Milano | Castello – Cantiere di via Porlezza e vicolo San Giovanni sul Muro: febbraio 2022

Come abbiamo già potuto vedere, la piccola piazzetta a due passi dal Castello è stata completata, e in questi giorni sono in corso i lavori per la sistemazione con i ciottoli di fiume per la strada in rizzata lombarda di via Porlezza.

Stiamo parlando dello spazio rigenerato e riqualificato formato dall’incrocio di via Porlezza e via Giulini assieme al Vicolo San Giovanni sul Muro, dove sino a qualche mese fa si trovava una specie di mini-teatro ormai un po’ degradato. Lo slargo, ricordiamo, venne realizzato negli anni Settanta in cemento, e fu pensato come luogo di ritrovo per gli impiegati di zona, ma effettivamente mai utilizzato e che ormai versava in uno stato di abbandono e degradato.

La sistemazione è stata realizzata a scomputo oneri del complesso rigenerato di via Porlezza 12 e via San Giovanni sul Muro 9, un progetto dello studio di Architettura One Works.

Qui di seguito il palazzo riqualificato di via San Giovanni sul Muro 9 col passaggio per via Porlezza e il vicolo.

Mentre le immagini che seguono mostrano il rinato edificio curvilineo di via Porlezza 12. Entrambi gli edifici son stati completati o quasi.

E finalmente si è cominciato a metter mano al selciato in ciottoli di fiume della via, ridotto malissimo in questi anni.

Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi

Riqualificazione, via Porlezza, via Giulini, via San Giovanni sul Muro, Chiesa Ortodossa Santi Sergio, Serafino e Vincenzo

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

19 commenti su “Milano | Castello – Cantiere di via Porlezza e vicolo San Giovanni sul Muro: febbraio 2022”

    • Ormai manco leggete piu’ gli articoli.
      Guardate le foto e : NOOO, una macchina sulle strisce pedonali, un SUV sul marciapiede, una stationwagon sull’aiuola.
      Ma dove andremo a finire signora mia.

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      • Che meraviglia anche tu, che vuoi parcheggiare dove vuoi, tu che “vaffanculo l’aiuola che tanto è brutta”, che “chissene delle strisce che non ci sono altri posti”, che “i marciapiedi sono larghi ma cosa volete?”.

        Ti voglio bene.

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  1. Le foto 1 e 2 raccontano tutto della città. Auto ovunque buttate a caso e nessun tipo di remora nei confronti delle persone più deboli: marciapiedi ridicoli e barriere architettoniche anche davanti a una farmacia.

    Poi c’è il bell’intervento di riqualificazione, ma è una goccia nel mare, tutta la città sarebbe da rifare e soprattutto da proteggere dall’incivilta senza freni degli automobilisti.

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    • Questi psicogrin del mondo magico del web, evidentemente pagati o sotto minaccia (poiché nella società civile normale non esistono e anche perché persino i dementi mostrano, usulmente, un qual loro ontegno e dignità, che costoro invece non hanno), otterrebbero l’effetto di far detestare il nuovo mondo ‘resiliente’ della ‘transizione ecologica’ e della ‘sostenibilità’ (parole d’ordine e schemi di pensiero non nostri, ma pensati e calati dall’alto), anche a un aborigeno

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      • Infatti, anch’io penso che non escano mai di casa.
        Guardano le foto di UF (non leggono l’articolo che tratta di tutt’altro) e quando ne vedono una con un auto parcheggiata male si scatenano sulla tastiera per il milionesimo post copiaincollato.

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      • Beh, che la sostenibilità non sia un tuo schema di pensiero è abbastanza evidente, ma anche un aborigeno (anzi, soprattutto un aborigeno) potrebbe spiegarti perché invece è importante.

        Hai dei figli? Non credo. Altrimenti ti chiederesti che mondo gli stiamo lasciando. Io ne ho due, una di 9 anni e uno di 12, e me lo chiedo tutti i giorni. Perché ce li ho nel mondo reale, non nel mondo magico del web.

        Poi nel mondo magico del web leggo commenti come il tuo, e mi cadono le braccia.

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        • Ok, bene. Ascolto e rispetto il tuo punto di vista.
          Ma hai notato che per ogni passo verso il verde, la natura, l’ambiente, verso un ecologismo sbandierato in astratto e proagandato dai grandi (che se ne sono da sempre fottuti) con concetti generici come futuro sostenibile e ministeri ad hoc (transizione ambientale?!?) ne chiedono, ne spingono, ne finanziano, ne impongono 100 o 1000 concretissimi verso la digitalizzazione, l’automatizzazione, l’elettrificazione e la meccanizzazione. Basta sfogliare le quasi 300 pagine del pnrr per sobbalzare.
          Questo è il vero futuro in armonia e in pieno contatto con ambiente e natura che sogni e idealizzi? Chiedo. Ecco, io penso tutti i giorni a ciò, e non solo per i miei figli

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          • Scusa e perché la digitalizzazione, l’automazione ecc ecc dovrebbero essere contrarie alla sostenibilità?

