Milano | Centro Direzionale – L’angolo abbandonato del Centro Direzionale: IV Parte

IV Parte

Vogliamo fare un giro per le vie Adda, Emilio Cornalia, Antonio Bordoni, Viale Liberazione e Piazza Einaudi. Il quadrilatero del Centro Direzionale dimenticato da decenni e che ancora oggi pare annaspare. Pensare che a pochi metri, dal lato opposto di Viale della Liberazione si trova il favoloso complesso di Porta Nuova-Varesine, coi suoi palazzi sfavillanti, i giardini curati, le piste ciclabili e gli spazi urbani a misura d’uomo. Qui, nell’insieme di strade recuperate negli anni Cinquanta da un quartiere alla periferia, incastrato com’era tra il canale della Martesana e i rilievi ferroviari che di fatto mantennero per lungo tempo la zona isolata, fino agli anni Cinquanta/Sessanta.

La quarta e ultima parte del nostro piccolo reportage al Centro Direzionale ci fa riflettere su come questo grande progetto alla fine sia naufragato trascinandosi dietro problemi mai risolti e una bruttissima qualità urbana che secondo noi è difficile da risanare se pensata sempre a piccoli interventi. Così ecco che l’enorme blocco direzionale di Generali e Telecom Italia appaia incompiuto e apparentemente risolto solo in facciata. Infatti come abbiamo visto il lato di via Bordoni è una specie di brutto retro. Su viale Liberazione la situazione, così come su Piazza Einaudi, apparentemente appare bella, una grande aiuola separa gli edifici moderni dalla carreggiata automobilistica. Peccato che avvicinandosi ci si accorge che il dislivello tra i portici e il marciapiede del viale non è mai stato sistemato bene, ma solo rabberciato alla meno peggio. Le siepi nascondono spesso immondizia e sotto i portici la sera non c’è da stare tranquilli. Recentemente il Comune ha rimosso anche la vecchia vedovella, perché usata da nomadi e senza tetto per sostare e trasformare i portici nella loro casa. Oggi, avendo tolto la fonte di approvvigionamento, la situazione pare migliorata un pochino. In teoria sappiamo che questi edifici presto dovrebbero venire svuotati e riprogettati, ma ancora non si sa nulla di certo.

L’edificio in questione faceva parte del più grande progetto per il Centro Direzionale pensato in seguito al grande boom economico degli anni Cinquanta/Sessanta: il progetto fu redatto da una commissione nominata dal Comune di cui facevano parte gli architetti Vincenti, Muzio, Lancia, Perelli e l’ingegner Bosisio. Sorsero dunque questi grandi edifici che ospitano ora la Telecom, una lunga stecca, progettata da Melchiorre Bega nel 1964, che delimita la piazza Einaudi ad ovest e di fatto delinea sul retro la piccola via Antonio Bordoni mai sistemata, anche perché l’idea originaria era di demolire l’intero quartiere fino a Via Fara e trasformarlo tutto con palazzi simili alle due stecche ad uso esclusivo terziario.

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