Milano | Centro Direzionale – Presentato Gioia 22, la “Scheggia di vetro”!

COIMA SGR, leader nella gestione patrimoniale di fondi di investimento immobiliari per conto di investitori istituzionali italiani e internazionali, presenta GIOIA 22, il nuovo grattacielo direzionale di Porta Nuova.

COIMA SGR coordina il progetto in qualità di investment e asset manager per conto dell’investitore di GIOIA 22, una controllata 100% di Abu Dhabi Investment Authority, mentre COIMA Srl è stata incaricata come development manager per la gestione tecnica dello sviluppo urbano ed edilizio.

Il progetto è stato illustrato oggi da Manfredi Catella, Fondatore e CEO di COIMA, alla presenza dell’architetto Gregg Jones dello studio di architettura Pelli Clarke Pelli Architects e di Pierfrancesco Maran, Assessore all’Urbanistica di Milano.

L’edificio, 26 piani fuori terra su 120 metri e 4 piani interrati per una superficie lorda totale di 68.432 m2, si distingue per inediti standard di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. GIOIA 22 otterrà la certificazione LEED, adotterà un approccio Cradle to Cradle nella scelta dei materiali, limiterà i consumi energetici grazie all’introduzione delle più efficaci best practice di edilizia sostenibile e sarà attrezzato con sistemi per la green mobility.

La torre verrà realizzata al posto dell’edificio ex INPS di Via Melchiorre Gioia 22, costituito da diciotto piani fuori terra e tre interrati per una superficie complessiva di 40.000 mq, realizzato nel 1961 e in disuso dal 2012.

Le fasi di cantiere prevedono, dopo una fase di bonifica che ha visto la rimozione di oltre 200 tonnellate di amianto, l’avvio della demolizione nel mese di novembre 2017 e la posa della prima pietra nell’estate 2018, con previsione di completamento dell’immobile entro il 2020.

GIOIA 22 avrà oltre 6.000 m2 di pannelli fotovoltaici che consentiranno una riduzione del fabbisogno energetico del 75% rispetto alle più recenti torri direzionali presenti a Milano, un primato per un edificio di questa tipologia che gli consente di rispondere agli standard Nearly Zero Energy Consumption Building. L’energia prodotta dal sistema fotovoltaico di GIOIA 22 sarebbe sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di 306 abitazioni.

In GIOIA 22 sono previsti altri sistemi per la riduzione del consumo di energia come l’illuminazione a LED, controllata da sensori di luce diurna e dalla presenza di dispositivi esterni, e un sistema alimentato da acqua di falda sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento, che sfrutta l’innovativo raffrescamento diretto da free cooling (senza utilizzo di un gruppo frigorifero).

La riduzione annua di emissioni di anidride carbonica realizzata da GIOIA 22 rispetto al precedente edificio, pari a -2.260 tonnellate, equivale all’assorbimento di CO2 attribuibile a circa 10 ettari di bosco (4.500 alberi).

Grazie all’integrazione di piste ciclabili, aree pedonali, zone verdi e luoghi di condivisione, la torre risponde alla richiesta sempre più sentita dalle nuove generazioni di una mobilità green, orientata

a uno stile di vita sano e rispettoso dell’ambiente; accessibilità a mezzi pubblici e servizi di sharing, predisposizione di parcheggi con colonne di ricarica per veicoli elettrici, biking facilities, ampi spazi riservati dotati di docce, spogliatoi e lockers sono alcuni degli esempi di facilities connessi al nuovo progetto. L’interazione tra spazi interni ed esterni, privati e aperti al pubblico, si concretizza nel podio e nelle aree verdi che lo circondano, punti di connessione tra l’edificio e la città.

Gli interni, caratterizzati da versatilità degli spazi comuni e privati, sono pensati come luogo di incontro fra le persone, come piazze per la condivisione, vocate allo smart working e anche al relax. Gli uffici possono ospitare fino a 2.700 persone; il basamento dell’edificio, che ai piani interrati ospita oltre 350 posti auto, spazi tecnici e aree di storage, dispone di una lobby di ingresso a tripla altezza, di un piano polifunzionale e di un’ampia terrazza. Un sistema di 12 ascensori serve l’edificio secondo i più alti standard BCO (British Council for Offices).

Con l’integrazione di GIOIA 22, Porta Nuova si consolida come quartiere in grado di attrarre investimenti e progetti di sviluppo di dimensione globale: accoglie infatti già headquarters di numerose società nazionali e internazionali in diversi settori, dal finanziario al tecnologico, alla moda, ai servizi di consulenza. Nell’area, in cui negli ultimi 5 anni si è concentrato il 18% delle locazioni per uffici di Milano, 300.000 m2 sono già locati; 75.000 m2 sono in fase di consolidamento; 120.000 m2 di spazi sono in fase di sviluppo/ristrutturazione.

