Milano, Affori.
Ottobre 2025. Ora ci sarà una” bella gatta da pelare” per il Comune di Milano alle porte di Affori, perché a forza di ignorare un problema ora è giunto il momento di doverlo affrontare.
Il “problema” è quello che riguarda il grande progetto della Metrotranvia Interquartiere Nord, che dovrebbe attraversare la fascia settentrionale della città da Certosa (Musocco) fino a Cascina Gobba, è tornato a far discutere dopo l’apertura nei giorni scorsi del nuovo tratto sino a via Adriano. Una linea strategica, certo, ma anche piena di nodi irrisolti.
Il tracciato toccherebbe quartieri storici e popolosi come Villapizzone, Bovisa, Affori, Niguarda, Bicocca, Precotto, Parco e Quartiere Adriano, fino a Crescenzago e oltre.
Un percorso di mobilità sostenibile che, sulla carta, dovrebbe cucire insieme zone finora isolate. Ma tra le righe del progetto riaffiora una vecchia ferita del passato milanese: la Gronda Nord.

La Gronda che non fu
Tutto comincia nel 1934, quando nel Piano Regolatore Generale appare per la prima volta il tracciato di quella che allora era chiamata superstrada interquartiere.
Doveva collegare Fiorenza (Roserio), a nord-ovest, con Palmanova-Cascina Gobba, a nord-est. Una vera tangenziale interna che avrebbe attraversato campi e cascine della periferia milanese, allora ancora immersa nel verde.



Per decenni il progetto rimase sospeso, ma il suo fantasma continuò a condizionare il territorio: intere fasce di suolo rimasero inedificate, “in attesa” dell’autostrada che per fortuna non arrivò mai.
Negli anni Cinquanta e Sessanta, mentre la città si riempiva di auto, alcune porzioni furono comunque costruite: le aree verdi di via Santa Monica e Santa Marcellina a Pratocentenaro, piazzale della Martesana, poi negli anni Ottanta il cavalcavia di via Martin Luther King e, molto più tardi, viale Majorana e il sottopasso di via Eritrea-Stephenson.
Piccoli tasselli di un puzzle stradale mai completato, ma mai del tutto cancellato.

La rivolta dei cittadini
Quando negli anni Duemila il progetto della Gronda tornò alla ribalta, la città non era più la stessa.
Non c’erano più solo automobilisti: c’erano cittadini, comitati, associazioni, un’idea diversa di Milano.
Nel 2002 nacque il Coordinamento dei Comitati Antigronda, che iniziò una lunga battaglia legale e civile contro l’opera, considerata inutile e dannosa.
Arrivarono denunce alla Commissione Europea, ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, interventi di Legambiente e perfino tre richiami ufficiali da Bruxelles (2004, 2005, 2006) per la mancata Valutazione d’Impatto Ambientale.
Nel 2008 la Corte di Giustizia Europea impose la VIA, e nel 2009 il Consiglio di Stato diede ragione ai comitati, bloccando tutto.
Ma il Comune tentò ancora: versioni nuove, mappe aggiornate, fino a quando nel 2012, con la Giunta Pisapia, la Gronda venne finalmente cancellata.
Una vittoria storica per i cittadini e per una nuova visione urbana che sceglieva il tram al posto dell’asfalto.
Il Parco delle Favole: un polmone “resistente”
C’è un luogo simbolo di questa lunga vicenda: il Parco delle Favole di Affori.
Un’oasi verde nata nel 1976 per volontà dell’allora sindaco Aldo Aniasi, che trasformò una cava di sabbia in un giardino pubblico di oltre 22.000 metri quadrati. Furono piantati più di 500 alberi, installate fontanelle, panchine, giochi per bambini e vialetti lastricati.
Un parco che gli amministratori di allora forse consideravano “provvisorio”, da sacrificare quando sarebbe arrivata la superstrada. Ma si sbagliavano.
Negli anni i cittadini se ne sono innamorati, lo hanno curato, difeso, e alla fine lo hanno salvato.
