Milano | Porta Garibaldi – Corso Garibaldi 121 ha cambiato “look”

Milano, Porta Garibaldi.

Negli ultimi anni le case sembrano sempre più set cinematografici che costruzioni pensate per durare. A parte le strutture portanti, il resto degli edifici è spesso composto da pannelli e imbottiture, non più da solidi mattoni e intonaci. Così, “bussando” sui muri, si percepisce quel suono vuoto e poco rassicurante, come se stessimo testando palazzi di cartone. Lo stesso fenomeno ora riguarda anche molte abitazioni più datate, soprattutto quelle costruite dal 1930 in poi, che negli ultimi anni, con la scusa della coibentazione energetica, vengono alterate e deturpate.

Il caso di cui parliamo oggi forse non è tra i più eclatanti, anche perché l’edificio in questione – realizzato nel 1959 su progetto dell’ingegnere Ferruccio Franco – non è mai stato particolarmente bello. La sua mole imponente, affiancata a un altro edificio (fortunatamente abbattuto e sostituito nel 2019 da un elegante intervento di Arassociati), rompeva l’armonia della cortina ottocentesca che caratterizza questo tratto di Corso Garibaldi, proprio di fronte alla graziosa chiesa quattrocentesca di Santa Maria Incoronata.

Parliamo del numero 121 di Corso Garibaldi, un palazzo di sette piani completamente rivisitato in seguito a un intervento di coibentazione che ne ha modificato la facciata. Costruito nel 1959, in un’epoca in cui – approfittando delle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale – Milano cercava di ridarsi un nuovo volto (non senza speculazioni), l’edificio si inserisce in un tratto del corso allora destinato a diventare una via porticata e moderna. Un’idea che, se fosse stata portata a termine, avrebbe rappresentato una vera sciagura (comunque e purtroppo realizzata in parte). Così, oggi il palazzo conserva un portico del tutto inutile, che inizia e termina all’interno dei suoi limiti.

La nuova facciata, pur mantenendo l’impostazione originaria (logge sul lato sinistro e una finestra a tutta altezza per piano sul lato destro), è stata rivestita con pannelli in materiale simil-pietra di tonalità grigio chiara. Una scelta opposta alla precedente, quando il rivestimento era costituito da piccole piastrelle marroni interrotte da marcapiani bianchi. È rimasto invece l’ampio cornicione tra il sesto e il settimo piano, traforato da dodici fori esagonali puramente decorativi.

Sebbene il colore grigio dell’attuale rivestimento in pietra artificiale si armonizzi meglio con il contesto, resta il dubbio se l’intervento abbia davvero valorizzato l’edificio o se si tratti dell’ennesima operazione di maquillage architettonico a scapito dell’autenticità.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi, GoogleMap
  • Porta Garibaldi, Corso Garibaldi, Coibentazione, Facciata, Architettura Post Bellica, Ricostruzione
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4 commenti su “Milano | Porta Garibaldi – Corso Garibaldi 121 ha cambiato “look””

  1. Mi ricordavo un rivestimento in doghe di legno verticale in facciata. Con il recente intervento, magari, si è dovuto cercare un compromesso tra il costo del cappotto e la rifinitura ( che sarà l’elemento fondamentale nei prossimi recuperi per la mancanza di vantaggi fiscali)

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    • Ora mettono tutti questi cappotti, lastre di pietra o di acciaio(?). Sta di fatto che nella mia via alcuni di questi palazzi iniziano a presentare problemi. Le lastre sono arruginite e quelle in pietra presentano crepe e rotture. Gli architetti dovrebbero tornare al mattone. Elegante e duraturo. Ma per la setta architetti siamo solo degli ignoranti

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