Milano | Zona Castello – Cosa si cela dietro i palazzi Litta e Edison

Cerchiato in rosso è il palazzo demolito all’interno del giardino di Palazzo Litta

Palazzo Litta di Corso Magenta 24 è uno di quei palazzi storici di Milano forse uno dei più sontuosi palazzi patrizi della città. Si tratta di una costruzione originariamente del XVII poi modificata e ampliata nel XVIII secolo.

L’edificio venne gravemente danneggiato in parte dalle bombe del 1943, come gran parte del centro città, e la ricostruzione fu pressoché immediata grazie al pronto interessamento del Ministero delle Comunicazioni, visto il ruolo cruciale dell’edificio: già nel 1944 l’impresa Jonghi-Lavarini, coadiuvata da ditte specializzate nella realizzazione di decorazioni, attuava un vero e proprio ripristino dello stabile sulla base di antichi disegni di studio realizzati dagli studenti dell’Accademia di Brera, in mancanza di copie di progetti o semplici fotografie negli archivi delle Ferrovie dello Stato.

È in particolare il testo di Camusso e Tartaglia a soffermarsi sulle operazioni di ricostruzione, notando che “furono ricostruite le volte crollate, vennero ripulite le catene, sostituite quelle difettose, fu costruita una soletta in cemento armato sul riempimento delle volte rimaste, in modo che la volta non avesse altre sollecitazioni che quelle di portare il proprio peso” e che “la stessa soletta venne estesa anche alle volte ricostruite per dare a tutto il porticato una buona uniformità strutturale“.

Nel 1989 l’edificio fu sottoposto ad un ulteriore intervento di restauro, attraverso il quale è stato “sorprendentemente scoperto e restituito l’originale colore” al fronte dell’edificio: “un pallido carminio, del tutto inconsueto per Milano“.

Nuovamente nel 2012 un nuovo e più completo restauro delle facciate ha dato il via alla totale conversione di una buona porzione dell’edificio per uso residenziale di lusso. Infatti venne convertita e messa sul mercato immobiliare dopo un bel restauro su progetto dello studio di Michele De Lucchi, l’ala est del palazzo, tre immobili innalzati tra la metà del ‘700 e i primi del ‘900 per ampliare il nucleo originale del complesso costruito da Francesco Maria Richini per il conte Bartolomeo Arese tra il 1642 e il 1648 caratterizzato dall’elegante facciata con l’ampio portone arricchito da telamoni, rimasto di proprietà dello Stato.

L’intero palazzo, originariamente della famiglia Arese, passò alla famiglia Visconti, poi ai Borromeo, fu abitato l’ultima volta nell’Ottocento dai Litta che diedero il nome definitivo. Famiglia che dopo il dissesto finanziario, nel 1873 fu costretta a vendere all’asta l’edificio intero che fu rilevato dalla Società ferroviaria Alta Italia poi Ferrovie dello Stato. Nel 1996 diventa di proprietà demaniale e nel 2005 la parte posteriore, quella che si affaccia su via Brentano e Foro Bonaparte, entra nel portafoglio di Cassa Depositi e Prestiti che investe 30 milioni di euro.

I lavori, iniziati nel 2010, furono conclusi nel 2014 il primo dei tre lotti, quello a cui si accede dal nuovo ingresso di corso Magenta e dove sono già entrati i primi residenti. Il secondo edificio è stato consegnato nel 2015, mentre l’intero intervento si doveva concludere nella primavera del 2016 con la riqualificazione del giardino storico, abbandonato da anni. Un’area verde che in origine si estendeva fino al Castello Sforzesco ma che la realizzazione del Foro Bonaparte ridimensionò, ma dove ancora resistono alberi centenari e che la Direzione regionale per i beni culturali vorrebbe riaprire al pubblico in occasioni particolari.

Nella parte storica hanno sede gli uffici del Segretariato Regionale del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Lombardia, del Polo Museale Regionale della Lombardia e della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano.

Su foro Bonaparte 31, si trova l’imponente palazzo e sede della società elettrica Edison, all’incrocio con via Luigi Illica. Realizzato nel 1892 su progetto dell’architetto Enrico Combi per la Società italiana per le strade ferrate del Mediterraneo, dal 1923 l’edificio ospita la storica società elettrica milanese.

Sul retro, confinante col giardino di Palazzo Litta si trovava un edificio moderno di modeste pretese costruito sui resti di edifici preesistenti, forse distrutti dai bombardamenti. Demolito nel 2008/9 (forse) da allora si trova lo scavo a cielo aperto dovuto anche al ritrovamento di, a quanto pare, resti antichi seicenteschi, medievali e romani.

Già durante i lavori di restauro del complesso venne ritrovato un grande frammento di mosaico pavimentale di una casa romana, mosaico conservato all’interno del palazzo (doveva essere esposto in un museo del palazzo, mai aperto).

Ci sono state inviate una serie di foto che mostrano cosa c’è all’interno del cortile di Palazzo Litta, proprio dove si trovava l’edificio demolito e dove in teoria è prevista la costruzione di un’altra palazzina residenziale, al momento sospesa.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

5 commenti su “Milano | Zona Castello – Cosa si cela dietro i palazzi Litta e Edison”

  1. Non so se lo avete già fatto in passato, ma corso Magenta, nel tratto tra via Carducci e Via Meravigli, meriterebbe un articolo.

    E’ una zona potenzialemente splendita della città, viva grazie a diversi esercizi commerciali, bella con palazzi come quello appena descritto e affascinanate grazie al museo ercheologico e alla splendita chiesa di S.Maurizio al Monastero.

    Peccato che è usata come via di transito, caotica, invasa da auto parcheggiate, senza verde e con marciapiedi stretti ed in catrame.
    Tipo via Larga o molte altre vie della nostra città.

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  2. Caro Ale, come spesso accade la zona che descrivi tu ha un potenziale enorme ed e’ lasciata alla sciatteria di auto parcheggiate ovunque, traffico pesante assenza di verde e marciapiedi stretti. In nessun altra città del mondo tratterebbero una zona di così alto pregio e prestigio storico culturale in questa maniera. Purtroppo in qs caso siamo a Milano simbolo e vetrina della rinascita italiana e quindi ci teniamo palazzi storici e monumenti culturali immerso nello sciattume.

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