La notizia era stata divulgata all’inizio di agosto, la Cascina Sella Nuova, antica struttura agricola che dà il nome alla zona alle porte di Baggio, e dove si trova la fermata M1 Bisceglie (fermata che potrebbe assumere il doppio nome Bisceglie-Sella Nuova), è pronta a rinascere e trasformarsi in un luogo aperto alla cittadinanza. Il Comune di Milano ha infatti assegnato, tramite bando, per una durata di 40 anni la struttura rurale del 1400, situata tra via delle Forze Armate e via Parri, alla cordata progettuale Natural-Mente, agroecologia e stili di vita sostenibili, la cui capofila è l’Associazione Thara Rothas.
Pertanto Piuarch e lo studio arch. Silvia Passerini sono vincitori del bando pubblico indetto dal Comune di Milano per il progetto architettonico di recupero della Cascina Sella Nuova di Milano.
Il progetto che consentirà il recupero della struttura rurale del 1400 prevede sistemi di restauro degli edifici preesistenti e sotto tutela, con l’obiettivo di rivitalizzare un patrimonio al confine tra il tessuto urbano e la Milano Agricola.
Il progetto vede il coinvolgimento e il sostegno di circa 30 soggetti e porterà alla realizzazione di alloggi in cohousing intergenerazionale, spazi per servizi all’infanzia e per la formazione, un museo digitale, orti sperimentali, spazi per la formazione agricola e un laboratorio di panificazione, oltre a spazi per la vendita e degustazione dei prodotti di qualità.
Lavorare Abitare e Naturalmente Socializzare sono le parole chiave che hanno guidato il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione della Cascina Sella Nuova. Partendo dalla qualità storica ed architettonica rintracciabile negli edifici, nei ruderi e nei documenti che il tempo ha restituito, l’idea progettuale ricostruisce gli elementi tipici della cascina originale: le cortine, le corti, il giardino all’italiana ed il grande verde che la circonda al quale oggi il progetto attribuisce il ruolo di tessuto connettivo capace di mediare e tessere nuove relazioni con la città cresciuta tutt’intorno. Attraverso un percorso di incontri e di dialogo con i soggetti coinvolti in questo ambizioso progetto sistematico e sostenibile è stato messo a punto un progetto architettonico in linea con i principi enunciati nello slogan programmatico.
L’obiettivo condiviso con i vari attori coinvolti è stato quello di non fermarsi ad un mero recupero, ma di puntare anche sotto il profilo architettonico ad una vera e propria rivitalizzazione di un patrimonio al confine tra tessuto urbano e ciò che resta della Milano agricola. Il risultato di questo percorso è la definizione di un possibile scenario d’intervento volto a creare una nuova centralità ed un nuovo punto di riferimento laddove i confini della città si fanno più labili e rarefatti in termini di coesione, urbanizzazioni e servizi.
E’ da un punto di osservazione “elevato” che prende corpo il progetto: dall’idea di tetto inteso sia come riparo sia come dispositivo di connessione ed inclusione. La nuova copertura è un elemento architettonico fortemente caratterizzante, una sorta di nuova ‘facciata’ orizzontale, che si offre ai grandi palazzi nelle vicinanze, che silenziosamente osservano dall’alto, al di sotto della quale trovano spazio le nuove funzioni capaci di rivitalizzare la Cascina e di interagire con il contesto riconnettendo spazio, funzione, geometria e persone.
a occhio, uno splendido progetto – una volta tanto..
stupendo
mi piace tantissimo questo recupero delle cascine
lo trovo qualcosa di estremamente “milanese” – qualcosa di speciale e specifico che non si trova nelle altre città.
Sono passati quasi 4 anni da questo articolo ma nulla è stato fatto dai vincitori del bando e la cascina versa in uno stato di pericoloso abbandono. Aspetteranno che crolli per costruirci delle belle torri-mostro come stanno facendo in tutta la zona. Tante parole, proclami per nulla. Dopotutto siamo a Milano la capitale italiana del greenwashing!