“Milano può candidarsi come laboratorio europeo di innovazione nello sviluppo del territorio, con progetti di nuova generazione in grado di contribuire alla composizione di una ricetta italiana vincente nel realizzare edifici sostenibili che sappiano coniugare rendimento economico e sociale” ha commentato Manfredi Catella, Founder & CEO di COIMA SGR. “Il progetto di GIOIA 22 – Porta Nuova è il nostro primo contributo per avviare una stagione dove rimettere l’Italia e Milano al centro dei migliori progetti al mondo.”

“L’originale forma della torre rappresenta il risultato della confluenza di due tessuti urbani e al tempo stesso la risposta all’esigenza di ottimizzazione della luce e dell’energia solare. La combinazione di questi due fattori ha determinato la singolarità di una forma dinamica in grado di esprimere in modo autentico la sua particolare collocazione nello skyline milanese” – il commento di Gregg Jones, Principal di Pelli Clarke Pelli Architects.

“Questo progetto dimostra ancora una volta come la qualità architettonica non possa più prescindere dalla sostenibilità ambientale” ha aggiunto Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di MIlano. “Il nuovo edificio si integrerà in armonia e continuità con quanto realizzato negli ultimi anni nell’area di Porta Nuova, un piano urbanistico che, dal Bosco Verticale al nuovo Palazzo Lombardia, dalla Torre Unicredit al complesso dell’area Varesine con la Torre Diamante, ha ridefinito lo skyline della città con progetti di elevata qualità architettonica. Lo sviluppo del quartiere coinvolge ora stabilmente anche il lato che si allunga alla Stazione Centrale.”

COIMA è una piattaforma leader nell’investimento, sviluppo e gestione di patrimoni immobiliari per conto di investitori istituzionali internazionali e domestici. COIMA SGR, società di Investment & Asset management, gestisce 20 fondi di investimento immobiliari con oltre 5,5 miliardi di euro di investimenti e conta nel proprio portafoglio oltre 170 proprietà, incluso 24 immobili certificati LEED Gold e Platinum. COIMA Srl, società di Development e Property management, in oltre 40 anni ha sviluppato e gestito immobili per oltre 5 milioni di metri quadrati. Fra i progetti più importanti la piattaforma ha co-investito, co-sviluppato e gestisce ancora oggi il progetto Porta Nuova a Milano, uno dei più prestigiosi piani di riqualificazione urbana d’Europa.

 

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23 commenti su “Milano | Centro Direzionale – Presentato Gioia 22, la “Scheggia di vetro”!”

    • Concordo.
      Non è brutto ma certo non lascerà alcuna traccia nella Storia dell’Architettura moderna.
      In fondo l’aurea mediocritas non turba nessuno e fa dormire sonni tranquilli ai pavidi.

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    • Ma al di la del riferimento forzato allo Shard, (e al fatto che è molto meglio di quel che c’era prima) vi sembra veramente un tale capolavoro?

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      • No anzi, a dirti la verità sono abbastanza deluso. Si poteva fare molto meglio.
        Ma è comunque un miglioramento e una ottima notizia sia dal punto di vista estetico/urbanistico sia dal punto di vista economico. Un progetto così significa decine di milioni di investimenti per Milano.
        Il fatto è che non sopporto i commenti da italiano medio, dove si deve sempre denigrare e ridicolizzare (“Londra de noantri”…) tanto per sembrare intelligenti.

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  1. “adotterà un approccio Cradle to Cradle nella scelta dei materiali, limiterà i consumi energetici grazie all’introduzione delle più efficaci best practice di edilizia sostenibile e sarà attrezzato con sistemi per la green mobility.”

    Abbiamo termini italiani, usiamoli ogni tanto… 🙂

    A parte questo, mi piace molto il progetto e penso si inserisca molto bene a Porta Nuova.

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  2. Bello, esprime potenza, anche se è un 120m è bello massiccio, meglio di una torre alta ma segalitica. Se fosse una donna diremmo che ha un gran bel cxlo, tutte le forme sono al posto giusto… Diciamo che ci metterei la firma per un’altra trentina di grattacieli come questi in città nei prossimi anni, soprattutto negli ex-scali ferroviari. Approvato all’unanimità, anche dai troll che sicuramente dai commenti stanno rosicando alla grande. “Il vostro rosicamento è la nostra maggior soddisfazione”… gne gne… abbiribiriri… “Il dottor Thomas non è in sede”

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  3. “L’originale forma della torre rappresenta il risultato della confluenza di due tessuti urbani e al tempo stesso la risposta all’esigenza di ottimizzazione della luce e dell’energia solare. La combinazione di questi due fattori ha determinato la singolarità di una forma dinamica in grado di esprimere in modo autentico la sua particolare collocazione nello skyline milanese”

    Ma quale singolarità attenzione al contesto..
    Questo è un progetto dello stesso Pelli a Madrid:http://www.buildingbutler.com/images/gallery/large/building-facades-6992-31512.jpg

    L’ennesima e banale operazione finanziaria affidata da archistar che producono architettura senz’anima, in un quartiere, quello del centro direzionale, che per quando incompiuto e malriuscito rappresentava un insieme fortemente identitario di architettura moderna della milano del boom (Antonioni gira uno dei suoi capolavori: “la Notte”). Un Identità che gli episodi urbani recenti stanno stravolgendo, assimilando la città a un caotico insieme di singoli progetti, dove “più è alto, più è bello”, la Londra recente docet.
    I certificati di ecosostenibilità non producono qualità urbana.

