Gli scali ferroviari, questi benedetti scali… le patate bollenti tra le mani del prossimo (e prossimi) sindaco. Investimenti milionari e richieste dei cittadini.
Certo vedere il verde selvaggio e spontaneo che si è sviluppato in questi anni di abbandono fa pensare ad un bel “Central Park” anche a sud del centro di Milano (a nord potrebbe esserci lo scalo Farini, altra questione calda). Di sicuro i cittadini vorrebbero vedere queste aree convertite a verde pubblico. Naturalmente la questione riguarda anche il fattore economico, la trasformazione dell’area comporta un investimento in soldi e energie non indifferente; altro problema: le Ferrovie dello Stato vorrebbero sicuramente fare cassa in aree come queste. Allo Scalo Romana c’è anche l’impulso dato dall’arrivo e dalla trasformazione della Fondazione Prada, a breve completata in ogni suo spazio, che a sua volta ha stimolato altri investimenti nella zona che pian piano si sta trasformando. E questo enorme spazio? 180.000 metri quadrati di area dismessa solcata da un doppio binario.
Il nostro auspicio è quello di un intesa tra proprietari e Comune per creare uno spazio verde enorme e dove le aree edificabili siano realizzabili solo in altezza, di modo da lasciare più spazio alla “natura”. Confinando in trincea e sotto una soletta il percorso ferroviario.
In rosso le aree che potrebbero essere edificate coi corridoi per il transito pedonale da connettere le due sponde dello scalo.
Bellissima idea!!speriamo che qualcuno voglia realizzarla.
Si, e chi paga l’interramento e il disagio per la chiusura della linea per almeno un paio d’anni?
Come in tutti gli altri interventi, i costi vengono coperti dai profitti sulla parte edificabile.
Quanto alla linea, non c’è nessun bisogno di interromperla: ad esempio, visto che poi ci va un parco, l’interramento si può fare rialzando il livello del terreno e lasciando i binari al livello attuale (è quello che prevedono la maggior parte dei progetti preliminari), oppure abbassando un binario per volta tenendo aperto l’altro per il traffico.
E se anche dovessero interrompere la linea, non sarebbe un dramma: lì ci passa solo la S9 che è in assoluto la meno trafficata tra le linee suburbane. Anzi, potrebbe essere anche l’occasione per costruire finalmente la stazione Tibaldi che aspettiamo da non so quanto tempo.
nessuna interruzione: si può tranquillamente realizzare la nuova sede ferroviaria e la nuova fermata (successivamente copribile) a lato della linea attuale verso il lato nord, in modo da avvicinarla a piazzale lodi e soprattutto alla fermata M3, evitando così di avere un interscambio treno-metro-filobus chilometrico….
Inoltre aggiungo la proposta di deviare integralmente il percorso della 90/91 all’interno dell’area, in modo da risolvere l’assurda congestione del tratto promiscuo in viale isonzo sulla circ. sx
appunto!
Certo avrebbe il fascino internazionale di Central Park a New York!
Secondo me, in aggiunta a quanto di bello viene proposto, bisognerebbe prevedere, magari interrato, un asse viario che che colleghi via Lorenzini a viale Isonzo per dare un’alternativa alle direttrici corso Lodi e via Ripamonti.
Queste ultime sono, insieme a viale Puglie, le uniche vie radiali nella parte sudest che scavalcano la ferrovia.