Milano | Lampugnano – Un nuovo futuro per l’ex ippodromo La Maura: tra alloggi sociali e verde urbano

Milano, Lampugnano.

Decine e decine di appartamenti, una struttura residenziale per lavoratori, una clinica veterinaria, spazi per uffici e depositi: sono queste alcune delle strutture presenti nell’ex ippodromo La Maura, a Lampugnano. Oggi, quell’area potrebbe essere completamente riconvertita, senza demolizioni né nuove costruzioni, per diventare un esempio di riqualificazione urbana nel cuore di un parco già esistente, che si vorrebbe finalmente aprire alla cittadinanza.

Il sindaco Beppe Sala ha recentemente dichiarato l’intenzione del Comune di Milano di acquistare sia l’ex ippodromo sia la vicina pista di allenamento di Trenno. L’investimento previsto si aggira intorno ai 20 milioni di euro. Ma una volta acquisita l’area, la vera domanda sarà: come valorizzarla?

Una proposta concreta verrà illustrata durante un’assemblea pubblica prevista per il 26 giugno. Il piano nasce dalla collaborazione tra Legambiente, WWF, Italia Nostra (tramite il Centro di forestazione urbana), diverse associazioni ambientaliste coordinate da Renato Aquilani, l’architetto Ugo Targetti (Istituto Nazionale di Urbanistica) e il consigliere comunale Enrico Fedrighini.

Sebbene il destino de La Maura non sia direttamente collegato a quello dello stadio di San Siro, è evidente che l’intero quadrante occidentale della città stia diventando un nodo cruciale per le strategie urbanistiche milanesi. In questo contesto, si inserisce un’importante svolta amministrativa: con 35 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti, il consiglio comunale ha approvato il nuovo statuto del Parco Agricolo Sud, proposto dalla Regione Lombardia. Milano è stata l’ultima delle 60 amministrazioni coinvolte a dare il via libera.

Il nuovo statuto modifica la gestione del parco: il controllo passa dalla Città Metropolitana alla Regione Lombardia, su un’area verde di oltre 47 mila ettari, la più grande cintura agricola d’Italia. La vicesindaca Anna Scavuzzo ha sottolineato l’intento del Comune di continuare a proteggere il Parco Sud e, al contempo, cercare nuove risorse per rafforzarlo come polmone verde della metropoli.

Questo cambio di governance si intreccia con i progetti di recupero de La Maura. Fedrighini spiega: «Il nostro obiettivo è duplice. Da un lato, salvaguardare integralmente una porzione fondamentale del Parco Sud, che rappresenta un ponte ecologico tra città e campagna e un baluardo contro la crescita incontrollata dell’urbanizzazione. Dall’altro, trasformare un’area ormai inattiva in una risorsa multifunzionale per la città: ambientale, sociale, ricreativa e culturale».

È interessante notare come la dismissione dell’ippodromo sia avvenuta a tempo di record. Inaugurato nel maggio 2015, in concomitanza con l’Expo, La Maura ha vissuto la sua breve stagione di attività con eventi spettacolari, come la sfilata di Varenne, il leggendario cavallo da trotto. Oggi, a soli dieci anni di distanza, l’impianto è chiuso da tempo, e il suo unico uso recente è stato come sede di concerti, spesso al centro di polemiche.

I promotori del nuovo progetto vedono in Metropolitana Milanese un possibile attore chiave nella gestione del riutilizzo: la partecipata comunale, già impegnata nella gestione delle case popolari, potrebbe farsi carico degli immobili esistenti all’interno del complesso dell’ex ippodromo.

