A volte si inizia con poco, una bici rotta, una sedia buttata nell’aiuola, un sacchetto della pattumiera abbandonato e una lavatrice buttata sul marciapiede e poi si finisce nel totale degrado, così come sostenuto dalla famosa teoria delle finestre rotte.
La teoria delle finestre rotte è una teoria criminologica sulla capacità del disordine urbano e del vandalismo di generare criminalità aggiuntiva e comportamenti anti-sociali. La teoria afferma che mantenere e controllare ambienti urbani reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere in pubblico, la sosta selvaggia o l’evasione nel pagamento di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi. Ad esempio l’esistenza di una finestra rotta (da cui il nome della teoria) potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o un idrante, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale.
Ci troviamo a Calvairate, nel quartiere di case popolari costruito tra il 1933 – 1938, che oggi si chiama Molise, un tempo chiamato Maurilio Bossi. Il complesso, progettato da Cesare e Maurizio Mazzocchi, si trova tra piazza Insubria e l’anello della circonvallazione esterna che, percorrendo viale Molise, raggiunge piazzale Cuoco.
Altra strada confinante il complesso è Via Emilio Faà di Bruno, sistemata con una bella ciclabile ormai una quindicina d’anni fa. Ciclabili, aiuole e alberature che hanno voluto dare un segno di ordine e pulizia necessarie per un quartiere problematico come questo di viale Molise.
Dopo tutti questi anni comunque l’aspetto della via si è pian piano deteriorato, riportando un certo senso di anarchia e squallore. Spesso nelle belle aiuole si trovano bici abbandonate, sedie e altri oggetti che ogni tanto AMSA rimuove ma non sempre prontamente. Abbondano anche gli incivili che vuotano borse e valigie sui marciapiedi. Non mancano neppure le automobili parcheggiate sui marciapiedi e dove non si dovrebbe, ma questo è d’uso comune a Milano. E onestamente, camminare per queste strade da soli, facendo fotografie non è stato simpatico, un senso di inquietudine lo si percepisce.
Se segnalate, l’AMSA con il N.U.I.R. passa subito.
In realtà spesso passa il servizio normale che ha il solo difetto di non essere frequente come sarebbe necessario.
Esempio: dovrei passare ogni 3 giorni per tenere una zona pulita. Io passo ogni 10. Dopo 8 giorni il cittadino indignato fa la segnalazione e “magicamente” due giorni dopo è tutto pulito.
Intendiamoci, meglio di Roma, ma il mondo civile è lontano….
Conosco bene la zona. La radice del problema è ben più profonda per le case popolari di Calvairate: sono un fortino delle mafie, nel quale anche le forze dell’ordine fanno fatica a vigilare. Lo spaccio di droga è all’ordine del giorno, così come l’occupazione abusiva delle case ALER, spesso a danno dei residenti più anziani. Le diverse etnie della zona (nordafricane, balcaniche e mediorientali) non sono mai riuscite ad integrarsi tra di loro o con i sempre meno residenti. Chi può, svende casa e cambia zona. Più recentemente la presenza costante di nomadi di etnia ROM ha portato ulteriore degrado e occupazioni nella zona. Andando a est verso l’ortomercato o piazzale Cuoco, la situazione non migliora.
Concordo. Inoltre, in un paese civile tutti portano i rifiuti nelle riciclerie e non li accatastano aspettando Amsa, ma accontentiamoci e facciamo il nostro. Piano piano migliora sempre più.
Secondo me criticare questo quartiere mentre si esalta un ghetto insalubre come ‘nolo’ é disturbante
Concordo in pieno, l’acronimo ‘nolo’ e’ semplicemente ridicolo, inventato da qualcuno solo per dare un tono e nascondere il degrado di via Padova, viale Monza e dintorni
nolo e’ supercafonal, credo siam tutti d’accordo. A parte gli agenti immobiliari e i 4 residenti che lo chiamato cosi ?