Milano | Tre Torri – Altre immagini del Palazzo delle Scintille

Ringraziamo Thomas Villa per le foto cattate al Palazzo dello Sport o Palazzo delle Scintille, l’edificio i cui lavori di restauro alle facciate sono stati portati a termine.

Il Palazzo delle Scintille, già Palazzo dello Sport, fu uno dei primi edifici del quartiere espositivo di Fiera Milano Il Padiglione 3, costruito nel 1923, ospitò anche la stagione lirica della Scala nel 1946, durante i lavori di ricostruzione del teatro distrutto dai bombardamenti.

E’ una meraviglia poter vedere le pareti del vecchio padiglione, tornate come nuove. Ricordiamo che questi lati, quelli all’interno della fiera, erano stati compromessi dalle centinaia di addizioni strutturali avvenute nel corso degli anni. La pulizia e il restauro è stato effettuato dalla società CityLife.

Il padiglione, una volta recuperato esternamente, sarà sottoposto ad un rifacimento interno e ritornerà come un tempo, uno spazio espositivo e per eventi sportivi e non.

Una sbirciatina all’interno e al tunnel realizzato sotto la pavimentazione.

Qui sotto il lato meridionale, dove la facciata è stata ricostruita. Qui alcune immagini prima dell’avvio dei restauri.

Di seguito due immagini della Galleria su piazza 6 Febbraio, progettata da Mauro Galantino, dove sono in corso i lavori per l’allestimento dei negozi che apriranno tra un mese e mezzo e i lavori per la sistemazione della pavimentazione modificata da decisioni recenti. Infatti inizialmente era stata posata una pavimentazione con autobloccanti, ora sostituiti da piastre di pietra beola.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

27 commenti su “Milano | Tre Torri – Altre immagini del Palazzo delle Scintille”

  1. A Milano di spazi espositivi ce ne sono tanti e per gli eventi sportivi c’è già il Palalido in ristrutturazione.
    Non ci si potrebbe fare una grande e moderna BIBLIOTECA per gli studenti di tutta Milano?

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  2. E’ bellissimo. sarrebbe bella una bella biblioteca con caffetteria all’europea. Oppure appunto um museo con biblioteca e risto cafè esattamente come il museo SOLIDARNOSC di DANZICA..

    http://www.artribune.com/attualita/2015/01/la-polonia-continua-a-puntare-sulla-cultura-ora-anche-solidarnosc-ha-il-suo-museo-a-danzica/

    https://www.tripadvisor.com/LocationPhotoDirectLink-g274725-d1465987-i252059150-European_Solidarity_Centre-Gdansk_Pomerania_Province_Northern_Poland.html

    Uno spettacolo…

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  3. Lavori ineccepibili..La biblioteca nel palazzo non mi dispiace… ma quello è uno spazio privato. Dico solo che Milano, di una grande biblioteca, ne ha proprio bisogno.

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  4. Non so di chi sia quello spazio ma Milano ha più bisogno di una biblioteca che di un (ennesimo) spazio per farci le sfilate e poi vuoto o mal utilizzato per 10 mesi l’anno.

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  5. Il palalido è troppo piccolo per poter ospitare grandi eventi internazionali a parer mio.Milano città ha bisogno di grandi strutture multiuso come questa!!
    Questa sono di città è meravigliosa…spero solo che i soliti imbrattamuri non comincino a deturparla!!

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  6. Ma quale biblioteca, meglio uno spazio polifunzionale. Comunque segnalo che a Milano mancherebbe ancora una Filarmonica. E questo spazio con un bel progetto che unisce vecchio e nuovo, potrebbe essere un bel segno di rinascita musicale e architettonica. Altre grandi colleghe europee come Amburgo e Parigi godono di 2 progetti recentissimi di edifici contemporanei che sono diventati – almeno per Amburgo – fari d’attrazione per la città. Purtroppo sono stati entrambi 2 cantieri travagliatissimi…ma qui si parte già da un edificio in piedi.

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    • Veramente Milano una Filarmonica ce l’ha eccome, si chiama LaVerdi ed ha la sua sede all’Auditorium di Milano in Largo Mahler (1250 posti).
      Poi c’è la Filarmonica della Scala che ovviamente suona alla Scala (2.000 posti).
      Abbiamo poi il Dal Verme, che ha la sua stagione musicale, rifatto 15 anni fa con 1450 posti. Ed ovviamente il Conservatorio, la cui sala grande (1500 posti) ha una acustica notevole.

