Milano | Varesine – Rinnovo contagioso in Piazza Einaudi

Prosegue l’onda di rinnovo a Porta Nuova/Isola/Varesine e Centro Direzionale.

Da anni siamo in attesa (noi appassionati di cantieri e architetture) di un rinnovo o una riqualificazione dei palazzi lungo viale Liberazione angolo Piazza Einaudi, proprio di fronte alle Varesine. Palazzi costruiti negli anni Cinquanta per un Centro Direzionale di altri tempi, mai completato, che nei giorni festivi si trasforma in un deserto e la sera in un luogo poco sicuro, specie sotto i portici.

Si tratta di una lunga stecca, progettata da Melchiorre Bega nel 1964, che delimita la piazza Einaudi ad ovest e viale Liberazione a sud, mostrando un brutto retro su via Antonio Bordoni mai completato.

La Cushman & Wakefield è una delle maggiori società private del mercato immobiliare mondiale e ha pubblicato i render della ristrutturazione imminente di questo lungo “steccone”. Non conosciamo l’architetto di tale rinnovo, da quanto si vede dai render le modifiche non saranno solo interne, ma anche le facciate saranno completamente riviste e ammodernate, oltre ad aumentare la volumetria, portando i piani da otto a dieci.

Avevamo trovato anche un progetto di Park Associati, che non verrà realizzato.

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Lo stato attuale degli edifici

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

11 commenti su “Milano | Varesine – Rinnovo contagioso in Piazza Einaudi”

    • Mah, andrò contro corrente, ma a me il palazzo con torre del comune non dispiace, anche se capisco che ormai non ha più nulla a che vedere col resto del contesto Urbano.
      Speriamo nel caso in un progetto accattivante

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  1. Per quanto possa avere una sua estetica, questo palazzone anni ’60 è un mastodonte arenato!
    Anche se ormai non si vede che vetro ovunque nelle nuove architetture, credo che la ristrutturazione possa dare respiro e leggerezza a un angolo pesante e soffocante.

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  2. Era nell’aria….anche perchè a breve (2017) gli uffici BNP si trasferiranno al Diamantone liberando buona parte della vecchia sede.
    Se poi il contagio portasse con se anche un po’ più di creatività che vada oltre la facciata a specchi, il risultato sarebbe ancora più gradevole.

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  3. Ecco questi sono i tipici palazzi che hanno contribuito all’immagine poi diventata stereotipo di Milano triste e grigia.

    Benvenuta una Milano felice e colorata.
    Colore blu cielo.

    Anche se i nuovi design sono un pochino a catalogo pochino fantasia.
    Sarebbe bello se ci fosse un guizzo artistico,un colpo sussulto di design nei nuovi palazzi.
    Un Po più di umanesimo ci vuole.
    Ci vuole la vita

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  4. Diciamo che per migliorare l’orribile palazzone ci voleva veramente molto poco che poi è esattamente quello che hanno fatto con il nuovo progetto.
    Poco, molto poco, il classico compitino di recladding tutto vetro che ora ci sembra fresco e attuale e fra 20 anni ci farà schifo (giustamente) come il precedente.
    Delusione!

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    • Già… Chissà, forse i nostri bisnipoti nel 2100 troveranno bellissime le architetture anni 50 e 60 che a noi fanno così schifo e magari riterranno brutte quelle attuali.

      In fondo durante il rinascimento e il barocco lo stile gotico era considerato orrendo,mentre solo 150 dopo il romanticismo lo trovava invece bellissimo.

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      • No tranquillo, le architetture anni ’50/’60 continueranno a far schifo anche tra mille anni.
        Comunque sì, progetto carino ma la solita facciata a vetri, che fantasia!

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        • Meno male che il Barbican Estate è a Londra… Fosse stato nella Milano attuale, avrebbero già dato incarico a qualche Società Immobiliare di “riqualificarlo” con vetri, specchi e laminati per “togliergli lo schifo da anni ’50/’60” (e – ovviamente – aggiudicarsi il bonus volumetrico per la ristrutturazione).

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