Milano | Portello – Il giardino di Parco Vittoria

Parco Vittoria (che non c’entra nulla con Porta Vittoria, visto che ci troviamo al Portello) prende il nome da Vittoria Assicurazioni ed è il complesso residenziale sorto sul terreno dell’ex fabbrica automobilistica Alfa Romeo.

Le ultime residenze sono state completate lo scorso anno. Sei torri di undici piani e due edifici in linea di cinque piani, il cui piano terreno è destinato ad abitazioni con giardini privati. Caratteristica di queste residenze sono le facciate contornate da cornici molto aggettanti e iconiche, che sorreggono terrazzi con fioriere molto grandi e serre.

Tutti gli edifici residenziali sono disposti sul perimetro dell’area per lasciare al centro un’ampia area verde, in parte resa pubblica e in parte privata.

Entrando da via Ulpio Traiano, attraverso un ampio cancello, ci troviamo dinanzi la grande fontana a vasca. Qui c’è anche la guardiola del custode del complesso, che fa servizio h-24.

Finalmente siamo potuti entrare nel giardino, molto bello e verdeggiante, nonostante gli alberi siano ancora piccoli e la giornata della visita fosse un po’ uggiosa e autunnale.

All’interno si trova anche un’area per i bambini con giochi e attrezzature.

L’area del giardino ad uso pubblico è a forma di L, dove un braccio si incunea tra i palazzi verso sud e l’altro braccio invece ci conduce all’altra uscita verso le nuove vie Ignazio Gardella e Aldo Rossi, controviali del più famoso viale Renato Serra. Abbiamo trovato questo parco molto bello e intimo, racchiuso dai palazzoni bianchi e grigi che formano il complesso.

Qui siamo a due passi dal centro Commerciale del Portello e dal Parco Alfa Romeo.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

24 commenti su “Milano | Portello – Il giardino di Parco Vittoria”

  1. Presi singolarente, questi palazzi li trovo molto brutti, con l’immancabile grigio topo.
    A migliorare l’aspetto è il verde che li circonda che rende tutto più umano, vivibile.
    Immaginateli circondati da colate di asfalto per il parcheggio, sarebbe una brutta periferia. Invence grazie al parco ben curato è tutto diverso.
    Basta questo a trasformare in bello (quasi), una serie di palazzoni grigi.

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    • Ma ragioniamo un po’, secondo te fra 20 anni quando dovranno fare una manutenzione straordinaria alle facciate, non vedete quanta quota di parti comuni ci sono in rapporto alla parte privata? Quei muri mastodontici vanno mantenuti, i costi di riflesso sono e saranno alti.
      Chi compra qua deve avere il grano.

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  2. Purtroppo nonostante il parco, nonostante la portineria h24 e nonostante gli esorbitanti prezzi al metro quadro… trovo impossibile negare il tragico “effetto alveare”

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  3. Anche me non piacciono , lo stile riproduce i palazzi costruiti dall altra parte del ponte della ghisolfa anni 2000 la differenza è che li sono piastrellate , in giro in questo momento non è che stanno costruendo di meglio , lo standard è questo , bisogna anche vendere , i boschi verticali la torre Solaria ecc se la possono permettere in pochi , non ci sono molte alternative magari nella scelta del colore si poteva fare di meglio , in stile murano ,
    Piutost’ che nient’ l’è mej piutost

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  4. I palazzi non mi fanno impazzire ma hanno quel “non so che che” li rende interessanti. Il giardino mi sembra bello (raramente ho trovato brutto un giardino)

    Quel che mi provoca attacchi di depressione, tristezza, catatonia (e orchite) è la Piazza Gino Valle. Nulla contro il tentativo di fare una piazza metafisica, ma quella per me è semplicemente una piazza venuta male e realizzata peggio (tipo le grate in mezzo)

