In via Castellanza dalla scorsa estate sono state completate le residenze chiamate MyBonola. Si tratta di un blocco disposto a L lungo via Parabiago formato da sei parallelepipedi uniti in un unico blocco per 13/14 piani e 180 appartamenti. Il progetto, incominciato nel 2010, ancora nel 2014 era incompleto e le speranze per chi aveva già comprato casa qui furono sostituite dalle preoccupazioni e dagli indebitamenti.
I problemi si erano manifestati in un primo momento per problemi di bonifica a quanto pare. Poi la scomparsa degli operai dal cantiere e l’abbandono, con lo scheletro rimasto per anni incompiuto a sovrastare la zona. Alcuni acquirenti, esasperati, hanno allora presentato istanza di fallimento al tribunale di Reggio Emilia (sede legale della società), cercando di tirarsi fuori dal progetto per riavere indietro i soldi. Nel frattempo, anche Palazzo Marino è intervenuto inviando una lettera di diffida ai costruttori. Finalmente, dopo tutti questi anni il palazzone è stato completato.
Comunque a parte questi problemi burocratici ci siamo domandati se non sarebbe stato meglio fare due o tre torri più alte ma meno a blocco unico e distribuite meglio nel lotto, dando più respiro a tutto l’insieme. L’architettura è quella classica realizzata negli ultimi anni e che possiamo trovare in tutte le periferie senza un minimo di originalità.
La buona notizia è che – come oramai vuole la prassi – nell’area si sta realizzando un bel parco attrezzato e un giardino condominiale che unirà via Castellanza a via Bolla.
Qui alcuni renders:
Ecco un altro bell’incubatore di alienati.
Complimenti ai progettisti che l’hanno disegnato e ai funzionari che l’hanno approvato.
Pensavo che gli anni 70 fossero finiti da un pezzo, ma evidentemente mi sbagliavo
Classico palazzone. Le foto non sono in grado di trasmettere la pesantezza e la monotonia di questo enorme caseggiato.
Dal vivo vi assicuro che si percepisce anche l’impatto sul quartiere. Invadente!
Forse viene veduto come “edilizia con finiture di pregio… bla bla bla”, ma a me sembra poco diverso dall’edilizia popolare anni ’60. Non invidio i futuri residenti, tra quanlche anno credo che si pentireanno di vivere in un tale formicaio.
Anche facendo torri separate, qui un tale ammasso di appartamenti è fuori luogo. Diverso sarebbe stato se invece ci si fosse fermati a 6/7 piani. In linea con gli edifici vicini e con meno affollamento.
L’ingordigia dei costruttori non si ferma e la miopia di certe giunte fa danni anche a 8 anni di distanza.
vi dirò,ce l’ho di fronte ala finestra della mia camera e sarà perchè sono ad un piano alto anche io,non è così “impattante” come possa sembrare anche se avrei fatto anche io 3 torri distinte(senza i ‘raccordi centrali più bassi).
Di buono c’è che nelle vie che costeggiano il cantiere si stanno rifacendo tutti i marciapiedi,larghi e con mattonelle rosse.
Tremendi, terribili, inguardabili e pesantissimi; ci passò davanti spesso ed ogni volta mi chiedo chi può mai pensare di comprare casa lì. O le vendevano a prezzi di saldo oppure erano dei premi di un concorso Esselunga
praticamente il complesso scampia esportato a milano