La Cascina Maura, che ha dato il nome all’area dell’Ippodromo, era un edificio rurale non lontano dal borgo di Trenno i cui ruderi erano ancora visibili sino al 2016, quando vennero abbattuti per la costruzione di un nuovo complesso residenziale fatto da unità immobiliari di piccole dimensioni.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi, GoogleMap
  • Lampugnano, San Siro, Stadio, Ippodromo, La Maura, Via Lampugnano, Uruguay, Milan, Inter
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17 commenti su “Milano | Lampugnano – Un nuovo futuro per l’ex ippodromo La Maura: tra alloggi sociali e verde urbano”

  1. Il parco agricolo sud, va recintato e creati dei grandi parchi alla Londra. Il resto vanno creati dei quartieri residenziali anche qui all’inglese. Basta blocchi di palazzi e basta disordine. Ci vuole un nuovo piano regolatore

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  2. Io mi fido molto del consigliere Fedreghini, che ha sempre coinvolto i cittadini della zona e si è sempre opposto ad interventi invasivi del territorio, favorendo il verde pubblico e contrastando interessi edificatori assurdi. Lo considero affidabile, competente, corretto ed onesto: doti rare nei nostri amministratori

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  3. Prendo spunto dal testo di Urbanfile: “potrebbe essere completamente riconvertita, senza demolizioni né nuove costruzioni, per diventare un esempio di riqualificazione urbana nel cuore di un parco”. Concludo con un pensiero diviso in tre parti: 1 occasione sprecata per fare qualcosa utile all’aggregazione / verde / cittadini; 2 occasione per far versare altro cemento ed accontentare i beneficiari (ne vedremo l’architettura di queste strutture, dati i pessimi continui esempi degli ultimi anni come Mind ed un pò ovunque; 3 un quartiere dentro un parco (e questo conferma l’essenza green di questa becera giunta e del sindaco)

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  4. Ma qualcuno tra quelli che hanno commentato prima di me ha letto l’articolo? “Senza nuove costruzioni”!!! Si legge chiaramente! Ergo, non verrà cementificato nulla. Cos’è, malafede o semplice analfabetismo funzionale?

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    • Io malafede.
      Chissà come mai?

      Sa visto gli esempi precedenti e venti procedimenti penali in corso fidarsi delle iniziative immobiliari di Sala è un po’ difficile.

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      • Il “potrebbe essere riconverita” è legato al fatto che il Comune di Milano si è proposto di rilevare l’area e valorizzarla. Ergo, se il Comune rileva la Maura, la lascia a verde e il dubbio non è su cosa costruire, ma su come valorizzarla…chiaro ora?

        Tra l’altro, mesi fa, quando Sala manifestò l’intenzione di rilevare l’area, specificò che sarebbe stato per “lasciarla completamente a verde”.

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  5. Il parco agricolo è tutto tranne che un Parco, agricoltura e parco non stanno insieme. L’agricoltura inquina continuamente con pesticidi, diserbanti e altre sostanze chimiche per di più in un terreno che è a terra nuda per almeno 6 mesi all’anno e gli altri 6 mesi è un ambiente idrovoro. L’agricoltura è il contrario della biodiversità e tutte le belle parole dette. Se si vuole un parco utile, lo si faccia diventare tale, ma non facciamo passare dei campi coltivati come parco.

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  6. Rimango perlomeno perplesso dalla proposta: anche se non vi fossero nuove edificazioni – tutto da verificare -, per quale motivo mai le strutture uniche a graticcio delle ex scuderie dovrebbero divenire edilizia popolare/sociale o essere destinate a categorie specifiche?! In Mitteleuropa sarebbero già state riconvertite in luoghi per mostre ed eventi oppure avrebbero ospitato negozi ecc. Qualsiasi cosa ma – certamente – non altra edilizia a parità (o scarsità) di servizi.
    Ancora una volta, manca un piano urbano sensato che vada oltre le ideologie politiche (con gli uni per l’affaristica e gli altri per il sociale/popolare… …in periferia, beninteso) e prenda dell’Europa il meglio. Che delusione.

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    • Ma lei intende le scuderie della Maura? Che però non sono “a graticcio”…o intende le ex-scuderie del Trotto. Perché quelle del Trotto, che sono un altro mio ntervento separato, non diventeranno edilizia popolare, ma proprio negozi e servizi.

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