20 ottobre 2016 – Si è svolta questa mattina, davanti a una folla commossa e ad alcune scolaresche, la cerimonia in ricordo delle vittime innocenti della strage di Gorla del 20 ottobre del 1944. La mattinata è stata aperta dalla Santa Messa, celebrata da monsignor Angelo Bazzari, presidente della Fondazione “Don Gnocchi”, e da don Adriano Castagna.
Subito dopo ha preso la parola Gino Mattioli, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, per il ricordo dei tragici fatti.
L’assessore al Bilancio e Demanio del Comune di Milano, Roberto Tasca, è intervenuto in rappresentanza dell’Amministrazione. “Oggi ricordiamo e onoriamo le vittime di Gorla e porgiamo la solidarietà ai loro parenti, provati da un dolore trasformato negli anni in tristezza e consapevolezza, che non si cancella”, ha affermato Tasca nel suo discorso alla cittadinanza ed ha concluso: “Oggi onoriamo anche la memoria di questo quartiere, tradito proprio da quegli alleati che nel ’44 rappresentavano per moltissimi una speranza e che hanno strappato alla vita la parte più tenacemente vivace e allo stesso tempo irrimediabilmente più fragile della cittadinanza. Oggi onoriamo Milano. La Milano di quegli anni, offesa e straziata dalla guerra, che ha saputo risorgere. E che non ha mai smesso di ricordare il sacrificio di tutte le vittime e l’enorme dolore per gli angeli di Gorla”.
La cerimonia è proseguita con la recita di alcune poesie sulla pace scritte dagli alunni delle scuole primarie di Milano. Infine sono state posate le corone di fiori da parte delle autorità civili al monumento-sacrario, che contiene le spoglie delle vittime della strage, tra la commozione generale e gli applausi degli intervenuti.
Il ricordo della strage resta vivo tra i residenti del quartiere, nonostante siano trascorsi 72 anni. La mattina del 20 ottobre del 1944 una squadra di aerei americani, decollati dal sud-Italia per bombardare gli stabilimenti siderurgici della Breda di Sesto San Giovanni, dopo un errore nella rotta, sganciò grappoli di bombe sui quartieri popolosi di Gorla e Precotto. Una di esse centrò la scuola elementare Crispi e uccise 184 alunni e i loro insegnanti.
Qualcuno ha mai pagato X ciò?
No, in realtà fatti di questo tipo erano contemplati dai comandanti alleati come “sfortune che capitano in guerra”, oltretutto la strategia del bombardamento strategico inglese era volta alla distruzione totale col maggior numero di morti possibili, per questo motivo idearono tecniche di bombardamento atte a creare vere e proprie tempeste di fuoco con tornado di fiamme che aspiravano letteralmente la gente fuori dai loro ripari e bombe contenente liquidi infiammabili in modo che le fiamme potessero penetrare all’interno di rifugi e cantine per bruciare le persone lì rifugiate.. Questa strategia fu usata sopratutto su Germania e Giappone (su quest’ultimo da parte americana) ma nell’Agosto del 1943 questo tipo di bombardamento fu tentato anche su Milano.. per nostra fortuna l’afa estiva giocò “un tiro mancino” agli scienziati inglesi vanificando i loro calcoli e salvando Milano da questo tipo di sciagura..
la storia militare dell’evento è nota. il bombardamento non era, nel caso di questa missione, diretto ai civili, ma alle fabbriche (breda, marelli, falck) al confine con sesto. fallita la missione, i velivoli dovettero scaricare le bombe per alleggerirsi e rientrare alla base; ma uno di essi, anzichè farlo su un bersaglio secondario o su una zona aperta, lo fece sull’abitato di gorla.
l’imbarazzo, o per meglio dire la vergogna per questa strage, che, per di più, nel momento politico storico in cui si andavano delineando i blocchi della guerra fredda, presentava gli americani come incompetenti, sciagurati e crudeli, spinse le autorità diplomatiche statunitensi a cercare di acquistare il terreno su cui sorgeva la scuola quando il comune lo mise in vendita per tentare di cancellarne la memoria. fortunatamente, e grazie all’impegno di parenti, politici, e aziende di buon cuore, si potè invece erigere il memoriale/cripta, a monito eterno contro le guerre. questo fu, anche se non direttamente, il modo con cui la città seppe “far pagare” questa strage ai suoi responsabili.