Nel 2018 il parco è stato dedicato a Luciana Cella Guffanti, la “pasionaria di Affori”, simbolo della lotta per il verde e per la qualità della vita nei quartieri popolari.
Il nome “Parco delle Favole” lo scelsero i bambini, e non poteva esserci titolo più azzeccato: un piccolo bosco dove la città si ferma e respira.
Oggi il parco è popolato da pioppi, bagolari, aceri, frassini, ippocastani, e accoglie anche uccelli migratori. È collegato al Parco Nord da una piacevole ciclopedonale che parte da piazzale Maciachini.










E ora? Il tram passa (forse) nel “Bosco” delle Favole
Ma la storia, come spesso accade a Milano, torna a bussare alla stessa porta.
Il nuovo progetto della Metrotranvia Nord — non ancora ufficializzato — rischia di tagliare in due il Parco delle Favole.
Proprio così: i binari potrebbero attraversare quel piccolo bosco tanto amato dagli afforesi.
Secondo le prime indiscrezioni, il tracciato provenendo da via Majorana dovrebbe attraversare viale Enrico Fermi, entrare nel Parco delle Favole, sbucare in via Cavalletto, attraversare via Pellegrino Rossi, costeggiare l’Esselunga di Affori lungo via Don Giovanni Grioli, e poi proseguire fino alla Bovisa, attraversando via Cialdini e via pedroni, infilarsi nell’area incolta Bovisasca-Leningrado (chissà quale il suo futuro), infilarsi sotto il rilievo ferroviario e proseguire in via Cosenz per congiungersi con il ramo già in costruzione di via Durando.
Di seguito le foto di Viale Enrico Fermi, il Parco delle Favole con la ciclabile e l’incrocio con via Majorana.






Un passaggio complesso, non solo dal punto di vista tecnico ma anche emotivo: il “Bosco delle Favole” non è più uno spazio marginale, ma un pezzo d’identità di quartiere.
Non a caso, è già nato un nuovo comitato di cittadini, preoccupati per il futuro del parco e — curiosamente — anche per la perdita dei posti auto di via Cavalletto, una larga via oggi usata come parcheggio tra la stazione M3 Affori Centro e il giardino.
Di seguito invece il “piazzale e parcheggio” di via Alberto Cavalletto.




Il tratto di Affori, per ora, resta “sospeso”. Forse perché troppo delicato al momento.
Difficile giustificare il taglio di decine di alberi in un’epoca in cui Milano si riempie di slogan sulla “città verde”. Ma prima o poi, quella decisione dovrà essere presa. Anche perché la metrotranvia nord è un collegamento troppo importante e, anche a detta dei comitati che difendono il parco, necessaria. Attesa almeno fin dalla fine degli anni ’90 quando se ne iniziò a parlare.
Il comitato propone al Comune di trovare percorsi alternativi, ma questo risulterebbe veramente complicato, anche perché le rotaie ora sono arrivate all’altezza del pronto soccorso dell’Ospedale di Niguarda, a circa 300 metri dal parco.



Noi di Urbanfile, pur capendo la gravità che incombe sul boschetto del parco, non possiamo pensare ad un’interruzione del progetto. Sicuramente la metrotranvia, per fortuna, non sarà la superstrada progettata decenni fa, ma un percorso molto più stretto che andrà ad occupare minor spazio (come ad esempio in via Majorana, vedibile nelle foto sopra). Se i progettisti trovassero una soluzione idonea, che riduca l’impatto, magari compiendo una curva di modo da salvare più alberi possibile, sarebbe certamente auspicabile. Certo, il parco sarà “spezzato” in due.
Questo tratto collegherebbe con poche fermate, la stazione M3 Affori Centro con M5 Bicocca, avvicinando quartieri altrimenti distanti, un ospedale e un’università.






