Milano | Porta Vercellina – Le Porte di Milano: piazzale Baracca

Avevamo già affrontato qualche anno fa il tema della trascuratezza che purtroppo contraddistingue le 13 porte (varchi) delle antiche mura del 1500. Porte caratterizzate da una piazza di grandi dimensioni con, in alcuni casi, un arco o un grande monumento.

Le 13 porte sono, in senso orario: Porta Tenaglia, Piazza Lega Lombarda; Porta Volta, Piazza Baiamonti; Porta Garibaldi, Piazza XXV Aprile; Porta Nuova, Piazza Principessa Clotilde; Porta Venezia, Piazza Oberdan; Porta Monforte, Piazza del Tricolore; Porta Vittoria, Piazza V Giornate; Porta Romana, Piazza Medaglie d’Oro; Porta Vigentina, Via Ripamonti; Porta Lodovica, Piazzale di Porta Lodovica; Porta Ticinese, Piazza XXIV Maggio; Porta Genova, Piazzale Cantore; Porta Vercellina, Piazzale Baracca. 

Dopo Porta Vittoria, Porta Lodovica e Porta Romana, Porta Venezia, Porta Volta e le due Porte Nuove (piazza Cavour e Principessa Clotilde), ora ci occupiamo di Porta Vercellina e di piazzale Francesco Baracca.

Porta Magenta (già Porta Vercellina fino al 1860) era, come abbiamo visto sopra, una delle sei porte principali di Milano ricavata all’interno dei bastioni delle mura spagnole, oggi in buona parte demolite.

Posta a ovest della città, si apriva lungo la strada per Vercelli. Come ogni porta milanese, era segnalata da un ingresso trionfale in quello che è l’attuale piazzale Baracca, allo sbocco di corso Magenta.

Arco di porta Magenta poco prima di essere demolito in una stampa dell’epoca

La storia di questa porta possiamo farla risalire all’epoca napoleonica, quando il governo del Regno d’Italia (1805-1814), guidato dal Melzi d’Eril, vicepresidente della Repubblica Italiana, pianificò un generale rifacimento delle porte di ingresso in Milano, previa demolizione delle vecchie porte spagnole ed alberazione della passeggiata sui bastioni.

In origine le porte erano semplici passaggi che servivano a controllare i flussi in entrata e in uscita dalla città, e avevano una funzione prettamente militare; il nuovo governo desiderava trasformarle in semplici caselli daziari, ma di foggia adeguata allo status della capitale del Regno d’Italia. La cinta daziaria di Milano avrebbe, infatti, corrisposto con le mura spagnole.

I progetti vennero affidati ai più prestigiosi architetti dell’epoca, tutti attivi in Milano: ad esempio Cagnola ebbe l’incarico di disegnare il primo progetto per Porta Comasina (realizzata poi dal Moraglia), poi Porta Ticinese (1802-1814) e poi l’Arco della Pace, il Moraglia

Porta Vercellina, invece, fu tra le prime ad essere realizzate, in quanto collegata all’ingresso trionfale in Milano di Napoleone, l’8 maggio 1805, che giungeva per esservi incoronato re del Regno italico il successivo 26 maggio.

Il disegno venne affidato al Luigi Canonica, dall’agosto 1797 ‘architetto di Stato’ in sostituzione del suo maestro Piermarini.

Canonica innalzò il nuovo manufatto sull’area dell’attuale piazzale Baracca ed utilizzò i materiali rivenienti dalle demolizioni dei bastioni esterni del Castello, che giacevano abbondanti e poco utilizzati. Erano presenti inoltre anche due caselli daziari, addossati alla cerchia delle mura.

Nel 1873, con l’accorpamento amministrativo del comune dei Corpi Santi, i borghi che si erano formati oltre le mura spagnole, tutte le porte di Milano persero la loro funzione come casello daziario.

Nel 1872-79, entro i bastioni, venne edificato l’attiguo carcere di San Vittore che interrompeva il passeggio sui bastioni di porta Vercellina. Nel 1885 ebbe avvio la demolizione delle mura spagnole a cominciare, proprio, dal settore di porta Vercellina, che comprendeva il tratto tra il Castello e porta Ticinese.

