Siamo tornati a vedere come procedano i lavori all’incrocio formato dalle vie Soperga, Cavalcanti, Oxilia e Fratelli Lumière, incrocio che forma una specie di piazzetta (forse “Piazzetta degli Artisti”) che il Comune ha deciso di sistemare e rendere semi pedonale, regalando uno spazio sociale nuovo nel quartiere che si trova a nord di Loreto, tra viale Monza e la ferrovie della Stazione Centrale.
Il lavoro è quasi ultimato: mancano in pratica soltanto gli alberelli che cingeranno l’unica pianta di magnolia che già si trovava al centro dell’incrocio da tanti anni e che sarà sola ancora per poco. Nella parte alberata e centrale, al posto del solito catrame sì è deciso di scegliere un impasto chiaro, color sabbia, già utilizzato lungo l’alzaia Naviglio Grande e che attenua l’aspetto pesante di una semplice copertura con il grigio catrame. La pietra purtroppo non è stata messa per motivi di budget, magari chissà, in futuro…
sembra molto carino. sono quasi commosso…
se solo ci fosse coerenza d’interenti in tutta la città.
questa per esempio ricorda un po’ il bell’intervento nei giardinettini di foro bonaparte, di fronte al piccolo.
magari fossero tutti così: verde, aiuole ben disegnate,alberelli e l’impasto chiaro. già quest’ultimo da solo cambia di gran lunga in meglio la percezione.
Quei paletti d’acciaio stile ringhiere carrelli esselunga dovrebbero essere banditi Dall’Abaco del decoro urbano.
Mettete delle parigine brunite diavolo bue!
Tra l’altro costano pure uguale!
Su Internet le ditte specializzate li vendono entrambi tra i 70 e gli 80€ (ai privati che ne comprano uno o due, il Comune che li compra a blocchi spero li paghi la metà…)
Sono veramente brutte.
Ma si dai.
Appunto!
bello, altro spazio resituito alla città. Purtroppo le panchine bianche le vedo già coperte di tags. Sarà mai vinta la battaglia contro gli incivili? Se almeno si cominciasse a farla….
Anche a giudicare dai muri dei palazzi intorno, temo che sarà proprio così.
Questo articolo mi ha fatto venire in mente quello sul confronto con Londra di qualeche giorno fa.
Sebbene il paragone fosse impietoso, quel post andava completato mostrando questi interventi (ce ne sono altri in giro) che dimostrano che il cambiamanto è possibile e non utopico. E’ inevitabilmente lento ma possibile.
Certo, non siamo ai livelli di perfezione estetica di altre città, ma dopo decenni di colate di catrame, non si diventa i primi della classe in poco tempo.
Valoriziamo questi casi positivi. Anche il più accanito autodipendente non postrà lamentarsi davanti al miglioramanto evidente.
Vero, in Italia a volte si fanno cose anche belline, ma il problema è che poi non si fa manutenzione. A Londra quando gli ubriachi del sabato sera spaccano qualcosa, il lunedì il comune lo ripara.
Da noi i cartelli piegati, le scritte, ecc. rimangono così per mesi e a volte anni. All’angolo tra via Verdi e piazza Scala — davanti a palazzo Marino e in un punto dove passano migliaia di turisti al giorno — il cartello della pista ciclabile è piegato da MESI e nessuno si preoccupa di sistemarlo, anche se i vigili ci passsno continuamente davanti.
Bello l’intervento, ma lo spazio per le auto è ancora enorme, e i parcheggi nella piazzetta ricreata dovevano semplicemente sparire. Così si manda un messaggio sbagliato, si dice che è uno spazio pedonale ma anche, di fatto, un parcheggio, e non si incoraggia la diversa fruizione dello spazio urbano
assolutamente d’accordo: si poteva osare di più (tutto sommato si sarebbero sacrificati pochi posti d’auto ma il colpo d’occhio ne avrebbe guadagnato tantissimo)
bello l’asfalto colorato. L’idea potrebbe essere replicata in altre zone.
La graniglia è bella (ma non ci vivrei… direbbe Razzi)…
Scherzi a parte… la graniglia è bella, un’alternativa al catrame meno costosa dei blocchetti (per non parlare della beola), però che si decidano: in Foro Buonaparte l’hanno messa bianca, al Monumentale rosa e qui gialla…
Forse stanno provando quale colore viene meglio?
Sempre più urgente un ABACO che dica cosa va messo dove, con criteri precisi … se Milano vuole davvero puntare sul turismo come sembra volere Sala, non può continuare ad avere una qualità urbana diffusa così scarsa.