Milano | PGT: sostenibilità ambientale, equità abitativa e attenzione alle periferie

Con 26 voti favorevoli e 12 contrari, il Consiglio comunale ha approvato il Piano di Governo del Territorio comprendente il nuovo Documento di Piano, la variante del Piano dei Servizi, comprensivo del Piano per le Attrezzature Religiose e la variante del Piano delle Regole.

Per il M5S il piano non osa e non fa altro che prevedere cementificazione. Mentre per Forza Italia, il piano sarà un freno allo sviluppo: troppe prescrizioni.

“Oggi – dichiara l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran – il Consiglio comunale ha approvato un Piano che guarda a Milano 2030, ponendosi tre obiettivi prioritari: casa, ambiente e periferie. Sono i tre punti su cui questo PGT segna la differenza rispetto al passato e le tre esigenze di una città che cresce per numero di abitanti e attrattività, che deve dare risposta al fabbisogno di case in affitto a prezzi accessibili, alla richiesta di verde, alla necessità di migliorare la qualità della vita in tutti i quartieri. Tre esigenze cui il Piano dà risposte concrete, ponendo regole che porteranno all’incremento dell’offerta di housing sociale e case popolari, alla riduzione del consumo di suolo del 4% rispetto al piano vigente con la nascita di 20 nuovi parchi, alla rigenerazione degli edifici, che secondo norme che anticipano gli obiettivi della rete C40 Cities dovranno essere a emissioni zero di C02, alla riqualificazione di piazze e aree strategiche della città, al recupero o abbattimento degli edifici abbandonati. Ringrazio tutti i consiglieri che in questi mesi hanno dato il proprio contributo alla definizione di un piano che renderà la Milano del 2030 più inclusiva, sostenibile e policentrica”.

Tra le principali modifiche apportate al Piano attraverso gli emendamenti del Consiglio Comunale, le controdeduzioni, le osservazioni presentate nei mesi scorsi da cittadini ed enti: l’innalzamento al 75% delle aree da destinare a verde nell’area di piazza d’Armi (percentuale già elevata da 50% a 70% in fase di osservazioni) e la relativa eliminazione dell’indicazione di proposta di piano attuativo presentata nel 2017; l’obbligo, per le nuove costruzioni (comprese quelle con demolizione e ricostruzione), di essere a zero emissioni di CO2; l’individuazione, per le ristrutturazioni, di una soglia minima dell’indice di riduzione di impatto climatico richiesto, raggiungibile attraverso la realizzazione di tetti e pareti verdi e interventi di depavimentazione, oltre il quale è possibile monetizzare (tali risorse saranno destinate alla realizzazione del Grande Parco Metropolitano e a interventi di depavimentazione); la cancellazione della facoltà di realizzare servizi nelle pertinenze indirette per il verde urbano; l’eliminazione della possibilità di realizzare Grandi Strutture di vendita nelle aree destinate a Grandi Funzioni Urbane di Ronchetto e Porto di Mare e nei Nuclei di Antica Formazione; la possibilità di realizzare Grandi Strutture di Vendita in prossimità delle piazze da rigenerare solo nel caso in cui siano coinvolti i mezzanini delle stazioni metropolitane; l’impossibilità di realizzare funzioni urbane in edifici destinati ad edilizia popolare; la ridefinizione dei tempi, da 24 a 12 mesi, perché un edificio dismesso sia da considerarsi pericoloso per la sicurezza e la salubrità pubblica; la previsione di aree adibite a parcheggi pubblici nelle zone adiacenti alle fermate della circle line.

Il Piano si declina su 5 obiettivi principali e individua le strategie per raggiungerli.