- Referenze immagini: Roberto Arsuffi, ATM, Comune di Milano
- Metrotranvia, Quarto Oggiaro, Villapizzone, Bovisa, Affori, Niguarda, Bicocca, Precotto, Quartiere Adriano, Cascina Gobba, viale Fulvio Testi, PNRR, Trasporti, Tram, Via Padova, Martesana, Parco delle Favole, Via Cavalletto, Via Pellegrino Rossi, Viale Enrico Fermi, Via Majorana
Che si faccia questa metrotramvia! Tanto per essere chiari, la mancata quarta circonvallazione ha causato danni enormi al traffico e alla qualità di vita, alla tempistica di percorrenza e nel tenere soffocata Milano con i “quartierucoli” senza senso nati nel dopo guerra a ridosso della ferrovia con complicità morale da parte di amministratori dalla vista corta. La quarta circonvallazione era prevista 90 anni orsono. PER GLI AMMINISTRATORI DI ALLORA UNA VERGOGNA NON AVERLA REALIZZATA! Se non si attivava il piano Beruto -(voluto nella seconda metà dell’Ottocento!!)- eravamo anche senza terza circonvallazione. E questa è la grande Milano? La linea tramviaria è un’opera assolutamente essenziale. Taluni cittadini, abituati a fare i bastian contrari ed ora più che mai come leoni da tastiera, dovrebbero istruirsi, documentarsi e fornire apporti per ottenere i minor impatti ambientali anche nelle aree verdi già in fase progettuale, ma non bloccare con inutili azioni che arrivano fino alla commissione europea che alfine si traduce esclusivamente in egoismo personale di pochi ma che blocca il benessere della popolazione e la vivibilità di una grande città- Assoluta la necessità di far passare il tram.
Giustizia per il parco delle favole!!! Dobbiamo combattere ľindustrializzazione sfrenata e soprattutto ľinquinamento. Affori respira grazie alle sue zone verdi e tu, assassino, vorresti soffocarla. Vuoi distruggere ľincanto di generazioni di fanciulli a venire. VERGOGNATI, OH INGIURIOSO OPPOSITORE DELĽINNOCENTE GIOIA SPENSIERATA.
Perfettamente d’accordo! Oltre a ridurre il traffico, ne beneficia l’ambiente. Una striscia di alberi non può essere paragonata ai benefici di un opera del genere che corrisponde a piantare centinaia di alberi in termini di vivibilità. Purtroppo l’ignoranza e L’egoismo son una piaga di questi anni. L’egoismo di quattro gatti rischia di danneggiare la maggior parte della gente.
L’unica soluzione è quella di realizzare un tunnel che parta dal pronto soccorso e passi sotto il Viale Enrico Fermi e il Parco delle Favole e sbuchi in via Don Grioli e costeggiando l’area che costeggia Esselunga ed ex Oerlikon.
Sono d’accordo, la metrotranvia serve, ma qui non si sta parlando di sterpaglie come quelle del “Bosco di Gioia” che una quindicina d’anni fa si voleva a tutti i costi preservare invece di far sorgere parte del progetto Porta Nuova. Il Giardino è invece ben tenuto, e frequentato. Come sempre, in Italia si pensa di risolvere ogni problema non affrontandolo: che senso ha avuto arrivare da est, e da ovest, ignorando (ovviamente coscientemente) la tratta più impegnativa, cioè quella centrale, senza vedere il tutto come uno sviluppo organico? Così ora è forse troppo tardi per fare una variante al progetto e prevedere l’interramento, e non è da escludere che tra corsi e ricorsi quella tratta non veda mai la luce.
C’è la metropolitana che passa su via Pellegrino rossi, direi che il tunnel che proponi non è proprio possibile…
Non credo che questo debba essere considerato un problema. La tratta del tram 31 passa in parte attraverso il Parco Nord. Non c’è alcun problema di integrazione: i binari e il tram si inseriscono perfettamente nel contesto. Basta cercare problemi dove non ce ne sono.
