Milano | Loreto – Cantiere di via Scarlatti angolo Buenos Aires: giugno 2022

Aggiornamento di fine giugno 2022 dal cantiere che occupa mezzo isolato, per una completa ristrutturazione e trasformazione tra Corso Buenos Aires, via Scarlatti e via Tamagno nel distretto di Loreto. 

Lo studio POLA si è occupato di riprogettare, ammodernare e unire tutti e quattro gli edifici qui presenti, proponendo una nuova struttura metallica che avvolge come in una maglia gli edifici.

Il progetto ha visto la fusione di un gruppo di edifici adiacenti di varia epoca e importanza: un palazzo di tre piani di edilizia semplice del primo Novecento di Corso Buenos Aires 51A; il bel palazzo dèco di via Scarlatti 2 che fa angolo con il corso; il palazzo dai decori liberty semplici di via Scarlatti 4; il palazzo d’angolo con via Tamagno 2 in stile tardo eclettismo diviso in due porzioni.

Oramai i lavori di cantiere sono giunti a buon punto, così pare, le facciate sono state tutte spacchettate dalle impalcature e si possono ammirare o criticare, senza problemi.

Oramai spicca particolarmente il contrasto dato dalla nuova ala rivestita di alluminio colorato del palazzo costruita tra il grazioso palazzo déco e Corso Buenos Aires 53. Al posto del nuovo palazzo si trovava una vecchissima palazzina ottocentesca di scarso pregio e più bassa, che è stata demolita completamente.

Qui di seguito la parte che affaccia su via Scarlatti, dove sono state unite tre differenti palazzine d’epoca (inizio Novecento), sovrastate dal nuovo corpo anche aggettante.

Mentre qui alcune immagini dell’intero palazzo e della parte che affaccia su Corso Buenos Aires.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

Loreto, Corso Buenos Aires, via Scarlatti, via Tamagno, Studio Pola, Riqualificazione

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

24 commenti su “Milano | Loreto – Cantiere di via Scarlatti angolo Buenos Aires: giugno 2022”

    • Ti dirò, rispetto ad altri lavori di ammodernamento e ristrutturazione questo progetto non lo trovo così disprezzabile. Il tentativo di cercare un senso dell’estetica (a prescindere dai nostri gusti personali) credo sia innegabile

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      • concordo.

        Tra l’altro, dimostra che si possono usare con buon senso e buon gusto i colori scuri, a differenza di quanto hanno fatto nel vicino hotel.

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    • Ci risiamo con chi propone i falsi storici. Le copie posticce dell’esistente sono inguardabili e deplorevoli. Non comprendo come si possa anche solo immaginare di proporre interventi simili. I linguaggi dell’architettura si evolvono da sempre ed è incredibile pensare di riproporre falsi antichi in nome del contesto. Approcci NEOCON del genere sono conservatori, dannosi e pericolosi molti di più di un edificio nuovo che si innesta su altri più vecchi.

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      • L’unico anacronistico qui è lei, nel resto d’Europa il mito del ”falso storico” sta fortunatamente cadendo e di integrazioni che riprendono lo stile dell’edificio, risultando perfettamente credibili e belle, ne abbiamo a bizzeffe. Si aggiorni.

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  1. Si dice che certa gente, incapace di tenere una matita in mano, si creda sufficientemente preparata per poter giudicare il lavoro degli altri.

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    • Siamo in un paese libero e ognuno è libero di esprimere la propria opinione anche senza una laurea in tasca.

      Certo, magari l’anonimo avrebbe potuto esercitare questo diritto con toni più educati.

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    • Ci risiamo con chi propone i falsi storici. Le copie posticce dell’esistente sono inguardabili e deplorevoli. Non comprendo come si possa anche solo immaginare di proporre interventi simili. I linguaggi dell’architettura si evolvono da sempre ed è incredibile pensare di riproporre falsi antichi in nome del contesto. Approcci NEOCON del genere sono conservatori, dannosi e pericolosi molti di più di un edificio nuovo che si innesta su altri più vecchi.

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  2. bello in sè il palazzo in metallo ma totalmente fuori contesto. Uno scempio del fronte edificato. Certe cose fatele fare nei quartieri nuovi. Non parlatemi di bel contrasto tra antico e moderno per favore, che nel caso richiede ben altro risulato. Qui è solo metter giù la manaccia del design contemporaneo per metterla, senza rispetto dell’intorno. Altrimenti ditelo chiaro se volete che buenos diventi negli anni una selva di mettallo vetro specchi e banner luminosi. Meglio il recupero delle corti di Bayres

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    • Ci piacerebbe sapere a quale ben altro risultato allude, perché nello sproloquio della “manaccia del design” non si comprende il motivo di tanto astio. Il progetto lavora con la materia dell’esistente in maniera curata e responsabile . Il contesto a cui si riferisce per lei è un concetto astratto più che reale. Noi non siamo i capi di corso buenos, l’asse commerciale milanese diventerà ciò che la città desidera che sia. Progetti come questo sono qualifacanti di una nuova e ricca identità che conferma ancora di più la sua vocazione commerciale. Mi sembra che rispetto all’Ovs, il palazzo canarino e l’hotel antracite vi sia una cura decisamente maggiore. Per quando concerne le corti di Baires trovo che gli interventi non siano paragonabili in quanto diversi.

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      • Bravissimo.

        Ormai solo i milagna boomer anni 80 si lamentano.

        ?
        Corso Buenos Aires Deve cambaire sempre.
        È la sua vocazione e natura.

        E va resa pedone friendly
        Finché sarò disturbato dal rumore delle auto non ci spenderò nemmeno mezzo euro.

        E non ci porto nemmeno parenti e amici.
        Tenetevi le vecchie da Monza col suv

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  3. Può piacere o no, ma qui almeno c’è il tentativo di fare qualcosa di originale, di creativo. In altri nuovi edifici della città invece niente (es ex hotel Executive porta Garibaldi). Questo comunque è solo il mio parere.

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  4. Ovviamente un progetto che fa discutere, ma gestito con grande competenza e gusto del dettaglio. Non sono convinto dei volumi che sovrastano l’edificio preesistente, sembra che lo comprimano troppo, ma alcune porzioni sono veramente stupende. E comunque è da apprezzare l’approccio, un progetto non mimetico che utilizza anche il contrasto come strumento compositivo.

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  5. Continuo a non comprendere la ragione di tanto accanimento verso un progetto così curato. E’ UN PROGETTO DI ARCHITETTURA di tutto rispetto. Pùo’ piacere o no, ma sono opinioni che rimangono nella sfera del personale, ed è innegabile la qualità artistica del manufatto che si integra con il tessuto esistente. Complimenti ai progettisti ed al committente / i .

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  6. A me piace.
    100 volte meglio questo della tormentata Torre Unipol (la quale, sulla carta, era molto più facile da realizzare dal punto di vista estetico)

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