Il 2025, per l’Amministrazione Comunale di Torino, è l’anno del nuovo Piano Regolatore Generale (PRG). Come spesso ripete Paolo Mazzoleni, Assessore all’Urbanistica, l’attuale PRG di Torino è vecchio di 30 anni, ed è inaccettabile che la quarta città d’Italia non ne abbia uno nuovo e adeguato.
Da questo concetto, l’Assessore – che ha preso molto seriamente l’argomento – ha messo in piedi una macchina amministrativa, molto operativa, per produrre un nuovo Piano. I lavori sono in corso dal 2023 quando, insieme a Urban Lab, il Comune ha iniziato un dialogo con il territorio, prima con le circoscrizioni, poi con gli stakeholder coinvolti ed infine, nel 2024 con Voci di Quartiere: incontri, passeggiate e spettacoli nelle varie piazze della città con l’obiettivo di ascoltare e chiedere ai cittadini consigli su come migliorare la Città.

Il 2025 ha visto la seconda edizione di Voci di Quartiere: 10 incontri – da febbraio a giugno – in 10 diversi posti e quartieri della città, per rielaborare quanto discusso gli anni precedenti e proporre nuove visioni sull’argomento.

Il risultato? La raccolta di quasi 5.000 questionari, compilati da cittadini tra i 15 e 80 anni di età, con idee e consigli pratici, di chi la città la vive ogni giorno, che sono poi confluiti negli studi tecnici, tutt’ora in corso, per la stesura del Progetto Preliminare del PRG. Il prossimo step avverrà ad ottobre, con la presentazione in pubblico del Progetto, che poi sarà approvato e discusso in sede di Consiglio Comunale ad inizio 2026.

Il nuovo PRG: cosa prevede
L’idea di base, voluta da Mazzoleni, è di passare da una politica di espansione urbana (vecchio-stile) a quella di rigenerazione, trasformazione e riutilizzo del territorio, così da intervenire ed urbanizzare l’esistente e limitare il consumo di suolo. Questo si concretizzerà con la selezione di alcune aree specifiche che verranno rimodulate con appositi piani attuativi – non classici, ma innovativi – che definiscono principi morfologici e ambientali e requisiti di qualità urbana.

Un altro punto centrale del PRG sarà un nuovo azzonamento, con l’obiettivo di riportare il quartiere al centro della vita di città. Vi sarà il riconoscimento dei 34 quartieri, omogenei dal punto di vista urbano, il cui ruolo centrale è emerso con forza anche durante il percorso di partecipazione dei cittadini. La visione del nuovo PRG è quella di considerare i quartieri e le circoscrizioni esistenti la vera scala di prossimità su cui migliorare la qualità della vita, quindi servizi, spazi pubblici, accessibilità, verde, micro‐rigenerazioni.

Nonostante il grande lavoro progettuale che c’è dietro ad un nuovo Piano, l’obiettivo di quello in corso è di attuare una semplificazione generale: si vuole prendere distanza dalla rigidità della zonizzazione del PRG del 1995, abbandonando la pratica di assegnazione di funzioni specifiche ai vari comparti urbani, per passare ad una visione più adattiva al contesto socio-economico.


Rimane fortemente centrale, nel nuovo PRG, anche il tema ambientale ed eco-sostenibile. Infatti particolare sarà l’attenzione da porre alle aree urbane naturali, come i parchi fluviali, le aree collinari, i corridoi ecologici, gli spazi eco-sistemici in generale, la permeabilità del suolo e la resilienza urbana. A questo proposito, infatti, l’obiettivo dell’Assessore Mazzoleni è di operare ad una scala ultra-comunale, coinvolgendo anche i comuni limitrofi in una sorta di “Torino metropolitana”.

Quest’ultimo è uno spunto particolarmente importante ed interessante: prevede sia l’attenzione sulla sostenibilità ambientale su scala urbana, sia un’interconnessione tra cittadini, Città e comuni limitrofi, a livello non solo ambientale, ma anche sul piano della mobilità, su quello sociale, tecnologico ed etico, prevedendo, dunque, un PRG particolarmente “innovativo”. Urbanfile ha provato a parlarne con Marco Felici, autore del libro Città Ipersostenibili, appena pubblicato da Rosenberg & Sellier. I temi principali illustrati da Felici – alcuni dei quali risultano in sintonia con le linee guida del nuovo PRG di Torino – sono così riassumibili:
- Uno sviluppo urbano lungo assi/centri infrastrutturali tridimensionali – in opposizione alla dispersione territoriale e al consumo di suolo radiale;
- Aree urbane aperte e incrementali, che si espandono e si aggiornano continuamente in base ai bisogni e al dialogo con gli utenti, senza consumo eccessivo di suolo;
- Infrastrutture progettate per essere condivise e gestite in modo collaborativo, connesse da reti digitali e sociali;
- Un’ipersostenibilità non solo ecologica/ambientale, ma anche sociale e culturale: la città diventa la base per un nuovo modello di civiltà, capace di integrare tecnologia, etica e comunità.

“Attualmente – commenta Felici a Urbanfile – l’approccio virtuoso è quello promosso dai 17 Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile individuati dalle Nazioni Unite, e dalla collegata Nuova Agenda Urbana. Sono soluzioni che possono notevolmente migliorare la qualità della vita dei fortunati abitanti di metropoli occidentali. Ma il programma del nuovo PRG di Torino mi sembra essere ben più ambizioso. Siamo in un momento molto delicato, tra crisi ambientale e rivoluzione digitale. Come possiamo pensare di trovare una soluzione al disastro che abbiamo creato, se non troviamo il modo di cambiare il modello di civiltà che ci ha portato in questa situazione? Dobbiamo cambiare il modello, recuperare il paradigma vegetale per il nostro habitat. Quello che occorre è un piano regolatore in scala planetaria. Sembra utopico, ma nel libro Città Ipersostenibili cerco di spiegare come sia pragmaticamente fattibile e auspicabile.”

In definitiva, diverse fonti, ma un obiettivo comune: avere ambienti urbani più sostenibili, più fruibili e più “connessi” con chi la Città la vive quotidianamente. Il nuovo PRG segna per Torino un passaggio decisivo: da città che cresce consumando suolo a città che rigenera, innova e ascolta i propri cittadini. Se principi e visioni si tradurranno in azioni concrete, Torino potrà davvero diventare un modello di urbanistica “ipersostenibile”, capace di guardare al futuro senza perdere il legame con la sua identità.

Manhattan, New York, USA – In rosso, uno sviluppo urbano “spontaneo” e poco regolato. In blu, uno sviluppo urbano più regolamentato.