Giusto per la precisione, il tram passa a lato del parco Nord non lo attraversa. Inoltre le dimensioni del parco Nord rendono ininfluenti i metri persi con il tram , nel caso del parco delle favole praticamente lo dimezzano facendolo diventare poco più di un verde condominiale
Son d’accordo. La Metrotranvia è strategica per tutto il nord milanese. Incaponirsi per interessi dí cortile lascia Milano preda del trasporto individuale. Sinonimo di arretramento
Esatto! Ma i comitati del NO sono ovunque! Sbucano dai tombini sempre e comunque in sto paese delle banane!
Domando: se fino alla giunta Pisapia è stato bloccato tutto, perché il solito Sala vuole fare il fenomeno? Il parco c’era da molto tempo prima, cercare un altro percorso non era difficile ma si è abituati ad arrivare al problema, (forse volendolo creare) per poi fare la sceneggiata! Gli alberi si possono trasferire e non abbattere come ha in esclusiva questa Giunta di beceri e falsi green
Qua mi sembra che l’unico fenomeno sia tu. La tranvia va fatta, gli alberi che si abbatteranno devono essere meno possibile. Si recupereranno spazi verdi altrove. Tram e parchi non sono incompatibili, ci sono esempi ovunque.
Ricordiamo che questa città è letteralmente piena di viali alberati in cui le auto parcheggiano sopra le aiuole e le radici degli alberi. Anche in gran parte della vicina Fulvio Testi è così, e nessuno dice niente.
Leggi bene i testi: la giunta Pisapia ha affossato il progetto di una strada(che sarebbe stata, quella si’, ad alto impatto ambientale) non ha affossato il progetto della tranvia ..spero che si trovi una soluzione perche’ ci sono quartieri vicini tra loro in linea d’aria ma purtroppk mal collegati. Io abito a Precotto e per andare al Niguarda devo fare un giro dell’oca
Ma il progetto cosa prevede? Non trovo gli esecutivi né FTE per il parco delle favole. Ci sarà solo il tram o anche strada affiancata?
Se fosse solo tram andrebbe bene, ma anche con la strada staremmo costruendo l’Interquartiere di nascosto.
La strada interquartiere é morta e sepolta, non diffondiamo false notizie e dubbi inesistenti.
Il parco sarà attraversato solo dal tram, soluzione pulita e poco impattante (la sede tranviaria occupa molto meno spazio di quella stradale).
Non diffondo false notizie. Ho chiesto.
Se il progetto fosse disponibile sarebbe più facile.
La metrotranvia toglierà un elevato numero di macchine (meno inquinamento),quindi si possono tranquillamente tagliare un numero minimo di alberi & piantarli di fianco
Fare un sottopasso sarebbe troppo oneroso? Tra l’altro al contrario di quello che si dice, far passare il tram su via Enrico Fermi rallenterà di non poco il traffico con la conseguenza di lunghe code sul viale e di conseguenza dell’inquinamento.
Si. Sarebbe troppo costoso. I lavori durerebbero molto di più e non sarebbe nemmeno così fattibile perché per scendere in sotterranea i tram hanno bisogno di rampe molto lunghe (vedasi il 7 sotto Greco Pirelli).
Quindi no, meglio non impelagarsi in sottopassi.
Sul rallentare le auto invece direi un bel chissene frega. Le auto in città devono diminuire nel modo più drastico possibile. E vanno rallentate, limitate e vessate con multe e sanzioni. Gli automobilisti rendono sta città invivibile. La città deve iniziare seriamente a prendere provvedimenti.
Condivido la prima parte della risposta ma l’ultima proprio no, è giusto ridurre l’inquinamento ma tantissima gente è costretta ad usare auto e furgoni per lavorare e quindi guadagnarsi da vivere.
La linea va completata e anche In tempi rapidi, diversamente avremo due costosi monconi poco utili. Oltretutto il tram è un mezzo ecologico e poco rumoroso che viaggia anche su un tappeto erboso. Si impianti un filare di alberi a lato della linea, come già esistente in tante delle altre tratte, e si costruiscano un paio di passerelle ciclopedonali per collegare i due lati del parco.
Improponibile per l’elevato costo e tempi eterni per la sua realizzazione.