      L’Elbphilarmonie di Herzog & de Meuron ad Amburgo (2100 posti) è un edificio meraviglioso ma francamente a Milano sarebbe forse leggermente di troppo?
      Anche perchè se La Scala, l’Auditorium di Milano, il Conservatorio ed il Dal Verme non ci bastano c’è sempre il Teatro Lirico (2000 posti) in dirittura d’arrivo…

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      • Tutto ben detto…..verissimo. Ma l’auditorium, tecnologico quanto si vuole, è tristansuolo….perfetto per città di provincia stile Bergamo o Brescia, il Dal Verme, anche lui, tecnologico, ma molto low-profile….il Lirico? non credo si voglia farne un teatro per concerti sinfonici ma viaggierà su cartelloni mix di teatro-musical-cabaret, e tanto pop (stile ex-Smeraldo). Per una città come Milano, che sta lentamente drizzando la testa, servono segni forti, contenitori, gesti contemporanei = icone, per recuperare una certa energia che caratterizza le grandi capitali europee, e alimentare una certa capacità di attrazione. E compensare un po’ quello che purtroppo Roma (capitale fantasma che comunque posssiede il bellissimo Parco della Musica!!) non riesce piu’ a fare. Altrimenti – finiti i cantieri di soli grattacieli-uffici-centri commerciali (rendiamocene conto!) – Milano e l’Italia scivoleranno lentamente nel buio totale…La Scala è un ‘icona perfetta, ma è soprattuto un contenitore museo. Tanta energia ma è un diffosore di passato. E poi il bacino di utenza è talmente allargato (comprende anche il Ticino ormai) che anche una sala nuova di zecca non toglierebbe niente a nessuno, anzi, rafforzerebbe l’immagine/proposta globale della città. Sia musicale che non. Basta vedere Fondazione Prada, cosa ha significato per quel quartiere, e per il mondo culturale!!E per Milano. Ho reso l’idea ? 😉

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        • Si, credo tu intenda un Teatro moderno da circa 2000 posti, stato dell’arte, disegnato appositamente da un Architetto di fama. Un teatro che da solo possa rappresentare l’icona di un quartiere, come è per la Fondazione Prada.

          E’ il brief del gigantesco Teatro degli Arcimboldi (che con 2300 posti è pure più grande di quello di Amburgo). Che ne facciamo? Lo smontiamo e ne facciamo uno bello? 😉

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          • E qui ti volevo! Trasformiamolo in AULA MAGNA, stop. Teatro Arcimboldi nasce come Scala BIS, di PE-RI-FE-RI-A. Aveva all’epoca DUE missions: fare aumentare i prezzi dei condomini intorno, e ospitare temporaneamente le stagioni della Scala in attesa della conclusione del restauro interno. Entrambe concluse con successo. Ma concluse. Gregotti haimé, non si è proprio immortalato con la Bicocca, soprattuto con il Teatro Arcimboldi. In sostanza il teatro è un aborto oggettivo, e credo che difenderlo sia davvero impresa ardua. Resta purtroppo un teatrino di 2000 posti MA di periferia in tutto e per tutto – Una spece di CIRCO ORFEI che non mi sembra sprizzi energia da tutte le parti. Peccato! Personalmente, come dicevo, lo lascerei in gestione alla Statale di Milano, come aula magna, ovvero come spazio culturale dell’Università (che investe sul quartiere) – che includa spettacoli di tutti i generi – ma non solo spettacoli. Per esempio laboratori artigiani, biblioteca di quartiere, Associazioni culturali, ecc.). Il quartiere e l’univeristà se ne avvantaggerebbero. Ricordiamoci che sta per arrivare proprio li’ affianco, una mega-residenza univeristaria dormitorio – IN PERIFERIA! Cosa gli facciamo fare a questi ragazzini tutto il week end? lasciao che si devastino (culturalmente parlando) al Bicocca Village tutto il tempo?????

            Ma questo è un altro discorso….ops!

        • In effetti tutte le città culturalmente famose o attive e vivaci culturalmente aggiornate capaci di attrarre cultura e stranieri dispongono di uno spazio iconico del genere .
          Con conseguente calendario che detti il passo alla città con eventi musicali tutto, l anno.

          Non hai tutti i torti.
          Neanche tutte le torte.

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          • @dado ‘teatrino di periferia’. Ma ci sei mai stato agli Arcimboldi? Conosci il cartellone?
            Poi oltre a PERIFERIA e DORMITORIO conosci anche altri termini?
            Lasciamo perdere poi per carità le ideone ‘Aula magna, biblioteca, laboratori’ come se l’UNIMIB non ne avesse già di eccellenti.
            Ma per piacere….

          • @ ste.

