Come i nostri lettori ben sanno, uno dei cantieri del Centro di Milano più delicati e importanti possiamo dire sia quello di Palazzo Gorani. Palazzo di origine medievale, munito persino di torre, trasformato e ingrandito nel Seicento e ornato anche da un bellissimo portone in pietra, venne disintegrato durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale del 1943. Si salvarono solo la torre e il bel portale. Dopo anni di abbandono e di un incerto destino, qualche anno fa finalmente è stato approvato un progetto di recupero in un contesto del tutto nuovo. Così la torre medievale, una delle poche superstiti a Milano, sta subendo un laborioso intervento di restauro e si troverà, una volta ultimati i restauri, protagonista al centro di una nuova piazza, mentre il portone seicentesco a quanto pare, verrà riportato e ricostruito dove si trovava.
Come si vede dalla foto di seguito, sono arrivati i blocchi di pietra restaurati e presto verranno montati a fianco del muro in cemento armato che separa la nuova piazzetta con la via Gorani. Onestamente avremmo preferito almeno in quel punto, una ricostruzione più fedele del portale superstite, anziché una sistemazione a mo’ di rudere. L’effetto finale ancora ci lascia perplessi.
Attenderemo la conclusione dei lavori. Altra novità è la “teca” che mostrerà i ruderi del palazzo Imperiale romano sottostante che tecnici stanno allestendo alla fine della via.
quasi non credevo più alla riqualificazione di questo pezzo di milano.
sarà un bel tassello della passeggiata milano romana, con parti anche medioevali.
Con i palazzi in stile Bicocca.. Beeeeeeeeeeeeeello. Sono ironico ovviamente..
I progettisti e realizzatori avevano tempo fa rilasciato la dichiarazione ai giornali che avrebbero usato masselli di pavé recuperato per la pavimentazione della nuova piazzetta. Mi era parsa una buona mitigazione a contrasto con i nuovi edifici…
E INVECE…NIENTE! Si è ancora una volta preferito il lapideo nuovo di cava, anonimo e squadrato. lo stesso che mettono a Dallas o a Birmingham. Complimenti ai bugiardoni indifferenti.