Io non sono della zona però sono soddisfatto quando vedo ho leggo cose positive meno male che ci tiriamo avanti con i lavori tranviari
Su viale Fermi c’è già il semaforo in quel punto.
C’è già il semaforo, non cambia nulla.
Problema assolutamente inutile e critiche totalmente pretestuose. Tram e parco possono coesistere alla perfezione e senza TAGLIARE IN DUE il bosco, basterebbe installare passaggi a livello che chiudono e aprono all’occorrenza, senza la necessità di costosi ed impattanti sotto-sopra passaggi.
Una circonvallazione esterna sarebbe stata quanto mai auspicabile, avrebbe alleggerito quella di Jenner Marche Brianza, ma a Milano si preferiscono fare i sensi unici dove paler andare dal punto A al punto B, si deve passare da C, D, E…
In ogni caso, che almeno la Tramvia venga fatta senza perdere ulteriore tempo.
Per me avrebbero dovuto fare anche la gronda
No. Alle auto va tolto spazio, non ne va dato altri. La città affoga di automobili e finché si può andare in auto ovunque e finché si incentivano le automobili a scapito del trasporto pubblico e delle biciclette avremo sempre una città invivibile. Perché diciamolo chiaro e tondo: troppe auto in città fanno schifo.
Ogni parcheggio, ogni strada e ogni svincolo porta nuove auto e porta più traffico perché sempre più gente userà l’auto. Queste cose le dicono da decenni tutti gli studi di urbanistica e di gestione del traffico.
Che poi non è vero che si “impedisce la circolazione del,e auto”. Magari.
In realtà si riduce solo la carreggiata.
Ma una riduzione dai tossici dell’automobile è vista come inaccettabile.
Così come non si è mai impedito il parcheggio.
Solamente troveraiparcheggio 50mt più distante dal portone.
Ma anche questo è impensabile.
Insomma è impensabile togliersi ogni privilegio per darne un pezzettino anche agli altri che non sono come te…
Le auto continuano a parcheggiare e nessuno sarà costretto a non usarle.
Solo trovo sacrosanto non mantenere i privilegi.
Perché altri hanno gli stessi diritti degli automobilisti
Non si discute dell’utilità del tram per studenti e pendolari, da dire anche per rispondere a qualche commento che un conto è una superstrada dentro i quartieri, altro è un tram di pubblico servizio. Però l’incrocio con alcune strada renderebbe ingestibile una situazione che già ora è al collasso. Incrocio M3 Affori centro e il supermercato è disastroso. Non si capisce perché non si stata fatta un’altra uscita della metro. È l’unica fermata MM ad un incrocio con una sola uscita, risultato quasi tutti gli utenti M3 di Affori centro devono attraversare il semaforo, vi immaginate se insieme alle auto ci si mettono anche i binari del tram? Se proprio si vuole intervenire, per pubblica utilità, occorre ripensare anche il traffico pedonale in questione. La stessa situazioni si potrebbe avere anche alla stazione di Bovisa.
Mi viene da piangere alla sola idea di binari a quell’incrocio della stramaledetta esselunga. la viabilità va rivista completamente, pedonale e non, fino all’incrocio Brusuglio Zanoli che ora crea un tappo clamoroso.
La mancanza della gronda ha reso Affori un luogo dal traffico insostenibile. Si poteva fare la gronda in modo intelligente. Invece ora le auto impiegano ore per attraversare Affori ed il risultato è una trappola puzzolente. Le auto esistono e non si può fare finta di niente.
Se anche per un tram ci sono mille menate andate a vivere nel deserto del Nevada.
Letteralmente qualsiasi studio scientifico sul traffico dimostra che per migliorarlo bisogna togliere strade e non aggiungerne di nuove (vedansi traffico indotto ed evaporazione del traffico).
Si legge sempre sui social, ma a parte i grandi ma ormai datati studi degli anni 60/90 in USA e Nord Europa , ci sono poi studi fatti negli ultimi vent’anni in situazioni urbane più simili alle nostre?
