
Tra i molti cantieri in giro per la zona di Porta Nuova, Varesine e Centro Direzionale, c’è anche il cantiere compreso tra le vie Adda, Cornallia e Bordoni.
Onestamente non siamo riusciti a sapere chi abbia progettato tutto quest’insieme di edifici, ma ci rincresce dirlo, questo è forse il peggior intervento urbano di Milano.
Questo era un quartiere storico che si trovava ai margini di una zona industriale sorto tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, dove scorrevano ancora il canale della Martesana (Via Melchiorre Gioia) e il fiume Seveso (via Filzi), e dove passavano le ferrovie (dove oggi si trovano le torri delle Varesine). Quindi da sempre un quartiere fatto di piccole industrie, di case popolari e di ringhiera inghiottito poi negli anni Cinquanta dal più vasto progetto del Centro Direzionale, mai completato. Così agli stabili che si trovavano in queste vie “secondarie” all’ombra dei palazzoni di viale Liberazione e piazza Einaudi, apparentemente non venne mai data alcuna importanza, lasciandoli decadere nel tempo, pronti per un futuro di demolizione, anche se qualcuno di questi non affatto male.
Veniamo alla riqualificazione partita oramai da alcuni anni e che, secondo noi, come dicevamo, è stata realizzata un po’ disarmonicamente e con scarso gusto estetico, a dire il vero, quasi più una semplice manutenzione.
Anzitutto non abbiamo capito perché sia stata effettuata la demolizione del palazzo al numero 6 di via Bordoni, una semplice costruzione d’epoca ma che, a nostro parere, si poteva salvare, anche perché è stata sostituita da un nuovo edifico di sette piani alquanto banale (quello nelle foto di colore giallo con gli infissi in grigio).
La casa che nelle foto è grigia, invece, è stata salvata ed è stata sopralzata di due piani, allineandola al palazzo d’angolo già riqualificato nel 2016 e che, anche in quel caso, da deliziosa casa di ringhiera ottocentesca, dalle linee povere ma di buon gusto retrò, venne spogliata da ogni riferimento stilistico e, oltre ad essere sopralzata di un piano, è stata “modernizzata” perdendo, a nostro avviso, qual gusto che aveva in precedenza (visibile nelle due immagini qui di seguito).
Tornando alla casa Grigia, stranamente in questo caso, si è preferito mantenere l’aspetto storico, limitandosi all’aggiunta di due piani. A fianco invece, vi era uno stabile decisamente bruttino, realizzato con ogni probabilità negli anni Ottanta con una facciata in mattoncini in cotto. Anche in questo caso sono stati aggiunti due piani e sono stati modificati gli infissi, in questo caso invece, migliorandolo parecchio. Insomma, dobbiamo attendere ancora la conclusione dei lavori, ma l’insieme sembra avere un aspetto un po’ povero di idee.
L’edificio a vetri costruito in via Cornalia, una banale scatola ben rifinita, poteva avere un quid in più, qualcosa di più originale e iconico.
Apice della scarsa idea architettonica del complesso in riqualificazione è senza alcun dubbio l’affaccio dei palazzi nel cortile interno, queste due immagini mostrano i retro dei palazzi che abbiamo menzionato prima, quelli di via Bordoni. Noi non aggiungiamo altro.
che kiffoo
Che almeno cancellino le tag essendo ancora un cantiere…
Ammazza che schifezza tutta quella vernice grigia tipica della più brutta Milano…
Orrendo.
No comment
Non sembra che i due edifici gialli che formano l’angolo siano stati demoliti e ricostruiti. L’aggiunta di un piano è evidente ma l’apertura delle finestre è la stessa e anche lo sfalsamento che c’era tra le stesse passando da un edificio all’altro.
Se mai ci sarà una legge locale che agevola in qualche modo delle forme di ripristino tipologico, laddove ciò può avere un senso, qui si dovrebbe intervenire. Questa “nuova” facciata è banale, brutta ed impoverisce inevitabilmente il micro-paesaggio urbano. Sembra una versione meneghina degli interventi di spoglio delle facciate storiche avvenuto nell’Europa dell’Est a trazione “comunista”.
Persa l’ennesima occasione per fare una piccola area verde con parco giochi per bambini, banchine e fontanella.