I parcheggi sotterranei possono essere visti come l’occasione ideale per ripensare e migliorare alcuni spazi urbani, specie se precedentemente degradati.
A Roma di solito accade il contrario; grazie alla consueta mancanza di organizzazione, molti interventi del piano PUP sono diventati solo un ulteriore strumento in mano ai comitati del no per propagandare la loro idea di città immobile.
La cosa assurda è che in molti casi come si fa a dargli torto? Su questo blog, ad esempio, abbiamo visto alcuni situazioni imbarazzanti (per fortuna inframezzate da altri esempi positivi).
Ritorniamo oggi sul parcheggio di via dei Crispolti, nel quartiere di Casal Bruciato: più di un anno fa avevo espresso dei dubbi sul progetto di sistemazione superficiale e sul materiale usato per arredare la via.
Sono tornato il mese scorso per un sopralluogo e per vedere se fossero state apportate delle modifiche affinché i cittadini della zona potessero usufruire di quelle sostanziali ricadute positive che un quartiere di solito ha dopo l’apertura di un parcheggio sotterraneo.
Purtroppo l’unico cambiamento che ho potuto riscontrare sono stati gli orribili parapedonali messi a protezione dei passaggi pedonali (all’inizio non si era pensato nemmeno a quello, e già questo farebbe capire la qualità del progetto).
Per il resto niente di niente. L’arredo urbano è costituito da asfalto, sono stati piantati quattro alberi in croce e sia via dei Crispolti sia le vie adiacenti continuano ad essere dei garages a cielo aperto, facendo sorgere spontanea la domanda: a cosa diavolo sono serviti 5 anni di lavori se poi la strada doveva restare uguale a prima?
Tanto valeva lasciare tutto com’era.
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QUELLI SONO PARAPEDONALI TIPICI DI ROMa .si vedono ovunque e concordo con te , fanno vomitare