Senza citare il devasto che è diventata la circolazione a Milano negli ultimi anni (benchè le auto siano in realtà un po’ meno)… anche a Parigi mi sembra alcune domande se le stessero facendo.
Secondo me una grande differenza la fa il fatto che le auto di oggi sono tendenzialmente molto più grosse. Basta farsi un giro su Google Street View nel 2008 e nel 2025 e si può notare l’enorme aumento di SUV e simili. Anche a fronte di un eventuale leggera diminuzione del parco auto circolante, se i mezzi si ingrandiscono, i benefici vengono annullati. E poi nella maggior parte delle città europee che hanno tolto spazio alle macchine le amministrazioni sono state molto più coraggiose in termini di ciclabilità e/o trasporto pubblico. A Parigi nel giro di pochissimo tempo hanno tirato su una rete ciclabile mostruosa in termini di estensione, per quanto non perfetta. Situazione totalmente diversa qui a Milano, dove le ciclabili vengono fatte a spizzichi e bocconi, spesso facendo il minimo sindacale (vedi le ciclabili strettissime di via Santa Sofia e via Pirelli) e senza una visione a lungo termine. Stessa cosa per il trasporto pubblico. Senza asservimento semaforico e corsie riservate diffuse, la nostra rete tranviaria risulta inefficiente e lenta (la più lenta d’Europa). A che cosa serve aprire nuove tratte tranviarie se poi anche lì i tram nuovi di zecca sono costretti a fermarsi a ogni semaforo? E potrei andare avanti a lungo.
Si può discutere di tutto e alcuni punti sono corretti.
Ma anche attenzione a continuare a citare studi di 30 e 40 anni fa come se fossero la Pietra Filosofale, eterna ed immutabile e da accettare acriticamente
Il mondo cambia in fretta, non solo le dimensioni delle auto (anche se io vedo anche più drammatica l’esplosione dei furgoni e dell’e commerce).
In ogni caso fare ostruzionismo ad una metrotramvia a Milano è tafazziano a mio modesto avviso e su questo non è che servano grandi studi… 🙂
Quegli studi li hanno fatti in città dove le strade le hanno fatte. A Milano la gronda NON l’hanno fatta e le conseguenze le vediamo su tutto il quadrante nord.
Una infrastruttura (con associata pista ciclabile e asservimento semaforico) utilissima per tutti i quartieri interessati: prima sarà disponibile meglio è!
Detto questo sarebbe utile che il comune definisse e rendesse pubblici i dettagli progettuali, con relativi interventi di compensazione e riduzione di impatto. Giusto per evitarci inutili discussioni e lamentele attorno a mere ipotesi.
Un altro progetto (utilissimo per quel che si capisce) ma che sembra confermare l’intenzione di isolare sempre di più alcuni quartieri più a nord di Niguarda: Bovisasca, vialba quarto oggiaro e ospedale sacco. Anche questa è Milano (almeno per ora) ma non si è mai pensato di servire queste zone con mezzi pubblici adeguati se non qualche autobus che devi aspettare per mezz’ora. Questa tramvia isolerà visivamente e fisicamente ancora di più queste zone costringendo chi ci abita a muoversi in macchina
A sto punto si interri l’ Enrico Fermi.
Sul tema suggerisco la lettura di questo libro (che poi è la mia tesi di 25 anni fa) e dove avevamo progettato un percorso est ovest da gobba a Certosa uguale a quello che ho visto nell’articolo.
