Milano | Loreto – Cantiere di via Scarlatti angolo Buenos Aires: la nostra visita

Dopo avervi mostrato recentemente un aggiornamento esterno, ecco un nostro nuovo reportage dall’interno, sempre di ottobre, dal cantiere che occupa mezzo isolato per una completa ristrutturazione e trasformazione tra Corso Buenos Aires, via Scarlatti e via Tamagno nel distretto di Loreto

Anzitutto ringraziamo lo studio POLA nelle vesti di Matteo Aimini, Sara Fontana, Matteo Roveda e Edoardo Ticozzi, che ci ha invitato a vedere in anteprima il cantiere e raccontato un po’ la storia dell’edificio.

Lo studio POLA infatti si è occupato di riprogettare, ammodernare e unire tutti e quattro gli edifici qui presenti, proponendo un disegno architettonico che unisse come un unico edificio le varie tipologie di palazzi qui presenti.

Anzitutto qui vi era una serie di edifici accumunati ad un certo punto, tranne quello di via Scarlatti 2, appartenenti alla stessa società. Per anni vi furono uffici e magazzini di una teleria e appartamenti. Su Corso Buenos Aires 51a, vi era un palazzo di tre piani dalle forme semplici, in origine una posta per le carrozze con alloggi semplici ai piani superiori. All’angolo tra il corso e via Scarlatti, al civico 2, vi è un bel palazzo del primo Novecento, dall’aspetto déco, alto 4 piani. Via Scarlatti 4 era invece una palazzina di 4 piani in stile liberty molto essenziale. Mentre su Via Francesco Tamagno 2 persisteva un altro edificio di 2 e tre piani in stile semplice ma dignitoso, dove si trovavano uffici e magazzini. Naturalmente nel corso dei decenni l’insieme di edifici subì molti interventi che ne compromisero soprattutto gli interni.

La società, che nel frattempo acquista anche via Scarlatti 2, volle rigenerare l’intero bene. Come ci hanno raccontato Matteo Aimini e Edoardo Ticozzi, prima di procedere con il progetto, naturalmente si procedette a capire se gli edifici avessero qualche vincolo alle Belle Arti. Risultarono privi di vincolo, persino il più bello dei palazzi, via Scarlatti 2.

La proprietà inizialmente volle proporre la demolizione degli immobili con la costruzione di un nuovo edificio. Poi l’idea dello Studio Pola di preservare quanto possibile mettendo una nuova veste all’insieme. Così il progetto scelto fu quello che presedette la conservazione delle tre facciate migliori e la costruzione di un unico edificio che le reggesse e abbracciasse al contempo.

La sfida è stata quella di salvare le facciate e demolire il resto degli edifici per far posto al nuovo palazzo.

Così, come ci hanno spiegato, per prima cosa sono state inserite delle possenti travi d’acciaio alla base dei vecchi edifici per poi poter scavare al di sotto e allargare gli spazi sottostanti. Una volta risolto il problema, sono state rimosse le strutture ormai inutili delle parti interne dei vecchi stabili.

Così si è anche preceduto a tagliare ed eliminare il piano commerciale delle facciate di via Scarlatti 4 e via Tamagno 2, ormai compromessi da anni di modifiche e dalla presenza di una vetrina continua creata nel dopoguerra. Ora gli edifici risultano “sospesi” e pare cerchino anche un dialogo tra esterno e interno, dove, fra l’altro, troverà spazio il bar del nuovo albergo NH Buenos Aires.

Tra il bel palazzo d’angolo di via Scarlatti 2 e il palazzo liberty di via Scarlatti 4 vi era un’ampia apertura colmata ora da una porzione del nuovo palazzo, caratterizzata dalle lamiere color bronzo che evidenziano le parti di nuova costruzione.

Facciate che identificano il nuovo intervento e che han preso posto dell’edificio più semplice del gruppo di palazzi.

Facciata che ritroviamo anche su via Tamagno.

Il nuovo edificio sarà a breve aperto e diventerà un hotel della catena NH, come abbiamo visto. Al piano terra, sopratutto su Corso Buenos Aires, ci saranno spazi commerciali in fase di definizione. Spazi molto ampi, come si vede dalle foto che alleghiamo.

All’interno dello spazio commerciale abbiamo anche potuto vedere una delle travi che son servite a “reggere” le vecchie strutture mentre venivano effettuati gli scavi necessari.

Altra sfida da parte degli architetti è stata cercare di “unire” gli edifici, facendo percepire che l’insieme ora è un tutt’uno. Così ecco la scelta dell’ultimo piano che, unendosi con il tetto alla parigina del 2 di via Scarlatti, adattandosi alle diverse altezze delle altre facciate, abbraccia il complesso come una specie di sciarpa.

Adesso vi portiamo a vedere alcuni ambienti e spazi delle parti interne e della sommità, quasi invisibile dalla strada.

Cominciamo con due ambienti differenti che si trovano collocati nel grande “finestre” d’angolo su via Tamagno. La prima foto mostra una stanza al 4°piano, mentre l’altra mostra quella che sarà la sala colazioni dell’albergo.

Con panorama sulle torri in Centrale e Porta Nuova.

Dalla sala colazioni si può accedere alle terrazze del tetto, dove ci sarà un bar, ristorante e probabilmente anche una piscina.

Il panorama è molto suggestivo come immaginabile, peccato per la giornata autunnale con un po’ di foschia che non ci ha permesso di scorgere lontano.

Gli architetti ci hanno raccontato che stanno provando a chiedere, a chi interessato, se possono intervenire con un bel murales sul grande muro cieco di Corso Buenos Aires 47 che incombe sul cortile del civico 49 del corso e si vede perfettamente dal palazzo di via Scarlatti. Rigenerazione che gioverebbe anche allo stesso stabile di Corso Buenos Aires 49.

Qui di seguito altre immagini che mostrano il prospiciente Corso Buenos Aires.

La consegna dello stabile con insediamento dell’Hotel NH Buenos Aires è programmata a breve, con successiva consegna anche degli spazi commerciali.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

Loreto, Corso Buenos Aires, via Scarlatti, via Tamagno, Studio Pola, Riqualificazione

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

10 commenti su “Milano | Loreto – Cantiere di via Scarlatti angolo Buenos Aires: la nostra visita”

  1. a mio parere l’idea in sè era buona, ne è uscito però un blocco pesantissimo; la struttura metallica, nella parte posteriore dell’edificio, è proprio un coperchio poco aggraziato… ma magari basta solo farci l’occhio

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