Erano anni che circolava il progetto per via Verdi 3, finalmente il CDA ha dato il via libera al progetto per la costruzione dei nuovi spazi dietro il teatro.
Qui si trovava un edificio costruito negli anni Cinquanta sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale e che, per esigenze di spazi e funzioni del teatro non andava più bene, perciò nel 2016 è stato demolito completamente e sarà sostituito dal nuovo palazzo pensato per le multi-funzioni del Grande Teatro alla Scala.
Il progetto è firmato dall’architetto ticinese famoso in tutto il mondo Mario Botta, che già nel 2000 era stato incaricato per il restauro e l’ammodernamento del teatro lirico più famoso al mondo, la Scala, inaugurata il 7 dicembre 2004 con un po’ di polemiche. Oggi, dopo molti anni ci siamo abituati alla vista del catino e la scatola aggiunti al profilo del teatro.
Saremo pronti per vedere, tra tre anni il nuovo palazzo che affiancherà la Scala sul retro di via Verdi, al civico 3?
Il progetto che prevede lavori per una cifra fra i dieci e i quindici milioni di euro, consiste in una struttura che conterrà al suo interno una sala prove interrata con un grande soffitto alto 14 metri e l’acustica curata da Yasuhisa Toyota, uno degli ingegneri del suono più famosi al mondo.
Sarà creato un vasto vano che, con una profondità di settanta metri, garantirà più spazio per le scenografie del palcoscenico del teatro. Ci saranno nuovi spogliatoi che occuperanno due piani e torneranno gli uffici amministrativi, funzioni attualmente dislocate altrove. Mentre sulla sommità del nuovo volume, sarà ricavata la nuova sala prove per il balletto.
Esternamente l’edificio progettato dall’architetto ticinese sarà composto da due corpi distinti, una parte che si allineerà al cornicione ottocentesco del teatro con 6 piani e rivestito in pietra chiara (forse marmo come la torre scenica) e da una torre, arretrata su via Verdi ma aggettante sul tetto dell’edificio, che riprenderà le feritoie già realizzate nel 2000 per la torre scenica. Il nuovo palazzo non sarà visibile da piazza della Scala ma solo da via Verdi, sicuramente non sarà facile apprezzarne la forma, staremo a vedere lavori ultimati.
In tutto la superficie calpestabile in più – una volta terminati i lavori che dureranno circa tre anni – sarà di 4.500 metri quadrati. Adesso, ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala si farà una gara europea e l’aggiudicazione dei lavori sarà fatta con il criterio «dell’offerta economica più vantaggiosa».
Ero molto favorevole quando botta costruì L ellisse 25 anni fa e mi ricordo delle feroci polemiche , riguardandola adesso da piazza della scala mi sono molto ricreduto sembra un pugno in un occhio, adesso questo nuovo progetto dove c è il buco , non saprei , mi sembra fuori contesto , per il momento è un ni
Io sono convinto che se magari avessero fatto l’ampliamento in mattoni a vista o almeno mimetico con richiami al neoclassicismo milanese l’ampliamento sarebbe diventato più grazioso. E invece no.
Non sono un grande fan del Botta, ma questo progettoo mi piace. Mi piace anche che la scala si allarga. Milano è una città che, se abbraccia il futuro da il meglio di se! Poi è anche sensato di dare in mano l’allargamento a chi ha già saputo intervenire con precisione e cura 15 anni fa.
Mi sembra L architettura di fine anni 80 , tipo bicocca molto squadrata
Potremmo dire che non è coerente con il teatro, ma lo è con i più recenti ampliamenti del teatro.
Il nuovo edificio, di per se non è male, anzi. Ma concordo con chi mi ha preceduto: stacca troppo dal contesto e se ci fossero stati dei richiami all’architettura neoclassica del teatro, mantenendo comunque un design moderno (materiali, dimensioni della finestre…) mi sarebbe piaciuto di più. Ora è completamante disallineato.
Questione di gusti.
Invece ciò che è stato demolito, non lo rimpiango.
Pierre hai ragione , il tuo discorso non fa una grinza, però li sei in pieno centro, non ti puoi permettere di sbagliare , son passati 25 anni è cambiato il mondo , si poteva fare un concorso tra giovani architetti
Il nuovo edificio era già previsto dal progetto originale ma i tempi son stati più lunghi perchè non era di proprietà comunale (c’era la Banca San Paolo).
Questo spiega l’uniformità di realizzazione che comunque io trovo ci stia bene.
Già il precedente ampliamento c’entrava come i fichi secchi con linee ed estetica del teatro neoclassico (soprattutto la parte ellittica, una vera porcheria estetica, un parcheggio Rinascente mancato).
Quest’altro pezzo è degno del peggiore recupero di sottotetti.
Ma possibile che in nome del contrasto a tutti i costi tra vecchio e nuovo debbano continuare a nascere mostri simili, in parti della città che hanno bisogno invece di tutele particolari?
Speriamo solo che il progetto finale sia di tipo diverso.
No comment.
Questo obbrobrio sorgerà in pieno centro a fianco della scala, fra palazzi tutti di almeno un secolo.
Ma e’ firmato da un archistar, quindi va bene, anzi benissimo!
In una città con una classe dirigente di bimbominchia ignoranti come capre e interessata solo ai soldi e al potere un simile sfregio e’ purtroppo del tutto normale.
E tutti zitti, sovrintendenza compresa.
Al di la dell’omogeneità col precedente intervento del 2004 (che ormai vedo dura radere al suolo), in realtà Via Verdi non è esattamente un quartiere storico incontaminato, specie considerando che l’edificio che più la domina è del 1941 (Archistar Giovanni Muzio)
La sovrintendenza non c’entra nulla l’immobile non è vincolato.
Se uno ci studia un po’ ci trova parecchie citazioni all’architettura milanese: la torre velasca, i materiali, e bla.bla.bla. Botta è cosi’: coerente con sè stesso e basta. E’ un pregio? Un difetto? Il fatto di aver messo un casco da minatore, o uno scafandro da dragamine su una fanciulla in tutu’…. a lui interessa ben poco…E’ un architetto pesante con tutto quello che ne consegue. A me non è mai piaciuto quello che fa. Ma tant’è…