Milano | Boldinasco – Una rinascita per la Cascina Boldinasco: recupero e co-housing

Una vita tutta nuova per l’antica Cascina Boldinasco di via De Lemene (una traversa di via Gallarate). Inserita nel progetto ‘Abitare in borgo’, grazie ai fondi europei stanziati con Pon Metro, verrà concessa tramite avviso pubblico per essere riqualificata e in seguito destinata ad alloggi da affittare a canone convenzionato per ottenere un servizio abitativo fondato sulla reciprocità e sulla collaborazione: un progetto di co-housing che introduce un modello non ancora presente in città.

Sono state approvate dalla Giunta le linee di indirizzo per l’affidamento in concessione (per una durata di 40 anni) dei servizi abitativi sociali della cascina di proprietà comunale, in stato di abbandono dal 2006. Lo strumento di intervento sarà un Partenariato pubblico/privato (Ppp), molto innovativo per questo tipo di finalità: il Comune, attraverso il programma europeo rivolto allo sviluppo delle città metropolitane, contribuirà con 2,498 milioni di euro per la riqualificazione dell’immobile e con 281mila euro per le attività di gestione e accompagnamento sociale.

Il bando vero e proprio, tramite il quale individuare l’operatore che diventerà partner del Comune con l’obiettivo di rilanciare cascina Boldinasco, verrà pubblicato nelle prossime settimane.

“Il nostro progetto per Cascina Boldinasco – interviene Gabriele Rabaiotti, assessore alla Casa e ai Lavori pubblici – rappresenta un’innovazione importante sia dal punto di vista procedurale sia della destinazione d’uso: stiamo sperimentando un nuovo modello abitativo e introducendo strumenti di intervento di cui finora non ci siamo serviti. È una grande scommessa per la città. La nostra speranza è che gli operatori di Milano trovino l’interesse, le energie e le risorse per rispondere positivamente alla sfida che l’Amministrazione intende lanciare con questo bando”.

Il complesso edilizio è localizzato su un’area di proprietà comunale nei pressi del Montestella, in uno degli ambiti strategici già individuati con il Piano Periferie (QT8-Gallaratese), la cui superficie complessiva è pari a 5.166 mq.

È composto da una cascina di interesse storico artistico (tre corpi di fabbrica con distribuzione a ballatoio intorno a due corti interne per una superficie di 2.397 mq), da un’area verde di 665 mq, anch’essa sottoposta a vincolo, e da un’altra area di 1.930 mq al momento non edificata dove vengono coltivati degli orti. Ultimato agli inizi del ’900 intorno al nucleo originario, che risale invece al ‘700, dopo una prima vita da centro agricolo, negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale ne ha conosciuta un’altra come azienda agricola zootecnica all’avanguardia, per poi venire conferito negli anni ‘50 all’Amministrazione comunale e dedicato, fin da allora, ad alloggi sociali. Dal 2006 la cascina è stata abbandonata perché dichiarata inagibile.

E adesso, la rinascita. Il progetto che l’operatore sarà chiamato a portare a compimento e in seguito a gestire prevede innanzitutto il risanamento conservativo della cascina, con la possibilità di ampliare il complesso attraverso una nuova edificazione, nel rispetto dei caratteri ambientali del contesto e nei limiti ammessi dal Pgt. L’immobile sarà costituito da circa 45 alloggi per un mix abitativo in co-housing: fino all’80% del totale rientreranno nella categoria di edilizia convenzionata in locazione a lungo termine e/o godimento d’uso a canone convenzionato, il 20% (minimo) sarà destinato all’emergenza abitativa temporanea, ovvero a famiglie in particolare stato di bisogno indicate dall’Amministrazione. Il modello abitativo sarà quindi integrato, sia perché i target dei destinatari saranno differenti, sia in relazione alla gestione condivisa degli spazi e dei servizi condominiali, e dovrà essere sostenibile sia dal punto di vista sociale che economico.

Inoltre, saranno approntati degli spazi con funzioni di servizio per il quartiere, realizzati parcheggi pertinenziali, installate barriere anti rumore e riqualificate le aree esterne con verde attrezzato, in modo da completare il collegamento tra le aree del Portello e il Montestella. Una parte (il 40% circa) della superficie verde potrà continuare ad essere destinata ad orti.

 

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