Milano | Isola – Al via l’Urbanistica Tattica in piazza Minniti

In questi giorni sono iniziati i lavori per trasformate piazza Minniti all’Isola in area pedonale. Via il brutto e disordinato parcheggio e al suo posto un’area per passeggiare, sostare e giocare.

Piazza Minniti fa parte delle nuove aree pedonali fruibili in sicurezza, nuovi spazi pubblici di qualità per i quartieri che li circondano. Il progetto di urbanistica tattica “Piazze aperte” che nell’ultimo anno e mezzo ha rigenerato 15 piazze della città attraverso interventi veloci ed economici con vernici, panchine, vasi di piante e giochi. Tra gli interventi previsti in questi giorni, coma abbiamo visto, c’è stato quello in piazza Sicilia, dove è stata garantita maggior sicurezza anche all’uscita dei bambini da scuola, via Toce sempre all’Isola e ora tocca a Piazza Minniti.

Va ricordato che qui si svolge anche un mercato settimanale.

Sappiamo che questa è una sistemazione temporanea, per poi pensare ad una riqualificazione seria e duratura. Noi abbiamo sempre immaginato la piazza come una bella foresta di alberi, un po’ come possiamo vedere in largo La Foppa, dove la piazza è alberata con delle belle piante e ne è garantita l’uso pedonale.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

60 commenti su “Milano | Isola – Al via l’Urbanistica Tattica in piazza Minniti”

  1. Avanti tutta. L’urbanistica tattica ha un senso se fa interventi rapidi e su scala larga. Deve rompere il ghiaccio per un radicale e drastico cambiamento di questa città. Milano deve reinventarsi.

    Rispondi
  2. Beh questa piazza era logica: sembrava dovesse essere rifatta a ruota di via Borsieri e invece 10 anni fa si è bloccato tutto.

    Però merita una cosa definitiva: io avrei iniziato da qui e non da piazzale Archinto ad esempio.

    Rispondi
    • Il problema è sempre il mercato, che impone molti vincoli alla progettazione.
      Comunque è bellissimo che in pochi giorni rimuovono un ammasso di auto dal centro di una piazza.

      Rispondi
      • rimuovere l’ammasso di auto non è difficile: ci riesce anche il mercato tutto le settimane 🙂

        Il problema è trasformarlo in un posto bello e magari risolvere il problema di dove metterle le auto, senza far ricchi i proprietari di posti auto che già si leccano i baffi e aumentano i prezzi degli affitti di un altro 10%.

        Rispondi
        • E allora che sia la volta buona che un po’ di residenti scelgano di disfarsi delle auto che non usano. Perché diciamocelo, la maggior parte delle auto accatastate ovunque in città è usata pochissimo e potrebbe essere facilmente sostituita da taxi e car sharing.

          Rispondi
          • Se anche il 70% delle auto dei residenti all’Isola fosse inutile (che non credo sia tanto vero) resta il problema del rimanente 30%.

            Non possiamo tenerci in eterno auto ammucchiate ovunque, un minimo di strutture di parcheggio residenti nascoste alla vista va creato prima o poi.

          • Concordo in pieno e se proprio serve esiste il mercato: si compra o prende in affitto un box. Vuoi vivere al quartiere isola? I costi o gli affitti dei box sono commisurati a quelli degli appartamenti e se non ne tieni conti non sono problemi della comunità nè la comunità devi farsi carico dei bisogni privati

  3. Una porcheria illegale. Dove sono finiti i posti con le strisce blu per i non residenti? Un altra marchetta per i parcheggi a pagamento. Di tavolini in mezzo alla strada direi che ne avevamo già abbastanza in zona… 🙁

    Rispondi
    • Porcheria illegale per me è una città trasformata in parcheggio, piazze, marciapiedi e aiuole con auto accatastate ovunque.
      Possiedi un’auto? Il comune non deve garantirti un parcheggio, ce ne sono già anche troppi, ti dovrai abituare a pagartelo in struttura se non ne trovi uno gratis, come paghi qualsiasi altra cosa che ha un valore.

