Milano | Gli “scheletri” sparsi in città

Ma quanti scheletri ci sono a Milano? Gli scheletri in questione non riguardano corpi umani ritrovati in strani luoghi o fantasmi, ma tutti quei palazzi che sono stati cominciati anni fa e che ancora incombono con la loro struttura scheletrica.

Uno dei più vecchi, crediamo sia lo scheletro della vecchia stazione di San Cristoforo, progettata nella metà degli anni Ottanta e che doveva diventare la stazione ferroviaria di San Cristoforo sulla linea Milano-Mortara, per caricare le vetture in direzione Parigi. Il progetto era addirittura del noto e ormai scomparso Aldo Rossi. Oramai è simbolo dello spreco di investimenti che ha caratterizzato soprattutto gli anni Ottanta e Novanta del Novecento.

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Alcuni progetti sono più recenti, ma già incombono con le loro strutture vuote da qualche anno.

Un altra vittima famosa di fallimenti è il “Rasoio” di Ligresti, all’Isola, in costruzione dal 2010 e interrotto dal 2013, struttura ora ereditata da Unipol che presto svelerà come lo modificherà.

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In viale Umbria 98 ne troviamo un altro, iniziato più recentemente, ma ancora oggi aleggia coi suoi candidi veli delle impalcature sul vicinato.

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Mentre a Taliedo in Via Malipiero troviamo uno scheletro del 2006: doveva essere una struttura per gli studenti universitari ma non ha mai visto neanche il primo piano, ora dalla cesata di cantiere si vedono solo dei pilastri interrotti.

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A Rogoredo ci possiamo sollazzare con la vista di questo enorme complesso di via Compagnoni; qui, se non ci sbagliamo, si tratta di un vecchio edificio spogliato per essere rivestito a nuovo  nel 2008… ancora oggi l’edificio è solo uno scheletro.

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A Calvairate troviamo lo scheletro famoso per esser diventato la casa della Morte… Nato nel 2007, poi fallito e recentemente occupato da vagabondi che lo hanno trasformato in un luogo indecente.

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Che dire della grande S delle stupende residenze Carlo Erba a Città Studi? Interrotte già da due anni in attesa di qualche segnale di ripresa…

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Oppure quella piccola torre di Via Lattuada che proietta inutilmente un’ombra sulla piscina Caimi a Porta Romana, da anni in stand-by…

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Aggiungiamo anche l’interessante edificio di Via Giorza in Zona Tortona, da anni oramai non vede più un operaio.

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Che dire dell’Hotel nel quartiere Stephenson che non ha mai visto clienti e che neanche l’Expo è riuscita a smuovere.

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Come abbiamo visto, gli “scheletri” di Milano sono più variegati di quanto ci si aspetti, anche per dimensioni. Magari quelli minori sono certamente meno impattanti, ma di sicuro, per chi ci abita vicino non è un bel vedere, come può capitare a chi abita di fronte al cadavere di Via Servio Tullio a due passi dalla fermata di Sant’Agostino.

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Voliamo fino alla Bovisa per trovare un altro bello scheletro, questo non siamo riusciti a scoprire di che epoca sia, certo fa impressione assieme al campo incentivato che lo corona in Via Giovanni Durando a due passi dal Politecnico di Milano – Campus Bovisa…

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Di sicuro ci sono altri scheletri nell’armadio della città… noi ve ne abbiamo segnalati alcuni.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

3 commenti su “Milano | Gli “scheletri” sparsi in città”

  1. Interessante reportage!
    Non è prevista una demolizione della mai realizzata nuova stazione di San Cristoforo? Possibile che dopo oltre vent’anni stia ancora inutilmente in piedi?

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  2. A bovisa c’è anche un altro scheletro, poco lontano da quello in via Durando: via Cosenz, di fornte al civico 26. Cantierizzato con gru ancora issata e fermo almeno dal 2009, si diceva dovesse diventare un albergo.

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