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    • Il fatto che Antonioni ci abbia girato un film non significa che fosse bello: i registi neorealisti sceglievano le ambientazioni in base ai messaggi che volevano trasmettere, non in base all’estetica. Sennò, secondo lo stesso criterio, sono belle anche le borgate di baracche di Roma perché Pasolini ci ha girato Uccellacci e Uccellini.

      Camuffare la realtà con paroloni pseudo intellettuali (“un insieme fortemente identitario”), giochino che piace molto ad architetti & affini al punto da essere ormai diventato un cliché, non ne maschera la realtà: un quartiere abortito dove la maggior parte degli edifici sono, o erano come nel caso del palazzo ex INPS, delle emerite schifezze (spesso anche secondo i canoni dell’epoca).

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  4. una cosa positiva: sembra molto milanese nel suo essere un palazzone comunque rivestito di vetro, Non ci vedo affatto la citazionee della scheggia di Londra, ma proprio zero. L’altezza mediocre? no grazie va bene cosi’ nella sua mediocrità altrimenti sarebbe stato davvero imbarazzante.
    una cosa negativa: non si capisce in basso cosa hanno combinato, francamente, non si capisce: è un marciapiede, un parcohetto, una piazza? boh, e poi perchè cosi’ arretrato rispetto alla strada, è troppo immezzo al nulla quasi a negare il contesto in cui si trova, questo per me è il vero punto dolente. Per il resto non c’è da lamentarsi. il diamanotne poco distante, non mi sembra cosi’ diverso, eppure fa la sua porca figura….

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  5. Ormai ne sono certo: quelli che qui sopra hanno commentato negativamente riuscirebbero a criticare le puppe di Eva Mendes, il rovescio di Borg, una schiacciata di Michael Jordan e un assolo di Placido Domingo in “Otello”. Poi, ovviamente, sono gli stessi che quando vanno all’estero rimangono a bocca aperta per palazzi belli la metà di questo.
    Ma forse siete solo dei rosiconi, incompetenti, nervosi, brontoloni e poco avvezzi agli incontri ravvicinati del terzo tipo con belle donne.
    E infine, un giudizio sul progetto: a me piace abbastanza. Non è sicuramente un capolavoro ma nel complesso non è male, sempre che venga fatto molto simile a questo rendering.

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    • Andy, hai detto bene, un’analisi che condivido al 100% sui commenti e sul progetto.
      Però “incompetenti” non lo avrei messo (credo che lo ha scritto nell’impeto del fastidio per certi commenti).
      Le competenze non bastano a far scrivere giudizi obiettivi.

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  6. Bello ed energeticamente innovativo, niente da dire, a parte che magari si poteva farlo alto il doppio “specchiando” all’insù ciò che si vede in rendering.

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  7. La prua di una bella nave di cristallo.
    Ha portato l’oceano in via m.gioia.

    A latere, dai rendering, non ho capito se il parco verde nuovo arriverà fino ai piedi della edificio ponte ex sip telecom.

    Ossia si potrà collegare direttamente l’edificio a ponte sopra il futuro naviglio direttamente con il parco a venire…

    Interessante.

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  8. a ma piace, sinceramente. meglio di oggi di certo.
    chissà se la scheggetta potrebbe arrivare sino a terra, almeno esteticamente se non strutturalmente…invece che fermarsi al secondo/terzo piano.
    magari viene una vaccata, eh. ma come se attraversasse anche i tre piani iniziali

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  9. Di primo impatto e’ bruttino, un disegno apparentemente banale, pero’ la faccia inclinata e’ suggestiva sia dal basso che dall’alto e non credo sia banale da progettare, personalmente non amo vedere sempre progetti “tutto di vetro”, mah,.. vediamo se esce qualcosa di piu originale, sempre meglio di quella orribile torre, come si chiama, Solea..? (mezzo aborto)..

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  10. Bello, innovativo e di effetto, ci voleva proprio una ripulita innovativa nella nostra bella Milano.
    Mi auguro solo che non sia un “rogo di calore” nel periodo estivo.
    In ogni caso BELLO, soprattutto per aver pensato anche alla piantumazione di verde nei dintorni, essenziale per poter respirare nelle grandi città.

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