      Rispondi
      • Si ma se il Comune consente che le autorimesse diventino condomini e non promuove nuovi parcheggi residenti sotterranei per oscure ragioni ideologiche, l’unico risultato è far ricchi i possessori di box da affittare, che ricchi lo son già di loro.

        Rispondi
  4. Vorrei che cambiassimo drasticamente la mobilità in questa città. Troppe persone si spostano con l’automobile, anche quando possono usare i mezzi, la bici o andare a piedi. La sosta selvaggia è ancora troppo diffusa. Parcheggiare su marciapiedi, piazze, aiuole e sulle strisce è semplicemente maleducato e incivile. L’automobile ha distrutto le città italiane e particolarmente Milano.

    Rispondi
  5. Che ridere, Facebook è già pieno di commenti di analfabeti funzionali che sparano le loro sentenze giudicando da due foto dei lavori in corso. Non ci arrivano, poveretti, che un progetto va valutato quando terminato, e magari dopo esserci stati e aver valutato la situazione. Nulla, non ce la fanno, devono vomitare la loro indignazione perché le cose stanno lentamente cambiando e si sta finalmente andando verso una città meno dominata dalle automobili.

    Rispondi
    • Su facebook ti do ragione, ma:

      Dove la vedi la città che “cambia sempre meno dominata dalle automobili”?

      A me sembra più che altro di percepire un progressivo imbarbarimento e aumento esponenziale di parcheggi illegali e furgoni e scooter alla cavolo ad intralciare.

      Certo, c’è qualche bici e (soprattutto) monopattino elettrico in più in giro, ma è in fondo poca roba nel totale.

      Rispondi
  6. Pago già la tassa di circolazione, che dovrebbe garantirmi almeno una viabilità decente e pago già fior di tasse comunali. Se non si può più circolare perchè le strade sono diventate piste ciclabili ed ammassi di dehor inutili e non posso più parcheggiare se non a pagamento, se non ho più negozi sottocasa e quindi devo usare la macchina pagando per forza un parcheggio – cosa peraltro illegale, informati (non pretenderai che faccia la spesa con la bici vero? O che paghi anche per farmi consegnare la spesa? O che vada al lavoro fuori Milano in bici in inverno magari?) che senso ha rimanere in citta? A questo punto vado a vivere in campagna! Quando Milano rimarrà vuota (visto che si deve pagare per qualsiasi cosa) sarete contenti di circolare coi vostri monopattini elettrici in mezzo ad una città deserta facendo lo slalom tra tavolini vuoti ??

    Rispondi
    • Vada, non la ferma nessuno. Il hinterland di Milano è bello, internazionale, non inquinato, pieno di giovani e con tanto catrame di parcheggi. Arrivederci!

      Rispondi
    • Anch’io pago già un sacco di tasse eppure pensi, devo pagare il biglietto del tram. Ma che ragionamento è? Se non vuole pagare pochi euro per parcheggiare in città può andare in un centro commerciale della provincia dove i parcheggi sono gratis.
      Sui dehor non commento. Se lei non è solito utilizzarli non è detto che per molti, ristoratori inclusi, siano stati importantissimi in questi mesi.

      Rispondi
      • Il servizio di trasporto pubblico è pagato per un terzo dal biglietto/abbonamento e per due terzi da sovvenzioni pubbliche, ossia anche coi soldi di chi il tram non lo prende.

        I dehors e i parcheggi in strada sono invece una fonte netta di introito per il comune. Nel caso dei parcheggi, sia tramite pagamento della salata sosta nella cerchia della circonvallazione, che con le multe.

        Un minimo di collaborazione nel Comune per incentivare la costruzione di parcheggi sotterranei per residenti quindi ci starebbe pure.
        Poi ovviamente ognuno se lo paga quando lo usa, mica tutto gratis….

