Siamo tornati in quel della Darsena a Porta Ticinese, lamentandoci come al solito, di come il Comune non riesca mai a salvaguardare il suo patrimonio verde.


Lo avevamo già fatto notare a suo tempo, a fine lavori per il nuovo aspetto di Piazza 24 Maggio dopo il recupero della nuova Darsena. Fino al 2013, anno dell’inizio del cantiere per la trasformazione della Darsena, nel lungo il tratto difronte al vecchio Mercato di Porta Ticinese si trovavano ben 8 piante di robinie; oggi ne sopravvive solo una.
Per giunta è ancora presente un bel foro quadrato nell’asfalto, con tanto di cordoli che delimitava lo spazio da dove spuntava la seconda pianta seccata da tempo e mai sostituita.




Noi abbiamo fatto un gioco di fotomontaggio con degli alberelli con tanto di griglia copri-foro riproponendo le piante dove si trovavano in origine.




Ecco due immagini rubate a streetview di Google dove, saltando indietro nel tempo, si può notare quanto facessero differenza la presenza di questi alberi.
Comprendiamo benissimo il fatto che per allestire il nuovo Ticinello e per il cantiere conseguente gli alberi siano stati abbattuti e sappiamo che nel contempo lungo la Darsena siano state posizionate altre piante, ma non era possibile ripristinare queste 7/8 piante lungo il tratto di viale Gorizia?
Spesso ci domandiamo perché il Comune non sfrutti l’opportunità di piantare alberi dove è possibile, come ad esempio nello slargo che si trova all’inizio dell’Alzaia Naviglio Pavese, dove starebbero bene due grossi platani che d’estate ombreggerebbero tutta quella colata di cemento come nell’esempio da noi realizzato tempo fa.


Bravissimo Ubanfile nel far rimarcare, e non è la prima volta, queste sparizioni di alberi dopo la conclusione di lavori di sistemazione di vie o piazze della città. Ormai però sappiamo che il verde non è molto popolare fra gli addetti ai lavori nonchè tecnici comunali che si occupano di tali progetti. Molto meglio, per loro, una bella colata di asfalto,cemento o pietrame vario. Discorso simile per tutti quegli angoli in cui sarebbe possibile inserire alberi di varia dimensione. La preferenza cade sempre sul sempiterno catrame, o elementi simili. La cultura del verde come elemento fondamentale del disegno della città sembra ancora lontana dalla possibilità di tradursi in fatti concreti.
Va anche detto però che dove gli alberi sono presenti (e questo vale per tutta Milano) in molti casi sono stati posizionati in maniera inadeguata in spazi esigui senza tenere conto del loro sviluppo, con la conseguenza di avere marciapiedi spaccati o irregolari a causa delle radici e alberi che si sviluppano male diventando un pericolo potenziale. Quindi posizionare un albero in uno spazio vuoto esiguo come quello mostrato nella foto senza tenere conto di questi fattori determina criticità che possono portare all’abbattimento dell’albero in futuro. La soluzione proposta con la griglia copri foro mi sembra valida, ma non so quanto sarebbe fattibile applicarla all’intera città.
Esistono moltissime soluzioni tecniche per integrare alberi e pavimentazioni, garantendo la possibilità di camminare senza ostacoli anche a persone che vivono difficoltà di vario genere e allo stesso tempo garantiscono ossigeno alle radici e il volume di suolo necessario agli alberi per crescere, e rimanere in piedi. Sono soluzioni applicate da decenni in città di tutto il pianeta, e che ora integrano anche sistemi di raccolta delle acque piovane. Queste soluzioni per la città si raggruppano nel generico ‘nature based solution’ ma noi no, noi buttiamo soldi al vento piantando, male, alberi di scarsa qualità che sopravviveranno poco, e sperperiamo soldi per salvare alberi irreversibilmente compromessi da decenni di cattiva gestione.