Milano | San Siro – Stadio: si riparte da 197 milioni di euro

Milano San Siro. Il Comune di Milano ha stabilito il prezzo dello Stadio Meazza a San Siro e dell’area circostante a 197 milioni di euro. Questa è la cifra proposta alle squadre di Milan e Inter per l’acquisto dello stadio, in modo da permettere l’avvio del loro progetto di rinnovo. Ora entrambe le società lavoreranno per aggiornare il progetto di fattibilità tecnico-economica, necessario per definire tempi, modalità e costi del nuovo impianto e della ristrutturazione del Meazza, che manterrà solo la struttura dal secondo anello in giù. Si prevede che questo aggiornamento, basato sul documento preparato due anni fa, richiederà circa quattro mesi.

Il nuovo stadio da costruire nell’area dell’ex Palazzetto dello Sport (crollato nel 1985) avrà una capienza stimata di 70.000 posti (attualmente il Meazza può contenere 75.817 spettatori), di cui circa il 20% (13.000 posti) destinati al pubblico “premium”. Una volta definito l’investimento, le squadre potranno presentare un’offerta vincolante per l’acquisto, con l’obiettivo di concludere l’accordo entro l’estate prossima, come auspicato dal sindaco Beppe Sala: “È chiaro che questa è l’ultima chance,” ha dichiarato Sala dopo la comunicazione della valutazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. “Se le squadre confermeranno la volontà di acquistare lo stadio e l’area circostante, puntiamo a chiudere tutto prima delle vacanze estive del prossimo anno.” Questo implica che entro otto-nove mesi l’intera area, compreso lo stadio, potrebbe essere trasferita a Inter e Milan, a meno che i club non decidano di ritirarsi.

I club, intanto, stanno approfondendo ogni aspetto: i dirigenti del Milan, ad esempio, hanno incontrato quelli del Real Madrid per discutere il modello del rinnovato Bernabeu. Il prossimo passo formale sarà la richiesta di accesso agli atti per esaminare la documentazione dell’Agenzia delle Entrate. “L’attuale posizione dei club, formalizzata nella manifestazione d’interesse, rappresenta una novità,” ha spiegato Sala, “poiché si è passati dall’idea di un diritto di superficie a quella di un acquisto, e per l’amministrazione comunale e i cittadini è preferibile.”

Il sindaco ha sottolineato che la vendita del Meazza permetterà di ottenere fondi da investire nell’edilizia popolare e in iniziative per migliorare il quartiere. Ha inoltre spiegato che riprendere il procedimento avviato nel 2019 (e sospeso nel 2023) piuttosto che chiuderlo per riaprirne uno nuovo comporta vantaggi sia in termini di tempo sia di valore, dato che tiene conto del dibattito pubblico e delle indicazioni fornite dal Consiglio comunale. Milano ha fissato un limite ben preciso sull’indice di edificabilità: la quota rimane dello 0,35, come definito dal Piano di governo del territorio, escludendo la possibilità di aggiungere nuovi metri cubi o recuperare volumetrie dal vecchio stadio. Questo frena ogni ipotesi di speculazione immobiliare e risponde alle preoccupazioni di ambientalisti e consiglieri comunali.

Insieme al nuovo stadio, quindi, sorgerà un Meazza rifunzionalizzato per ospitare attività sportive, un museo, negozi e servizi, ma senza torri residenziali. Nonostante queste garanzie, le polemiche continuano: lunedì scorso, il centrodestra e il PD hanno chiesto chiarimenti sul progetto. Il sindaco fornirà spiegazioni in aula lunedì prossimo, come ha confermato la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi. “I milanesi si aspettano risposte sulla questione stadio,” ha dichiarato Sala, “e sono pronto a fornirle, perché l’importante è prendere decisioni ed evitare un continuo stillicidio di recriminazioni e polemiche che non giovano alla città.”

Ad ogni modo è innegabile la probabile colata di cemento che l’area dello stadio si appresterà ad affrontare. Oltre alla problematica demolizione del terzo anello e delle coperture, con la costruzione del nuovo impianto a lato del Meazza, sparirà buona parte del nuovo parco dei Capitani. Certo, metà della superficie attualmente è coperta da una brutta spianata di catrame, ma sicuramente l’impatto non sarà cosa da poco.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Google Map
  • Sport, Stadio, San Siro, Inter, Milan, Comune di Milano, Stadio Meazza, Riqualificazione, San Donato, Rozzano
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

11 commenti su “Milano | San Siro – Stadio: si riparte da 197 milioni di euro”

  1. Temere una colata di cemento dove c’è asfalto è come temere la pioggia mentre si nuota in mare.
    Diciamo che con questi nuovi interventi viene creato verde. Ma verde vero, non quello presente oggi e fatto da un praticello spelacchiato e inutilizzato.
    Se proprio si vuole aumentare il verde, si raddoppi il vicino parco di Trenno.
    L’ideale è che il dannoso sindaco Sala si levi presto dai maron glacès e lasci fare politica a chi sa farla e lasci che i 2 club costruiscano lo stadio come e dove vogliono, aumentando certamente il verde e al tempo stesso costruendo quelle strutture (hotel, negozi, aree commerciali…) che servono a portare fatturato e occupazione.
    Sono cose semplici, che però i politici PD non riusciranno mai a fare

    Rispondi
    • Andy, scusa se ti rispondo ma qualcosa non mi quadra nel tuo commento. Premesso che concordo con te che Sala è incompetente ma due volte eletto (a qualcuno piace, anche se a me no); i punti sono:
      – non temi colate di cemento ma vuoi verde vero (contraddittorio)
      – raddoppiare il Parco Trenno (ok ma dove? Bisognerebbe eliminare ilo cemento per fare verde, come si elimina verde per fare cemento)
      – i due club vogliono costruire entrambi nel parco agricolo sud milano che è ormai una selva cementificata ed è rimasto qualche angolo verde tipo giardino condominiale
      – fatturato sicuramente ma occupazione direi che ovunque sono poveri cristi sottopagati nel nome delle major (alimentazione, commercio, moda, ecc).
      Non è una contestazione ma vorrei capirti meglio.