        Rispondi
  7. vivo all’isola, giusto il parcheggio per residenti ma vogliamo parlare delle mille auto che entrano nel weekend per cenare o fare ape all’isola? tutti che parcheggiano sulle strisce o doppia fila solo per avere il locale a pochi passi quando ci sono un sacco di posti parcheggio in via valtellina e ponte bussa.
    di cosa vogliamo parlare?! all’isola arrivano tram, due metro..
    o si cammina, o mezzi pubblici o bici, non mi sembra complicato da fare

    Rispondi
  8. Da abitante della zona senza auto e con poca necessità di utilizzare i mezzi pubblici nata a Milano quasi 60 anni fa posso con tanta serenità dire che non ho mai visto tanto caos, traffico e impossibilità di camminare serenamente sul marciapiede come in questi ultimi anni e peggiora sempre di più. Monopattini, biciclette, skateboard che vengono utilizzati senza alcun rispetto. Dehors da scavalcare e finte zone pedonali e per concludere “anonimi” che non hanno il coraggio delle proprie opinioni.

    Rispondi
    • Finalmente commenti come quello di Cinzia e di V.
      Non posso che condividere le loro risposte all’arroganza degli anonimi delle
      17:20 e soprattutto quello delle 9:56.

      Rispondi
      • Anonimo 19:51. Io sono furibonda per come “si stava meglio quando si stava peggio”. Non vedo progresso e cambiamento. Delle righe bianche e dell’asfalto non fanno di Milano una città migliore. È solo una spesa inutile, in più in un momento difficile. Ricordo che dal 2003 sento dire che si farà un vasca di laminazione ma qualche mese fa il Seveso era fuori la porta di casa….

        Rispondi
        • Guardi, nel 2020 additare una corsia ciclabile come inutile è ridicolo. Siamo in una città, per anni si è pensato solo agli automobilisti e ora Milano sembra un grande parcheggio a cielo aperto. Finalmente si fa qualcosa per incentivare altri mezzi e lei ha il coraggio di lamentarsi? Io abito in Barona e raggiungo la mia università sempre con la bicicletta, prima lo facevo con i mezzi. Queste “strisce” di cui lei si lamenta aiutano a svuotare i mezzi pubblici. Dovrebbe solo ringraziare che grazie a queste scelte coraggiose del Comune molte persone evitano di utilizzare l’automobile. Se cerca tra i numerosi articoli di UF vedrà come il problema di questa città non sono i dehors ma sono le migliaia di auto parcheggiate a ca**o di cane ovunque. Uno schifo. A lei forse piacerà vivere in una città ferma agli anni ’50, ma alla maggior parte delle persone no.

          Rispondi
          • Ma negli anni 50 la gente si spostava in tram o in bici, non in macchina!!

            Certi commenti fan tenerezza nella loro imprecisa arroganza 😉

          • Caro anonimo dell 11:56, potrò anche farle tenerezza ma la prego di informarsi prima di fare l’arrogante (le viene molto male). Forse le sfugge che gli anni ’50 sono considerati gli anni del boom economico. La Fiat 600 è il simbolo di questo boom, due anni dopo (sempre anni ’50 quindi) venne presentata la famosa 500. Sempre di quegli anni sono famose le fotografie delle lunghe code degli italiani nelle sopracitate auto per raggiungere i luoghi delle vacanze. Glielo ripeto, si informi prima di fare l’arrogante. Capisco che dietro l’anonimo siamo tutti più coraggiosi ma la sua figura barbina l’ha comune fatta. 😉

          • Caro Lorenzo, anche basta, su…
            In quegli anni ben poche persone potevano permettersi un’ automobile, al massimo la Lambretta. Magari chiedi ai tuoi nonni invece di cercare” fotografie delle lunghe code per raggiungere i luoghi di vacanza”, che di “figure barbine” mi risulta che sia tu a farne già abbastanza di solito.
            In quanto a arroganza poi…

          • Lorenzo, la tua incapacità di dialogare su un forum è inquietante. Specie perchè in quanto giovane dovresti in fondo esserne capace. E invece….