Questo é il titolo del libro:
Mobilità e riqualificazione urbana nell’area a nord di Milano: La metrotranvia innovativa: una risposta ecologica agli spostamenti metropolitani
Autori: Denis Zuffellato – Silvia Turati – Federica Zambellini
Riassumo vari punti dopo aver letto i commenti. Escludo quelli (fortuna che sono pochissimi) che non danno spazio ad alcuno se non alla propria visione. Circa il traffico, che il comune stia facendo, facendo poco, facendo male, facendo senza idee o in altro modo, la responsabilità principale è da imputarsi (a mio parere) a coloro che si trovano agevolati dai trasporti pubblici ed usano l’auto anche per fare 200 metri. Potremmo togliere tutte le strade ma troveremo sempre chi non rinuncia all’auto. Circa gli alberi (e non si perde occasione per sacrificarli) come in tutti i cantieri a Milano negli ultimi 10, 15, 20 anni invece di abbatterli potevano essere spostati. Ma siccome ci governano dei geni, sono stati spesi soldi per abbatterli, altri soldi per smaltirli ed altri ancora per acquistare i nuovi alberelli. Un plauso ai geni. Ultimo punto: ci si trova in prossimità del parco delle favole e ci si chiede che fare? Come se il parco fosse piovuto dal cielo l’altro giorno… Il progetto, gli studi di fattibilità e tutto quanto ne concerne?
La soluzione ideale sarebbe l’interramento di un tratto della linea con rampe di discesa e salita da via Cavalletto a via Maiorana. In tal modo non solo si salverebbe l’integrità del parco delle Favole ma anche si eviterebbe lo stop nell’attraversamento di viale Fermi., che ,come ogni incrocio stradale, rallenta la velocità commerciale importante specie per la tipologia di una super tranvia di lungo percorso come questa di cui stiamo parlando. Naturalmente sarebbe una soluzione molto più costosa e quindi non si farà, ma è un peccato.
Ma infatti, l’ho già scritto sopra: e a quanti dicono che costerebbe troppo, beh certo rispetto alla soluzione a raso non ci sono dubbi…poi però se vediamo ad esempio il prolungamento della Rossa a Baggio, dove avrebbero potuto andare in trincea risparmiando la metà e invece proseguiranno interrati come fossero in pieno centro….ecco, allora l’obiezione costi non sta più in piedi, visto che quando vogliono, i dané i tróven. Per quanto riguarda le tempistiche, stiamo parlando di un’opera che si sente da almeno 15 anni, e ora improvvisamente per “spendere” diciamo 16 mesi in più, diventa un problema?
Non conosco la zona e non entro in merito sulla necessità della metrotranvia e sul fatto che isoli altri quartieri in zona.
Mi chiedo se non sia possibile spostarla a lato del parco, con un modesto allungo del tratto di binari ma riducendo la mattanza di alberi e lasciando l’utilizzo dell’intera area, solo un po’ più piccola.
Mi chiedo anche se, quando si studiano progetti di opere pubbliche, nel gruppo ci siano esperti a tutela del verde per scegliere tracciati o aree che consentano di “spostare” (e non abbattere) meno alberi possibile. Dubbio questo più che giustificato viste le stragi di alberi fatte negli ultimi anni a Milano e città metropolitana (vedi Biciplan).
La tramvia va fatta! Se continuiamo a dare ascolto ai NO-TUTTO, Milano è finita
Raga, hanno deciso di demolire San Siro (area da 70.000 metri quadrati)
Secondo voi se ne fregano per tre alberelli ad Affori? Dai su, tornate nella realtà
La metrotranvia va anche bene, ma perché non é stata fatta una linea di metro? Almeno passava sotto. Io credo che a Milano si debbano fare ancora almeno 4 linee di metro. I tram non sono la soluzione migliore, sono la soluzione meno peggiore.
E’ assurdo che in italia per una manciata di alberi si distrugge e si blocca un progetto che invece avrebbe un impatto sulla CO2 della città 1000 volte maggiore. Il modo in cui si fa ambientalismo in Italia è quello dei Grillini, che predicano i traghetti elettrici, quando la soluzione più ecosostenibile è un ponte sullo Stretto.
