Milano | Metanopoli – A marzo il cantiere per la nuova sede ENI

A Metanopoli, San Donato Milanese, se tutto fila liscio, entro marzo di quest’anno dovrebbe partire il grande cantiere per il Sesto Palazzo Uffici ENI.

Come ha spiegato a il Cittadino il vice sindaco con delega all’urbanistica, Gianfranco Ginelli, del Comune di San Donato Milanese, «Con la fine del 2017, si è concluso l’iter burocratico tra il costruttore e gli uffici del Comune, pertanto l’investitore a questo punto può dare avvio ai lavori in qualsiasi momento e, in base alle notizie che abbiamo, sembra sia già in atto la predisposizione della fase operativa».

L’intervento edilizio a Metanopoli (una zona molto estesa di San Donato Milanese, costruita nel 1952 dall’ENI per esser una vera e propria cittadella dell’azienda e dei lavoratori ENI) sarà uno dei progetti più prestigiosi in costruzione in Italia sia per qualità edilizia che architettonica. Si tratta di una serie di più edifici collegati fra loro, progettati dal premio Pritzker Thom Mayne e dallo studio Morphosis ArchitectsNemesi & Partners, tra cui: tre uffici direzionali, una mensa aziendale, un centro conferenze e uno spazio espositivo, per una superficie totale di 65.000mq che accoglieranno 4.600 dipendenti. 

Una struttura sinuosa e dinamica che pare scaturire direttamente dal terreno per evocare la ricchezza biologica e la storia geologica della Terra stessa. Grazie alle forme degli edifici che pur aprendosi all’esterno racchiudono una piazza viva e vibrante con una serie di terrazze e un giardino molto scenografico. Chi percorrerà la Via Emilia non potrà non fare a meno di osservarne le spettacolari forme che richiameranno subito l’identità di ENI.

L’ultima opera realizzata nel complesso di Metanopoli è stato il Quinto Palazzo Uffici, realizzato dallo studio Gabetti Isola nel 1991. Una struttura avveniristica all’epoca caratterizzata da una pelle eco-sostenibile innovativa per l’epoca. Infatti l’edificio è formato da una struttura modulare sistemata ad anfiteatro.

Il cantiere si troverà tra le vie Emilia, Alcide de Gasperi, Correggio e Ravenna a San Donato Milanese.

 

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18 commenti su “Milano | Metanopoli – A marzo il cantiere per la nuova sede ENI”

  1. Bene. Spero che con i soldi degli oneri di urbanizzazione IL Comune di san Donato metta a posto gli svincoli della tangenziale e dell’ Autostrada.Gli ingressi per San Donata da qualsiasi parte si provenga, sono vergognosi. Erba alta che impedisce la corretta visione, rifiuti abbandonati, capanne di disperati. …..e poi c’è il palazzo dell’eni.
    So che sarebbe di competenza dell’anas, ma che si mettano d’accordo. Proposta:
    in quella terra di nessuno che sono i terreni sotto i cavalcavia dell’autostrada, andrebbero messe delle sculture a cielo aperto. L’arte dove c’è la vita! L’arte recupererebbe la sua funzione di abbellire le città e non i musei. Di consolare tutti quelli che passano e sono milioni di persone. all’anno.

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  2. Caro Andy Le vedrebbero dalle macchine. Devi immaginarti la scultura anche come installazione. Basta uno specchio d’acqua illuminato. Lascia andare la fantasia andy.
    ma se non vuoi non si fa.
    Ciao

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    • Sotto i ponti dell’autostrada son certo meglio delle sculture artistiche che le baraccopoli o gli spacciatori o gli arbusti incolti
      Magari si potrebbe mettere anche la scultura di una ruspa, così Andy cambia idea ed è d’accordo… 🙂

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      • Bè, una ruspa per abbattere la baraccopoli serve sempre,
        poi è noto a tutti che gli spacciatori quando vedono una scultura artistica cambiano zona.

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        • Per quanto illegale, lo spaccio è un’attività economica (consegna di un prodotto in cambio di un pagamento) e come tale soggetta alla legge della domanda dell’offerta.
          Finché esiste la domanda, esiste anche l’offerta.
          Ergo, gli spacciatori continueranno a esserci pure se gli metti la Gioconda, la Pietà Rondanini e gli orologi molli di Dalì tutti assieme. Al massimo, si spostano di qualche metro per la ressa dei visitatori.

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          • Caro Anonimo delle 16.36, mi chiedo se dopo aver detto la tua cazzata quotidiana ora tu sia più contento e possa andare in giro per la strada a sorridere ai passanti, regalndo fiori profumati alle donne (o agli uomini, in base ai tuoi gusti).
            Ribadisco che delle sculture sotto il ponte dell’autostrada sono inconcepibili. Ma se ti piacciono tanto, per me va bene. Sicuramente sono meglio delle eventuali baraccopoli che tanto piacciono a quelli di sinistra come te, frutto della scriteriata politica dei topi rossi al governo, che affondano l’Italia non solo economicamente ma soprattutto socialmente e legalmente.

  3. Difendo L’idea delle installazioni nella terra di nessuno sotto i cavalcavia dell’autostrada. La confutazione di Andy è risibile.. Già oggi nelle migliaia di rotonde che sostituiscono i semafori, i Comuni di Tutta Italia hanno messo delle sculture per salutare l’ingresso e l’uscita dei visitatori del loro paese.. Quando arriva a Milano dall’autostrada del sole invece è una tristezza.: Rifiuti e alberi spontanei che sono anche pericolosi…nessuno che fa la pur minima manutenzione come tagliare l’erba.. per questo dico che L’idea è giusta.
    lascerei perdere i topi rossi e i gatti neri

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  4. Anche io sono a favore delle sculture. Potrebbero portare più cura per i quartierei d’ingresso a Milano. Poi diciamocelo, i quartieri periferici meriterebbero tutte più pulizia e manutenzione. A volte la sporcizia vicino alla strada è triste!! Ma non si pùo pulire i bordi delle strade almeno una volta al mese?

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  5. Beati voi che almeno potete discutere di un problema….noi a Roma non abbiamo problemi. Non ci sono lavori nuovi da poter commentare e quindi…muti , aspettando che qualcuno si ricordi di noi!!
    Intanto io sono dovuto venire qui a New York per poter lavorare e mantenere la mia famiglia. In Italia non torno più. Purtroppo!!

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  6. Un obrobrio indescrivibile che offende la memoria di Enrico Mattei.
    Bisognerebbe fargli resrtituire il premio Pritzker, se veramente il progetto è suo.

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