Quella fu anche l’occasione per eliminare il passaggio troppo stretto per la presenza dell’arco neoclassico. Infatti al contrario di altri archi cittadini, questa porta era circolata dai caseggiati del dazio che si trovavano a pochi metri da esso, consentendo il passaggio solo attraverso l’apertura centrale. Così nel 1897 venne abbattuto completamente l’arco di porta Vercellina, del quale non resta oggi più traccia.

Due rare immagini dell’arco di Porta Magenta-Vercellina

Vista del lato città
Vista del lato Campagna

Di seguito le uniche foto che mostrano come si presentava l’arco durante la demolizione, una dal lato della città, una dal lato della campagna.

Noi abbiamo provato a collocare l’arco virtualmente nella posizione (a grandi linee) dove si trovava in origine.

Adesso dopo avervi raccontato a grandi linee la storia di quest’arco scomparso, possiamo passare ad una nostra analisi del luogo, piazzale Baracca.

La piazza in origine era uno slargo enorme che si trovava oltre l’arco della porta neoclassica. Inizialmente chiamato di Porta Vercellina, venne successivamente intitolato, come la porta, alla vittoria di Magenta, 1859, battaglia commemorata come il primo scontro che diede inizio al processo di unificazione dell’Italia che in tre anni di campagne militari condotte dai franco-piemontesi porterà alla riunione degli Stati della penisola sotto il dominio dei Savoia.

L’aspetto della piazza è decisamente Ottcentesco per quanto concerne le architetture dei palazzi.

I più antichi sono i palazzi di ponente, all’angolo con Corso Vercelli. Tutti più o meno del primo Ottocento, poi lo sviluppo dell’intera piazza lo si può far risalire al periodo successivo all’abbattimento dell’arco, quindi i restanti palazzi sono tutti del periodo a cavallo tra fine Ottocento e primo Novecento. Sulla piazza affacciano anche due capolavori del liberty milanese, Casa LaugierResidenza Vignale.

Entrambe molto belle anche se la seconda è stata ampiamente e brutalmente ampliata nel dopoguerra.

La bella facciata di Casa Laugier

 

Via Toti 2, Casa Vignale, delizioso particolare. Edificio firmato dall’architetto Gattermayer, in collaborazione con l’austriaco Adolf Loos.

L’insieme dei palazzi è molto armonioso e nel giardinetto al centro, realizzato intorno agli anni Venti del ‘900,  si trova la statua dedicata l’Eroe.

Nel giugno 1918, a pochi mesi dalla fine della Grande Guerra, moriva durante una battaglia aerea l’asso dell’aviazione italiana, Francesco Baracca (1888-1918). Il pilota fu ucciso probabilmente da un colpo di fucile sparato da terra, mentre sorvolava le trincee austro-ungariche in zona Montello, ma non c’è certezza assoluta in quanto all’epoca un biplano austro-ungarico sostenne di averlo abbattuto. Il mito del grande aviatore fu talmente sentito, soprattutto in quegli anni (1920-1930) che a lui vennero intitolate piazze e vie.

Una curiosità che forse non tutti sanno, il simbolo dell’aviatore, Francesco Baracca, era un cavallino rampante (lo si vede sul fronte del basamento della statua) utilizzato in seguito anche da Enzo Ferrari come suo simbolo, diventato poi con qualche modifica, simbolo anche della mitica casa automobilistica.

Milano non fu da meno e così il grande piazzale venne intitolato all’eroe scomparso e per l’appunto al centro del nuovo giardino fu eretto il monumento a lui dedicato, opera dello scultore Silvio Monfrini (con piedistallo dell’architetto Ulisse Stacchini) e inaugurato il 27 settembre 1931 da Italo Balbo, allora Ministro dell’Aviazione.

Dopo aver visto storia e architettura della piazza, possiamo passare all’analisi del contesto.

Abbiamo suddiviso ed evidenziato alcune aree della piazza nell’immagine che segue, la criticità evidenziata con la lettera A è quella dei parcheggi selvaggi e fantasiosi che infesta ogni angolo di Milano, mentre la lettera B evidenzia il disordine di bugigattoli e edicole che si sono sviluppati lungo il marciapiede che idealmente collega corso Magenta a corso Vercelli.

Iniziamo con via Toti e viale di Porta Vercellina, più volte menzionate in altri articoli, sono l’apoteosi del menefreghismo delle amministrazioni comunali succedutesi dal dopoguerra ad oggi, perché lasciare questi spazi urbani in queste condizioni per noi è assoluto menefreghismo.