Oppure predicare il 100% di alimentazione da rinnovabili che è un sogno molto lontano, che già puntare ad una strategia più costruttiva di raggiungere l’80’% dell’energia da questi fonti in Italia sarebbe un successo clamoroso, rendendo autonoma metà o tre quarti di italia da Firenze in giù, ma avere 1/2 centrali nucleari di 4 generazione al nord italia, costruite oggi per averle in funzione tra 10-12 (un momento di estrema elettrificazione del mondo dove sarà impossibile sostenere il costo dell’elettricità crescente), in una zona come la pianura padana che non ha lo stesso livello di irraggiamento e dove le industrie pesanti o il manufatturiero (sempre più robotizzato in futuro) non possono funzionare senza un’alimentazione continua (che anche i migliori centri di accumulo farebbero fatica a sostenere, batterie tra l’altro prodotte con minerali acquistati dalla Cina, visto che non ne abbiamo in quantità in sufficienza nel contiente, sarebbe molto più ecosostenibile e di riduzione dell’inquinamento del continuare a bruciare gas dall’algeria.
E cosi per tornare ad un forum di architettura si sacrificano scelte altamente ecosostenibili, per perseguire strategie immaginifiche e irrealizzabili nel breve e nel medio periodo, scelte che farebbero la differenza in termini di big numbers, e di impatto vero sull’ambiente, che invece a causa di micro faide di quartieri, per un albero in più in meno, rischiano di bloccarsi.
Ovvio che un tram non è la gronda, il parco viene tagliato da binari immersi nel verde non da una barriera di metallo. Tra l’altro il lato in cui dovrebbe passare è ben distante dal parchetto dei bambini e in generale si possono fare dei piccoli muretti protettivi in corrispondenza della aree più critiche. Tagliare una ventina di alberi e ridurre la CO2 prodotta dal traffico di migliaia di auto, che attraversano la zona nord, attraverso un tram elettrico che collega diversi quartieri come un grande metro esterna è un compromesso davvero minimo per rendere la città meno legata all’auto privata e più green.
Ma infatti qua non si blocca niente.
E fanno bene ad andare avanti.
Sempre che il governo più fantastico del mondo non tolga altri soldi per i progetti di Milano.
Come ha fatto per la BEIC.
Meloni siamo un governo fortissimi che vuole bene alla città.
La mejo della Garbatella laureata ad Harward che decide cosa Milano deve avere e cosa no.
Scusate ma in fondo a via Don Grioli, attraversando via Cialdini, le righe rosse passano sopra ad una ditta di trasporti. Quella che fine fa? Poi poco dopo devia a destra della ricicleria dilaniando il parco di via Pedroni invece che passare a sinistra della ricicleria dove ci sono sono solo capannoni diroccati fatiscenti? Ma quel percorso è reale o fantasioso?
Domande interessanti. Sarebbe anche interessante se la tramvia si portasse dietro anche la riqualificazione dell’area di via Leningrado.
Sono nato qui ho 61 anni sono legato a questo parco ma capisco che il problema esiste.
La via Pellegrino Rossi specie nelle ore di punta è una ciminiera sputa più inquinanti di una fabbrica. È pur vero che negli ultimi 15 anni la situazione è migliorata ma con il collegamento interquartiere dovrebbe esserci un ulteriore slancio. Ora siccome la tempistica è relativa dato che la questione va avanti da decenni va trovata la soluzione migliore e i soldi si trovano.
Tenete a mente che :” non c’è un euro,non c’è un euro ma 800 miliardi per le armi sono spuntati in una notte”.
PER CHI VIVE NELLE ZONE INTERNE TRA LA METROPOLITANA DI DERGANO E PIAZZA BAUSAN, PASANDO PER PIAZZA DERGANO, NON CI SONO MEZZI CHE COLLEGHI QUESTO PERCORSO.
BISOGNEREBBE CREARE UNA LINEA URBANA. QUESTE ZONE AVREBBERO TANTO BISOGNO , SIA PER I CITTADINI CHE PER IL TRAFFICO.
UN PO DI ANNI DIETRO ALMENO C’ERA IL BUS DI QUARTIERE NELLE ORE SERALI E DI PRIMO MATTINO E NON CAPISCO PERCHE E STATO TOLTO. QUELLE VIE DIVENTANO OGNI VOLTA PIù PERICOLOSE PER CHI DEVE TORNARE CON I MEZZI PUBBLICI DOPO UNA CERT’ORA.
SPERIAMO QUALCUNO CI PENSI ANCHE A NOI