      Rispondi
    • veramente Sala ha sempre sostenuto l’idea di un nuovo stadio in Milano , di proprietà e a carico delle squadre e da realizzare di fianco al Meazza che avrebbe dovuto essere demolito . Poi i verdi da una parte ( che pero’ non hanno il coraggio di lasciare la giunta ) e la sovraintendenza dall’altra hanno bloccato il progetto iniziale vincolando il secondo anello di San Siro. Dopo una lunghissima mediazione si è arrivati all’idea attuale, speriamo sia la volta buona.

      Rispondi
    • Sa che cosa? Nessuno parla del fatto che la ristrutturazione di San Siro e la riqualificazione delle zone adiacenti sarebbe (e lo dimostra il Bernabeu) la cosa più semplice e meno impattante di tutte; ovviamente non lo vuole nessuno perché c’è meno da mangiare, gli americani i politici e gli sciocchi che non lo capiscono! Mala tempora!

      Rispondi
  2. Sono cose stupide, non semplici. Perché mai due società di calcio dovrebbero avere mano libera nel realizzare hotel e aree commerciali? Pensino alle loro attività (lo sport) piuttosto

    Rispondi
  3. Colata di cemento? Ma la colata è quella che c’è già! 2 terzi dell’area oggi sono cemento e prato spelacchiato come si vede bene dalla foto, ben venga una nuova struttura moderna con parcheggi, bagni e servizi di ristorazione degni dei tempi moderni. L’attuale stadio è obsoleto e la zona adiacente orribile. Inoltre se le squadre non dovessero comprare l’area il costo di gestione passerebbe alla collettività che sarebbe chiamata a pagare con nuove tasse…sempre a carico dei pochi che le pagano. Speriamo comprino al più presto!

    Rispondi
  4. Forse non hai letto bene, Varty.
    Non temo colate di cemento dove già c’è asfalto.
    Secondo: il Parco di Trenno si può raddoppiare a ovest.
    Come fai a dire che il parco sud (che peraltro parco non è) sia tutto cementificato? Non c’è nulla: né verde, né prati, né boschi, né aree attrezzate dove camminare né parcheggi, né condomini né un cannolo farcito.
    L’investimento porterebbe invece occupazione. Su che basi dici che ci sarebbero “poveri cristi sottopagati”? Con hotel, ristoranti e centri commerciali l’economia né avrebbe vantaggio secondo uno schema ben odiato in tutto il mondo secondo cui se investi denaro fai cascare denaro sulla collettività.
    Diciamo che Sala se ne lava le mani. O nella migliore delle ipotesi è ostaggio di una mentalità retrograda equodolidale di sinistra che pensa più all’accoppiamento dei rondoni di San Siro che a migliorare realmente la città secondo la strategia messa in campo da Albertini-Moratti che ha fatto si che Milano saliscendi permanentemente nei primi 5 posti per qualità di vita delle città italiane

    Rispondi
  5. Essendo i proprietari dei club dei fondi, essi tendono a un ritorno a breve senza fare investimenti, per cui hanno presentato solo soluzioni forzate, che avrebbero dovuto valorizzare l’operazione per essere poi venduta. Non ci sono più stadi CONDIVISI in Europa. La logica soluzione sarebbe di avere una squadra al Meazza (anche per i concerti) ristrutturato con concorso di progettazione internazionale. E un’altra a possibilmente Sesto S. Giovanni dove non ci sono problemi di viabilità e consumo di suolo dove Norman Foster ha fatto un bel progetto per il Milan. Ma ci sono i costi per la bonifica dell’area….. Mi chiedo chi possa voler comprare i due club con uno stadio CONDIVISO… Dalla Cina alla California, in Europa e pure a Modena e in 30 comuni della Città Metropolitana di Milano si realizzano e si progettano soluzioni tipo CITTA’ SPUGNA. Col depavimenting dove è possibile e creando zone verdi ad hoc, per far filtrare l’acqua nel terreno, oltre ad altri accorgimenti, in modo da contrastare le sempre più frequenti e violente inondazioni dovute al cambiamento climatico…

    Rispondi
  6. Ennesimo business immobiliare su area pubblica regalata ai privati.
    197 milioni già sono una cifra irrisoria per una operazione simile e in più sicuramente i cittadini non li vedranno neanche col binocolo.

    Secondo me lo stadio andrebbe ristrutturato se necessario e l aerea circostante andrebbe tenuta a verde. Nessuna costruzione, nessun raddoppio di stadio.
    Se necessario un parcheggio si può fare piantumato con centinaia di alberi senza perdere un posto auto.
    Si possono fare anche posti auto sotterranei e anche venderli.
    Lo stadio in mancanza di calcio può essere utilizzato per altre manifestazioni e il comune se ben gestito potrebbe guadagnarci.
    Ma così facendo business probabilmente qualcuno è più contento.
    Sicuramente non i cittadini. E gli abitanti della zona.

    Rispondi
  7. Ma io vorrei capire una cosa, l’amministrazione comunale oltre a perdere anni di tempo sull’area dello stadio, ha in mente un piano, un progetto sul quadrilatero popolare di San Siro oppure no???

    Rispondi

Lascia un commento