Milano | Sant’Ambrogio – Il Palazzo di Mattioni in restauro

L’edificio di piazza Sant’Ambrogio 4 e a pochi passi dalla Basilica, venne progettato dall’architetto Luigi Mattioni (Torre Breda, Torre Martini e molti altri) negli anni tra il 1950 e il 1954 ed è in fase di riqualificazione da parte dello studio di architettura Arassociati.
L’edificio vedrà trasformate le attuali unità abitative in circa 20 appartamenti di varie metrature dotate dei migliori confort e servizi dedicati. Il progetto sviluppa la maggior parte degli appartamenti con duplice affaccio su corte interna e sulla piazza, il cui fascino potrà essere percepito attraverso le aperture derivanti dalla conservativa trasformazione della facciata.
Al piano terra verranno riqualificati la Galleria Borella con la ridefinizione degli spazi commerciali, oltre agli spazi di uso comune del fabbricato.

L’edificio di Mattioni si colloca in un contesto urbano particolare: la piazza Sant’Ambrogio, martoriata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che avevano in gran parte distrutto un edificio del XIX secolo già presente sul lotto e inserito in una cortina edilizia continua. Per adattare il nuovo corpo di fabbrica al tessuto circostante, il progettista decise di mantenere inalterata la porzione sopravvissuta del fronte ottocentesco, che venne inglobata nel nuovo progetto. I rapporti con la preesistenza vennero rafforzati sul fronte principale mediante l’introduzione di una terrazza all’ultimo piano, che riprende l’altezza di gronda della facciata storica e consentì di arretrare l’attico (originario, perché in seguito venne aggiunto un piano.

Il volume costruito ex novo è, invece, un blocco passante che si spinge fino a via Carducci su cui si attesta una galleria commerciale pedonale ricavata al piano terra. I cinque livelli superiori, destinati ad abitazioni signorili, sono distribuiti da quattro vani scala con ascensore, due dei quali affacciati su un cortile interno. Viene poi introdotta una netta distinzione nel carattere delle fronti: quella rivolta verso piazza Sant’Ambrogio è organizzata in due porzioni simmetriche, a loro volta tripartite in fasce verticali ancorate intorno al vuoto dei portali d’ingresso alla galleria pedonale e alla hall principale; il prospetto su via Carducci, invece, è svuotato nella porzione centrale dalla sovrapposizione di logge in leggero aggetto. (Fonte Lombardia Beni Culturali)

Qui di seguito le immagini del palazzo prima del restauro. Come si vede, negli anni Sessanta o Settanta venne sovrapposto un piano superiore che ha necessitato di un telaio a vista con struttura di travi in acciaio ancorate ai pilasti sottostanti per reggere il nuovo piano.

La Galleria Borella, originariamente “Galleria Sant’Ambroeus“, un passaggio che unisce piazza Sant’Ambrogio con via Carducci, era fortemente degradata e apparentemente abbandonata.

Questa la facciata su via Carducci.

Qui di seguito le immagini aggiornate a pochi giorni fa, dove i lavori di riqualificazione sono ancora in corso secondo il progetto di Arassociati. Mentre gli interior design sono di Milano Contract District.

A quanto pare, Arassociati ha trasformato il tetto in una terrazza abbinata agli attici e sono in corso i lavori per realizzare le balaustre. Per il resto, la facciata è rimasta inalterata. La “pergola” in acciaio è stata colorata in nero.

Mentre i lavori per la Galleria Borella sono cominciati recentemente. Ci chiediamo se verrà mantenuto il disegno della pavimentazione realizzato a suo tempo con una scelta cromatica realizzata con diverse tipologie di marmi.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

17 commenti su “Milano | Sant’Ambrogio – Il Palazzo di Mattioni in restauro”

  1. Menomale! Aveva proprio bisogno di una riqualificazione soprattutto la galleria

    Ringraziamo i privati (ancora una volta) che sottraggono zone al degrado

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    • Tutti i condomini, case popolari a parte, sono privati per cui è ovvio che siano i privati a riqualificarli. Il patrimonio pubblico comunale è enorme e la sua manutenzione costa uno sproposito. Non è così facile far quadrare i conti per un amministrazione comunale in Italia. Milano cerca di fare il proprio meglio, anche se purtroppo spesso non basta.