Basterebbe sistemare gli spazi con un disegno più mirato e avremmo posti auto per tutti, ordinati e aiuole protette e belle, invece del solito caos urbano di lamiere posteggiate nelle maniere più assurde.

Avevamo fatto tempo fa uno schema che secondo noi, appunto, salverebbe i parcheggi e le aiuole, il tutto in una maniera più ordinata.

L’aggiunta di qualche albero e il ridisegno dei marciapiedi (non necessariamente in pietra, l’importante è che siano ordinati e puliti) forse basterebbe per avere un piazzale Baracca bello.

Le immagini qui di seguito illustrano lo stato pietoso dell’aiuola centrale di via Toti.

Vi sembra dignitosa una città lasciata in queste condizioni? Si parla spesso di periferia, ma nelle periferie i problemi sono altri, ma non troverete quasi mai questo caos di vetture come succede nel centro città, dove mancano parcheggi e posti auto.

Qui ci troviamo nel lato meridionale della piazza, tra gli alberi rigogliosi, si cela un mondo fatto di lamiere nascosto ai molti dai bugigattoli e dalle bancarelle allineate lungo il marciapiede.

Anche qui ci chiediamo in quale altra città europea si trovi un simile disordine urbano, creato poi solo dalle vetture parcheggiate in maniere “fantasiosa” e dai soliti pali in eccesso collocati da Comune e sicurezza stradale.

Il lato “settentrionale” della via che attraversa la piazza e che unisce Corso Magenta con Corso Vercelli è caratterizzato da una serie di chioschi, almeno cinque, che variano dall’edicola al fioraio alle bibite. Per carità, non siamo contro la loro presenza, ma secondo noi sono stati disposti nel corso del tempo in maniera disordinata, soprattutto verso l’angolo di Corso Vercelli, dove a fatica si riesce ad accedere al giardino centrale. Una migliore distribuzione non sarebbe meglio?

Ed ecco la parte centrale del piazzale, adibita a giardino con al centro, come abbiamo già detto, la statua dedicata all’Eroe Francesco Baracca.

Secondo noi ci sono delle cose che andrebbero aggiustate; ad esempio si potrebbero eliminare dall’aiuola, ai piedi della statua, le siepi di di lonicera, un sempreverde tappezzante, che pare più una pianta infestante che una siepe adatta ad abbellire le aiuole e che viene utilizzata dai giardinieri del Comune perché meno dispendiosa di un prato ma che spesso si trasforma in un ricettacolo di immondizia.

Concludiamo il nostro giro attorno a Piazzale Baracca riflettendo su alcune cose che si ripetono da anni e che sono ancora senza soluzione.

Così abbiamo, oltre al solito disordine causato dalle vetture parcheggiate ovunque, anche una proliferazione di pali di ogni genere, dai semafori ai cartelli stradali, che oramai vengono aggiunti ad altri ogni volta denotando la scarsa attitudine del Comune ad un certo rigore logico e di buongusto.

Nel 2013 ATM e il Comune hanno sostituito gli scambi dei tram e come sta succedendo da un po’ si è provveduto ad eliminare il pavé dalle careggiate.

La promessa era quella di sostituire il catrame con del catrame rossiccio, ma a voler guardare a noi pare normale e grigio scuro come sempre. Per giunta i masselli sono stati eliminati solo dove è stato effettuato l’intervento, per il resto la pavimentazione è rimasta com’era, col pavé. Non sarebbe stato meglio, per coerenza, eliminarlo completamente?

A questo punto metteremmo i masselli in pietra al posto del catrame dei marciapiedi della piazza, dando un aspetto certamente meno sciatto al piazzale.

Con piccoli accorgimenti, trasformeremmo parti di città in qualcosa di meglio senza spendere cifre astronomiche alla ricerca di chissà quali idee avveniristiche.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

52 commenti su “Milano | Porta Vercellina – Le Porte di Milano: piazzale Baracca”

  1. Ma i vigili dove sono ??? Invece di aumentare il biglietto ATM perché il comune non comincia a reperire le risorse necessarie al trasporto pubblico dando lezioni di educazione civica ( multe ) a chi pensa sia normale posteggiare la propria auto ovunque ci sia un m2 disponibile ?
    Fino a quando non ci sarà certezza della pena con sanzioni adeguate questa situazione rimarrà irrisolta e Milano una città più simile ad una metropoli del 3 mondo e non una capitale europea come sia auspica il ns sindaco e i numerosi milanesi.

