Milano | Ghisolfa – Le Terrazze di Govone 66: completato

Alla Ghisolfa, la zona tra via Cenisio e lo Scalo Farini, dove si trova la splendida villa Cinquecentesca della Simonetta, tra le vie Govone e Caracciolo è stato completato un nuovo complesso residenziale abbastanza interessante. Si tratta del progetto Le Terrazze di Govone 66.

Il progetto, presentato nel 2019, finalmente è giunto a compimento. L’edificio si presenta un classico dell’architettura contemporanea che vuole ampi terrazzi per ogni appartamento e un bel giardino condominiale, oltre agli ormai classici spazi comuni.

La facciata è caratterizzata proprio dalle balconature racchiuse da una cornice a griglia regolare ma resa dinamica dall’alternanza di balaustre a pannello, in vetro e ringhiere.

Il disegno si amalgama col contesto fatto di molte architetture della seconda metà del Novecento inframezzate da quelle eleganti della prima parte dello stesso secolo.

LE TERRAZZE DI GOVONE 66 di Via GiuseppeGovone 66 (angolo Via Francesco Caracciolo 88) è un’iniziativa residenziale di Alpina Costruzioni spa. Si tratta di un edificio di 9 piani con giardino interno di 1.100 mq con impianto recupero acqua piovana.

  • progettista e DL e RL: arch. Giacomo Sicuro – GaS – Goring and Straja Studio
  • progettista e DL opere strutturali in CA: ing. Angelo Croce per Studio Euclide – Binasco, MI
  • progettista e DL impianti elettrici e meccanici: ing. Matteo Maldarizzi per Rethink Energy srl – Gallarate VA
  • csp/cse: geom. Claudio Giacchetta
  • collaudatore statico ing. Pierluigi Abbondanza – Roma, RM

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

Ghisolfa, via Stilicone, Via Govone, via Cenisio, Scalo Farini, piazza Perego, Via Calvino, Via Messina

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

8 commenti su “Milano | Ghisolfa – Le Terrazze di Govone 66: completato”

  1. Noto che va di moda” l’ordine gigante” ovvero il costume di accorpare due livelli con un motivo che allegerisce e slancia l’edificio…

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    • Ennesima colombaia fatta con lo stampino in aggetto invadente lo spazio pubblico oltre l’allineamento del lotto e colpevolmente approvata dal Comune di Milano inghiottito dai diritti di occupazione che intasca dai ponteggi. Intanto lo spazio della via è più stretto di un metro e mezzo almeno

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  2. E’ il nuovo stile architettonico, in linea coi tempi attuali e anche futuri, che si diffonde sempre più a Milano: si chiama “effetto già bombardato”, del tutto simile alle tristi immagini dei palazzi danneggiati dalle esplosioni che si vedono nei telegiornali. Senza capo ne coda, case inquietanti, come una guerra in corso.

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  3. Brutto. Tra 20 anni lo guarderanno come un ecomostro della nostra epoca. Le logge sono l’inutile cifra stilistica del periodo, ma hanno aggiunto quel “gioco” di materiali sui balconi che peggiora tutto.
    Speriamo nei miracoli del greenwashing

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