Milano | Cinque Vie – Quel che resta di Palazzo Borromeo

Milano, Cinque Vie.

Vi proponiamo una serie di foto del passato e attuali dello stupendo Palazzo Borromeo, nell’omonima piazza posta nel cuore delle Cinque Vie e non lontano dal Cordusio.

Questo capolavoro architettonico rappresenta, per importanza e integrità, l’esempio più rilevante di residenza privata riconducibile al periodo gotico. Purtroppo l’edificio, essendo una proprietà privata, non è visitabile se non su specifica richiesta ai proprietari o in occasione di eventi eccezionali.

La famiglia Borromeo, mercanti e banchieri, giunse a Milano a metà del Trecento. Originari di Roma, si trasferirono in Toscana, dove vennero soprannominati “i buon Romei” per indicarne la provenienza — da qui il cognome Borromeo. Grazie al matrimonio di Filippo Borromeo con una parente di Facino Cane, celebre condottiero al servizio dei Visconti, si stabilirono a Milano, dove continuarono a esercitare l’attività bancaria, diventando rapidamente una delle famiglie più influenti della città. La cittadinanza milanese fu loro concessa solo nel 1416, con Vitaliano Borromeo, che due anni dopo fu nominato Tesoriere del Ducato.

Entrati definitivamente nelle grazie dei Visconti, ottennero il feudo di Arona e del Lago Maggiore, insieme ai titoli nobiliari di conti e marchesi per i discendenti.

Già pochi anni dopo il loro arrivo a Milano iniziarono ad acquistare, poco alla volta, le proprietà del vasto isolato che si estendeva fino alla contrada dei Morigi e di Sant’Orsola, nella zona antica della Mediolanum romana. Col tempo ottennero anche il diritto del suolo e la franchigia fino alla chiesa di Santa Maria Podone.

Alla fine del Trecento fecero costruire un grande palazzo di famiglia in stile tardogotico, riccamente decorato e affrescato. I lavori, molto lunghi, si protrassero per buona parte del Quattrocento e coinvolsero artisti come Michelino da Besozzo, Pisanello e Giovanni Solari.

L’espansione del complesso, attraverso successivi ampliamenti e acquisizioni di edifici adiacenti, ha portato all’irregolarità della sua pianta, evidente ancora oggi.

Lo splendido palazzo divenne il cuore del potere dei Borromeo, che, con l’ascesa di San Carlo alla cattedra ambrosiana, divennero una delle famiglie più ricche e potenti d’Italia. Nel corso dei secoli, buona parte degli isolati a sud del palazzo — verso il Ticinese e Santa Maria alla Porta — passarono sotto il loro controllo, dando origine a una vera e propria cittadella, composta da numerosi palazzi, i cui appartamenti venivano concessi in locazione.

L’aspetto originario dell’edificio si conserva solo in alcune parti, a causa dei numerosi rimaneggiamenti, culminati nei danni causati dai bombardamenti del 1943.

Il palazzo si affaccia sull’attuale piazza Borromeo, di fronte alla chiesa di Santa Maria Podone, con un grande portale sormontato da un dromedario coronato, simbolo araldico della famiglia.

La facciata, in mattoni rossi a vista, è sobria e tipicamente “milanese” per la mancanza di opulenza esterna, che si concentra invece negli interni e nei cortili.

In particolare, il secondo cortile — il Cortile d’Onore — colpisce per la straordinaria ricchezza decorativa. Tre lati sono porticati, con archi ogivali poggianti su pilastri ottagonali, mentre il quarto lato presenta sei monofore ad archi acuti, decorati con altorilievi in cotto lombardo e affreschi a tutta altezza.

Tra gli ambienti interni, si segnala la sala centrale, dove è stato riscoperto un ciclo di affreschi rimasti nascosti per secoli sotto uno strato di calce. Dopo i bombardamenti del 1943, che distrussero parte del palazzo, gli affreschi emersero su tre lati della sala, rivelando una splendida decorazione tardo-medievale, con scene raffiguranti membri della famiglia Borromeo intenti a giocare a tarocchi o alla palla.

Come accennato, il palazzo subì gravi danni durante le incursioni aeree alleate. Venne restaurato nell’immediato dopoguerra dagli architetti Ferdinando Reggiori e Liserani.

Il Cortile d’Onore, con la sua parete tripartita scandita da arcate, archetti pensili e oculi in corrispondenza di ciascuna apertura, fu colpito da bombe incendiarie il 14 febbraio 1943, fortunatamente senza danni alla parte monumentale. Tuttavia, ulteriori bombardamenti tra il 10 e il 16 agosto 1943 causarono il crollo dell’ala sinistra e danneggiarono pesantemente gli affreschi della sala dell’archivio.

Il portale marmoreo a sesto acuto presenta una doppia fascia ornamentale con motivi di tralci di vite e rami di quercia. Sulla chiave di volta è scolpito uno degli emblemi araldici più caratteristici della famiglia: un dromedario seduto in una cesta.

Il palazzo conserva ancora oggi la facciata originale; il resto dell’edificio fu ricostruito dopo la guerra su progetto di Ferdinando Reggiori.

Un cortile detto “bramantesco” si trovava a destra dell’ingresso principale ed era caratterizzato da due portici sui lati corti. Al suo posto si trova oggi via Maria Teresa.

Sul lato sinistro, Casa Borromeo confina con un palazzo costruito nel 1951 su progetto dell’ingegnere Giannino Testori, la cui facciata, realizzata in marmi di Candoglia, si integra armoniosamente con quella storica della dimora Borromeo.

A seguire una serie di foto che mostrano lo stato delle rovine dopo i bombardamenti del 14 febbraio 1943, e quelli del 10 e il 16 agosto 1943.

Dalle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale si salvarono alcune parti dei porticati gotici e l’ala con le finestre ogivali in cotto e la sala con gli affreschi, che come abbiamo visto, sono stati preservati e integrati nel nuovo edificio dopo la ricostruzione.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Milano Sparita; Skyscrapercity; Milano Segreta
  • Le foto d’epoca sono immagini diffuse in rete e pertanto non di nostro possesso. Non si conosce autore e proprietario, a meno che non sia riportato sulla foto con watermark. 
  • Parte del testo e informazioni da: Pagina Milano Scomparsa
  • Milano, Centro torico, Palazzo Borromeo, Famiglia Borromeo, Piazza Borromeo, Seconda Guerra Mondiale, Bombardamenti, Milano Bombardata, 1943
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