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  5. Forse i condomini non sono cosi’ male, è il parco che è terrificante! Gli italiani non sanno progettare 8e apprezzare) né verde pubblico, né giardini/parchi urbani. Per fortuna qualcuno l’ha capito e fa progettare gli olandesi e gli inglesi. La situazione è gravissima e bisognerebbe chiudere tutti i fanta master in paesaggio e progettazione dei giardini perchè tanto sono pura fuffa. I paesaggisti veri sono i francesi, e come già detto gli inglesi e gli olandesi. I nostri, quelli bravi, rifanno solo i giardini privati di nobili blasonati, ma c’è poco dei paesaggisti italiani contemporanei che si possa ammirare nelle notre città. peccato. Questo “parchetto vittoria” è solo molto ben tenuto, ma da queste foto non dà l’aria di essere cosi’ tanto verdeggiante. Io vedo solo ferro, piastrelle, cemento….lampioni, tutto senza parsimonia. Credo che se l’intento era omaggiare il passato industriale dell’area ci sono riusciti benissimo. Ma il verde sta a casa sua. E’ molto piu’ verde piazza scala di questa roba qui che chiamano parco.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Parc_André-Citroën
    Questo per esempio è quello che è stato fatto nell’area Citroen di Parigi qualche anno fa da un famosissimo paesaggisti d’oltralpe. Pur non essendo chissà quale meraviglia delle meravile (ma comunque ha fatto scuola x la sua particolarità) hanno investito bene sul concetto di parco urbano in un’ex area industriale. Omaggiando davvero l’identità storica del quartiere.

    Bisogna sapere chiedere di pi’ di qualche alberello qua e là e vialetti piastrellati ovunque…Altriemnti le nostre città si ritroveranno, quando va bene, area verdi stile autogrill e area sosta autostradale. Perchè bisogna puntare sulla qualità dei piccoli interventi urbani, non su i grandi progetti che sono pochissimi e durano decenni….

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    • Sicuro che la “colpa” sia solo dei paesaggisti italiani?
      Il giardino di Parco Vittoria è stato realizzato a scomputo di oneri di urbanizzazione, bisognerebbe andare a vedere qual’è il valore di questo oneri, ossia qual’era il budget.

      Quando i privati realizzano opere a scomputo non sono dei mecenati benefattori (come noi spesso su UF siam portati a pensare leggendo delle realizzazioni fatte), ma normalissimi operatori che anzichè pagare un tot di soldi al Comune come vuole la legge, con parte di questi soldi “in cambio” fanno delle opere pubbliche, seguendo un capitolato concordato. Ora, se il valore di quanto scomputato basta per qualche albero e due vialetti, non puoi lamentarti con il Paesaggista (ed anzi devi fare i complimenti a chi l’ha realizzato che è comunque dignitoso e bello).

      Personalmente le volte che ho cercato di capire quanto “valessero” (in soldi comunali) i lavori fatti a scomputo non son mai riuscito a capirlo… ma immagino sia un dato accessibile a chi sa dove cercarlo (altrimenti sarebbe un’area troppo grigia temo)
      In ogni caso son d’accordo con te che sul verde potremmo chiedere di più perchè a parte interventi notevolissimi, talvolta ci si deve accontentare del minimo sindacale e talvolta anche meno (come al Parco Argelati)

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  6. Chiediamo di piu’ per esempio a questo Blog, no? Certo gli articoli sugli alberi dove piantarli con simulazioni e rendering sono fatti bene e belli da leggere. Ma riguarda solo la piantumazione di alberi lungo i viali o rotatorie. Il quotidiano Repubblica a volte pubblica pari-pari le stesse immagini ed è un piacere. In questo senso penso ci sia ancora parecchio da fare. Perchè il verde pubblico – se paragonato alle alre città eurepee, è ben altro rispetto alla sommatoria di soli alberi e rotatorie verdi. Chiaramente costa parecchio, soprattutto la manutenzione. Non c’è dubbio. Ma credo che esista un circolo virtuoso che favorirebbe interventi piu’ ambiziosi : piu’ investi in qualità piu’ ci sono ricadute positive sul valore degli investimenti successivi (e viceversa). Milano lo domostra. I mega cantieri hanno attivato un circolo virtuoso che ha incoraggiato e convinto investitori a spedere su edifici vecchi da risistamare o su cantieri ex-novo. Ed è grazie a loro che si parla di rinascita di Milano.Il verde non deve essere considerato come accessorio o come una spesa, come dimosta questo articolo, ma deve essere elemento di primaria importanza come nel caso del cantiere di Porta Nuova. Si tratta di punti di vista da ribaltare completamente. Questo intendevo dire…aumantare qui su UF, per esempio, lo spazio critico sul capitolo verde pubblico, non puo’ che fare bene. Anche facendo confronti con altri modelli esteri, perchè no?! Ripeto, non tanto sui mega progetti (vedi ex scali ferroviari dove c’è poco da dire ancora) ma sui piccoli interventi. E sull’esisente. Per esempio: perchè non fate una bella analisi sui vari parchi esistenti (Sempione, Palestro, Ravizza, ecc.)? , ecc. ecc… 🙂

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  7. Io sono contro le tasse. Ma credo che se a Milano tassassero le nuove case qualora venissero lasciate grige, i cittadini ne avrebbero un gran vantaggio visivo e pure emotivo. Ma andate a quel paese, architetti dei miei stivali, che avete accesso a tali lavori solo perché siete di sinistra

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    • Andy, riuscire a fare polemica politica partendo dal colore degli edifici è davvero patetico, roba alla don Camillo e Peppone.
      E poi questo complesso residenziale fu approvato dalla giunta Moratti, quindi semmai dobbiamo parlare di architetti di dx… e quindi il tuo patetico ragionamento decade.