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    • Non capisco cosa ci sia da ringraziare… è una proprietà privata, è il minimo che siano i proprietari a prendersene cura…

      per caso se decido di imbiancare casa mia tu vieni a ringraziarmi?

      anzi, è una vergogna che abbiano aspettato fino ad arrivare a questo punto di degrado… anche perché in piazza S. Ambrogio i residenti non sono certo operai da 1.000 euro al mese

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      • La galleria è privata?! Non direi proprio!!!

        Se vernici le camere di casa tua è un conto, se vernici le pareti esterne (che comunque sarà un condominio il tuo quindi non puoi) ma teoricamente migliori la città, certamente spesso i progetti di riqualificazione dei privati lo fanno per loro ma a volte ne risulta un miglioramento per la zona in questione, nulla è dovuto

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        • Certo che è privata! ‘Aperto al pubblico’ non vuol dire ‘di proprietà pubblica’.

          Anche nei negozi o nei bar la gente entra ed esce come gli pare ma non sono mica pubblici!

          Magari non lo sai, ma a Milano esistono anche delle vie private, da dove comunque si transita regolarmente… ma questo non ne fa proprietà pubblica

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          • Grazie… intendevo dire che non è chiusa, è comunque fruibile da tutti (anche se dal notaio è privata) hanno fatto un favore a metterlo apposto, non erano tenuti a farlo, quindi ringrazia!

  2. Quanto era più bello e leggero il disegno originale con le vetrate dei negozi…

    Ci lamentiamo che le architetture degli anni 60 e 70 a Milano sono brutte, ma quelle belle che ci sono le devastiamo… (e mi associo anche al colorito commento sul sopralzo)

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  3. “A quanto pare, Arassociati ha trasformato il tetto in una terrazza abbinata agli attici e sono in corso i lavori per realizzare le balaustre.”

    In pratica c’era il palazzo. Poi negli anni 70 han fatto il sopralzo.
    Adesso trasformiamo il tetto del sopralzo in terrazza con le balaustre.

    Se la prossima volta facciamo le mansarde sulla terrazza sopra il sopralzo e poi il giardino sulla mansarda sulla terrazza del sopralzo, quando l’edificio compie 100 anni diventa un grattacielo 🙂

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  4. Adesso aspettiamo che i nostri governanti green facciano qualcosa per via Carducci. Che ne so… pensare di ridurre la velocità, piantumazione alberi creare una vera pista ciclabile in protezione che non vada solo dal centro alla periferia ma che possa essere percorsa anche in senso contrario.

    Insomma, tutte quelle cose che una amministrazione di buon senso farebbe in una via ubicata nel centro storico di una città !

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  5. Ma quale restauro o riqualificazione ? La prima opera milanese di Mattioni, viene soppalcata e stravolta dai soliti speculatori, altro che manutenzione condominiale. L’ingresso originale appena pubblicato e purtroppo ormai solo documentato nel libro Ingressi di Milano, è stato distrutto per farne il solito vieto atrio contemporaneo a doppia altezza in stile alberghiero. Nessuna tutela del moderno e sfregio all’architettura del dopoguerra.

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  6. Tutta via Carducci avrebbe bisogno di allargare i marciapiedi e mettere un freno allo strapotere delle auto in favore dei pedoni e perché no anche dei caffè bar pub e ristoranti.

    È una autostrada di lusso.

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    • Più ch in autostrada di lusso direi uno scandalo a cielo aperto. Una via così centrale per ora giornalmente da migliaia di studenti universitari, turisti e scolaresche in visita ai luoghi storici della città.

      Probabilmente ahimè aspettano che ci scappi qualche grave incidente ( per non dire altro ) prima che i loro neuroni incomincino a collegarsi…

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