Milano | Le interviste di Urbanfile: Paolo Micheli. Segrate, la città che cresce tra verde, mobilità e nuovi progetti

Intervista a Paolo Micheli sindaco di Segrate sulla trasformazione urbana e la visione per il futuro

Negli ultimi anni Segrate sta vivendo una stagione di cambiamenti profondi, con nuovi progetti di mobilità, importanti interventi ambientali e trasformazioni urbane che ne stanno ridefinendo l’identità. Ne abbiamo parlato con il sindaco di Segrate Paolo Micheli che ci ha raccontato la visione alla base di questo percorso, i risultati raggiunti e le sfide ancora aperte.

Segrate sta vivendo una stagione di trasformazioni urbanistiche senza precedenti. Qual è la visione complessiva che lega questi interventi e che tipo di città immagina per i prossimi dieci anni?

È un periodo davvero particolare della storia di Segrate. La nostra città ha sempre avuto una posizione privilegiata: siamo la prima città a est di Milano, molto vicini al centro ma con caratteristiche abitative differenti. Negli anni Sessanta e Settanta qui non si costruiva molto, anche per la presenza dell’aeroporto di Linate, e questo ha fatto sì che la città si sviluppasse tardi e con spazi più ampi rispetto a Milano.

Da quando amministro, abbiamo cercato di preservare questo equilibrio e di migliorarlo, puntando su una città più vivibile e funzionale. Mi definiscono un sindaco “ambientalista”, ma io credo semplicemente di aver lavorato per una città a misura di famiglie, dove pedoni e ciclabili sono al centro della mobilità e dove i parchi e gli spazi pubblici hanno un ruolo importante nella vita quotidiana.

I risultati si vedono: Segrate è oggi la città più attrattiva della Lombardia e la sesta in Italia. Negli ultimi dieci anni oltre 12.000 nuovi abitanti hanno scelto di trasferirsi qui — molti provenienti da Milano, alla ricerca di un contesto più equilibrato e di una qualità della vita migliore.

Abbiamo inoltre avviato progetti di scala metropolitana: il “Chilometro Verde”, che trasformerà la Cassanese in un grande parco lineare, e l’acquisizione del “Golfo Agricolo”, un’area di quasi 700.000 metri quadrati che rimarrà a verde agricolo, sottraendola alla speculazione edilizia. È la più grande acquisizione di un’area verde alle porte di Milano mai realizzata.

Come si può evitare che Segrate diventi una semplice estensione di Milano, mantenendo invece una propria identità urbana e sociale?

Quando ho iniziato questo percorso, quindici anni fa, esistevano due visioni opposte: chi voleva accompagnare l’espansione di Milano costruendo e urbanizzando, e chi — come noi — voleva fermare il consumo di suolo e puntare su una città vivibile, fatta di servizi, parchi e coesione sociale.

Va detto che Segrate non ha una vera identità storica unitaria: fino agli anni ’60 contava appena tremila abitanti, e ancora oggi è composta da quartieri molto diversi tra loro. A Novegro, ad esempio, vivono molte famiglie di origine straniera; Milano 2 ha un profilo completamente differente; chi abita a San Felice magari non incontra mai un cittadino del centro.

Per questo abbiamo creato un progetto simbolico e concreto: il CentroParco, un grande parco nato intorno a una cava dismessa che collega idealmente tutti i quartieri. Sarà la piazza verde” di Segrate, il luogo dove la città costruisce la propria identità condivisa — un po’ come un piccolo Central Park, il cuore sociale del nostro territorio.

Lestensione della M4 fino a Segrate è da anni al centro del dibattito. Qual è oggi la reale situazione e quali prospettive ci sono?

L’M4 è un progetto a cui tengo moltissimo, una conquista per tutta la città. Quando ne parlai per la prima volta a Roma e in Regione non era nemmeno su carta. Siamo riusciti a convincere tutti che fosse un’infrastruttura strategica: collegherà Linate con la futura stazione di Segrate Porta Est e con lAlta Velocità, creando un corridoio est-ovest da Rho Fiera fino a Rogoredo.

Si tratta di unopera che non serve solo a Segrate, ma allintero Nord Italia, perché permetterà a milioni di turisti e viaggiatori business di raggiungere l’est milanese. È quindi un progetto economico, non solo locale.

Sono molto critico rispetto all’idea di dirottare i fondi sulla M5 verso Monza. È legittimo che Monza sia una priorità, ma non ha lo stesso impatto strategico nazionale. Il nostro prolungamento è di appena un chilometro, tecnicamente semplice e con un grande valore economico e turistico. Mi auguro che il governo riveda questa scelta, perché l’M4 a Segrate è un tassello fondamentale per la competitività del territorio.

Il progetto Westfield Milano, dopo anni di attesa, sembra finalmente pronto a ripartire. A che punto siamo?

Abbiamo rilasciato il nuovo permesso di costruire un mese fa. Il progetto è cambiato rispetto alla versione originaria: non più una grande cupola chiusa, ma un centro commerciale allaperto, più green e integrato con la futura stazione Porta Est e la metropolitana.