            Anzi, soprattutto la digitalizzazione è un importantissimo alleato della sostenibilità. Consente per esempio di analizzare e comprendere quante e dove sono le risorse per ottimizzarne l’utilizzo riducendo gli sprechi

            Mah, sto pensiero neo luddista proprio mi sembra fuori tempo.

          • Scusami, non voglio mancare di rispetto, ognuno ha la sua visione e la sua opinione. Ma la rivoluzione ecologica e quella digitale devono andare di pari passo. Bisogna riuscire a continuare ad innovare e rendere accessibile le nuove tecnologie pur riscoprendo un modo di rispettare l’ambiente.
            Siamo sicuramente ancora lontani, ma è certamente il futuro augurabile.

  2. Piccolo aneddoto da esperienza personale.

    Vengo spesso a Milano per lavoro in zona Palazzo Lombardia e, quelle volte che sono costretto a venire in macchina, lascio l’auto nel parcheggio sotterraneo di viale Restelli.

    La situazione è la seguente:

    SOTTO: parcheggio semivuoto.

    SOPRA: auto parcheggiate ovunque sul parterre degli alberi di viale Restelli, compreso in corrispondenza delle strisce pedonali.

    Vengo in giorni sempre diversi ed in orari diversi, dal mattino al pomeriggio al dopocena, ed è SEMPRE così. E dire che il parcheggio è convenzionato con il Comune e pratica delle tariffe agevolate. PS: mai vista una multa sui parabrezza.

    Quando vengo in macchina è perché ho dei faldoni ingombranti da portare e spesso faccio fatica a districarmi tra le auto per arrivare alle strisce. Mi immagino una persona in carrozzella o con il passeggino.

    Mi considero una persona mite e tollerante, ma ammetto che a volte la tentazione di rigare la fiancata a chi parcheggia in corrispondenza delle strisce c’è, ma mi limito ad alzargli il tergicristallo.

    So da amici e colleghi che usano anche loro i parcheggi sotterranei a Milano che la situazione è più o meno così ovunque. Sotto posti vuoti, sopra macchine dappertutto.

    Di certo in quella zona gli autosilo non mancano, ce n’è uno proprio dietro il Teatro Dal Verme per esempio.

    E’ solo questione di senso civico (direi di educazione anche, nel vecchio senso del termine) e pensare che siano luoghi comuni del tipo “Ma dove andremo a finire signora mia” significa o essere in malafede, o essere degli sciocchi (eufemismo).

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    • Anch’io utilizzo spesso il parcheggio di via Restelli e non userei l’aggettivo semivuoto per dire che per fortuna si trova qualche posto libero.

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      • mai visto più di 10 macchine per settore.

        A qualsiasi ora e in qualsiasi giorno.

        Se hai un’esperienza diversa ne prendo atto, ma questa è la mia e te la confermo.

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        • Nell’ultimo anno con covid e il telelavoro può darsi che ci sian stati periodi così, ma anche la mia esperienza è di parcheggio sempre bello pieno.

          Ma vi confesso che io in settimana i parcheggi di Milano li ho sempre trovati tutti utilizzati, la leggenda del “parcheggio semivuoto” che circola su questo blog non l’ho mai capita (ma magari son solo quelli dove vado io? 😉 )

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    • Caro Anonimo delle 09:53 dei posteggi semivuoti che vedi solo tu, già il fatto che ti debba giustificare alla platea di questo blog che tu vieni a Milano in macchina solo ed esclusivamente perché hai ” faldoni ingombranti da portare ” la dice lunga sulla deriva dove ci state portando, come se adesso servisse il greenpass certificato anche per spostarsi con un mezzo proprio,
      ritengo che di luoghi comuni sia pieno questo blog (a partire dal tuo) e si meritano “Ma dove andremo a finire signora mia”.

      Senso civico ed educazione non la imparo certo da te che ti permetti pure di insultare.

      P:S.
      Immagino come sentirai realizzato il tuo senso di giustizia alzando il tergicristallo delle auto in sosta vietata, ti invidio.

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  3. Eccessi in ogni dove. Abolire la mobilità individuale è utopistico e impossibile, evolverla in senso sostenibile no. Le autovetture saranno dunque sempre presenti, e forse sarebbe il caso che in questo come in altri settori le autorità sanzionassero adeguatamente i comportamenti scorretti. Finchè una multa occasionale costerà meno dell’abbonamento a un parcheggio non si andrà da nessuna parte, ed anzi si forniranno comodi alibi e giustificazioni agli incivili dei motorini, dei monopattini e delle biciclette. Perchè lo strafottente parcheggia il mezzo a danno del prossimo indipendentemente dalla natura del mezzo stesso.

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