Oggi visitiamo la Galleria d’Arte Moderna di Milano, conosciuta anche come GAM. Siamo nel quartiere di Porta Venezia, una zona ricca di offerta culturale. Il Museo, oltre ad ospitare una ricchissima collezione d’arte dell’Ottocento e dei primi del Novecento, è anche uno splendido esempio di Neoclassicismo, un vero e proprio gioiello architettonico, .
LA STORIA DEL MUSEO
La Galleria d’Arte Moderna ospita collezioni dell’Ottocento e del primo Novecento della Città di Milano, formatesi tramite doni, acquisti e depositi, ma soprattutto grazie al contributo dei cittadini. Il Museo dal 1921 ha sede nella Villa Belgiojoso, una bellissima architettura neoclassica meglio conosciuta come la Villa Reale a partire dall’unità d’Italia.
Il primo nucleo di opere prende forma già nel 1858, alla morte dello scultore Pompeo Marchesi che lascia alla città la sua ricca collezione. A partire dal 1878 questa viene esposta nel Museo Artistico Municipale ai Giardini Pubblici. Al nucleo originario si aggiunge nel 1902 un importante deposito di dipinti e sculture dell’Accademia e della Pinacoteca di Brera con lo scopo di fondare un museo dedicato agli artisti dell’ultimo secolo. Con questo obiettivo, nel 1903 nasce la Galleria d’Arte Moderna al Castello Sforzesco.
La rapida crescita delle collezioni, tuttavia, rende presto necessario individuare una nuova sede. A seguito della Prima Guerra Mondiale, viene scelta la Villa Reale, ceduta dai Savoia alla città dopo essere stata proprietà della Corona. Quando il Museo viene trasferito nell’attuale sede, le collezioni continuano a crescere grazie ad acquisti e numerosi lasciti. In particolare si arricchisce di due nuclei fondamentali, la Collezione Grassi e la Collezione Vismara.
STORIA E ARCHITETTURA DELLA VILLA REALE
L’architettura che ospita il Museo viene realizzata tra il 1790 e il 1796 ai margini della città, tra i Bastioni e il corso di Porta Orientale (oggi corso Venezia) come residenza del conte Lodovico Barbiano di Belgiojoso. Il progetto è dell’architetto austriaco Leopoldo Pollack, collaboratore di Giuseppe Piermarini a cui l’edificio era stato originariamente commissionato.
L’architettura, sviluppata su tre livelli, unisce eleganza e funzionalità, coniugando i caratteri della villa di campagna con quelli del palazzo di città, la razionalità degli spazi con le esigenze di rappresentanza attraverso le decorazioni. La corte d’onore, da cui il visitatore entra tuttora, conduce alle due ali laterali ed è dominata dalla sobria facciata principale. Tuttavia, la facciata più monumentale è quella rivolta verso il giardino all’inglese, sempre progettato da Pollack. Questo prospetto è scandito da Iesene e parastre ioniche, arricchito da bassorilievi e coronato da statue di divinità.
L’ampio apparato decorativo, ispirato alla mitologia classica, è stato ideato dal poeta Giuseppe Parini come allegoria dell’ospitalità. Le sale del piano terra conservano gli stucchi colorati realizzati dalla bottega di Giocondo Albertolli e i pavimenti in seminato alla veneziana.
Con l’arrivo a Milano della dominazione francese (1797), Villa Belgiojoso viene donata a Napoleone Repubblica d’Italia assumendo il nome di Villa Bonaparte e diventando la residenza del vicerè Eugenio di Beauharnais e della moglie Amalia di Baviera. I coniugi commissionano il completamento del primo piano dove vengono realizzati i pavimenti lignei intarsiati, la Sala da Ballo e la Sala del Parnaso, decorata da un grande affresco di Andrea Appiani Apollo e le Muse. Gli ambienti vengono inoltre arricchiti con marmorini colorati, dorature, specchiere e camini di marmo.
Con il ritorno della dominazione austriaca, nel 1814 la Villa passa prima agli Asburgo, poi con unità d’Italia ai Savoia fino al 1921 quando la cedono al Comune di Milano. Nel 1943 i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale lasciano fortunatamente intatto il nucleo centrale della Villa, ma distruggono le scuderie. Sulle loro macerie l’architetto Ignazio Gardella costituirà il Padiglioni d’Arte Contemporanea, inaugurato nel 1954 e inizialmente destinato alle collezioni del Novecento che troveranno infine posto nel Museo del Novecento. In seguito all’attentato che ha distrutto il PAC nel 1993, la Villa è stata sottoposta ad un lungo intervento di restauro conclusosi nel 2006.
LA NOSTRA VISITA
Iniziamo la nostra visita alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. L’accesso avviene da via Palestro, dal bellissimo cortile d’onore in cui si trova anche l’ingresso della caffetteria Lùbar ospitata nell’ala sinistra della Villa Reale.
Entrando, la biglietteria si trova svoltando a sinistra mentre la visita comincia dal lato opposto, dunque nel braccio destro dell’edificio. Da qui un grande scalone permette di raggiungere il primo piano dove è esposta, in 25 sale, la Collezione dell’Ottocento. Al secondo piano invece trovano posto le Collezioni Grassi, un mix di arte antica, ottocentesca, grafica e d’Avanguardia, e Vismara, relativa all’Arte italiana fra le due guerre e arte grafica. È da segnalare che attualmente quest’ultimo piano è chiuso perché il tetto ha subito danni causati dal maltempo. Le opere fortunatamente sono tutte integre, ma non è possibile sapere quando riaprirà questa parte del Museo.