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  2. Incredibile come sia concesso tutto questo scempio di auto parcheggiate ovunque, specialmente sui marciapiedi. Il bello è che quando si cammina sui marciapiedi e questi fenomeni devono uscire ti fanno pure i fari per passare.
    A parte tutto questo una chicca sono le cabine telefoniche ancora presenti, nel 2018. Ovviamente imbrattate e/o distrutte per creare ancora più caos.

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  3. Piazza Baracca è (potrebbe essere) una delle piazze più carine di Milano, gli edifici che vi si affacciano sono tutti pregevoli. Fosse a Parigi sarebbe valorizzata adeguatamente, purtroppo è a Milano

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  4. Condivido tutto il bell’articolo, ma commento che lo stato di questa piazza è la misura della grettezza dei ricchi milanesi. Perché non c’è appartamento che vi si affacci, come sul viale, che non valga cifre stellari.
    Ma pur di poter sbattere le loro auto dovunque e senza spendere un euro per la sosta, i facoltosi e titolati abitanti della piazza e del quartiere, al posto di chiedere al Comune e al municipio di appartenenza (e ne avrebbero di voce!) un decoroso riordino, fanno finta di nulla.

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    • Caro professore, guarda che la maggior parte delle auto parcheggiate li ( strisce bianche + aiuole ) sono dingraditissimi pendolari che arrivano fino in piazzale Baracca in auto per poi proseguire in metro / tram evitando di pagare area C ed eventuale parcheggio in centro. I residenti c’entrano poco e sarebbero ben contenti di un controllo a tappeto de vigili ( così finalmente possiamo parcheggiare senza girare per ore )
      In fine togliti dalla testa che chiunque abiti in questa zona sia un milionario perché non è proprio così.
      In sintesi le tue considerazioni da bar vai a farle al bar dello sport !

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      • Notoriamente pendolari, anche alle due di notte, di sabato e di domenica.
        Frequento il quartiere non abitandoci e le situazione le vedo dal vero, non prendiamoci in giro.
        Se poi hai sottomano 100 metri in piazzale Baracca, diciamo piano medio, per meno di 600k, fammelo sapere che compro a occhi chiusi.
        Perché le considerazioni da bar non sono certo io a farle.

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        • Caro professore le tue sono proprio considerazioni da bar se non da mercato. Ti sfido a fare un giro il venerdì è sabato sera per vedere se la situazione che descrivi e’ vera. La realtà è che pultroppo piazzale Baracca in quanto zona di confine con Area C e ricca di spazi non contrassegnati dalle strisce giallo o blu e’ diventata il parcheggio dei pendolari. Ben vengano i vigili e le rimozioni e cresime il quartiere lo ha chiesto più volte. Evidentemente non ha la gran voce che tu gli attribuisci perché alla fine nessuno vuol disturbare i cari pendolari che devono arrivare con li in macchina.

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    • Lei è molto confuso. Le auto sono tutte di pendolari che non vogliono pagare l’area c e non lasciano l’auto a casa loro per non usare i mezzi.
      i residenti hanno i loro posti auto e a carissimo prezzo e sopratutto NON usano l’auto. infatti basta passare nel week end di auto non ce n’è.
      facciamo così: VIETIAMO l’ingresso in auto ai non residenti a milano e poi vediamo quanti posti si liberano. sono 800.000 auto al giorno.
      la dimostrazione è che siccome non vengono multati ogni volta che lo fanno, ritornano sempre impuniti. succede anche a casa mia.
      poi quando i residenti (che hanno quindi l’auto lì) si dimenticano di esporre il tagliando, ah no quelli vengono multati sempre. bisogna multare i NON RESIDENTI. stop

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  5. Concordo al 100% con Renato S.
    Se chi vede quotidianamente questo schifo accetta la situazione, o peggio ancora contribuisce al degrado, nonostante l’evidente benessere del quartiere, allora la situazione è davvero patetica…