  1. Una città connessa, metropolitana e globale. La crescita urbana sarà legata allo sviluppo delle infrastrutture di trasporto pubblico, secondo una logica che vuole il numero maggiore possibile di persone vivere e lavorare a breve distanza da una fermata di trasporto pubblico. Il Piano individua quindi 13 nodi di interscambio strategici da rigenerare: Comasina, Bovisa, Stephenson, Cascina Gobba, Centrale, Garibaldi, San Donato, Rogoredo, Famagosta, Bisceglie, Lampugnano, Molino Dorino e Bonola. In corrispondenza di questi nodi sarà possibile superare l’indice di edificabilità massimo di 1 mq/mq previsto negli ambiti della città ad elevata accessibilità (l’indice massimo nelle aree meno accessibili è invece fissato a 0,7 mq/mq) attraverso interventi che migliorino la qualità dello spazio pubblico e la realizzazione di Edilizia Residenziale Sociale.
  2. Una città di opportunità, attrattiva e inclusiva. San Siro, Goccia-Bovisa, piazza d’Armi, Ronchetto, Porto di Mare e Rubattino sono le 6 aree della città che si svilupperanno a partire dall’insediamento di “Grandi Funzioni Urbane” come ospedali, impianti sportivi, parchi urbani, sedi amministrative. Alla Goccia-Bovisa, dove è già in corso la progettazione per l’allargamento del Politecnico, e in piazza d’Armi, la cui superficie sarà per il 75% a verde, nasceranno due grandi parchi pubblici. Come stabilito in fase di accoglimento delle osservazioni, l’area del Trotto si svilupperà autonomamente rispetto a San Siro e il perimetro di Ronchetto è stato ridefinito per salvaguardare il territorio agricolo e prevedere lo sviluppo in corrispondenza dell’ex cava. Previsto anche un sottoambito Bovisa-Villapizzone il cui sviluppo sarà legato al potenziamento degli impianti di energia a servizio della rete cittadina. L’indice di edificabilità in tutte queste aree è fissato a 0,35 mq/mq. Tematica fondamentale del piano è la casa: il Piano incrementa la quota di edilizia sociale obbligatoria (negli interventi di oltre 10.000 mq di superficie), che passa dal 35% al 40%, di cui metà in vendita e metà in affitto. Una modifica mirata a calmierare i prezzi e offrire vere soluzioni per le classi medie, i giovani e le famiglie che non possono accedere al mercato libero. Allo stesso scopo viene consentito di superare l’indice di edificabilità massima negli ambiti della città accessibili mediante la realizzazione di edilizia sociale in locazione, in vendita di tipo agevolato e co-abitazioni e riducendo la richiesta di dotazione per servizi per gli interventi di edilizia libera, a patto che si preveda una quota di affitto. Misure innovative anche per quanto riguarda il lavoro: viene inoltre assimilato il cambio di destinazione d’uso tra le categorie produttivo, terziario, ricettivo e servizi privati, per incrementare le opportunità per i giovani, in particolare legate all’economia 4.0.
  3. Una città green, vivibile e resiliente. Il nuovo Piano prevede la riduzione del consumo di suolo del 4% rispetto al Piano vigente, da ottenere attraverso il vincolo ad uso agricolo di oltre 3 milioni di mq di aree, l’ampliamento del parco sud per circa 1,5 milioni di mq, la realizzazione del grande Parco Metropolitano attraverso la connessione ecologica tra il parco Nord e il parco Sud, la nascita di almeno 20 nuovi parchi e un piano di forestazione che porterà 3 milioni di nuovi alberi nella Città Metropolitana. Per quanto riguarda l’edificato, tutte le nuove costruzioni (anche in casi di demolizione e ricostruzione) dovranno essere a ZeroCO2. Viene inoltre introdotto un indice di Riduzione Impatto Climatico raggiungibile attraverso una serie di soluzioni come la realizzazione di tetti e pareti verdi e interventi di depavimentazione. Qualora non si riuscisse a raggiungere questi obiettivi, sarà possibile potrà monetizzare la differenza, che verrà reinvestita per il Parco Metropolitano, per il progetto di forestazione e per interventi di depavimentazione in città.
  4. Una città, 88 quartieri da chiamare per nome. Gli 88 quartieri di Milano verranno valorizzati attraverso la rigenerazione di piazze, spazi pubblici e offerta di servizi ai cittadini, con l’obiettivo di superare il divario territoriale e sociale tra centro e periferia, creando una città sempre più policentrica. A tal fine, oltre alla riapertura dei Navigli e alla riqualificazione degli scali ferroviari, si individuano 7 piazze che dovranno essere rigenerate con interventi in grado di migliorarne la qualità progettuale, la pedonalità e l’attrattività: Loreto, Maciachini, Lotto, Romolo, Trento, Corvetto e Abbiategrasso. In questi ambiti caratterizzati da ampia accessibilità sarà possibile superare l’indice di edificabilità massimo (1 mq/mq anziché 0,7 mq/mq) attraverso la realizzazione di Edilizia Residenziale Sociale in affitto.
  5. Una città che si rigenera. Il Piano individua alcuni “Ambiti di Rigenerazione Urbana”, aree ai margini del territorio che dovranno essere valorizzate con interventi mirati al recupero del patrimonio edilizio degradato. Si prevede inoltre il recupero di 3mila alloggi di edilizia residenziale pubblica e la realizzazione di circa 1.300 alloggi a prezzi convenzionati in 9 aree della città, che si sommano ai 2.200 già previsti nell’ambito della riqualificazione degli scali ferroviari e ai 4mila negli altri piani già approvati. Si prevedono infine misure severe sul fronte degli edifici abbandonati, prevedendo la perdita dei diritti volumetrici esistenti e l’assegnazione dell’indice di edificabilità unico dello 0,35 mq/mq per chi lascia gli stabili in stato di degrado.