            Conosco molto bene il teatro Arcimboldi. Il termine “teatrino” è riferito allo stile dell’edificio, nel suo insieme, e come (NON) si connette con il quartiere e la città. Il multisala e centro commerciale Bicocca Village, li’ accanto non è cosi’ diverso stilisticamente…anzi è molto meglio xchè almeno vive a quasi tutte le ore del giorno, attirando flussi e dando vita a quel pezzo di città. Cosa che non fa l’Arcimboldi dove c’è sempre il vuoto – salvo durante gli spettacoli quando trovi pullman turistici parcheggiati ovunque, e comunque, rimanendo sempre un quartiere deserto. La piazza antistante è a dir poco spettrale! Lo goduria massima è il silenzio lunare rotto solo dallo sferragliare del tram della fermata interrata proprio accanto al teatro. Non mi lamento della stagione ma della potenzialità sprecata per creare un teatro/quartiere piu’ vivace. A me in sè piacerbbe anche – peccato pero’ che non funzioni come edificio simbolo per Milano. Comunque parlo di spazi per il quartiere, per gli abitanti del quartiere che non sono per forza le matricole. I laboratori di cui parlo sono laboratori per il quartiere, dove chiunque va e impara a fare qualcosa se non sa cosa fare, non certo ricerca sulle nono molecole per dire…E purtroppo a me vengono in mente solo due termini DORMITORIO e PERIFERIA. Anzi, a pensarci meglio me ne viene un terzo, TRISTEZZA COSMICA! Come lo chiameresti tu invece il quartiere Bicocca?

          • @ Dado: OK gli Arcimboldi sono assolutamente marginali a Milano. Lo sappiamo tutti (a parte l’architetto che l’ha progettato ed i due sparuti amatori di quel quartiere purtroppo venuto male) ed anche io non l’avevo messo nel primo elenco di Teatri di Milano.

            Però un Teatro deve avere un suo pubblico. E per la musica sinfonica abbiamo l’auditorium di Milano con la Verdi (che si fatica a riempire) e la Scala (ancora peggio, li funziona, e non sempre, solo l’opera). E poi oltre al Dal Verme e al Conservatorio (dove si fa anche musica sinfonica) abbiamo Il Lirico e poi il Ciak e pure il Teatro della Luna (entrambi oltre i 1600 posti…) che non sono sfruttati al 100%. E pure il Nazionale, insomma non sono pochi. Anche perchè se passiamo al Teatro “tradizionale” (la prosa) abbiamo il Piccolo Teatro (3X), il Parenti, il Manzoni e almeno altri 4 o 5.

            Insomma il problema è cosa farci di nuovo ed interessante coi Teatri, non che ne manca uno nuovo, non trovi?

  7. Personalmente realizzerei al suo interno la “Torre del Sole” con la rappresentazione in ologramma dei paesaggi milanesi nella storia, assolutamente realistici, paurosamente realistici, dove l’utente è il soggetto che vive l’ologramma della Milano che non c’è più. In un tempo post-atomico potrebbe preservare la memoria di quello che eravamo.

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    • @ Anonimo
      Ah quest’ansia da numeri! Conosco bene i tuoi argomenti, infatti parlavo di mantenere il progetto Multifunzionale di partenza , ma con una visione piu’ spinta dal punto di vista della ristrutturazione e della riconversione funzionale. Per intenderci, come il Parco della Musica di Roma ha fatto con tre sale, etc. Ora, non so se sia possibile convertire il Palazzo delle Scintille in un polo culturale Multidisciplinare bello come quello di Roma, ma sarebbe idealmente coraggioso puntare nella riconversione di quello spazio in qualcosa che a Milano non esiste ancora nell’ambito delle performing arts. Mi perdonerà il Sig. STE se associo un teatro a un centro commerciale ma senza troppo scandalizzarsi – secondo me e non solo – é questa la direzione da intraprendere. E’ stato fatto già con il Palazzo del Cinema di Milano, inaugurato poco tempo fa , dove nello stesso luogo ci sono ristoranti, bar, bibloteca, aule didattiche, spazi da affittare per proiezioni private, ecc. Tutto questo la Scala non lo puo’ fare, nè il Dal Verme, nè l’Auditorium di largo Malher. Un po’ lo fa il Piccolo e infatti funziona bene. Ma anche la Triennale nell’ambito delle arti visive. Ripeto, non sarbbe semplicemente una nuova sala che si aggiunge alle presenti. Si tratterebbe bensi’ di uno centro multifunzionale incentrato sulla musica – “molto stiloso” – in gradi di :

      1. dare a Milano un nuovo simbolo/icona capace di “bucare” anche all’estero e di attirare pubblico nuovo.

      2. puntare su un agora’ della muscia/spettacolo che sia viva tutta la settimana e non solo le ore dello spettacolo, facile da raggiungere come fosse un multisala – dove (semplificando molto) c’è sempre qualcosa da fare/ascoltar.