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    • E’ per questo che un sito come questo serve: per evitare di abituarsi allo schifo.
      Che poi basterebbe che tutti i giorni con regolarità una pattuglia di vigili a fine turno prima di tornare al comando si fermasse a dare un paio di multe…non mi sembra di sognare la luna (poi coi soldi delle multe dopo un annetto ci finanziano 2 dissuasori e magari un arredo urbano un po’ più moderno e civile)

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      • I vigili urbani di Milano hanno bisogna di una seria riforma. Così non servono a niente. Ci sono pochi controlli, si chiude spesso entrambi gli occhi. È una situazione assolutamente intollerabile. Milano è una metropoli e non un paesino di provincia! Ogni volta che torno da Londra mi incavolo!!!

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  6. What is a Bollard?

    Bollards are protective barriers and boundary markers

    Model R-7901 removable bollards allow for temporary access down laneways.

    A bollard is a short post used to create a protective or architectural perimeter. When installed primarily as a visual guide, bollards guide traffic and mark boundaries. They come in a wide variety of shapes and styles to accentuate or visually stand out in their settings. Bollards can also be constructed to physically block vehicle incursion, protecting people and property. These security bollards may have decorative elements or be chosen to complement the landscape, but their primary consideration is resistance to impact forces. Bollards can be made from almost any material, depending on their needed function, but the most common bollards are metal, stone, cement, or plastic.

    History of bollards

    The term “bollard” first appeared in the Oxford English Dictionary in 1844, describing a post used to attach a maritime vessel’s mooring line. The etymology is unclear, but it is likely it was derived from the word “bole,” meaning tree trunk. Over time, the term has been extended to include posts used to guide pedestrian and vehicle traffic.

    Although the term is only two hundred years old, bollards have been around for thousands of years. Some of the oldest surviving bollards date from the Roman empire, where carved stone posts were used as tethering posts outside of buildings, and milestones along the sides of roads.

    http://www.reliance-foundry.com/bollard/bollard-definition#gref

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  7. È un fenomendo del tutto italiano. Interi quartieri distrutti dalla sosta irregolare. Nell’Italia di oggi lo spazio pubblico è conveniente per buttare la monnezza o per parcheggiare la macchina. Un paese dove regnano i cafoni e menefreghisti.

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  8. Sono a favore di multe senza pietà…ma hanno un’utilità limitata. Anhce negli altri paesi d’Europa non bastano, infatti le strade sono disseminate di dissuasori della sosta ovunque. Funzionano e costano meno dei vigili e della guerra per riscuotere le multe.

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  9. Questa è Copenhagen.

    Ditemi voi se nella seguente piazza si affidano al livello di civiltà individuale del danese medio oppure se hanno preferito affidarsi all’attività dei vigili urbani (seppur danesi)

    https://goo.gl/images/na9RnQ

    Sono cretini loro che non si fidano del vigile urbano oppure noi siamo meglio di loro a credere che elementi fissi non sono sufficienti a riportare Milano fuori dal terzo mondo mondezza…

    Giudicate voi.
    Allerta neuroni.

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    • Dobbiamo togliere più auto dalla nostra città. Ogni cm tolto alle auto è un cm in più di spazio pubblico, di spazio per una panchina o un albero. Cioè di vivibilità. Non sono mica fessi a Copenhagen.

      E poi servono risposte serie a livello regionale (più trasporto pubblico), perchè non può essere che ogni giorno a Milano entrano più di 800.000 auto!

      Un’ultima cosa: l’area C così piccola non serve a molto. Protegge solo i quartieri più centrali. Mentre al di fuori c’è il delirio totale. Bisogna allargare l’area C e attivarla anche in alcune piazze/quartieri della periferia. Milano deve avere più “centri” e non solo il centro storico.

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      • Sicuramente a Copenhagen non sono fessi, ma la foto è di Lund in Svezia ed è l’equivalente della nostra piazza Duomo. Dove anche noi non abbiamo auto in sosta ma in compenso due file di taxi parcheggiati sotto le palme, tra auto che scorrono e tavolini su marciapiedini larghi due metri.

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          • …che i dissuasori sono importantissimi ma non sono l’unica cosa da fare a Milano perchè come accade sempre nella vita i problemi si risolvono con tante misure coordinate e non con una sola.

