Milano, San Siro.
Dopo anni di dibattiti, proposte accantonate e sogni interrotti, il futuro calcistico di Milano inizia finalmente a prendere forma concreta. Inter e Milan, le due anime sportive della città, hanno compiuto un passo decisivo verso la realizzazione di un nuovo stadio condiviso, affidandone il progetto a due nomi di assoluto rilievo nel panorama architettonico internazionale: Norman Foster e lo studio Manica.

La scelta, maturata al termine di un lungo processo di valutazione che ha coinvolto 13 studi di architettura e cinque finalisti di fama mondiale, rappresenta un connubio tra visione futuristica e solidità progettuale. Tra i contendenti figuravano anche Populous, Herzog & de Meuron, BDP Pattern con Bjarke Ingels e Aecom con Dan Meis. Ma alla fine a spuntarla è stata la proposta congiunta di Foster + Partners e Manica, un’accoppiata che promette di dare nuova identità al calcio milanese.
Norman Foster, figura emblematica dell’architettura contemporanea, è noto per il suo approccio high-tech e sostenibile. Dalla cupola trasparente del Reichstag al cuore avveniristico dell’Apple Park, il suo tratto ha attraversato decenni e continenti, sempre alla ricerca dell’equilibrio tra funzionalità e bellezza. Non è la prima volta che mette mano a uno stadio: basti citare il nuovo Wembley e il Lusail Stadium in Qatar, già teatro della finale dei Mondiali 2022.
Per Milano, Foster si prepara ora a firmare un progetto che dovrà raccogliere un’eredità imponente: quella del Meazza, lo stadio che da quasi un secolo ospita passioni, rivalità e momenti epici del calcio italiano. Il nuovo impianto non sarà soltanto un’arena sportiva, ma un’opera destinata a ridefinire l’immagine urbana e culturale della città, con l’ambizione di diventare un punto di riferimento anche a livello europeo.
Il percorso non sarà breve né privo di ostacoli. L’obiettivo è presentare un progetto definitivo entro la prima metà del 2026, ma molte variabili restano in gioco. Tra queste, la definizione della proprietà dell’area di San Siro, su cui grava il possibile vincolo del secondo anello, atteso per novembre. La speranza delle due società è che l’iter amministrativo si sblocchi entro l’estate, consentendo di procedere senza ulteriori rallentamenti.
Nel frattempo, Foster e il team Manica sono al lavoro per delineare le prime bozze. I club, al momento, non hanno ancora visionato disegni ufficiali, ma l’attesa cresce insieme all’attenzione mediatica e all’interesse del pubblico. Un investimento multimilionario, un simbolo urbano, un nuovo tempio del calcio: il progetto ha tutte le carte in regola per segnare un’epoca.
Se il calcio è anche architettura del sogno, Milano si prepara a costruirne uno nuovo, firmato da chi i sogni, da sempre, li progetta.






- Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Milan e Inter: Foster
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Ma mi chiedo: con 2 club che già oggi guardano alle uscite pesando ogni centesimo – a differenza del Napoli che spende denaro di Pantalone o la JuBentus che faceva il gioco delle 4 carte – che senso ha affidare la costruzione di uno stadio a un’archistar che inevitebilmente si farà pagare milionate di euro aggiuntivi?
Non dico di fare le nozze coi fichi secchi, ma io investirei (se mai) sulla riqualificazione dell’area circostante.
L’orrore. Squadre fallite e Comune di Milano che praticamente regala il sito alla peggiore speculazione edilizia. Magari provvedendo in proprio alla bonifica…Sempre in nome del bene comune.