      Concordo che troppe volte si usa il grigio e credo sempre di più che troppi architetti disegnano i loro edifici senza neppure uscire a vedere il contesto dove verranno realizzati. Un mondo a tavolino fatto di plastici e rendering.

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      • Invece è proprio cos’, visto che – nonostante il sindaco fosse la signora Arnaboldi – l’edilizia e l’architettura a Milano sono sempre stati in mano ai topi rossi. Non è polemica: è realtà

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        • Anche se in tutto e per tutto politicamente non mi trovo d’accordo con Andy su una cosa ha ragione
          Bisognerebbe far pagare un adulta a chi costruisce edifici di colore grigio.
          E vale sia per la destra che per la sinistra.

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        • Su una cosa il Comune (di destra o di sinistra) non ha particolare voce in capitolo: il colore degli edifici. Per questo esiste la Commissione per il Paesaggio, che viene appositamente consultata prima di rilasciare la concessione edilizia.

          E’ quindi possibile che gli amanti del grigio topo, del bianco sporco, del begiolino slavato, del canna di fucile da neurodeliri (ecc ecc) si annidino al suo interno. In fondo son architetti loro ed architetti quelli che progettano, quindi temo si intendano benone.

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          • E allora questa commissione fa schifo..
            E rende schifosa Milano un palazzo nuovo alla volta..

            Da chiedere i danni.
            Ma i nomi di coloro che la presiedono??

          • COMUNE DI MILANO – COMMISSIONE PER IL PAESAGGIO:

            La Commissione è composta da 11 professionisti nominati dal Sindaco:
            il Presidente è l’architetto Marco Stanislao Prusicki,

            gli altri membri sono
            Sonia Beatrice Maria Mercedes Calzoni,
            Ivo Roberto Cassetta,
            Chiara Adele Balsari,
            Giacomo Mario Tasca,
            Giovanna Longhi, Luca Mangoni,
            Laura Montedoro,
            Fabrizio Guccione,
            Vito Mauro Redaelli,
            Giovanni Scudo.

            La Commissione si riunisce settimanalmente (ogni giovedì) presso la sede di via Bernina 12, piano terra stanza AT02.

            mi sono risposto da solo…

            Qualcuno potrebbe dire a questa gente che ci sta rovinando la città permettendo ancora palazzoni grigi e topo?

  8. Io vedo dei bei vialetti con del prato ai lati.. Parco è ben altro.
    Prato vittoria, non parco Vittoria.
    I palazzoni sono angoscianti ma almeno hanno un loro perché.. Sempre meglio dei funghi alveari di cascina merlata, o i muraglioni di loculi a ribattuto o sesto s.g davanti al vulcano

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  9. Premesso che ci abito, quindi sul fatto bello o brutto la mia opinione potete immaginarla visto che ho investito del denaro, ritengo che sia prematuro giudicare il giardino visto che deve ancora esprimere il suo meglio.

    mi spiego meglio, da alcune foto pubblicate si possono vedere delle strutture metalliche, su queste strutture stanno correndo dei glicini che andranno a ricoprire ampie zone, stessa cosa sta accadendo su dei “tralicci” applicati in verticale lungo l’estensione verticale sia delle torri che delle stecche orizzontali.

    Il verde è in costante miglioramento, e la cura dello stesso è bene augurante.

    Quindi come a tutte le cose ma soprattutto al verde bisogna dare il giusto tempo per apprezzarne la bellezza.

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  10. Caro jackpott le tue osservazioni sul verde sono perfette e in sintonia con il progetto di Canali. Purtroppo, dopo cinque anni, per una cattiva gestione del complesso e per inefficienza o ignoranza di chi ha in appalto il verde quello che tu dici non è mai avvenuto, anzi sono state malamente recise le piante che invominciavano a correre sugli edifici per dare spazio al solo cemento. Il risultato sono soldi buttati dai condomini e una occasione persa da un punto di vista ambientale ed estetico.

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