            (Hint: con la 600 del 1955 o la 550 del 1957 non era come con l’aifon o lo uauei che li ordini su amazon e ti arrivano in qualsiasi quantità tu desideri 🙂 )

          • @Anonimo 14:40.

            Indipendentemente dall’effettiva ripartizione modale del traffico degli anni ’50, è con il boom del dopoguerra che sono nati il mito e la cultura dell’automobile, e l’idea di far spostare tutti i cittadini in auto per migliorare l’economia e la vita delle persone.

            Trovo corretto dire che la politica di sviluppo della mobilità adottata per Milano almeno fino alla giunta Albertini compresa e che ancora molti promuovono (specialmente nel resto della Regione) è nata negli anni ’50 e da allora non è mai cambiata.

            Problema: c’è troppo traffico di automobili. Soluzione: facciamo si che possano trafficare ancora più automobili.

          • @Anonimo 14:40.

            Indipendentemente dall’effettiva ripartizione modale del traffico degli anni ’50, è con il boom del dopoguerra che sono nati il mito e la cultura dell’automobile, e l’idea di far spostare tutti i cittadini in auto per migliorare l’economia e la vita delle persone.

            Trovo corretto dire che la politica di sviluppo della mobilità adottata per Milano almeno fino alla giunta Albertini compresa e che ancora molti promuovono (specialmente nel resto della Regione) è nata negli anni ’50 e da allora non è mai cambiata.

            Problema: c’è troppo traffico di automobili. Soluzione: facciamo si che possano trafficare ancora più automobili. Obiettivo: consentire ovunque il maggior traffico di automobili possibile.

          • Io so ben dialogare, non ho insultato nessuno e mi adeguo al livello di retorica di coloro che mi rispondono. Se poi lei non è d’accordo con quello che dico va bene, ma non mi sembra di aver interrotto il dialogo. Quello che intendevo quando ho scritto anni ’50 era ben chiaro ma capisco che in assenza di argomentazioni gli anonimi si attacchino a tutto pur di criticare. Un po’ di elasticità mentale, “ragazzi”.

          • Caro Lorenzo, non sprecar tempo prezioso a convincere persone incapaci di cambiare idea. Agli anonimi posso consigliare di vedere questo video degli anni cinquanta, magari possono capire che di biciclette all’epoca non ce n’erano così tante e meglio interpretare il pensiero di Lorenzo.
            https://www.youtube.com/watch?v=p5UQEq6tPUQ

          • Vedo che siete scivolati sul “sociologhese” e quindi la discussione si è inaridita.
            Però è vero che negli anni 50 a lavorare si andava in bici. Sarebbe bello ricominciare a farlo anche oggi!

          • Ma certo, gentile Aurora, sappiamo che in quegli anni ogni famiglia possedeva due o più automobili e a Milano c’era un traffico impressionante, bici neanche a parlarne, del resto senza piste ciclabili…
            Lambrette e Vespe si, ma poca roba, solo per svago mica per andare a lavorare.
            In conclusione mi congratulo con Lei che occupa il suo tempo prezioso ad informarsi su YouTube per convincere noi incapaci di avere le sue stesse idee del cazzo.

  9. Questo articolo di urban file deve essere entrato in qualche giro di sponsorizzazioni Facebook a target boomer e analfabeti funzionali vista la congruenza di certe argomentazioni nei commenti.