            Corollario: però se non fai mai niente non succederà mai niente

          • Almeno una cosa l’avete capita…
            ?
            A me preoccupano queste risposte coordinate perché spesso nascondono la malcelata volontà di fare finta di incidere nel risolvere un problema..

            Partendo dal fatto che non è il tuo caso specifico, ossia che tu sia in buona fede nel dire che non esiste una soluzione principale..

            Ecco allora ti chiedo.
            Pensi veramente che le soluzioni siano tutte a uno stesso livello?
            Ossia che una equivalga l’altra?

            Prendiamo ad es.la malattia, la polmonite ad esempio.
            Te la sentiresti di consigliare un medico che ti dice che la tachipirina e le vitamine sono equivalenti ad un buon antibiotico?

            Senza offesa ma lo vogliamo risolvere questo problema del parcheggio irregolare oppure ci limitiamo a prendere l’aspirina?

            Non è che i dissuasori sotto sotto non li volete perché tutto sommato ci volete parcheggiare voi in sosta irregolare, basta che non sia eccessivamente irregolare…?

            Se non è così vi dico che i dissuasori sono l’antibiotico e poi possiamo anche prendere le vitamine. Ma non il contrario…

          • Per il cancro ai polmoni la cura è la chemio.
            Se vuoi ridurre l’incidenza di cancro ai polmoni devi ridurre l’inquinamento e vietare il fumo di sigarette..

            Se in un blog sul tumore ai polmoni ci fosse un utente che continua a scrivere post sulla innegabile utilità della chemioterapia, io continuerei a scrivere che però serve anche vietare e sanzionare il fumo.

            Va meglio così? 😉

      • Credimi con 5 euro di tassa che diventano 3 se parcheggi in un autorimessa convenzionata l’area C è inutile anche per il centro. Se veramente vogliono decongestionare il centro il costo va portato a 15 euro almeno

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        • Secondo me i residenti lascerebbero comunque la macchina sulle aiuole.

          E anche quelli che entrerebbero fuori fascia area c.

          SONO POI favorevole ad aumentare il costo di area c ma resto convinto che vada protetto il suolo. E poi diciamocelo francamente, ma quanto è probabile che aumentino il costo di area c?

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  10. Io farei entrambi: disusuasori dove possibile e multe senza pietà (con le telecamere). E dei carri attrezzi per rimuovere le macchine parcheggiate in posizioni pericolose per pedoni, ciclisti o altri automobilisti. Se vogliamo diventare una città vivibile dobbiamo guardare al NORD EUROPA. Non c’è da inventarsi nulla di particolare. Bisogna solo volerlo.

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    • Ho paura che se non si mette in “sicurezza ” un luogo tramite i dissuasori fisici sarà sempre inutile chiamare qualunque vigile urbano.

      Come chiudere la stalla quando i buoi sono fuggiti.
      Impariamo dal nord Europa e aiutiamo i vigili urbani a fare il loro dovere mettendo i dissuasori.

      Anche il loro lavoro sarà più semplice.

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  11. Roberto Arsuffi candidati che ti voto prima che va su uno come wf. ah è vero c’è già uno così Maran.
    Cmq giusto per la cronaca, l’esempio della piazza in Danimarca non c’entra un cazzo con la piazza del post.
    La soluzione per sistemare quella piazza blema l’ha descritto Urbanfile, e ha definito perfettamente come si risolve, sosta regolamentata sistemazioni aiuole, cose che dovrebbe progettare l’assessore all’urbanistica.

    Tutte le tue cagate sulle moto che sono meglio delle auto non si possono sentire, sembra che vendi biciclette e motorini.
    L’inquinamento non è dato solo dalle auto ma anche dai riscaldamenti e la prova è stata il 26 dicembre senza pendolari e milanesi la città era sopra i limiti. Quindi ribadisco se 9 milioni di cittadini in lombardia usano l’auto non ho capito perchè solo i residenti a milano non la devono usare.
    Io voglio l’auto elettrica e quindi non inquino tiè!
    E poi perchè non sei rimasto dai tuoi parenti che usano solo la macchina per fare tre metri a canicatti con il tuo amico Maran, visto che hai sempre da ridire dei milanesi vai a vedere come funziona l’italia che è auto dipendente.
    E le auto li sono tutte dei pendolari, i residenti non sono tutti ricchi il fatto che uno possegga una casa da 600mila euro non vuole dire che è ricco perchè magari l’ha eriditata e ha un reddito normale come tutti voi e non deve per forza andare via perchè voi volete usare la bici. sfigati andatevene a Bologna e forza Roberto Arsuffi (io ti voterò).