Il Piano di Governo del Territorio comprende il Piano per le Attrezzature Religiose (PAR) come richiesto dalla Legge Regionale 12/2015. Il PAR prevede l’individuazione di 20 nuovi luoghi di culto di cui 3 nuove chiese cattoliche (ambiti Cascina Merlata, Expo e Rogoredo Montecity), 15 di altre confessioni religiose e 2 possibili nuovi luoghi in aree comunali che saranno assegnate tramite bando aperto a tutti le confessioni religiose (via Marignano e via Esterle).

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24 commenti su “Milano | PGT: sostenibilità ambientale, equità abitativa e attenzione alle periferie”

  1. Solita aria fritta.

    L’urbanizzazione non viene azzerata ma persino aumentata in alcune zone. Il consumo di suolo, che dovrebbe arrestarsi, è stato solo minimamente ridotto.

    Sopratutto, si parla di città metropolitana solo quando bisogna piantarci degli alberi (3 milioni in 10 anni? Saremo fortunati se ne vedremo anche solo meno della metà).

    E poi c’è il grosso capitolo delle periferie. Sala e la giunta non capiscono che questi loro piani stanno trasformando i quartieri periferici di Milano città in zone da 3-4000€/mq, mentre tutti i comuni dell’hinterland verranno trasformati in periferia degradata. Sala agisce solo in qualità di sindaco (del centro) di Milano e non in qualità di sindaco della città metropolitana.

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    • Luca,
      Una città non può bloccare l’urbanizzazione, ma può permetterla facendo comunque si che ci sia più convenienza a recuperare l’esistente. Esattamente come hanno fatto in questo PGT.

      È ovvio che Sala agisca come sindaco di “Milano” e non della metropolitana. Hai visto i sindaci dell’hinterland interessarsi ai cambiamenti di Milano? Contribuire al nuovo trasporto pubblico? Seguire delle linee di indirizzo? Creare nuovi parcheggi agli scambi fuori dal confine urbano?

      Se vivi a Cologno ti senti già nel bronx e il comune non fa certo nulla per armonizzarsi.
      Non c’è bisogno di accusare sala di valorizzare le proprie periferie trasformando l’hibterland in periferia degradata.

      Non c’è un comune che faccia sì sia più conveniente vivere “fuori” e sfruttare la metro. Portando così nuove entrate e Nuova vita. So lo sesto forse

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  2. “sostenibilità ambientale, equità abitativa e attenzione alle periferie”
    ossia
    “Milano Resiliente, Equa e Solidale”

    Tutte parole che sono nel PGT da almeno 8 anni.

    Adesso sarebbe ora di fare (in fretta).

    Alberi, qualità della vita, tempi della città, trasporti pubblici, parcheggi residenti, piste ciclabili, ristrutturazione vecchi quartieri anni 60 ecc ecc
    Tutte cose che con l’urbanistica hanno a che fare.

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    • Aggiungerei: aumentare gli oneri di urbanizzazione per i nuovi progetti.

      E’ assurdo che in Italia si paghi così poco. Non so quanto sia in potere del Comune, ma tra le millemila regole regolette lacci lacciuoli e prescrizioni con cui hanno inzuppato il PGT…qualche scappatoia per far pagare un po’ di più ci poteva stare.

      Un esempio: vi sembra LOGICO che le nostre tasse di cittadini vadano a rimborsare i mutui della MM5 ed MM4 per i prossimi 30 anni e invece i costruttori….ottengano addirittura una deroga alle volumetrie dove è arrivata la metro?
      Tecnicamente noi paghiamo per le infrastrutture così loro possono costruire di più. Ok. Ma almeno che gli si imponga un contributo straordinario di oneri di urbanizzazione se costruiscono li!!

      Sarebbe equo e solidale anche questo. 😉

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  3. La cosa buona è che di riapertura dei navigli non se ne parla più e che il nuovo ospedale al Ronchetto che sostituisce San Paolo e San Carlo lo faranno dentro la ex cava e non sui terreni agricoli.

