Milano, Forlanini.
Dicembre 2025. Spesso non ci si rende conto di come la città presenti vere e proprie barriere fisiche che separano zone e quartieri, rendendo distinti e lontani luoghi che, in realtà, distano poche decine di metri.
Tra queste criticità rientra la storica massicciata ferroviaria che da oltre un secolo divide la Milano storica dalle aree orientali più recenti, generando una frattura tanto fisica quanto sociale. Il caso emblematico è il sottopasso dei Tre Ponti tra viale Corsica e viale Forlanini, dove i pedoni sono ancora costretti a utilizzare un collegamento prevalentemente automobilistico, angusto, buio e poco sicuro, che penalizza sia la mobilità pedonale e ciclabile sia l’accessibilità dei servizi di zona.

I Tre Ponti altro non è che un’infrastruttura ferroviaria realizzata tra il 1925 e il 1927 per la nuova massicciata che sarebbe diventata operativa solo nel 1930, contestualmente alla costruzione della nuova stazione Centrale inaugurata solo nel 1931. Lo scavalco ferroviario è composto da tre arcate di pari ampiezza, realizzate in cemento armato e decorate in stile classico. In occasione dei Mondiali di Italia ’90 furono rivestite con piastrelle colorate, tuttora presenti ma nascoste da riverniciature, polvere e smog.



La configurazione attuale degli imbocchi mostra forti criticità: il tunnel nord dispone di due corsie e di un marciapiede relativamente più ampio (circa 1,60 metri); il tunnel centrale è riservato a tram, autobus e taxi e presenta due corsie particolarmente larghe; il tunnel sud, invece, offre un marciapiede di appena cinquanta centimetri, ridotto dalla presenza di una terza corsia per la svolta verso via Repetti, piazza Ovidio e l’area densamente abitata a sud. Un contesto che, tra pochi mesi, sarà ulteriormente sollecitato dagli eventi olimpici, vista la presenza della nuova Arena del Palaitalia in fondo a via Mecenate a Santa Giulia.














La situazione attuale deriva da scelte urbanistiche degli anni Sessanta e Settanta, che privilegiarono il traffico veicolare a scapito della mobilità pedonale e ciclabile, riducendo progressivamente la qualità del passaggio e accentuando l’isolamento dei quartieri lungo le vie Forlanini, Mecenate e Salomone. Ne conseguono difficoltà negli spostamenti quotidiani, un forte disincentivo alla mobilità sostenibile e un impatto visivo negativo per chi entra in città.
Per superare queste criticità sarebbe necessario un cambiamento culturale e politico, che riconosca l’importanza di eliminare simili barriere fisiche e psicologiche tra centro e periferia.
Nel corso del tempo numerosi comitati hanno avanzato proposte per affrontare il problema. Tra queste, un progetto che punta a trasformare il sottopasso in una “nuova porta della città”, più gradevole, sicura e riconoscibile. Le principali linee di intervento previste includono:
- Creazione di due tunnel pedonali dedicati, più larghi e luminosi, dotati di sistemi di ventilazione, illuminazione LED, installazioni visive e sonore, videosorveglianza e un design distintivo.
- Riorganizzazione della carreggiata veicolare, con eventuale riduzione della larghezza o del numero di corsie laterali.
- Realizzazione di una rete ciclabile continua, comprensiva di un nuovo tunnel dedicato tra via Repetti e via Piranesi per superare l’attuale isolamento imposto dalla massicciata.

Analoghe criticità erano state segnalate lo scorso anno anche per il tunnel tra via Porpora e via Rombon a Lambrate.
In conclusione, l’obiettivo è eliminare un punto critico storico della mobilità milanese e trasformarlo da elemento di disagio a infrastruttura qualificante, capace di restituire continuità urbana, sicurezza e attrattività ai quartieri orientali e di favorire una città più inclusiva e percorribile a piedi.
È noto che il Comune ha allo studio la realizzazione di un tunnel di collegamento ciclo-pedonale tra la stazione FS Forlanini, via Cavriana e il parco Forlanini; tuttavia, potrebbe essere necessario un intervento più diretto e risolutivo per connettere in modo efficace viale Corsica con viale Forlanini. Certamente un nuovo tunnel ciclabile comporterebbe costi significativi, ma non è accettabile che chi vive oltre i Tre Ponti continui a dover attraversare un passaggio largo appena cinquanta centimetri, condividendolo frequentemente con i ciclisti.

- Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Urban Curator TAT
- Forlanini, viale Forlanini, Taliedo, Via Mecenate, via Repetti, viale Corsica, Ferrovia, Tre Ponti, Viabilità, percorsi pedonali
Questione di priorità (errate). A Milano, come del resto in tutta Italia, si privilegiano le strade piuttosto che i marciapiedi. Le prime infatti sono periodicamente sistemate e rifatte, mentre i marciapiedi sono dei veri percorsi ad ostacoli.
L’impressione è che sono stati lasciare alla malora e qualsiasi tentativo di proposta di miglioramento non sarà preso mai in considerazione.Basta guardare l’assenza di manutenzione.Si scorgono pareti a mattonelle un tempo lucide e colorate che formavano bei disegni.Ora sudicie e imbrattate di spray come gli angoli di ingresso dei tunnel lerci di tag fino all’inverosimile.Il tutto fa un pò schifo.
In generale malissimo la situazione dei tunnel verso est.
Ovviamente la cosa peggiore è più a nord, ovvero la mancanza di un ulteriore passaggio a metà strada tra Via Bassini/Rimembranze e il cavalcavia dell’Ortica (1.5 Km). Con un singolo intervento si cambierebbe completamente la faccia del quartiere Rubattino/Ortica.
Ovviamente NON è previsto nei piani di Scalo Lambrate…