    Mi permetterei di ricordare che:
    – Possedere un’auto non è condizione sufficiente per ottenere un parcheggio gratis
    – La strada è di tutti, non solo delle auto, quindi è anche per le persone che si spostano in bici o con i nuovi mezzi elettrici
    – Incentivare la mobilità sostenibile, quindi bici e nuovi mezzi elettrici, è un bene per tutti, automobilisti compresi, perché moriamo tutti di smog
    – Il comune non è tenuto a costruire parcheggi per le vostre auto, la città è piena di parcheggi in struttura che sono liberi e offrono posti a pagamento, come è doveroso che sia

    Rispondi
    • A me invece, “vista la congruenza” del tuo banale commento con altrettanti identici e numerosissimi su questo blog, viene da pensare a tanti copia/incolla.

      Mi permetterei di ricordarti che
      – “Possedere un’auto non è condizione sufficiente per ottenere un parcheggio gratis” non sta scritto da nessuna parte.

      Forse quando diventerai Dittatore dello StatoLibero delle Bananas (vecchio film di WoodyAllen, ma tu non essendo un boomer …) potrai legiferare in tal senso.

      Rispondi
      • Non esiste nessun diritto all’uso dell’automobile scritto da nessuna parte.
        Perché non esiste.

        Sei libero di comprare quante automobili vuoi.
        Perché è un bene privato. Non pubblico.

        Esiste si un diritto alla mobilità garantita dallo stato per tutti non si per chi ha la possibilità di comprare un bene privato.

        Che si persegue con la mobilità collettiva del trasporto pubblico perché è l’unico mezzo che garantisce tale diritto al maggior numero di persone indipendentemente dalle loro capacità economiche di acquisto di una automobile.

        Esiste il diritto alla mobilità.
        Per attuarlo lo stato appunto esercita il trasporto “pubblico ” garantito.

        Il trasporto privato non è garantito.
        Giustamente.

        Rispondi
          • Secondo l’impostazione più volte
            ribadita dalla Corte costituzionale, la libertà di circolazione riguarda esclusivamente la
            persona umana
            .
            Più in particolare, la circolazione dei veicoli a motore non va necessariamente
            ricondotta alla libertà di circolazione, poiché la modalità di esercizio della libertà di
            movimento non incide sulla libertà stessa, che può essere esercitata con altri mezzi.
            Infatti, la Corte costituzionale – nella sent. Corte cost,. n. 6 del 19627
            – ha ritenuto
            che le norme che consentono a un’autorità amministrativa di sospendere o di revocare
            la patente di guida non si riferiscono all’art. 16 Cost., poiché questa norma contempla
            la libertà di circolare, di portarsi da un luogo a un altro con qualunque mezzo di
            trasporto, ma non il diritto di guidare un autoveicolo.

            Tie.
            Prendete questo come fosse antani…
            È gratis..

          • Ma che bravo, peccato che non vedo ” Possedere un’auto non è condizione sufficiente per ottenere un parcheggio gratis”, perché è di questo che si parlava.

  10. La differenza sostanziale tra la politica di sviluppo della mobilità adottata da Albertini e quella di Sala/Granelli sta nei suoi obiettivi.

    Albertini giustificava e promuoveva le sue opere prevedendo un aumento del traffico automobilistico da e verso la città. Questo aumento di traffico era considerato un bene per la città e la tendenza prevista andava agevolata realizzando parcheggi e tunnel stradali.

    La politica delle nuove giunte, all’opposto, prevede una riduzione del numero di auto che circoleranno in città e vede il traffico automobilistico come un problema, non come una risorsa.

    I nuovi parcheggi, dice Granelli nell’articolo, serviranno per nascondere le auto e liberare spazio per altri mezzi più sostenibili (e, aggiungo, rendere fisicamente impossibile la sosta vietata). Tutto l’opposto a cui puntava Albertini.

    Rispondi
    • Albertini e Sala (dai, lasciamo stare Granelli….) sono separati da quasi un quarto di secolo. Chiaro che avessero visioni e obiettivi diversi.

      Sicuramente l’eredità di Albertini si sente ancora adesso (e non solo perchè la MM4 è ancora in costruzione 🙂 )

      Rispondi

Lascia un commento