Dunque, nella nostra visita ci concentreremo sul primo piano che già da solo è molto denso di opere e permette di avere una panoramica sulle tendenze stilistiche che si susseguono a Milano, sia attraverso artisti locali sia stranieri, a partire dalla fine del Settecento fino ai primi anni del Novecento. Inoltre, la visita è anche l’occasione, nonostante gli ambienti molto bui probabilmente per esigenze conservative, di ammirare la bellissima architettura caratterizzata da affreschi, pavimenti e elementi d’arredo d’epoca. L‘allestimento museale, invece, è molto semplice ed essenziale. Come apparati didattici si trovano i classici pannelli di sala di cui abbiamo particolarmente apprezzato la chiarezza e la sinteticità.
Il percorso inizia con un focus sul Neoclassicismo, in cui si trova ad esempio questa bellissima scultura di Antonio Canova. Da notare i meravigliosi pavimenti lignei intarsiati.
Le stanze dedicate al periodo del Romanticismo offrono un approfondimento sulla figura femminile in quell’epoca. Qui potete ammirare un’interessante operea di Francesco Hayez la Maddalena, che scandalizzò gli osservatori del tempo per l’esibita nudità della figura sacra.
Seguono delle suggestive pitture di paesaggio, collocate nella sala che chiude la serie di ambienti che in epoca napoleonica fu abitato da Giuseppina Beauharnais, prima moglie di Napoleone.
Qui invece potete ammirare il celebre ritratto di Alessandro Manzoni realizzato da Hayez.
Si arriva poi alla maestosa Sala da Ballo realizzata in epoca napoleonica. Le opere posizionate al centro fanno parte della mostra temporanea “Converging figures.” Furla Series – Kelly Akashi, presente al Museo fino all’8 dicembre.
In questa stanza si trova la famosa opera di Pellizza da Volpedo Il Quarto Stato che dopo anni di prestito al Museo del Novecento, nel 2022 è finalmente tornato alla GAM.
Dopo questo sguardo verso i primi del Novecento, torniamo al Romanticismo con una sala dedicata alla pittura di soggetto storico.
Successivamente si giunge alla meravigliosa Sala del Parnaso che in età napoleonica aveva la funzione di sala da pranzo e rappresentanza. La volta è decorata con un capolavoro che Andrea Appiani dipinse nel 1811. Rappresenta il dio Apollo sul monte Parnaso in compagnia di nove Muse. In realtà attualmente questa sala ospita un’installazione molto ingombrante della mostra temporanea, per la vista generale proponiamo dunque una foto scattata in un altro periodo.
Questa è la sala della Scapigliatura, primo movimento antiaccademico sviluppatosi a Milano.
Lungo questo corridoio invece si può ammirare una vasta serie di sculture di Medardo Rosso.
L’ultima sala di questo piano è dedicata infine a Segantini e al Simbolismo.
Come abbiamo anticipato, il secondo piano è chiuso a data da destinarsi. Mostriamo comunque qualche foto vecchia. Qui, in un elegante e moderno allestimento progettato da Ignazio Gardella e restaurato nel 2014, sono esposte opere di Boccioni, Balla, Modigliani, Sironi, Toulouse-Lautrec, Van Gogh e Picasso.
INFORMAZIONI PRATICHE
Nome del Museo: Galleria d’Arte Moderna Milano
Indirizzo: Via Palestro, 16, 20121 Milano MI
Giorni di apertura: Martedì – domenica: h. 10.00 – 17.30
Orari di Visita: 10.00 – 17.30
Prezzo del Biglietto: Intero: € 5,00; Ridotto: € 3,00
Accessibilità: All’interno della Villa Reale sono presenti accessi facilitati quali rampe mobili e fisse e ascensore; bagni per i disabili
Accesso per Animali: vietato ad eccezione degli accompagnatori per le persone disabili
Servizi Aggiuntivi: guardaroba; visite guidate e attività didattiche; audioguide; bookshop; caffetteria
Sito Web: https://www.comune.milano.it/web/gam-galleria-arte-moderna
Contatti: c.gam@comune.milano.it
Referenze immagini: Lucia Macchi; Progetto Pelago; Touring Club; Comune di Milano
Come sempre, interessante e dettagliato articolo su un vero tesoro di milano…già peccato che con i milanesi c’ entri poco, perchè in qualunque altra città d’ europa, basti pensare a Vienna, se ci fosse un luogo del genere, sarebbe aperto realmente al pubblico, nel senso che sarebbe liberamente fruibile a tutta la cittadinanza lo stupendo giardino e la facciata, che su di esso è rivolta, verrebbe liberata dalla assurda boscaglia che la nasconde; ci sarebbe, in qualunque città europea, vera, un immenso parco pubblico, ottenuto dall’ unione con gli adiacenti giardini pubblici e dalla chiusura al traffico e depavimentazione di via Palestro, invece…una delle tante autostrade in città, solo tanto smog e qualche pezzetto di verde urbano qui e là, senza nemmeno la giusta manutenzione e tanti bla-bla-bla a telenova o al tg3 regionale sul “green”.