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    • Penso che inizieremo con altri due grattacieli a Citylife e (se non ci diamo una mossa) con gli interventi d’urgenza in deroga al PGT per le olimpiadi…

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  4. Le intenzioni in teoria sono buone, peccato che leggendo con attenzione gli elaborati non si trovino le azioni conseguenti. L’edilizia sociale e popolare, ad esempio, dov’è? Sono solo briciole. Si tratta più che altro di chiacchiere, la sostanza è un’altra

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  5. Ma la finisce di fare annunci e spararle sempre grosse per catturare l’attenzione.
    Se ci fosse stato un sindaco di un’altra area politica avremmo già il progetto per la M6.
    Questi c…. non sanno nemmeno cosa vuol dire mobilità, visto che si muovono in macchina.
    Non vedo l’ora di mandarli a casa tutti in primis Maran.
    E ti prego Roberto Arsuffi candidati…

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      • sarà l’ennesimo esempio di come chi ha i soldi fa quello che vuole con la zona, i residenti possono fare poco.
        L’area di tortona solari deve essere tutta ripensata, ma non sicuramente da questa giunta, altrimenti ci toccherà vendere tutte le auto per fare contenti i bici talebani.
        Come se vivere in un paese come l’italia sia possibile avere solo la bici.
        Ovviamente andrebbero creati dei posteggi sotterranei nelle area di attrazione come mudec o appena fuori e come diceva qualcuno tutelati davvero i residenti.
        Poi va chiusa la via tortona da chi viene da viale cassala se non è residente e rifatto tutta la via tortona per renderla semi pedonale nell’area del mudec con degli alberi non con la merda di ciclabile che hanno fatto.
        VI sembra possibile che armani non ha un posteggio interrato.

        La città è nostra non dei lavoratori e nemmeno dei turisti.
        Loro sono ospiti e noi dobbiamo migliorare la città per noi non per gli altri.
        Fare posteggi sotterranei per tutti e rimuovere la sosta sulla strada e non rimuovere la sosta senza creare un alternativa, perchè secondo loro dobbiamo andare tutti in giro in bici. Sono fuori di testa.
        Io ieri sono tornato da un week end al mare e non ho potuto far scendere mia moglie con mia figlia sotto il mio portone perchè non ho il passo carraio e i posteggi gialli tutti occupati dai NON residenti.
        Cosa dovrei fare secondo loro comprare un box con i soldi che non ho un conto e pagare 100 euro al mese per un posteggio un conto è spedere 50000 euro per un box.
        Oppure andare in vacanza con il treno o con l’autobus dovendo cambiare 3 mezzi per arrivare a destinazione?
        Vanno innanzitutto creati solo posteggi interrati come quelli dell’esselunga per intenderci e non box.
        Poi questi posteggi li si paga con un canone decente massimo 100 euro al mese e così tutti quelli che hanno l’auto o la mettono li sotto oppure la vendono e poi chi compra una macchina che supera i 30000 euro deve avere un posteggio privato. altrimenti ne spendi meno se vuoi avere la macchina a milano sulla strada.
        Insomma ci sono mille modi per migliorare la vita di tutti e l’unico che sta percorrendo questa giunta è quello sbagliato, e cioè una guerra senza armi contro le auto dei residenti.
        I NON residenti NON devono venire in macchina fino in centro e se lo fanno devono pagare.
        La giunta deve combattere loro e non i residenti.
        Quindi area B deve divenrare una zona a pagamento per i NON residenti,.
        I RESIDENTI NON DEVONO PAGARE L’AREA B.
        Con i soldi guadagnati rifacciamo tutto l’arredo da paese civile e non con le vernici da barboni….e sopratutto non lo facciamo fare ad MM che fanno progetti da poveretti…

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        • A parte il fatto che in via Savona ci sarebbe lo spazio per permettere la sosta a lisca di pesce su un lato, con un albero ogni 3 auto visto che è l’unica via risparmiata dalla cementificazione selvaggia delle ciclabili più malpensate del mondo…

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        • Sarò io a non capire, ma che vuol dire questo commento?
          Meno auto, più mezzi pubblici e mezzi green è la strada che si percorre per il futuro, non solo a Milano, ma anche in città estere.
          Cioè, andare in bici non è criminale eh. Anzi.

          Se ci sono mezzi pubblici, e lavori a Milano, l’auto a che ti serve?

          La città deve essere pensata per l’uomo, non per le auto. Ci sono, ok, e c’è sempre una soluzione.
          Io sto per diventare cittadino di Milano al 100%, e per farlo devo cambiare auto. Sono soldi, soldi (e non pochi) da spendere. Ma è una scelta.

          Un investimento al domani, al futuro, per vivere domani in una città verde.

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        • Adriano i tuoi commenti ti squalificano e basta, sono solo urla per reclamare l’utile tuo.
          Chiedo al blog di bandire certe forme di maleducazione.
          Adriano dovresti poi pensare in modo pacato e ragionato su un fatto assodato: i 4 mln di persone che entrano ogni giorno a Milano creano direttamente ed indirettamente ricchezza che viene intercettata dal Comune, lo dico da residente pensante e non urlante.

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