggettivamente impresentabile nel 2017.

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    • @Dario, credo che molti degli interventi di chi è critico verso questo progetto fossero ben argomentati e interessanti. Mi avrebbe fatto piacere sapere perchè a te va “bene così”, ma vedo che non ritieni interessante dircelo 🙂

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  6. Mah, secondo me il masterplan dovrebbe indicare una forma decisa, direi utopica, che poi verrà normalizzata nel successivo iter urbanistico (un po’ come nell’automotive con i concept che poi diventano auto di serie. Scusate per il paragone). Qui si è già partiti con piccole idee senza respiro. A parte le incerte architetture, ma anche i viali interni un po’ diritti un po’ curvi, la disposizione casuale degli stagni ecc. Per il resto siamo rimasti al mitico “centro polifunzionale” degli anni Ottanta, che oggi ha assunto denominazioni politicamente corrette quali “Casa delle Culture” o “Luogo di Culto Interreligioso”.

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  7. Progetto perfetto per fare concorrenza alla Dolce Euchessina. Quella che aiuta l’intestino pigro, tanto per capirci.
    No, non ci siamo. Al comune di Milano fa così tanto schifo destinare una zona così esclusivamente al tempo libero? Esempio? In estate i cittadini devono fuggire dalla città perché non ci sono spazi per il tempo libero, per stare in famiglia all’aperto a preticare sport e a pranzare nel verde. Ci sono poche piscine, campi da tenni, da basket, da pallavolo o per qualunque altro sport. Se un ragazzino volesse giocare a calcio all’aperto, dove cazzo va se i campi sono poco e sempre pieni?
    Certo, mi rendo conto che edificare porti soldi. Ma non era meglio votare SI’ al referendum e puntare a trattenere le tasse che finiscono per essere sperperate da Roma invece che lucrare su uno spazio verde?

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  8. Conosco Leopoldo Freyrie per la sua attività, ma non nello specifico per quella attinente gli edifici, in questo caso mi sembra esemplare il masterplan che prevede i nuovi edifici nell’area già utilizzata, come dovrebbe essere di regola, lasciando così ampio spazio al verde non impermeabilizzato.

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  9. Conosco Leopoldo Freyrie per la sua attività, ma non nello specifico per quella attinente gli edifici, in questo caso mi sembra esemplare il masterplan che prevede i nuovi edifici nell’area già utilizzata, come dovrebbe essere di regola, lasciando così ampio spazio al verde non impermeabilizzato.

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