La prima fase comprenderà le funzioni commerciali e di intrattenimento — unarena per la musica e probabilmente un museo — mentre nella seconda sono previsti uffici e spazi direzionali. La terza fase, che riguarderà l’area oggi destinata ai lavori ferroviari, è prevista solo nel lungo periodo, forse intorno al 2035, con ipotesi di residenziale.

Parallelamente, entro marzo dovrebbe essere completata la Cassanese Bis, la nuova viabilità speciale realizzata grazie a un complesso accordo pubblico-privato con Westfield. È un’opera fondamentale per ridurre il traffico di attraversamento e preparare la città all’apertura del centro.

A che punto è invece il progetto della nuova stazione Segrate Porta Est?

I tempi dipenderanno dai finanziamenti governativi, ma il progetto sta avanzando concretamente. Abbiamo firmato l’accordo di programma con Regione Lombardia, Città Metropolitana e Ferrovie dello Stato. Sono usciti anche i primi render della stazione, segno che FS si sta muovendo per la fase esecutiva.

La nuova stazione avrà senso solo insieme alla M4, che ne costituirà l’asse portante. L’orizzonte realistico è il 2032: se i fondi della metropolitana verranno sbloccati nel 2026, sarà una tempistica credibile.

Tra i progetti più importanti c’è il Chilometro Verde”. Di cosa si tratta?

Il Chilometro Verde è forse il progetto più ambizioso e innovativo che stiamo portando avanti. In realtà si tratta di quasi quattro chilometri di strada che verranno depavimentati: l’attuale Cassanese perderà due corsie e diventerà un parco lineare urbano, mentre il traffico di attraversamento sarà deviato sulla nuova tangenzialina.

È un intervento unico in Italia, tanto che Segrate è stata invitata a presentarlo alla COP, tra i progetti internazionali di decarbonizzazione. Lo realizzeremo con lo studio olandese West8, che ha già firmato opere simili a Madrid e in altre grandi città europee.

Accanto a questo, stiamo consolidando il CentroParco e il Golfo Agricolo, due grandi polmoni verdi che insieme ridisegnano la geografia ambientale della città e le danno un’identità precisa: una città verde, sostenibile, vivibile.

Uno sguardo al futuro

Il mio unico rammarico è che tra sei mesi il mio mandato arriverà al termine: a maggio si voterà e, per legge, non potrò ricandidarmi. Ho avuto il privilegio di guidare la città in un periodo complesso, ma ricco di opportunità e di scelte che hanno segnato una crescita solida e continua.

Guardando avanti, in vista del 2027, se a Milano verranno indette delle primarie valuterò la possibilità di presentare la mia candidatura. Non si tratterebbe di proporre una persona, ma un modello. Sono convinto che quanto costruito a Segrate in questi anni possa rappresentare un riferimento concreto anche per una grande città metropolitana, capace di coniugare visione, tradizione amministrativa e innovazione orientata al futuro.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

4 commenti su “Milano | Le interviste di Urbanfile: Paolo Micheli. Segrate, la città che cresce tra verde, mobilità e nuovi progetti”

  1. Non ci credo che ha avuto il coraggio di dire ciò che ha detto. GRANDE MERITO a Micheli per quanto riguarda il golfo agricolo, UNA SUA PERSONALE E GRANDE BATTAGLIA VINTA. Da segratese lo ringrazio. Ma TUTTE le piste ciclabili sono state realizzate dal Sindaco Alessandrini che lo ha preceduto. Lui gli ha appiccicato dei colori per farne delle “Linee ciclabili come la Metro, ma lui non ha realizzato un solo metro di ciclabile.
    Idem per quanto riguarda il Centro parco. Alessandrini ha unito le due cave e realizzato il parco intorno. Micheli in 8 anni non è riuscito neanche a terminarlo, in compenso ha dato il permesso di costruirci dentro un centro commerciale dell’Aldi a pochi metri dall’Esselunga, più 3 o 4 locali e tre palazzi per ricchi (bellissimi devo dire). Il “Sindaco Verde” non riesce neanche a mantenere le aiuole e i giardini che Alessandrini ha creato. Per non parlare del famigerato chilometroverde. Andate su Google map satellitare a vedere come è già verdissima la cassanese grazie ad Alessandrini, che ha diviso le due corsie con centinaia di piante di Oleandri (che Micheli vuole disgraziatamente togliere) oltre a creare due ciclabili ai lati adornate da un centinaio di alberi e altre piante. Tutti alberi che Micheli vuole togliere per mettere un terzo delle piante.

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  2. Il sig. Selfie man nome con cui viene spesso chiamato il Sindaco pro tempore di Segrate, in questi anni ha fatto molto è vero:
    ricambiato i votanti, facendo fare modifiche solo in zone particolari a favore di votanti parenti o colleghi di giunta, rovinando per accontentarli altre zone, ha speso molti soldi è vero per farsi in due volte campagna elettorale con spese inutili e comunque a carico dell’erario, però di questo si occuperà la corte dei conti quando sarà il momento, se si candida as Milano saranno felici i milanesi degno successore di Sala e del dimenticato Pisapia cioè la rovina della città in poche parole la stessa cosa accaduta a segrate con selfie man

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  3. Micheli=interventi di cosmesi in una città dormitorio nella quale ci devi purtroppo vivere.
    L’ho pure votato al primo mandato…
    Imbarazzante.

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