      3. fornire una sinergia vera tra varie attività che si svolgono al suo interno e perchè no – magari gestita dal Conservatorio potrebbe diventare il tempio delle varie musiche, per poi stabilire connessioni con il mueo etnografico, o il Piccolo, oppure la Scala, ecc. Oggi per essere conteporanei bisogna puntare sempre di piu’ su spazi flessibili, e multifunzionali. E con una certa portata estetica.

      I numeri e le cifre danno il quadro di quello che è la situazione presente ma non vedono il potenziale che potrebbe avere un nuovo spazio multifunzionale di alto valore culturale. La mia impressione invece è che senza uno slancio idealista, avremo una semplice succorsale del vicino Centro Congressi…!

      @ Ste
      dal suo tono e dalle sue risposte non mi sembra in grado di ragionare, nel senso che sembra troppo prevenuto e con i paraocchi. Peccato. La potrei capire solo se fosse propietario di una appartamento davanti agli Arcimboldi.

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      • O si parla degli Arcimboldi o si parla del Palazzo delle Scintille, per poter essere in grado di ragionare, le pare Sig. Dado?
        L’ Arcimboldi é un teatro, nato per essere un teatro ed è molto apprezzato
        come teatro (non da Lei mi sembra di capire ma ce ne faremo una ragione)
        Cordialità

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      • Dado, la mia non è “ansia da numeri” ma desiderio di parlare di cose concrete, ossia che a Milano non serve un ennesimo teatro ma nuove idee su come usare quelli che ci sono. Che poi è pressappoco quel che dici anche tu.

        Secondo me il Lirico poteva diventare il catalizzatore di un nuovo modo di fare teatro e cultura. Peccato che il Comune non abbia deciso di gestirlo in proprio tramite una fondazione (come è ad esempio per la Città della Musica di Roma che tu stesso citi) ma l’abbia dato in gestione ad un pur bravo imprenditore privato che – ovviamente – ci farà una fotocopia dei teatri esistenti (immagino del Nazionale…) per far fruttare l’investimento.

        Il problema è che tutto ha un costo ed il Comune di Milano temo che di soldi non ne abbia (o non voglia spenderli per questo, basta vedere la situazione di Dal Verme e Arcimboldi per capirlo).
        In ogni caso Milano non ha bisogno di una “filarmonica”. che era quello che sostenevi nel post che ha iniziato la discussione (9 ottobre, è qui sopra) 😉

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        • Eh eh, c’è confusione nell’uso di Filarmonica – ma è colpa mia. Per me è un edificio, per lei l’istituzione con annessi orchiestrali. Donde il mio intervento. Un edificio chiamato Filarmonica come esiste in altri paesi, a Milano non c’è. Se ne sente la mancanza? Secondo il suo ragionamento basato su pubblico, offerta e finanziamenti, NO. Ma forse sui finanziamenti si potrebbe convolgere di piu’ citylife che fa fatica a vendere le ultime 2, 3 torri previste su carta. Con una filarmonica (multifunzionale) annesa venderebbero meglio i loro appartamenti, per esempio. Il pubblico c’è , va segmentato meglio e forse creato di nuovo. Sull’offerta poi, una volta ridimensionato/convertito gli Arcimboldi…
          Lo so che serve a poco ma non credo che Milano si meriti meno di Barcellona, che ha rispettivamente: il Teatro Liceu, il palau de la musica, l’auditorium di Barcellona, il palazzo della danza, il teatro Tivoli, per citare i principali legati alla sola musica/danza….piu’ altri spazi misti e polifunzionali…che tolta la Scala, sono tutti piu’ grandi e belli di quelli milanesi… 🙁 . Lasciamo perdere il confronto con le capitali perchè c’è poco da dire.
          Se si chiedessero soldi ai privati i soldi si troverebbero, perchè per la Scala c’è la fila, o quasi….E tra l’altro spesso le repliche non sono mai abbastanza per soddisfare la domanda. Possibile che in Italia c’è solo la Scala che fa da “Asso piglia tutto”? Personalmente poi ho pochissima fiducia nel programma del Lirico….staremo a vedere.

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  8. unico nel panorama milanese grazie a stile, finiture e dimensioni.
    Purtroppo assai penalizzato dagli spazi al contorno sul lato di VI febbraio e Boezio, dove la galleria commerciale (piuttosto mediocre) copre sensibilmente il fianco, oscurando la terza dimensione del palazzo.
    Trattandosi di edificio a 360°, forse era meglio riservare, specularmente agli altri lati, un’area di rispetto con sistemazione a verde.

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  9. Si potrebbe insediare il “TEMPIO DEL ROCK E DELL’HEAVY METAL”, una specie di tempio della musica più dura e metallica, credo prima esperienza vera in Europa.

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