Milano | Porta Vittoria – Milano Sparita: il Borgo di Porta Tosa, da popolare a signorile

 

Il mercato di Porta Tosa 1906
Il mercato di Porta Tosa 1906

“Fra il corso di Porta Tosa e la via di San Pietro in Gessate s’alza un’isola di squallide case, ammasso di muri, vasto ed informe, forato qua e là da una vera carie di anditi occulti, di tramiti, di sottoportici. Ivi serpeggiano certe viuzze nascoste, note soltanto agli oscuri abitanti del borgo. Ivi si trova il vicolo Incarnadino, il vicolo Bindellino, il vicolo Colonnetta, il vicolo Bissati. C’è da scommettere che fra tutti i nostri lettori non ve n’abbia uno il quale conosce questi reconditi siti della Suburra milanese, ed è perciò che li accenno. Per chi da segreta vaghezza è spinto verso le strade poco battute, alla cerca dell’ignoto e del buio, il vicolo Bindellino è inapprezzabile. Lungo, stretto, tortuoso come lo indica il nome, rassomiglia a un bindello arruffato; certa cale di Venezia, certo viottolo di Genova, la ” rue de trois canettes ” di Parigi sono parenti di questo vico remoto sulla cui calce il salnitro, bizzarro ornamentista, disegna frange e festoni.
Sovente le più liete creature s’accolgono fra le più fracide cose; ogni carie è un nido: sul fracido tumulo corre il dorato coleottero, sul fracido ramo canta l’usignolo e il menestrello dorme nel fracido tugurio […]” Arrigo Boito, letterato, librettista e compositore italiano (1842 – 1918)

Incredibile pensare che fino all’inizio del 1900 in Corso di Porta Vittoria proprio di fronte al sontuoso palazzo dei Sormani persistesse un piccolo borgo fatto di casupole medievali e vicoli stretti. Qui si svolgeva il mercato, in pratica il proseguimento del mercato del Verziere, poco distante, oltre il Naviglio.
La parte del Corso di Porta Vittoria dove si trovavano le case del borgo di porta Tosa. Sullo sfondo a sinistra palazzo Sormani
La parte del Corso di Porta Vittoria dove si trovavano le case del borgo di porta Tosa. Sullo sfondo a sinistra palazzo Sormani

 

Mappa del Borgo con segnati i vicoli
Mappa del Borgo con segnati i vicoli

 

Il Mercato e la piazzetta
Il Mercato e la piazzetta
I vicoli scomparsi:

1 – Vicolo Bissati (dal nome di una famiglia che qui aveva il suo palazzo)
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2 -Vicolo Colonnetta (forse per la presenza di una colonnina o per le due colonnine paracarri)
Vicolo Colonnetta verso la piazzetta che dava sul Corso di Porta Tosa
Vicolo Colonnetta verso la piazzetta che dava sul Corso di Porta Tosa

 

Vicolo Colonnetta verso il Corso di San Pietro in Gessate, oggi via Cesare Battisti
Vicolo Colonnetta verso il Corso di San Pietro in Gessate, oggi via Cesare Battisti

3 – Vicolo Bindellino (così chiamato per una fabbrica di nastri)

Vicolo Bindellino
Vicolo Bindellino

4 – Il Vicolo Incarnadino

Vicolo Incarnadino con l'arcone che dava accesso al Corso di porta Tosa (Vittoria)
Vicolo Incarnadino con l’arcone che dava accesso al Corso di porta Tosa (Vittoria)
L'affaccio dei vicoli sul Corso
L’affaccio dei vicoli sul Corso
Il corso di Porta Tosa e il dislivello tra la nuova strada e il vecchio borgo che si affacciava su un corso d'acqua
Il corso di Porta Tosa e il dislivello tra la nuova strada e il vecchio borgo che si affacciava su un corso d’acqua

 

Palazzo Sormani del XVI secolo
Palazzo Sormani del XVI secolo in una foto del 1925

 

 

Il nuovo assetto di Corso di Porta Vittoria (fino ad inizio secolo un po’ defilato confrontato coi più glamour e interessanti corsi di Porta Venezia, Nuova o Vercellina), prevedeva una totale conversione di classe per gli stabili lungo il corso. Oramai le casette vetuste e mal frequentate del piccolo borgo non corrispondevano alle esigenze di una Milano proiettata al lusso e ad essere una città internazionale. Così vennero demolite le vecchie casupole e al loro posto sorsero tre blocchi, inizialmente realizzati in stile eclettico, poi seguite dai due grandi palazzi incuneati tra il Corso di Porta Vittoria e la Via Cesare Battisti e separati da una viuzza, il tutto in un ibrido di stile tra l’Art-Decò e il Babilonese. Il resto del blocco venne ultimato e trasformato nel dopoguerra con nuovi palazzi che poco hanno a che fare col contesto.

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