Roma | Tor di Valle – Il nuovo stadio nell’occhio del ciclone

Sono passate meno di 24 ore dalla notizia sconcertante che sta facendo il giro di tutte le testate giornalistiche e che, manco a dirlo, riguarda l’ormai tormentato progetto per il nuovo stadio dell’A.S. Roma a Tor di Valle.

A essere sinceri, qualsiasi addetto ai lavori aveva potuto constatare una serie di inquietanti stranezze attorno a questa vicenda, a cominciare dal rigetto da parte dell’attuale giunta dell’ottimo progetto portato avanti dall’ex amministrazione Marino e dal relativo assessore all’urbanistica Giovanni Caudo.

Il tutto inizia nel 2014 quando la società Eurnova presenta uno studio di fattibilità per costruire nell’area del vecchio ippodromo di Tor di Valle il nuovo stadio affiancato da un business center, quest’ultimo firmato dall’archistar Libeskind e composto da tre torri iconiche.

A corredo del progetto ci sono una serie di infrastrutture finanziate dagli oneri di urbanizzazione e dunque a carico del privato, come il prolungamento della metro B a Tor di Valle, il potenziamento della Roma – Lido e un nuovo ponte sul Tevere (Ponte Traiano) per connettere l’area alla zona della Magliana e alla Roma – Fiumicino, ovvero una boccata d’ossigeno per una zona che oggi riversa la maggior parte dei suoi flussi sul disastrato Ponte della Magliana.

Non solo, a detta dello stesso Caudo vengono stipulate delle clausole  di salvaguardia per cui, citando lo stesso ex assessore ““Nella delibera 132 veniva posta la condizione che lo stadio non avrebbe aperto se non ci fosse stata la metropolitana. I tempi di realizzazione sia dello stadio che della metropolitana erano vincolati l’uno all’altro. Dunque, è ragionevole pensare che il privato abbia tutto l’interesse a velocizzare la tempistica.” (stralcio di intervista estrapolato da http://www.iogiocopulito.it/giovanni-caudo-nessun-rischio-a-tor-di-valle-e-nessuna-speculazione-questo-progetto-fa-linteresse-dalla-citta/).

Dunque, un progetto che propone la riqualificazione di una zona degradata proponendo la creazione di una nuova centralità con servizi e trasporti da costruire in parallelo. Pura fantascienza per la città di Roma.

E infatti l’idillio dura molto poco, prima con la caduta della giunta per le vicende ormai note, e successivamente con l’arrivo della nuova amministrazione, la quale vede i tre grattacieli come una mera speculazione edilizia, stravolgendo di conseguenza un progetto pressoché perfetto, con minori oneri da reinvestire in infrastrutture (scompare il ponte sul Tevere, scompare il prolungamento della linea B) e soprattutto con una riorganizzazione degli spazi a causa delle volumetrie che da verticali diventano orizzontali, dilatandosi sul territorio circostante. Una pura e autentica follia urbanistica.

Si arriva all’epilogo odierno, che vede una serie abbastanza corposa di arresti e indagati tra le file della politica e dell’imprenditoria cittadina per ipotetici scambi di favori e regalie in relazione all’approvazione del nuovo progetto inerente a stadio e business park.

Che dire? Aspettiamo di vedere se i vari capi di accusa verranno confermati e se si intenderà procedere con l’ormai imminente cantierizzazione dell’opera. Permane comunque una grande tristezza su come si è deciso di portare avanti un progetto così importante per la città di Roma.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

6 commenti su “Roma | Tor di Valle – Il nuovo stadio nell’occhio del ciclone”

  1. Visto quel che è successo, forse l’idea di ridurre le volumetrie (e quindi “il giro d’affari”) non era così peregrina come sembrava all’inizio…

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  2. Mi spiace per la capitale. Si può dire che Milano sia rinata grazie a quelle che i grulli condannano come “speculazioni” (i grattacieli di porta nuova e city life).
    Ora i grulli hanno un bel problemino da gestire e con la loro inettitudine e incapacità la vedo male. Per governare bene serve esperienza e rettitudine, non l’honestaaaa che sbandierano sui social.

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    • I grattacieli di porta Nuova sono stati fatti davanti alla stazione Garibaldi in un posto dove si incrociano due linee metropolitane e il passante ferroviario.
      Quindi hanno dietro una logica urbanistica, perché i grattacieli, da quando sono stati inventati, hanno sempre funzionato sulla base di due presupposti: ascensori (ovviamente) e trasporto pubblico di massa su ferro.
      Quindi Porta Nuova è un’operazione urbanistica. il “pacchetto” grattacieli-stadio è peggio di una semplice speculazione: è una truffa ai danni della città e del contribuente e, alla fine, anche degli stessi investitori privati, che pagherebbero per sempre una scelta urbanisticamente sbagliata.
      Perché poi i grattacieli bisogna pur venderli o affittarli a qualcuno, e già con quelli di Porta Nuova, pur con tutti i presupposti favorevoli, non è stata certo una cosa immediata.

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