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    • La parte su Roberto Arsuffi la condivido, ma il resto mi sembra un incubo da cotechino e lenticchie rimasto sullo stomaco fin dal veglione!
      Adriano, spesso son d’accordo con le cose che dici, ma questa volta il tono mi sembra troppo sopra le righe? (Gaviscon e cose simili fan miracoli…)

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    • La soluzione non è abolire i posti auto ma regolamentarli e ordinarli.
      Anche perché di tutti questi spazi liberi lasciati con due panchine (vedi piazza Wagner) non se ne vede proprio l’utilità…

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    • la penso al 100% come adriano. solo i residenti sanno la verità. gli altri si astengano.
      i residenti sono ostaggi due volte: 1) mattina e pomeriggio, carico e scarico abusivo e pendolari da ufficio e poi, dopo le 19, 2) ostaggio di quei cogliono che vengono a “fare serata” a milano da tutto l’hinterland. cominciamo il giovedì e finiscono domenica, circa.
      maran è un idiota e voto arsuffi. sistemare lasciando i medesimi spazi per i residenti e tutti gli altri ciao.
      faccio notare che allargando i marciapiedi hanno peggiorato la situazione anche lì.

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  12. a parte l’inciviltà delle persone, a cui non vi è modo di porre rimedio, il grandissimo problema di Milano è l’assenza totale dei vigili di quartiere che pur se chiamati ad intervenire rispondono che non hanno tempo (mia esperienza personale di un’autovettura parcheggiata in divieto da Natale di fronte al portone d’ingresso)!
    Milano potrà essere anche migliorata, ma il confronto con le altre grandi città europee in tema di verde pubblico, decoro e parcheggi rimane impietoso.

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    • Anche a me dicono sempre che “stanno effettuando controlli”. Dove e come non si sa. A parte pochi interventi spot, si fa un bel niente. Io li farei dare anche le multe per i mozziconi buttati per terra. Ufficialmente la multa è di 300€. Sarebbe una tassa giusta con l’effetto che paga chi sporca.

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      • Probabilmente i vigili hanno anche altri compiti tipo controllare i mercati ambulanti (dove sembra di essere in svizzera e nessuno usa buste in plasticaccia anni 80), presidiare gli incroci (la sera alle 8 quando torno a casa e’ sempre pieno di vigili ed il traffico fluido), ispezionare i cantieri edili (non li scampi mai), contrasto al commercio abusivo (non so cosa sia, si vede che l’hanno sradicato) e fose anche controllare i cambi di residenza per evitare abusi.
        Vabbe’, qualcuno sara’ anche in ufficio a scrivere rapporti , con tutto quel che fanno! 🙂

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  13. Caro Anonimo, ti dimentichi delle lunghe pause caffè nelle pasticcerie, di quando parcheggiano in doppia fila loro stessi, di quando passano con le volanti senza degnarsi di scendere (perché fa troppo freddo) a dare le multe alle macchine in palese divieto (proprio davanti ai loro occhi), degli interventi mancati per rimuovere banchetti abusivi e forme di accattonaggio (segnalati decine di volte). Se questa è efficienza evidentemente non hai mai messo il naso fuori Milano e notato cosa succede nelle altre città europee!

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  14. Il problema è la mentalità milanese esemplifica da questo intervento, con il massimo rispetto per chi lo scrive (anzi mi scuso in anticipo, non voglio crocifiggerlo):
    “La soluzione non è abolire i posti auto ma regolamentarli e ordinarli.
    Anche perché di tutti questi spazi liberi lasciati con due panchine (vedi piazza Wagner) non se ne vede proprio l’utilità…”

    Il milanese medio non capisce che le strade e in genere gli spazi pubblici non sono aree di sosta per i veicoli. Il loro primo scopo è la vita sociale dei cittadini. Non siamo in Sudamerica dove si vive per strada, ma è inaccettabile che la questione “sosta di auto e furgoni” sia l’unica ragione d’essere di tali spazi, altrimenti ritenuti inutilizzati.

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